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Autore: Lyris    12/12/2019    1 recensioni
In cui Minato e Kushina sono i regnanti di un regno di ninja, Kurama l’ultimo dei cercoteri a fare un dono al principino, Naruto è il bello addormentato che cade in un sonno lungo cento anni dopo essersi punto con un kunai e Sasuke il principe che lo sveglia dal sonno incantato con parecchie difficoltà.
Lyris torna con un’altra parodia fiabesca, tra il demenziale e il dolcificante, stravolgendo questa volta “La bella addormentata”. Buon divertimento!
Genere: Demenziale, Fluff, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Kushina Uzumaki, Minato Namikaze, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Minato/Kushina, Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Fiabe brevi che finiscono benissimo'
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C’era una volta, in un regno lontano di ninja, un re e una regina. I loro nomi erano Minato e Kushina e, poiché non avevano ancora avuto il dono di un figlio, ogni giorno pregavano per il suo arrivo, con voti, pellegrinaggi, devozioni, catene di Sant’Antonio sui gruppi whatsapp con i regnanti vicini… ma era tutto inutile. Alla fine però la regina dai capelli di fuoco rimase incinta e la coppia ebbe un bambino, cui diedero il nome di Naruto. 

Per festeggiare il nascituro, i due regnanti non badarono a spese e organizzarono una festa memorabile in occasione del battesimo. Decisero di invitare tutti i Cercoteri da ogni parte del mondo, se ne trovarono nove, affinché ognuno di loro gli facesse un dono. Beh, dopotutto l’invito diceva pure open bar, almeno un regalo era d’obbligo.

Quando iniziò la musica si aprirono le danze: i due regnanti ballavano abbracciati stretti, la dama Sakura tentava di evitare gli inviti del samurai Rock Lee, il cuoco Choji assaggiava le pietanze che aveva preparato per il buffet per “assicurarsi che fossero buone”, il vecchio maestro Jiraiya veniva sgridato dalla maga di corte Tsunade per aver sbirciato la scollatura di una servetta… tutti a modo proprio si divertivano. I due regnanti continuavano però a danzare da soli sulla pista: eppure tutti sanno che i primi brani da mettere sono i balli di gruppo.

Arrivò il momento dei regali. I Cercoteri si avvicinarono alla culla, dove il piccolo Naruto gongolava felice. 

Il primo, Shukaku, che intanto aveva sparso sabbia per tutta la sala ottenendo in cambio maledizioni borbottate a bassa voce dai servitori, si fece avanti e disse: - Ti dono la forza!

Il secondo, Matatabi, spazzolandosi un po’ di sabbia dalla pelliccia, si fece avanti e disse: - Ti dono la determinazione!

Il terzo, Isobu, gli regalò invece l’allegria, mentre il quarto, Son Goku, l’empatia. 

Il quinto, che aveva un nome difficile da scrivere, gli donò la generosità.

Saiken, il sesto, gli fece dono della caparbietà, che è praticamente la stessa cosa della determinazione, ma aveva finito le idee, insomma al settimo battesimo in due mesi uno non sa più che inventarsi. 

Il regalo di Chomei, il settimo cercoterio, fu l’ottimismo. 

L’ottavo, Gyuki, si fece avanti e disse: - Ti dono… ti dono… un bel sorriso!

Gli altri lo guardarono straniti. Saiken pensò “ah, ecco cosa potevo fargli!”. 

Gyuki mise le zampe avanti: - Ehi, che volete, ho capito che siete ninja, ma un pizzico di bellezza non guasta mai!

Kurama, l’ultimo cercoterio rimasto, il nono, fece per farsi avanti. Ma non fece in tempo a parlare che un forte rumore attirò l’attenzione dei partecipanti. 

Un decimo cercoterio piombò nella sala da ballo.

- Io sono il Decacoda! E non avete osato invitarmi!-, ruggì feroce.

Kushina indirizzò a Minato un’occhiata omicida: - Minato, ti avevo detto di invitarli tutti!

- IO, IL DECACODA MI VENDICHERÒ’

- Ma io li ho invitati tutti, giuro! 

- E allora questo chi è?

