Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: MiakaHongo    13/12/2019    5 recensioni
NOTA: La Fic si ispira anche agli eventi di FROZEN 2
Elsa e Jack vivono finalmente insieme nella stessa epoca, eppure qualcosa si insinua nuovamente nel cuore di Elsa: la paura.
Pitch si propone di aiutarla, ma è davvero questo il suo piano o nasconde qualcosa di più subdolo?
Jack si ritroverà di punto i bianco catapultato in una situazione senza precedenti, riuscirà comunque ad aiutare Elsa o inizierà a dubitare anche lui del suo futuro?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Olaf, Sven
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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cap 1 l'incubo

AVVISO: Questa fic è ambientata temporalmente dopo le fic “La regina di ghiaccio” e la oneshot “La regina delle nevi”, quindi anche se godibile separatamente è consigliabile aver letto prima le altre due.
Resto comunque a disposizione per qualsiasi domanda o dubbio inerente la trama per chi volesse iniziare comunque direttamente da questa. Buona lettura.

 

Jack Frost era nascosto dietro un cumulo di neve, non sapeva quando avrebbero attaccato ma una cosa era certa: di sicuro lo avrebbero trovato pronto! Provò a tendere l’orecchio per catturare il minimo rumore dei loro avversari, ma il tema orecchie gli fece pensare ad uno dei suoi compagni di squadra nascosto a pochi passi da lui; si voltò nella sua direzione.
Ma certo! Come mai non ci aveva pensato prima? Calmoniglio con le sue lunghe orecchie di sicuro era in grado di percepire ogni minimo rumore!
Avvicinò la mano alla bocca e gli bisbigliò:
“Ehi Calmoniglio, riesci…”
Non riuscì a terminare la frase perché in quel momento notò che il suo amico (un moderato coniglio di due metri!), si era nascosto decisamente male e buona parte delle sue orecchie fuoriusciva dal nascondiglio.
Alzò gli occhi al cielo perché era impossibile che non lo avessero visto e capì che l’unica loro possibilità a quel punto era il contrattacco, quindi urlò ai suoi compagni:
“All’attacco ragazzi!”
Jack creò velocemente una palla di neve nella sua mano ed uscì con uno scatto dal suo nascondiglio insieme ai suoi compagni di squadra: Calmoniglio e tre ragazzini del quartiere. Si bloccò però quando vide che la squadra avversaria era già allo scoperto ed Elsa stava facendo fluttuare sulle sue mani un enorme palla di neve.

