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Autore: Evola Who    15/12/2019    0 recensioni
Un luogo senza tempo, una strana stanza, quattro specchi e un solo Dottore.
Beh, almeno le sue ultime cinque rigenerazioni....
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Doctor - 11, Doctor - 12, Doctor - 9, Doctor - Altro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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With Myself
 


 
Il Dottore (ormai giunto alla sua tredicesima rigenerazione) stava correndo in una enorme stanza completamente bianca, cercando il suo team che lo accompagnava sul Tarids: Graham, Ray e Yasmin.  Ma non ricordava come avessero fatto a finire e come si fosse ritrovata da sola, in quell'assurdo luogo completamente bianco e luminoso in un modo quasi innaturale.

Correva, urlava i loro nomi, li cercava disperatetene, ma non otteneva niente. Nessuna risposta. Ma non si arrese. Non avrebbe mai e poi mai abbandonato i suoi amici, né ora né nei prossimi futuri!

Continuò la ricerca dei suoi compagni fino a quando non notò una stanza. Una stanza molto particolare, perché era l’unica arredata con qualcosa: si trattava di specchi.

L’aliena rimase sorpresa per quella inaspettata scoperta, al punto di dimenticarsi del suo reale obiettivo ed entrando nella stanza.

Anch'essa era completamente bianca ma circondata da ben quattro specchi, posti uno accanto all’altro. Sembrava quasi la stanza degli specchi di un luna park.

Ma, a differenza di quegli specchi pazzi che fanno vedere una versione distorta del proprio fisico, lei vedeva se stessa. O, meglio, le ultime quattro versioni di se stessa.

Tutti che si guardavano dallo specchio con aria sorpresa, dentro quella stessa stanza bianca. Le ultime quattro rigenerazioni dell'alieno, insieme, in un unico posto. O quasi…

E, dopo alcuni istanti di puro silenzio, la tredicesima rigenerazione lo ruppe, esclamando con entusiasmo: “Oh, che bello!”

 

***
 
“E tu chi sei?” dissero in coro i cinque uomini dello specchio.

“Oh! Io sono voi! Nel senso, sono voi nel futuro…” spiegò lei. “Per alcuni fra molto tempo…” e guardò la sua nona rigenerazione nel primo specchio.

“O fra molto poco.” E guardò la dodicesima rigenerazione, fissandola con il sorriso sulle labbra e l’atteggiamento convinto.

“Perciò, saremo una donna? Un giorno?” chiese Eleven, perplesso e con un po’ di ingenuità dipinta sul volto.

L’aliena rise, divertita da quella domanda, rispondendo con tranquillità: “Sì, diventeremo una donna, un giorno. Per voi non è un problema, vero?”

Le quattro versioni maschili di loro stessi si scambiarono delle occhiate perplesse tramite i riflessi degli specchi. Non tanto perché l’idea di diventare una donna fosse una cosa strana; anzi, era più che normale, per la loro razza.

Ma furono colpiti per quella domanda da parte del se stesso del futuro. Quindi, non seppero bene come controbattere.

“Beh, a me non dispiace” rispose Nine per primo.

Tutti lo fissarono mentre continuava: “In fondo, abbiamo avuto molti compagni intorno a noi. Quasi tutte donne forti, intelligenti e che ci hanno sempre dato un aiuto fondamentale nei momenti peggiori. Quindi, perché dovremmo essere sorpresi se, un giorno, diventeremo come loro?” E sorrise, ricambiato da lei.

“Io sono d’accordo!” aggiunse Eleven. “Siamo esseri mutaforma con due cuori. Allora perché essere colpiti se, un giorno, ci rigenereremo così?”

“Io l’ho sempre saputo” intervenne Twelve, guadagnandosi le occhiate colpite degli altri.

“Sapevo, anzi speravo che andasse a finire così, un giorno o l'altro.” E sorrise soddisfatto, ricambiato da tutti.

“Comunque, c’è un’altra cosa che non ho capito…” disse Ten, con le mani in tasca. “Perché, ancora una volta, non abbiamo i capelli rossi?”

Tutti risero divertiti per quella battuta, anche se la domanda più antica dell’universo, era proprio perché il Dottore non avesse ancora capelli rossi.