- IO SONO IL DECACODA E PAGHERETE PER NON AVERMI INVITATA! 

- Credo sia il Decacoda

- Grazie Minato, non l’avrei mai capito senza il tuo aiuto. Davvero illuminante.

- QUELLO CHE AVETE FATTO E’ STATO UN AFFRONTO IMPERDONABILE!

- Sei tu ad averlo chiesto

- Sta’ zitto. Se proprio vuoi sentirti meno in colpa fammi capire perché non l’hai invitato

-Ma che ne so, io ho letto fino al capitolo 450, non sapevo esistesse davvero un decimo cercoterio, credevo fossero solo nove!

Intanto il Decacoda si era avvicinato alla culla e incombeva minaccioso sul bambino.

- Senti, ma perché se siamo in un regno di ninja nessuno si è fatto avanti per difendere il piccolo e cacciare questo imbucato?

- Ah, boh, sarà per motivi di trama suppongo

- Ah ecco, ora capisco

- ANCHE IO FARÒ UN DONO!

- Oh che bello, allora non si è offeso

- Magari ha cambiato idea dopo aver letto che c’è l’open bar

- QUANDO AVRAI COMPIUTO SEDICI ANNI, TI PUNGERAI CON UN KUNAI E MORIRAI! 

- …

- …

- Oh, ma vaffanculo

 

Dopo aver scagliato la terribile maledizione, il Decacoda se ne andò via. I due regnanti e i partecipanti alla festa erano quasi in lacrime. Kurama si fece avanti.

- Sentite, io stavo per donare l’intelligenza al piccoletto…

“Ah, ecco un’altra cosa che potevo fargli, oh, le idee arrivano sempre dopo!”, pensò Saiken.

- … ma poi con l’entrata del Decacoda non l’ho più fatto e mi è rimasto ancora un regalo da fare. Non sono abbastanza forte per sciogliere del tutto la maledizione, ma posso fare sì che dopo essersi punto cada in un sonno di cento anni -, continuò Kurama. 

- Cento anni?! -, fece Kushina.

- Cento anni

- Beh, oddio, ma perché proprio cento? Non può essere tipo, un paio d’anni? O cinque? Magari si punge a undici anni e si risveglia a venti così ci leviamo di mezzo l’età della pubertà, dell’adolescenza difficile, che dici? 

- No, no, cento tondi tondi

- Ma perché?

- Beh…

- Motivi di trama?

- Motivi di trama

La regina dai capelli di fuoco sospirò, guardò il figlio dal bellissimo sorriso e annuì. Kurama compì l’incantesimo e la festa si concluse.

 

Il re, per evitare che accadesse la disgrazia, mise al bando tutti i kunai dalle case e a chi si lamentava Kushina rispondeva: - che usino gli shuriken!

Il piccolo Naruto crebbe forte, determinato, allegro, empatico, generoso, caparbio, ottimista e con un bel sorriso e come ogni principe che si rispetti, aveva i capelli biondi come il grano e gli occhi azzurri come il cielo, anche se per il cavallo bianco doveva aspettare i diciotto anni. Insomma, era un principe dalle meravigliose qualità anche se un po’ idiota. Si allenava insieme ai suoi amici samurai, studiava sotto la supervisione del maestro Jiraya, poi interveniva anche la maga Tsunade per controllare il lavoro di entrambi. E per assicurarsi che Jiraya non inserisse qualche immagine sconcia tra le pagine dei libri del suo allievo. 

 

Naruto crebbe così fino al compimento dei suoi sedici anni. Un giorno, mentre bighellonava nei giardini del castello per evitare le lezioni di storia del maestro Iruka, vide una figura in lontananza che stava lanciando degli oggetti. Avvicinatosi, scoprì che si trattava di una donna: ella si stava allenando con a colpire un bersaglio appeso a un albero, con un’arma che Naruto non aveva mai visto. 

- Che fate, brava donna? -, domandò il principe.

- Mi alleno a lanciare kunai -, rispose la donna.

- Ah, che bella cosa! Non li ho mai visti! -, esclamò Naruto - datemi qua, per favore, voglio vedere se sono capace.