1

Elsa si rivolse ad una bambina che faceva parte della sua squadra.
“Che ne dici Janet, gliela lancio dritta in faccia?”
“Sì” ridacchiò lei come risposta.
Quindi Elsa fece volare rapidamente la gigantesca palla di neve dritta addosso a Jack, mentre le altre componenti della sua squadra, Dentolina ed altre bambine, fecero altrettanto lanciando quelle che avevano in mano. Jack provò a contrattaccare ma non ci riuscì in tempo, ritrovandosi coperto di neve; le ragazze esultarono in coro.
“Abbiamo vinto! La sfida a palle di neve maschi contro femmine la vincono le ragazzeee!”
Da qualche tempo i guardiani cercavano di trovare un po’ più di tempo da passare di persona con i bambini, quella era una di quelle occasioni dove Calmoniglio e Dentolina si erano uniti agli spiriti della neve per passare del tempo con loro e Dentolina ne sembrava entusiasta.
“Elsa è stato incredibile ed anche voi ragazze e poi la neve è così bianca sembrano splendidi dentini…uh a proposito di dentini devo tornare a lavoro!” Salutò tutti e volò velocemente verso casa.
Jack uscì dal cumulo di neve che lo aveva coperto ma si ritrovò davanti Calmoniglio con le braccia conserte ed uno sguardo seccato.
“Lo sapevo che ero in squadra con lo spirito della neve sbagliato!”
“Oh certo, anche l’avere come compagno di squadra un vero coniglio e non un gigante di due metri potrebbe essere di aiuto!”
“Fammi capire, fai questo ehm “lavoro” da quanto? Trecento anni? E ti fai battere in modo così semplice?”
Jack stava per replicare ma Elsa si parò tra di due separandoli.
“Direi che questo è il momento in cui facciamo da buon esempio, ci stringiamo la mano e salutiamo i nostri amici” disse indicando i bambini e fissando con aria di critica i due che spesso si comportavano più da bambini dei bambini stessi.
Imbarazzati Jack e Calmoniglio strinsero la mano ad Elsa e quindi salutarono i bambini, che però non sembravano molto contenti della cosa.
“Andate già via? Non potete restare?”
Chiese uno di loro, Calmoniglio gli mise una zampa sulla spalla.
“Ehi piccolo mangianeve non fare quella faccia! Noi leggende purtroppo siamo molto impegnati e non possiamo stare tutto il tempo con tutti…ma ti prometto che torneremo per una rivincita ok?”
Il bambino annuì e lo abbracciò, cosa che imbarazzò leggermente il coniglio nonostante non volesse darlo a vedere.
Elsa si fermò aguardare i bambini prima di andare via, le piaceva farlo, adorava osservare la loro innocenza e semplicità, la loro capacità di essere felici con poco e di amare incondizionatamente, tutti tratti che si perdono spesso da grandi o che vengono oscurati dalla paura e dalle pressioni esterne.
Vide i bambini raccontarsi a vicenda con estremo entusiasmo le parti più salienti della battaglia a palle di neve, ma la sua attenzione fu attirata da due bambine, erano due sorelle e si erano appena abbracciate. Una aveva detto: “Sorellina ce l’abbiamo fatta abbiamo vinto insieme!”, l’altra l’aveva stretta ancora più forte dicendole che le voleva bene.
Quella scena sebbene dolcissima le causò un improvviso tuffo al cuore, le ricordò i profondi abbracci che era solita scambiarsi con sua sorella Anna.
Di improvviso si rabbuiò, certo aveva passato una vita intera con sua sorella, da quando era diventata una leggenda ormai lei non poteva morire ma la luna le aveva concesso di stare con Anna fino si suoi ultimi momenti e così aveva fatto. Era passato parecchio tempo da allora, eppure il solo guardare quell’abbraccio le fece capire quanto per lei fosse ancora una ferita aperta e iniziò a chiedersi se mai si sarebbe chiusa.
Ma una voce interruppe i suoi pensieri.
“Ehi cos’è quella faccia cupa?”
“Jack!”
Le volò accanto portando il bastone sopra le sue spalle.
“Lo so che è brutto sapere che cresceranno e non crederanno più in noi, ma per loro ci vorranno almeno un altro paio di anni e poi vedrai, troveremo tanti altri nuovi bambini da rendere felici!”
Jack non aveva capito il motivo del suo sconforto ma le fece piacere il suo tentativo di tirarla su di morale, quindi abbozzò un sorriso.
“Infondo hai ragione Jack! Ora penso che andrò a riposare che sono stanca morta, stanotte ho dormito davvero poco…buonanotte!”
Gli stampò un leggero bacio sulla guancia.

Cattura

“Buonanotte regina di ghiaccio!” Le sussurrò lui con un ampio sorriso.

 

 

 

Elsa si sentiva strana, non riusciva a fare a meno di pensare a sua sorella…non che non l’avesse fatto finora, ma continuava a tentare di nascondere, forse anche a sé stessa, quello che realmente provava.
Cosa sto pensando? È assurdo, meglio che io vada a dormire, è sicuramente la stanchezza che mi gioca brutti scherzi, mia sorella mi manca ma io sto bene qui.
Ma dormire non alleviò i suoi timori, infatti improvvisamente si ritrovò ad una festa da ballo nel suo castello ad Arendelle, si sorprese nel vedere la gente che si inchinava al suo cospetto.
“Buonasera regina di Arendelle”
Le disse uno degli ospiti, ma lei non era più la regina da molto tempo ormai, almeno da quando Anna…
Anna!
Se lei era la regina di Arendelle Anna era ancora viva! Corse tra gli invitati a chiedere di lei ma le dissero che si era chiusa nella sua stanza, quindi si precipitò su per le scale fino ad arrivare davanti alla sua porta, provò ad aprirla ma era chiusa a chiave.
“Anna sei lì?”
Urlò mentre bussava alla sua porta, il suo cuore batteva così forte nell’attesa di una risposta che ebbe quasi paura di essersi dimenticata di respirare, poi all’improvviso la sentì:
“Va’ via, Elsa”
Non poteva credere di aver sentito di nuovo quella voce, sarebbe stata felicissima se non fosse stato per quello che le aveva appena detto.
“Ma cosa dici Anna, ti prego apri la porta, voglio vederti!”
Inspiegabilmente iniziò a sentire un forte senso di angoscia crescere sempre di più, come se conoscesse già la risposta che avrebbe avuto.
“Elsa non è possibile mi spiace…”
Più Anna parlava e più quelle brutte sensazioni dentro di lei crescevano, doveva assolutamente stroncarle: avrebbe aperto quella maledetta porta.
A qualunque costo.
Concentrò i suoi poteri intorno alla serratura fino a ghiacciarla, quindi distese le mani per far dipanare il ghiaccio e romperla. Appena ci riuscì spalancò in fretta la porta.
“Anna!”
Ma non fece in tempo a dirlo che notò che la stanza era vuota, sentì nuovamente la voce della sorella ma questa volta le gelò il sangue.
“Ormai non ci sono più”
“No!” urlò lei, cercando di negare ancora quella realtà che le faceva troppo male, ma non riusciva più a trattenere quel sentimento che era tornato più forte che mai e che aveva covato per molto tempo tentando inutilmente di nasconderlo.
La paura.

