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Autore: Cress Morlet    19/12/2019    20 recensioni
[Ben Solo/Rey]
Aveva accartocciato se stessa e aveva costretto il suo corpo ad assumere le sembianze di uno dei tanti rottami dispersi che ogni giorno trasportava nel deserto. Piccola, arrugginita, dimenticata. Vuota.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Rey
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Stelle perdute


"Credevo che avrei trovato delle risposte qui."
La sua voce era roca. C’era un nodo di pianto che grattava le sue corde vocali e che pungolava la sua giugulare. Lacrime oscure che lì rimanevano - inchiodate come farfalle morte in una teca - e che tormentavano la sua bocca secca, le sue labbra screpolate. La sabbia era fastidiosa e i due Soli di Tatooine bruciavano la cute dei suoi capelli. Il vento era una voce flebile nelle sue orecchie e i rottami scivolavano via dalle sue braccia. Graffiavano la sua pelle e scorticavano delle sue vecchie croste che sporcavano con il sangue le sue bende strette e la sua veste bianca. Bianca come l’amore che provava e come il vuoto che la sua anima divisa a metà era costretta a sopportare - il vuoto che continuava a scavare e che aveva raggiunto i suoi tendini e che continuava a scavare e che avrebbe continuato a scavare ancora e ancora e ancora e che sbriciolava le sue ossa e che tagliava i suoi nervi. Rey era talmente tanto ricolma di vuoto ormai da non riuscire neppure più ad accorgersene.

“Mi sbagliavo.”
Un’anima straziata che mai più avrebbe trovato il suo eguale. Un’anima tagliata e smembrata. Costretta a sopravvivere su un pianeta vuoto che amplificava l’eco della sua eterna solitudine. Aveva accartocciato se stessa e aveva costretto il suo corpo ad assumere le sembianze di uno dei tanti rottami dispersi che ogni giorno trasportava nel deserto. Piccola, arrugginita, dimenticata. Vuota.
Una bambina mai cresciuta che incideva linee sul legno della sua nuova casa e che contava i giorni del suo nuovo abbandono.
Perché cosa altro era stata costretta a vivere? Cosa? La morte è essere abbandonati. E la morte non è altro se non la sconfitta della speranza stessa - ed è la vittoria dell’immutabilità.
Lui non c’è più. Lui non tende più la sua mano.
“Non mi sono mai sentita così sola.”
La luce oscurò i suoi occhi e miliardi di schegge bianche - il bianco, l’amore, il matrimonio - cominciarono a occupare il suo campo visivo. Un crampo al centro del suo stomaco morse un lato del suo petto.
Provò l’acuta sensazione di annaspare nell’acqua e di avere i polmoni ricolmi di spine e di crudele dolore.
Essere al suo fianco aveva sempre significato provare ogni più contraddittoria emozione. Mai era stato semplice - ma mai avrebbe potuto lasciarlo andare.
Era una esistenza senza uno scopo.
“Tu non sei sola.”
Il suo addome bruciò e piegò le sue ginocchia sbucciate. Ogni rottame cadde dalle sue mani tremanti. Lui era lì.
Talmente tanto concreto da sembrare un ricordo strappato via dalla sua mente. Era a pochi passi da lei, un fantasma azzurrognolo sotto i cieli arancioni di Tatooine. Il volto rilassato e sereno. In completa pace. Il sorriso del loro primo - unico e ultimo - bacio.
“Sì, adesso sono sola”, gli rispose, stanca.
“No. Ti giuro che non lo sei.”
Ben compì dei passi in avanti e Rey ebbe paura di crollare a terra scomposta come una bambola di stracci e marzapane.
“Come fai a dirlo?”
Avrebbe voluto tendere le mani e toccare il suo volto. Accarezzare i suoi capelli, la sua nuca, la curva del suo sorriso.
Sulle mie labbra c’è ancora il tuo sapore, lo sai? Sulla mia pelle c’è ancora il tocco delle tue mani. Io ti amo e non te l’ho mai detto. Credevo avrei avuto più tempo. Che folle sono stata.
“Perché io non ti lascerò mai sola.”
Rey stese le sue braccia e percepì il suo cuore smembrarsi - come la sua anima e la sua mente - e correre sui suoi polpastrelli e ancora tendersi verso la sua bocca. Sfiorare ogni linea increspata sulle sue guance e sprofondare dentro ogni suo sorriso. Era talmente tanto bello.
“Scomparirai di nuovo?”
C’era una paura viscerale che ancora angustiava il suo corpo e che colpiva le sue costole con una foga inaudita. Ben compì un altro passo e le sue dita riuscirono finalmente a toccare le sue tempie. La pace del suo sorriso era immersa nell’oscurità dei suoi occhi. Occhi scuri di cui lei non aveva più paura - non li aveva mai davvero temuti, perché in realtà lei aveva sempre avuto paura soltanto di se stessa.
“Potrai non vedermi sempre. Non so ancora come riuscire a mostrarmi senza svanire dopo poco tempo. Ma io sarò sempre con te.”
Sempre. Non esiste modo per nasconderci. È impossibile riuscire a separarci. Ed è anche impossibile questo bacio. Non credo sia reale. Devo essere impazzita. O forse il dolore mi ha uccisa e sono morta anche io. Sì, devo essere morta anche io e non me ne importa nulla. Non capisco niente. So soltanto che voglio vivere con te. So soltanto che voglio morire con te. Basta che sia insieme a te. Scegli tu. Scegliesse la Forza. Basta che io sia insieme a te. Ti prego, continua a baciarmi. Ti prego, io non smetterò mai di baciarti e non ti perderò mai più. Ti prego, non scomparire ancora dalle mie braccia. Non andartene ancora. Non lasciarmi con questo vuoto impossibile da guarire, per favore. Io amo solo te - ho amato solo te, amerò soltanto te.
Ben, io ti amo. Ed è bellissimo, è così bello stare con te. Come è bello riuscire a respirare insieme a te. Ti amo tanto, Ben. Come è bello dirtelo mentre mi baci, come è bello dirtelo mentre ti bacio. Io ti amo.
Ti amo, ti amo, ti amo...







Angolo autrice.
Chiedo perdono, immenso perdono. Questa scena mi ha perseguitato da ieri sera. Per me loro sono tutto e vivranno insieme per sempre. Sono una cosa sola e possono solo stare insieme, si amano troppo. Loro sono oltre l'amore. Hanno incarnato un concetto molto più ampio ormai. Spero vi sia piaciuta almeno un pò. A presto, spero.

   
 
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