La donna sorrise e gli porse il kunai, e perché lui era vivace e un po’ stordito, e perché così voleva la sentenza del Decacoda, appena lo prese fra le mani si punse e cadde a terra svenuto. La donna, che in realtà era il Decacoda sotto mentite spoglie di mortale, rise in modo malvagio e, ripresa la forma naturale, tolse il disturbo e se ne andò dal castello. Attirati dal rumore, vi fu un gran trambusto di guardie, samurai, servitori, maestri, che accorsero per vedere cosa fosse successo, per scoprire il terribile spettacolo. Il principe giaceva a terra e non vi era modo di svegliarlo, e nemmeno il maestro Iruka, che negli anni aveva sviluppato un collaudato metodo per buttarlo giù dal letto, potè fare niente. Nel frattempo accorsero anche i due regnanti, che in lacrime, compresero che si trattava del compimento della maledizione. 

 

Nel frattempo, Kurama, che era stato avvisato da Chomei, che aveva parlato con Saiken, che all’ultimo battesimo aveva conosciuto il fratello di Bee, che aveva cantato alla festa del compleanno di Shukaku, il quale era molto amico del principe Gaara del regno vicino, il fratello di Kankuro, che era anche fratello di Temari, che era fidanzata con Shikamaru, il quale era il migliore amico del cuoco del castello Choji, che al mercato per due soldi mio padre comprò, accorse al castello per avere notizie sul principe Naruto. Quando arrivò ad attenderlo vi erano i due regnanti, che aveva fatto stendere su un letto sontuoso il loro unico figlio, al quale il sonno non aveva tolto il vivo incarnato dalle guance. 

-Oh, cercoterio, grazie per essere venuto

-Figuratevi maestà, era mio dovere. Avete fatto bene a metterlo disteso. Intanto decideremo il da farsi

-Grazie ancora. Solo una curiosità, come sei riuscito ad avere la notizia?

-Beh, il cuoco l’ha detto al suo migliore amico, Shikamaru, che l’ha detto alla fidanzata Temari, che poi l’ha riferito al fratello Kankuro, che l’ha detto al suo altro fratello Gaara, il quale ha avvisato Shukaku, che ha avvertito Bee, che aveva cantato alla sua festa e che l’ha detto al fratello, che ha avvisato Saiken che aveva conosciuto all’ultimo battesimo e che l’ha detto a Chomei, che l’ha detto a me

- Wow, girano in fretta le voci in questo posto

- Eh, già

- Per fortuna non ho ancora detto a nessuno che mia moglie diventa una strega quando si arrabbia, altrimenti la voce chissà dove sarebbe arrivata!

- Per fortuna davvero

- Ne sono davvero contento. Altrimenti… 

- Altrimenti?

- Beh, altrimenti sarebbero guai

- MINATO, CHOJI MI HA APPENA DETTO CHE VAI IN GIRO A DIRE CHE IO DIVENTO UNA STREGA QUANDO MI ARRABBIO! APPENA TI TROVO TI UCCIDO!

 

Dopo un breve litigio fra i regnanti, Kurama ottenne la loro attenzione.

- Per evitare di lasciare il principe da solo quando si sveglierà, propongo di addormentare tutti per cento anni, in modo tale da svegliarli insieme a lui -, disse il cercoterio. 

Il re e la regina acconsentirono, così Kurama sfiorò con le zampe tutti coloro che si trovavano nel castello, fuorché Minato e Kushina: dal cuoco Choji che si stava facendo uno spuntino, al maestro Jiraya che tentava di sbirciare Tsunade mentre si cambiava nelle sue stanze, a Shikamaru che stava già schiacciando un pisolino. Sfiorò con le zampe anche tutti i cavalli nelle scuderie, i grossi mastini della corte e i rospi da compagnia del maestro Jiraya. Toccati appena; tutti si addormentarono per destarsi poi nel punto stesso del loro padrone, per esser pronti a servirlo. Perfino gli spiedi che stavano sul fuoco, carichi di fagiani e pernici, si addormentarono, e così pure il fuoco. Tutto ciò in un momento. I cercoterio non andavano per le lunghe.