Mentre le risate si spegnevano pian piano, Thirteen si guardò intorno, sempre più entusiasta, dicendo: “Oh, è davvero incredibile vedermi! Tutti qui nello stesso momento e nello stesso posto. Ma come è possibile?” Fece una espressione incerta, la stessa che comparve sui volti degli altri.

“Già è vero… come è possibile?” ribatté Eleven. “Non possiamo essere davvero tutti qui sulla stessa linea temporale. Altrimenti, avremmo già causato il più grosso paradosso temporale di tutti i tempi!”

“Un devastante paradosso temporale” sottolineò Ten.

“Eppure, siamo tutti qui” aggiunse Twelve. “Nella stessa stanza, nello stesso specchio e nello stesso tempo…”

“Ma perché?” concluse Nine.

Tutti ci rifletterono e tutti raccontarono come fossero finiti lì. Ed era sempre la stessa versione: Il Tardis si era fermato in una stanza completamente bianca, con il loro compagno al seguito. Tutti avevano girato in quella “casa”, fino a ritrovarsi da soli ed essere spinti a entrare in quella stanza degli specchi.

“Beh, allora è il Tardis che ci ha portati qui, nello stesso momento, ma seguendo varie linee temporali diverse” concluse Nine.

“Ma, a quanto pare,” continuò Ten, “questo specchio o questo posto ci permette di vederci in vari punti delle nostre vite, sia del passato che del futuro.”

“Come se questo posto ci permettesse di vederci e di sentirci in vari punti del tempo, ma senza mai ‘scontrarci’ tra di noi” constatò Eleven.

“Già, ma perché?” si chiese  Twelve. “Perché siamo tutti qui, adesso, in questo momento? Come è successo?”

Calò il silenzio, mentre i cinque Dottori riflettevano per provare a dare una spiegazione a questo strano dilemma. Infine, fu Thirteen a parlare: “Perché volevo incontravi.”

Gli altri la fissarono con stupore, increduli per quell'affermazione.

“Dopo tutto quello che ci è successo, tra la guerra del tempo…” e guardò Nine “...fino alla salvezza di Gallifrey…” fissò Twelve “...fino a ritrovarmi in questa nuova versione di me. Più ottimista, più allegra, più leggera e senza provare sensi di colpa o odio verso me stessa. E ho ripensato alle mie vecchie vite... e ho sentito il desiderio di far sapere a tutti voi che, un giorno, riusciremo a trovare un po’ di pace.” E sorrise, con una sincerità e una dolcezza quasi materna nei confronti dei suoi vecchi se stessa.

Si spostò verso il primo specchio, fermandosi davanti alla nona rigenerazione. “Ho voluto dirvi che, un giorno, quel gran peso e quei sensi di colpa che ci portiamo dentro dalla guerra del tempo svaniranno. E l’entusiasmo che usiamo spesso come maschera sarà la nostra vera forza ed energia."

Appoggiò la mano sulla superficie dello specchio, e Nine fece la stessa cosa appoggiando la sua. Si scambiarono un sorriso sereno.

Thirteen si avvicinò a un altro specchio, fissando Ten e dicendo: “E che, un giorno, tutta la superiorità, l’onnipotenza e l'essere convinti che ogni nostra decisione sia quella gusta, solo per nascondere la profonda rabbia e la malinconia repressa che proviamo di dentro, non ci serviranno più. Dovremo affrontare i nostri demoni: con non poca difficoltà, ma lo faremo. E conserveremo sempre l’entusiasmo contagioso verso le persone che ci saranno accanto. Solo, con un po’ più di spensieratezza e di innocenza di prima.”

Entrambi si scambiarono un sorriso, mentre lei si passò la mano tra i capelli biondi, e lui si sistemò il ciuffo castano.

Andò davanti allo specchio accanto, guardando Eleven. “Un giorno tutta quella saggezza, conoscenza e responsabilità che abbiamo sempre avuto finiranno dentro ad un atteggiamento e ad un corpo giovane. Ma, in realtà, nascondiamo dentro di noi una vita fin troppo vissuta e sofferta. Beh, ma ne sarà valsa la pena e ci sarà di grande aiuto. Questa esperienza, ma soprattutto questa sofferenza, ci faranno rinascere ancora più forti.” Con la mani si sistemò i bordi del cappotto, mentre la sua vecchia rigenerazione il cravattino.
Arrivò all’ultimo specchio, rivolgendosi con un po’ di malinconia a Twelve, mentre lui la fissò con stupore.