 

 

 

Jack aveva da poco salutato Elsa, aveva ancora il sorriso stampato in volto quando Calmoniglio gli si parò davanti con fare ironico per stuzzicarlo come al solito.
“Bene, vedo che perdi tempo in smancerie invece di lavorare, se hai tutto questo tempo libero potresti aiutarmi a dipingere le uova!”
“Perché no, basta solo chiedere e farò tutte le decorazioni di ghiaccio che vuoi sulle tue uova… e poi non è colpa mia se non trovi una ‘cangura’ che faccia al caso tuo!”
“Ghiaccio, sei pazzo? Le uova sono materiale deteriorabile… ehi un attimo, io non sono un CANGURO!”
Lo fissò con fare minaccioso, ma i due furono interrotti nuovamente da qualcuno che si intromise tra i due, questa volta era Dente da latte, una piccola fatina di Dentolina che di solito andava a prendere i denti lasciati dai bambini sotto il cuscino per sostituirli con un soldino.
Cinguettò contro i due litiganti con aria di rimprovero, fu Jack il primo a rispondere.
“Hai ragione non ha senso litigare adesso, mi spiace Calmoniglio… contenta adesso?”
Il coniglio sbuffò.
“Bene scuse accettate, io vado al palazzo di Nord, che mi ha chiesto aiuto per dipingere i giocattoli dato che gli Elfi hanno combinato un disastro dei loro… nel caso trovassi del tempo libero tra una smanceria ed un’altra… beh, conosci la strada!”
“Ehi, anche tu dovresti scusarti!”
Non fece in tempo ad aggiungere altro che il coniglio scomparve in una delle sue tane create sotto le sue zampe che gli permetteva di viaggiare velocemente.

 

 

 

Pitch era ancora rinchiuso nella sua cella dove i guardiani lo avevano confinato dopo che Jack ed Elsa lo avevano catturato, fissava speranzoso l’ingresso ma era passato parecchio tempo ed era strano che non si fosse fatta ancora viva, iniziò a dubitare del fatto che sarebbe potuta venire a trovarlo, eppure aveva percepito così nettamente le sue paure!
Aveva ormai quasi perso le speranze quando sentì la voce furiosa di Elsa che arrivava davanti alla sua cella.
“TU, non osare mai più fare una cosa simile!”
Un sorriso malevolo comparve sul suo volto, lei era venuta proprio come previsto.
“Dopo tanti anni che non ci vediamo nemmeno un sorriso? Nemmeno un ‘Ehi Pitch come va? Come te la passi da quando ti abbiamo ignobilmente rinchiuso in una cella?’, Che scortesia!”
“Taci, dopo tutto quello che hai fatto e che hai provato a fare questa è la fine che ti meriti! E non provare mai più ad influenzare i miei sogni!”
Pitch rise divertito.
“Elsa, sono rinchiuso in questa stupida cella forgiata con i poteri dei guardiani, nonostante i miei poteri siano in gran parte tornati, alimentati dalle paure delle persone, non sono abbastanza per uscire di qui”
Provò ad usare i suoi poteri oscuri sulle sbarre, ma questi non le scalfirono minimamente, quindi proseguì col discorso.
“Visto? Quindi immagino che il tuo incubo sia dovuto unicamente alla tua paura che sta crescendo così tanto da diventare insostenibile!”
“Paura? Io non ho paura!”
“Oh andiamo Elsa, sai bene che con me non hai necessità di mentire, ho percepito la tua paura insinuarsi dentro di te e crescere di giorno in giorno” disse giocherellando con le dita contro le sbarre della cella. “Forse questa vita da leggenda non ti piace più così tanto”
“Cosa dici? Io ho Jack e tutte le persone a me care accanto!”
“Tutte?”
Rispose lui con un sibilo di voce e lei rabbrividì, voleva negare ma come poteva? Quell’uomo sembrava leggere ogni suo pensiero più nascosto come le paure che ormai non riusciva più a fermare.