 

Allora il re e la regina, baciato Naruto senza svegliarlo, uscirono dal castello e fecero bandire che a chiunque era proibito avvicinarvisi. Del divieto non c’era bisogno, perchè Kurama, in un quarto d’ora, fece crescere tutto intorno al castello alberi piccoli e grandi, tanti e grandi rovi, cespugli e spine ingrovigliati. In questo modo, nè bestie nè uomini potevano passare, tant’è che non si vedeva più che la cima delle torri del castello e anche da molto distante. 

Tornati dentro al castello, Kushina e Minato parlarono nuovamente con Kurama. 

- Farò addormentare anche voi, adesso, in modo tale da potervi svegliare con lui

- Ma chi manderà avanti gli affari del regno per il prossimo secolo? Ci sarà una crisi! E se ci fosse degli scontri intestini per il potere? E i sudditi? Come faranno? E se ci attaccassero e scoppiasse una guerra? E se invece ci fosse un’epidemia o il raccolto andasse a male? Insomma, nessuno ha mai pensato a queste cose?!

- Ehm…

- … motivi di trama?

- Motivi di trama

- Va bene, fallo

Kurama addormentò anche i due regnanti e lasciò il castello.

 

Passarono così cento anni.

 

Dopo un secolo dunque, passava di lì il figlio di un regnante vicino. Era Sasuke, secondogenito del re Fugaku, uscito per l’allenamento e trovatosi da quelle parti: si era infatti voluto allontanare il più possibile dalla sua dimora e da suo fratello Itachi, che aveva in odio. Notate le torri che spuntavano da quel fitto bosco, chiese in giro a quale castello appartenessero e perché un qualsiasi architetto avrebbe dovuto avere la geniale idea di costruire un castello in mezzo a un fitto bosco che nemmeno riesce a passarci uno scoiattolo figurati un operaio. Ciascuno degli abitanti dei dintorni gli rispose che ne aveva solo sentito parlare. Dicevano gli uni che quello era un castello infestato da spiriti malvagi, gli altri che gli ultimi dominatori dell’aria avevano il loro covo laggiù.

- Gli ultimi che? - chiese Sasuke.

- Ah, scusa, fandom sbagliato

La credenza più comune era che un cercoterio malvagio vi abitasse, e che là dentro ci portasse quanti bambini poteva prendere per chissà quali esperimenti, senza che potesse essere seguito, visto che solo il cercoterio aveva il potere di aprirsi un passaggio nel folto del bosco.

Il principe Sasuke, nonostante pensasse che quella fosse solo una perdita di tempo, considerò che comunque era decisamente più divertente che tornare a casa ed essere ignorato per la centesima volta dal fratello Itachi. Dopo aver chiesto ancora in giro, però, non sapeva che pensare, quando un contadino prese la parola e gli disse: - Principe, più di cinquant’anni fa, mi diceva mio padre che in quel castello c’è una principessa bellissima che per un incantesimo doveva dormire cento anni e si sarebbe svegliata, insieme a tutta la corte, grazie a un eletto.

 

A questo discorso il giovane principe meditò tra sè e sè. Se fosse riuscito a svegliare i regnanti, quelli sarebbero stati riconoscenti nei suoi confronti e lui avrebbe potuto chiedere laggiù e quindi lasciare per sempre il suo castello, e finalmente andarsene di casa, visto che suo padre il re Fugaku già da quando aveva compiuto sedici anni rompeva le scatole: “e rimetti a posto la stanza”, “e questa casa non è un albergo, non puoi rientrare dagli allenamenti alle tre del mattino”, “ “e smettila di essere così emo”. 

Per non parlare di Itachi, che aveva in odio avere sempre intorno a spruzzare perfezione da tutti i pori, con suo padre che rincarava la dose: “e guarda Itachi che è più principe di te”, “e guarda come tiene in ordine le sue armi”, “e vedi come cavalca con eleganza”. 

E che palle. 