“So che abbiamo provato moltissima rabbia, nel corso dei millenni. E so che, un giorno, esploderà e sembreremo dei vecchi arrabbiati con l’universo intero. Ma saremo sempre pronti a difendere ciò che è giusto e a batterci per esso. E un giorno, finalmente, ci liberemo da questa furia, perché saremo liberi dal nostro passato e in pace con noi stessi.” Entrambi si guardarono, contenti, con un sorriso malinconico.

“Quindi, non abbiate paura del vostro futuro.” Ritornò al centro della stanza a passo svelto, guardando contemporaneamente tutti i riflessi attorno a lei.

“Ma non abbiate paura nemmeno del vostro presente o del passato, perché tutto quello che farete è solo un modo per raggiungere questo futuro. Un futuro in cui sarete più liberi, più leggeri, più speranzosi e comprensivi. Ma saremo sempre pronti ad accorrere dove ci sarà bisogno di noi. Saremo sempre pronti a viaggiare, saremo sempre pronti a salvare la terra e i suoi abitati e, quando l’universo chiamerà, noi saremo sempre pronti a rispondere.” Sorrise.

“Ma se c’è una cosa che non cambieremo mai, è che non possiamo viaggiare da soli. Avremo sempre qualcuno al nostro fianco, che ci fermi nei momenti peggiori e che ci salvi dalle situazioni più intricate. Non potremo mai viaggiare da soli, perché se un giorno noi cadremo, cadrà anche tutto l’universo. Ma, per fortuna,  non saremo mai da soli.”

“Allora, non è cambiato quasi niente” constatò Ten.

“Avremo giusto risolto qualche questione e saremo più sereni” aggiunse Eleven.

Più o meno.

Scoppiò una risata di gruppo, lunga e fragorosa. Si spense pian piano, mentre tutti i riflessi si guardavano con serietà, godendosi quel dolce e surreale silenzio.

“E, soprattutto, volevo ringraziavi, perché se sono qui oggi e sono diventata quello che sono, è solo merito vostro. Quindi, grazie.”
“E noi ringraziamo te, per come diventeremo. Migliori.”

“E siamo felici di sapere che il nostro futuro sarà fantastico” aggiunse Nine.

“Allons-y!”
Geronimo!”
Oh, vi prego! Non fatemi dire queste stupidaggini!”

Scoppiò un’altra risata di gruppo sotto agli occhi pazienti di Thirteen.

Quando finì, tutti si guardarono per un’ultima volta, con gioia, finché non sentirono pronunciare il loro nome: “Dottore!”

Tutti si voltarono alle proprio spalle, ritrovando i rispettivi compagni:
Nine trovò Rose e Jack, Ten ritrovò Donna, Eleven Clara, Twelve Bill e Nardole e Thirteen Graham, Rayn e Yasmin.

Tutti i loro compagni di avventura guardarono il loro Dottore con perplessità, facendo la stessa identica domanda: “Con chi stai parlando?”

E il Dottore – tutti e cinque - guardò i suoi amici con serenità, rispondendo con la stessa frase: “Con me stesso.”




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Note

Piccola storia , è nata dal video fanmade 
sul Dottore "Doctor Who I Gallifrey"
che vi consglio di andare a vederlo, perchè 
MERITA ED E' BELLISIMO!
E mi sono chiesta, se il nuovo Dottore
incotrasere le sue vecchie regerazione
Ovvero Nine, Ten, Eleven e Twelve
(Che ho deciso di chiarmali così) e
rassicurare che il loro futuro sarà
lumionso.
E visto che manca ancora un bel
pò di settimane alla nuova stagione...
beh, è era un bel modo per passare 
l'atessa! :)
Spero che questa piccola
long vi sia piacuta e
rigrazio ad tutti quelli che sono
arrivati fin qui!
Evola

 
   
 
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