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Autore: Biblioteca    07/12/2019    2 recensioni
In un diario, un'anonima protagonista racconta una brutta esperienza.
Perseguitata da incubi e in particolare da un mostro (che appare anche fuori di essi), convinta di non poter trovare conforto nè in famiglia nè con la terapia condotta dal dottor Callisto, si butta tra le braccia di ASIM, un guru del web che ha le sue stesse visioni e che dipinge ossessivamente immagini di quello e altri mostri.
Ma quando il lavoro di "purificazione" inizia, la protagonista capisce che qualcosa non va e inizia a sospettare che forse il mostro e il guru non sono nemici ma alleati.
Nasce così una nuova teoria della cospirazione che sconvolgerà definitivamente il precario equilibrio della ragazza.
(Storia in via di pubblicazione su Wattpad: https://www.wattpad.com/908112403-mostro-7-dicembre-2019)
Genere: Angst, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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7 dicembre 2019
 
L’ultima volta che ho messo nero su bianco qualcosa in questo diario risale al maggio del 2011, sei anni fa. Allora facevo la maturità e tutte le angosce e le frustrazioni degli ultimi giorni in quella tanto odiata scuola, li dovevo pur mettere da qualche parte.
Ho iniziato questo diario quando avevo praticamente sei anni. Perché me lo scrivo da sola? Non so, il dottor Callisto mi ha detto di fare così, tenere un diario e scrivere.
Scrivere scrivere scrivere ancora e ancora, senza rileggere. Anche se la curiosità l’ho avuta e sono andata a vedermi le cose di quando avevo sei anni.
Mia zia mi aveva preso questo bel quadernetto. Era “ecologico” diceva, perché lei è attiva da prima di Greta. Mi sarebbe bastato comprare i fogli bucati e riempirlo di anno in anno, meno quaderni da comprare meno carta da consumare. O almeno, lei pensava così.
Lo portai a scuola orgogliosa. Ma le maestre avevano altre idee. Volevano un quaderno per ogni cosa.
Già allora, io e la scuola non andavamo d’accordo. Così iniziai ad usarlo come piccolo diario.
Stronzate di bambini: “Oggi ho visto Federica.” “Oggi Carla mi ha preso in giro”. “Oggi Marco mi ha dato un bacio sulla guancia”.
E poi ho trovato una pagina dove avevo scritto soltanto: “Ho paura”.
E per un attimo il mio cuore si è fermato.
È stata la prima cosa che ho detto al dottor Callisto quando lo sono andata a vedere: Ho paura.
Di chi?
Del mostro.
Anche alla mia veneranda età ancora sogno i mostri. Uno in particolare sembra avere una predilezione per me: lo vedo in piedi a fianco al mio letto, in faccia ha solo occhi e sopracciglia, niente bocca o naso, le mani hanno dita lunghissime, ne ho contate sei ma potrebbero essere di più, e tiene sempre in mano uno strumento che sembra… L’ho spiegato al dottor Callisto con le uniche parole possibili: uno stetoscopio fallico.
Mi aspettavo che commentasse con qualche perla di saggezza sulla sessualità repressa, ma per fortuna non l’ha fatto. A quanto pare non è del ramo freudiano.
Abbiamo parlato degli incubi, del fatto che, onestamente, non li reggo più.
Anche perché la mia vita si sta lentamente distorcendo con loro: ormai ricerco, sembra paradossale, immagini orrorifiche e violente, passo notti intere cercando di restare sveglia e per non addormentarmi guardo film horror. Perché in qualche modo sono gli unici a rispettare il mio cupo umore.
Il signor dottor Callisto, con il buon senso che contraddistingue gli “adulti”, mi ha detto di smettere, oltre che di iniziare questo diario.
Avevamo tracciato insieme le linee della terapia. Ma quando sono tornata a casa l’ho dovuto cambiare.
Cinquanta euro a seduta per una seduta una volta a settimana non sono il massimo, almeno non dal punto di vista dei miei genitori, che hanno sempre anteposto il denaro a me.
E non ritengono che io abbia davvero bisogno d’aiuto. Dicono che tanto prima o poi gli incubi vanno via.
Ma io ho paura. Ho paura ho paura ho paura ho paura ho paura.
Ok devo calmarmi. Il cuore mi batte troppo forte e non capisco perc
 
Ho alzato gli occhi dal foglio. A volte capita. E il mostro era riflesso nello specchio. Era proprio lui con la sua faccia bianca e tremenda.
È stato in linea visiva per un attimo, poi è sparito.
Non si è dissolto è proprio sparito come un filmato tagliato male.
Guardava me.
Ho urlato e poi sono andata a vomitare, per fortuna in casa mia non c’è nessuno. Ho acceso tutte le luci (camera era in penombra) e il computer e la televisione, ora c’è una confusione pazzesca in camera e mi sono calmata.
Ecco perché scrivo.
 
Sono le 20. Ormai sto molto meglio. Ma ho capito che con Callisto di questo non posso parlare. Con nessuno posso.
Nessuno mi crederà mai.
 
Ho paura.
  
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