 

Sasuke dunque si avviò verso il bosco e non appena arrivò al limitare, tutti quegli alberi, quei cespugli, quei rovi si aprirono per dargli il passo. Sasuke nemmeno ci fece caso, dopotutto era un principe di una fiaba. Egli andò dritto al castello che sorgeva in fondo a un grande viale: si voltò indietro e vide che gli alberi, passato lui, si erano ricongiunti alle sue spalle. Sasuke scrollò le spalle, anche se fosse rimasto chiuso lì, qualsiasi posto era meglio che stare vicino a suo fratello.

 

Andò avanti lo stesso. Entrò in una ampia anticorte, dove ogni cosa era capace di inquietarlo. Un silenzio terribile, dappertutto l’immagine della morte: corpi distesi di uomini e di bestie che parevano morti. Il principe si accorse però, che questi erano solo addormentati, e le tazze ancora contenenti qualche goccia di vino mostravano chiaro che s’erano addormentati bevendo.

 

Traversata una gran corte, passò davanti a una dama dai capelli rosa che dormiva fra le braccia di un samurai dai capelli neri a forma di scodella. Traversata la biblioteca, vide un uomo con una grossa cicatrice sul naso russare su un libro di storia aperto sul tavolo e poco lontano, su una panca, era disteso un uomo con una strana pettinatura ad ananas.

Entrò infine in una camera dove, sopra un letto dalle cortine chiuse, intravide una figura. Doveva trattarsi della principessa descritta dal contadino, così si avvicinò e scostò le tendine. 

 

Disteso sul letto, vide il più bello spettacolo che mai avesse visto, una fanciulla tra i quindici e i sedici anni, luminosa, splendida, divina. Si accostò per ammirarla da vicino quando si accorse che la fanciulla in questione aveva tratti del viso molto mascolini. E i capelli corti. E decisamente le forme non combaciavano. Si allontanò. La principessa era un principe!

 

Tuttavia era un principe molto bello. Sasuke si avvicinò di nuovo, inginocchiandosi accanto al bello addormentato. Ora, che doveva fare? Gli toccò il braccio. 

- Ehi, svegliati - lo chiamò. Niente.

Lo scosse con maggiore convinzione.

- Svegliati, forza! - lo chiamò. Ancora niente.

Lo prese per le spalle e tentò di scuoterlo con forza.

- EHI SVEGLIATI! NON HAI DORMITO ABBASTANZA, IDIOTA? - gridò contro il bel viso. Ma niente. Frustrato, si allontanò di scatto ma scivolò sul tappetino posto ai piedi del letto e cadde in avanti. Cercò di frenare la caduta mettendo le mani avanti ma si ritrovò a baciare le labbra del principe. Si scostò velocemente, facendo finta che non fosse successo nulla. 

 

Il bello addormentato disteso sul letto però, strizzò gli occhi, sbadigliò, si stiracchiò, aprì un occhio e guardò Sasuke, che era ancora sconvolto. Si era svegliato! Il bello addormentato però, richiuse l’occhio e si voltò di fianco.

- Ancora cinque minuti - bofonchiò. 

Sasuke rimase senza parole per qualche secondo, poi iniziò a scuotere il bello addormentato. 

- Ma ti pare che ti riaddormenti?! Hai poltrito per cento anni! Con la fatica che ho fatto per svegliarti. Ugh, non farmici pensare!

Naruto sospirò, sbadigliò ancora e piagnucolò.

- Ma ho sonno

- Ti ho detto di svegliarti! Forza!

- Non mi va!

- Alzati lo stesso!

- E va bene, va bene! Ma con calma! - disse il bello addormentato. Si stropicciò gli occhi e sbadigliò ancora, senza mettere la mano davanti alla bocca - che maleducato, pensò Sasuke. Il bello addormentato si mise a sedere e guardò l’altro principe incuriosito.

- E tu chi sei?

- Sono il principe Sasuke, figlio del re Fugaku

- Io sono Naruto, il principe di questo castello, figlio del re Minato. Sei stato tu a rompere l’incantesimo?

- Si… 

- Grazie - disse Naruto, sorridendogli. Sasuke arrossì leggermente e a vederlo, anche l’altro parve prendere colore alle orecchie. Il bello addormentato scese dal letto e non appena il suo piede toccò terra, il castello iniziò a riempirsi di rumori. Tutti gli altri della corte, dal re al cuoco, dai samurai alle governanti, si svegliarono uno alla volta e ripresero le attività interrotte un secolo prima, come se fosse passato solo un minuto. 

