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Autore: alessandroago_94    19/12/2019    5 recensioni
Isabella è una ragazza come tante altre, senza alcuna pretesa di troppo dalla vita.
Tuttavia, da quando la relazione con il suo ragazzo è entrata in crisi, la felicità ha lasciato spazio alla più profonda tristezza.
Quello che non sa è che, a volte, la vita sa donarci piacevoli sorprese. E l’amore può annidarsi dove neppure lei avrebbe mai creduto di poterlo trovare.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Epilogo

EPILOGO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi ritrovo a chiedermi cosa resta. Che ne è stato di noi due, adesso che ci siamo persi per sempre.

Oh, George, Dio solo sa quanto mi manchi!

E mentre tante mani tese si allungano e tante labbra sussurrano quelle condoglianze, mi chiedo anche dove sei tu. Tu che sei sempre stato il mio tutto.

Adesso che anche mamma mi ha lasciata; eravamo rimasti soli al mondo, io e te… assieme al nostro bambino.

Stringo forte e di riflesso il piccolo Giacomo, che ancora non sa bene cosa è accaduto. Non sa che suo padre è morto dopo una lunga agonia. E che quando io avevo iniziato a credere che mi tradisse, in realtà passava molto tempo fuori casa per non mostrare quanto stesse male.

Per amore mio, mi ha evitato le sue pene.

Col senno di poi credo che avrei gradito accoglierle e cercare di alleviarle.

Quando un infarto improvviso ha stroncato mia madre, solo qualche mese dopo al nostro matrimonio, siamo stati uniti come non mai. Poi mi hai lasciato per un po’ sola, la scusa dell’ospedale, dell’ambulatorio… è arrivato nostro figlio, il dono tanto atteso… e la tua malattia a distruggere la nostra effimera felicità.

Ho sbagliato, George, ho sbagliato tante cose.

Ho sbagliato quando ti ho tradito ed ho permesso a Riccardo, inconsapevole, di entrare nella mia vita e di compiere cose oscene e vergognose.

Tu te n’eri accorto, ne sono convinta, ma non hai mai detto nulla. L’hai accettato, consapevole della tua malattia e sperando che lui potesse offrirmi un futuro nuovo e migliore.

Invece il mio futuro è morto assieme a te. Riccardo è stato solo una sorta di svago perverso, un modo per smettere di reprimere tutta l’ansia che mi attanagliava. Sapevi quanto tenevo e quanto tengo tutt’ora a te.

Io ti amo, George, ovunque tu sia. Mio unico amore. Io ti ho solo sporcato, reso infame… io ti ho rovinato.

Io non ti ho meritato.

Impazzisco, adesso che tutto è finito e che di te resta quella fredda cassa di legno che stanno per mettere dentro a un anonimo loculo. E con che coraggio dovrò andare dal marmista a far scrivere le lettere che comporranno il tuo nome, il tuo cognome e le date di nascita e morte?

Maledetto sia quel giorno in cui non ho cestinato il bigliettino sul quale Riccardo aveva scritto il suo numero. Da quel momento in poi, nulla è stato più come prima.

Mentre aprono il loculo vorrei gridare di no, no, non dovete farmi questo. Stanno infatti seppellendo parte di me. No, vi prego…

La gente attorno a me continua ad andarsene, l’ultimo addio è stato dato. Chissà se notano quanto sto soffrendo.

In verità non piango nemmeno, devo sembrare di sasso ai loro occhi. E chissà se sanno la verità, che io mio marito l’ho tradito; loro che lo stimavano tantissimo, questa folla è composta dai suoi pazienti e da persone che gli devono la vita.

Se c’è una cosa che mio marito ha lasciato dietro di sé, be’, è stato un bellissimo ricordo collettivo.

 

Mentre osservo il muratore che chiude il loculo, con ancora impressa la sensazione dell’ultima carezza rivolta alla fredda cassa nella quale ormai riposi in eterno, penso che posso anche morire.

La gente se n’è andata tutta ormai.

So che hai visto quante persone sono giunte per salutarti. Un saluto eterno… tu non ci sei più… tu… nemmeno mi accorgo che mi allontano da lì, non voglio più stare in quel cimitero dove sono convinta che tu non ci sia più.

Tu sei rimasto nelle piccole cose.

 

Posso capirti meglio, da quando non ci sei più.

