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Autore: DarLane    18/12/2019    0 recensioni
Si tenevano stretti come se dopo tutti gli spari, quella fosse la loro ricompensa. Prese a carezzargli la nuca e tremarono insieme. Piangevano e respiravano a bocca aperta per mascherare l’odore della guerra.
Genere: Drammatico, Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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LA PACE


Si respirava erba e zolfo, pelle e sangue, ma respiravano ancora. I singhiozzi incontrollabili del compagno sembravano fargli più male delle sue lacrime trattenute a stento. Si tenevano stretti come se dopo tutti gli spari, quella fosse la loro ricompensa. Prese a carezzargli la nuca e tremarono insieme. Piangevano e respiravano a bocca aperta per mascherare l’odore della guerra.
Ha incrociato i miei occhi ma adesso nasconde il viso tra le braccia dell’altro e urla contro la sua giacca. Allora quello lo abbraccia ancora più forte e cominciano a dondolarsi. Forse è tempo, ma voglio trattenermi ancora un po’. Non posso lasciarli lì, soli. Gli dico che deve stare tranquillo, che va tutto bene, ma non mi dà retta. Le sue agonie riempiono il campo e subito hanno tutti paura.
“Non puoi gridare. Devi darti una controllata.” Lo rimproverano i compagni.
L’avevo sempre detto che Ignazio non è adatto, che è troppo debole di cuore per stare qui. S’aggrappa a Sebastiano e lo spinge, lo picchia a pugni chiusi. Ma non si gira. Lo chiamo e lo chiamo come l’avevo chiamato poco prima mentre correvamo via dalle bombe. Ancora non si volta.

L’avevo visto piangere un sacco di volte e l’avevo consolato tenendolo fra le braccia quando gli altri non volevano saperne niente. Una volta pianse perché nessuno gli aveva scritto, una volta perché non avevo mangiato insieme a lui. Ignazio piange sempre, non è adatto. È sensibile, io lo so e mi sono sempre preso cura della sua sensibilità. Sempre.
A pranzo mi portò un disegno: eravamo io e lui al mare. Non era il disegnatore più talentuoso, ma lo sapevo che ci teneva. Sapevo un sacco di cose sulla guerra e su di lui. M’aveva raccontato tutto; di come sua madre era morta quand’era bambino e di come suo padre lo picchiava fino a lasciarlo catatonico sul pavimento. Mi aveva giurato che una volta tornato non si sarebbe più fatto trattare in quel modo.
“Sono un uomo adesso, papà.”
Poi di sua sorella Carmela e di quanto si vogliono bene che quando torna a casa gli fa trovare le lasagne e i broccoli e tutto quello che vuole.
Tornerà, gliel’avevo detto un centinaio di volte ma quello è una testa dura e non ascolta. Io lo sapevo che sarebbe tornato, me lo sentivo. Tornerà. 
Non piange più, finalmente mi ha dato retta. Mi prende la mano e la bacia, se la porta alla guancia e piange ancora più forte, ma smette subito. Mi poggia una mano sulla fronte e poi sugli occhi. Non vedo più niente.
Ignazio, dove sei? Sei tornato a casa?


 

**note dell'autrice**

Ho riscoperto questo account EFP da qualche ora e volevo festeggiare pubblicando una tragedia... 
Questa l'ho scritta un po' di tempo fa per un piccolo blog che gestivo. Forse un giorno riscoprirò anche quello.


 
   
 
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