d

Elsa strinse una mano al petto e distolse lo sguardo con aria afflitta.
“Beh, non si può fare comunque nulla per le persone che non ci sono più”
Pitch si avvicinò alle sbarre.
“Oh ma Elsa, io ho un regalo per te che potrebbe aiutarti!”
“Sei solo un bugiardo, tu non puoi aiutarmi!”
“Ricordi che per far venire Jack nella tua epoca avevo creato col mio potere oscuro una sabbia dalla sua più grande paura, ovvero quella di non essere mai compreso del tutto e di non trovare mai nessuno come lui? E che poi dalla stessa sabbia avevo creato anche una fiala capace di esprimere il suo più grande desiderio, ovvero quello di poter stare con te come umano?”
“Me lo ricordo”
Rispose lei con tono seccato, ricordando quanto lei e Jack avevano sofferto a causa di quella fiala.
“Ecco io ho osservato le tue paure crescere in tutto questo tempo, assieme alla tua più grande paura ovvero quella di non poter mai più rivedere tua sorella, ed essendo tu un essere immortale potrebbe essere particolarmente seccante non trovi? Questa paura ha alimentato nuovamente i miei poteri e con molta fatica e sofferenza in tutti questi anni, a poco a poco, sono riuscito a creare questa”
Le mostrò una fiala con un liquido nero, molto simile a quella che tempo fa Jack le aveva chiesto di distruggere. Pitch continuò quindi il suo discorso.
“Questa fiala deriva dalla tua più grande paura, quindi permette di esaudire il tuo più grande desiderio, ovvero rivedere tua sorella”
“Vuoi dirmi che questa fiala mi farà viaggiare nel passato come hai fatto con la polvere di Jack?”
“Non esattamente, tu non vuoi rivivere i momenti passati con Anna, ma viverne di nuovi, questa fiala ti permetterà di andare in un epoca dove tua sorella è ancora viva e vivere nuovi momenti con lei, precisamente quella realtà che si sarebbe realizzata se io non avessi interferito per farti incontrare Jack”
La faccia di Elsa era sempre più perplessa.
“Hai idea di quanto sia assurdo quello che stai dicendo vero? Perché mai dovrei minimamente crederti?”
“Perché è solo grazie a me che hai tutto questo Elsa, è grazie a me se hai conosciuto Jack e se sei diventata una leggenda e se potrai rincontrare tua sorella. Io non ti ho mai mentito!”
Elsa lo squadrò.
“Su questo ho i miei seri dubbi, mettiamo anche caso che io creda a questa tua messa in scena, come tornerei indietro? Immagino che il tuo scopo sarebbe confinarmi lì in modo da toglierti una leggenda di torno e far soffrire Jack, beh puoi scordartelo!”
“Per tornare ti basterà desiderarlo con tutta te stessa e al tuo risveglio sarai qui, come e quando vuoi, molto semplice in verità”
Elsa alzò un sopracciglio al sentire quelle parole.
“Sì certo, continuando a fingere di crederti, chi mi dice che non hai un secondo fine?”
“Nessuno”
La risposta secca e sincera di Pitch sorprese Elsa, poi lui continuò:
“Ma non credi che ne potrebbe valere la pena?”
Le porse la fiala, Elsa la prese in mano e la fissò come ipnotizzata per qualche momento, poi scosse la testa come a cacciare via quei pensieri.
“Non credo ad una parola di quello che mi hai appena detto!”
Si voltò ed andò via lasciando di nuovo Pitch da solo, sul suo volto però si formò un ghigno soddisfatto mentre affermava tra sé:
“Eppure hai portato con te la fiala”

 

 

 

 

 

 

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Dopo tanto tempo mi ritrovo a dare un seguito alla mia fic “La regina di ghiaccio”! Spero che il primo capitolo sia stato di vostro gradimento che abbiate o meno già letto le fic precedenti, come anticipato sono pronta a rispondere comunque ad eventuali dubbi/domande.
Come sempre mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, ammetto che avevo molti dubbi sul se continuare o meno questa fic, sia perché essendo “la regina di ghiaccio” la prima long che ho concluso e che mi ha soddisfatta avevo “paura” di “rovinarla”, sia perché ho visto Frozen 2 e non mi ha del tutto convinta a livello di trama. Volendo, come nella prima fic, essere il più possibile coerente con gli eventi del film, ho pensato e ripensato a come strutturare la storia finché non ho trovato un inizio e una fine che mi hanno definitivamente convinta a buttarmi in questa nuova avventura.
Alcune parti centrali le devo ancora definire bene nella mia testa ma fu così anche con la prima fic, quindi sono fiduciosa che il sapere da dove parto e dove voglio arrivare mi ispiri sempre di più di capitolo in capitolo.
Ogni consiglio o critica costruttiva è sempre ben accetta, dato che mi piace cercare di migliorare sempre, e con i vostri commenti l’ho fatto tanto dall’inizio alla fine della mia prima fic, spero che lo stesso accada in questo caso.
Che dire sul capitolo? Elsa e Jack vivono finalmente felici, ma Elsa inizia a covare delle nuove paure dentro di sé e Pitch ovviamente ne approfitta. Cosa farà adesso Elsa?
Un grazie speciale a Mari Lace che mi ha fatto gentilmente da beta!
A presto con il prossimo capitolo!

   
 
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