Ho raccolto tutte le tue foto, le tengo sempre vicine a me.

Nostro figlio piange sempre, e forse sono in attesa di un secondo bimbo che tu non vedrai mai, poiché te ne sei andato troppo presto. Ti sei eclissato in fretta, la malattia rapida e letale come un tornado improvviso.

I ricordi tuoi e l’eredità di tua madre sono per me la certezza che non mi lascerai mai, poiché una parte di te vive in tutto ciò.

 

Riccardo aspetta ancora una mia chiamata. Spero mi detesti e che abbia capito che non merito nulla.

Non uscirò di casa per giorni, non voglio farlo più.

Mi hai lasciato tanti soldi, commissiono tutto, persino la spesa.

George, io amo te.

George, io vorrei solo essere morta assieme a te.

Sono convinta che una parte della mia anima ti abbia seguito, mentre l’altra ormai incompleta è rimasta qui a vivere tra i ricordi e a osservare il nodo nuziale. Nemmeno il bambino e la vita che ho in grembo mi consolano.

 

Penso che dovrei curarmi.

Adesso non c’è più luce attorno a me, rivivo continuamente il nostro passato e certi istanti come se fossi una videocassetta; il vorticare del nostro breve passato mi avvolge.

Ed io ricordo dannatamente tutto.

Saranno i ricordi a uccidermi.

Adesso nostro figlio piange, ancora e ancora, George; non so se avrò la forza per andare avanti.

Cercherò sostegno da uno psicologo, starò meglio.

Lo farò per il tuo ricordo.

Per nostro figlio.

Per la nostra famiglia, che rischia di crescere ancora, nonostante la tragedia.

Ti amo, Piergiorgio, e ti amerò in eterno. Questo è il mio testamento.

 

Un flash.

Qualcosa non va.

Gente che mi cammina attorno, che parla, nostro figlio che non piange più… George, sei tornato a prendermi?

Adesso c’è solo il buio.

Oh, che sarà di me… mi hanno portato via il bambino, mostri… dicono che sono qui per farmi del bene, ma io voglio solo urlare, solo…

Il buio mi avvolge ancora e non penso più a nulla. Ma non lasciarmi mai, ovunque tu sia…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

 

Ecco da dove iniziava il flusso dei ricordi di Isa. Dal momento in cui tutto è finito.

Vi voglio svelare l’arcano, ora che la storia è conclusa…

Come chi mi segue da tempo ha già notato, questo racconto è collegato ad altri. Piergiorgio è infatti il figlio minore di Anahìd, la mia protagonista de Il Destino e la Speranza; una ragazza armena giunta in Italia come profuga durante la Prima Guerra Mondiale, che poi si è innamorata di un giovane italiano. Ma da qui inizia una parte di vicenda che ancora non vi ho narrato… chissà, spero un giorno di farlo.

Per chi avesse letto il mio precedente racconto, il collegamento dovrebbe essere facile. Ho lasciato numerosi indizi nella trama.

Inoltre… se siete curiosi di scoprire cosa è accaduto ai nostri due protagonisti, dopo l’ultimo capitolo (che è una sorta di lieto fine) potrete trovare maggiori risposte nella OS da me scritta diverso tempo fa, che potete ancora trovare sul mio profilo; il titolo è L’ultima volta. Per chi sceglierà di leggerla, o di rileggerla (alcuni di voi hanno già visionato), penso sarà tutto più chiaro, soprattutto la parte drammatica del racconto, che ho deciso di non narrare integralmente.

E… grazie davvero per aver avuto la pazienza di seguirmi. Non è stato semplice nemmeno per me. non vi nascondo che a volte ho pensato di non farcela.

E invece eccoci qui, alla fine.

Ora mi metto a curare il prossimo racconto, che spero di pubblicare a breve. Anche questo è senza pretese. Probabilmente si intitolerà Il limbo dei Bugiardi, titolo tributo a un’amica.

Se vi andasse di leggere altro di mio, be’… presto ci saranno novità, già dall’inizio dell’anno nuovo!

(Per i lettori di Wattpad; mi spiace che non possiate leggere i restanti racconti collegati a questo, pubblicati unicamente su Efp. Se vi possono interessare, contattatemi e farò in modo di rimediare).

Grazie a tutti, siete stati la mia forza.

 

   
 
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