 

Naruto prese per mano Sasuke, invitandolo a uscire dalla camera. 

- Forza, andiamo, ho una gran fame, dopotutto sono cento anni che non mangio!

Sasuke lo seguì, e lo ascoltò mentre blaterava dei sogni strani che aveva fatto mentre dormiva. Infatti, questo la fiaba non lo racconta, Kurama aveva fatto in modo che, durante il secolo di sonno, il principe facesse tanti bei sogni. 

Naruto dunque continuava a parlare ma a Sasuke non dava troppo fastidio. Giunsero così nella sala da pranzo, dove il cuoco aveva già approntato splendide pietanze e gran parte della corte era giunta. 

 

Il re e la regina, per quanto li riguarda, erano già seduti a capotavola, in attesa di poter aprire il banchetto. Quando Kushina vide il proprio principe mano nella mano con un ragazzo a lei sconosciuto, non ci mise molto a fare due più due. La regina andò incontro al figlio e lo baciò e lo abbracciò, poi salutò Sasuke come nuovo membro della famiglia, presentandolo al re che lo accolse con gratitudine. 

 

Dopo aver mangiato, i due ragazzi si ritrovarono a passeggiare nel giardino del castello. Il bosco tutto intorno era scomparso, insieme ai rovi e alle spine. Avevano poi cominciato ad allenarsi insieme a lanciare shuriken, perché Naruto voleva rimettersi in forma dopo essere rimasto fermo per cento anni e Sasuke era più che entusiasta di aver trovato un compagno di esercizi. Tra un lancio e un altro, chiacchieravano - Naruto, più che altro parlava, Sasuke lo ascoltava e si limitava a spiccicare qualche parola, ma sempre con un sorriso ad aleggiare sulle labbra.

 

Da lontano, la regina Kushina li osservava dalla finestra del castello, mentre poco distante Minato era concentrato sugli affari del regno. Ne aveva di lavoro arretrato!

- Oh, sono così contenta che si siano ritrovati!

- Già

- Non vedo l’ora di vederli insieme!

- Mh mh

- Chissà se diventeremo nonni presto 

- Chissà 

- Quando si sposeranno, faremo delle nozze meravigliose! Non vedo l’ora! 

Minato alzò lo sguardo scandalizzato dalle carte. 

- Cosa?

- Ho detto che quando si sposeranno…

- Ho capito quello che hai detto, ma perché lo pensi?! Non possono farlo!

- Perché sono chiaramente innamorati! Vieni a vedere!

Kushina indicò i due ragazzi che si guardavano con affetto, mentre si allenavano nel prato sottostante. Minato era sul punto di piangere. 

- Il mio bambino… non può essere cresciuto così in fretta… fino a ieri era uno scricciolo

- Ormai è un ragazzo. E poi, insomma, a quell’età anche noi eravamo… esuberanti

Kushina guardò maliziosa Minato e gli circondò il collo con le braccia, lo baciò e lo trascinò verso la camera da letto.

- Ora non pensarci. E lascia stare quelle carte. Dopotutto, sono passati cento anni anche per noi!
 

Fine (?) 


Nota
Spero che questa piccola storiella vi abbia divertiti, è una cosa senza troppe pretese che ho scritto per diletto. Questa parodia della fiaba della Bella Addormentata fa parte di una raccolta di racconti brevi e one shot, che hanno sempre protagonisti Naruto e Sasuke, inseriti nei contesti delle fiabe più famose. Per adesso, potete leggere “Chackra Rosso e Serpente Cattivo” e “Il principe ranocchio”. Se volete lasciare un commento a me fa piacere. 
PS: il punto interrogativo sulla fine non è un errore: la fiaba originale in realtà ha una seconda parte, ma per adesso preferisco fermarmi qui. Semmai un giorno mi troverò a scriverla, aggiungerò anche un secondo capitolo. Tuttavia non volevo lasciare un finale troppo aperto, spero che anche questo vi piaccia ugualmente. 

  
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