"Credevo
che avrei trovato delle risposte qui."
La sua voce era roca. C’era un nodo di pianto che grattava le
sue corde
vocali e che pungolava la sua giugulare. Lacrime oscure che
lì rimanevano -
inchiodate come farfalle morte in una teca - e che
tormentavano la sua bocca
secca, le sue labbra screpolate. La sabbia era fastidiosa e i due Soli
di
Tatooine bruciavano la cute dei suoi capelli. Il vento era una voce
flebile
nelle sue orecchie e i rottami scivolavano via dalle sue braccia.
Graffiavano la
sua pelle e scorticavano delle sue vecchie croste che sporcavano con il
sangue le sue
bende strette e la sua veste bianca. Bianca come l’amore
che provava e come il
vuoto che la sua anima divisa a metà era costretta a
sopportare - il vuoto che
continuava a scavare e che aveva raggiunto i suoi tendini e che
continuava a
scavare e che avrebbe continuato a scavare ancora e ancora e ancora e
che sbriciolava le sue ossa e che tagliava i suoi nervi. Rey
era
talmente tanto ricolma di vuoto ormai da non riuscire neppure
più ad accorgersene.
“Mi
sbagliavo.”
Un’anima
straziata che mai più avrebbe trovato il suo eguale.
Un’anima
tagliata e smembrata. Costretta a sopravvivere su un pianeta vuoto che
amplificava l’eco della sua eterna solitudine. Aveva
accartocciato se stessa
e aveva costretto il suo corpo ad assumere le sembianze di uno dei
tanti rottami dispersi che
ogni giorno trasportava nel deserto. Piccola, arrugginita, dimenticata.
Vuota.
Una
bambina mai cresciuta che incideva linee sul legno della sua nuova
casa e che contava i giorni del suo nuovo abbandono.
Perché
cosa altro era stata costretta a vivere? Cosa? La morte è
essere abbandonati. E la
morte non è altro se non la sconfitta della speranza stessa - ed è la vittoria
dell’immutabilità.
Lui
non c’è più. Lui non tende
più la sua mano.
“Non
mi sono mai sentita così sola.”
La
luce oscurò i suoi occhi e miliardi di schegge bianche - il bianco,
l’amore, il matrimonio - cominciarono a occupare
il suo campo visivo. Un crampo
al centro del suo stomaco morse un lato del suo petto.
Provò
l’acuta sensazione di annaspare nell’acqua e di
avere i polmoni
ricolmi di spine e di crudele dolore.
Essere
al suo fianco aveva sempre significato provare ogni più
contraddittoria emozione. Mai era stato semplice - ma mai avrebbe potuto
lasciarlo andare.
Era
una esistenza senza uno scopo.
“Tu
non sei sola.”
Il
suo addome bruciò e piegò le sue ginocchia
sbucciate. Ogni rottame
cadde dalle sue mani tremanti. Lui
era lì.
Talmente
tanto concreto da sembrare un ricordo strappato via dalla sua
mente. Era a pochi passi da lei, un fantasma azzurrognolo sotto i cieli
arancioni di Tatooine. Il volto rilassato e sereno. In completa pace.
Il
sorriso del loro primo -
unico e ultimo - bacio.
“Sì,
adesso sono sola”, gli rispose, stanca.
“No.
Ti giuro che non lo sei.”
Ben
compì dei passi in avanti e Rey ebbe paura di crollare a
terra
scomposta come una bambola di stracci e marzapane.
“Come
fai a dirlo?”
Avrebbe
voluto tendere le mani e toccare il suo volto. Accarezzare i suoi
capelli, la sua nuca, la curva del suo sorriso.
Sulle
mie labbra c’è ancora il tuo sapore, lo sai? Sulla
mia pelle c’è
ancora il tocco delle tue mani. Io ti amo e non te l’ho mai
detto. Credevo
avrei avuto più tempo. Che folle sono stata.
“Perché
io non ti lascerò mai sola.”
Rey
stese le sue braccia e percepì il suo cuore smembrarsi - come la sua
anima e la sua mente - e correre sui suoi polpastrelli e
ancora tendersi verso
la sua bocca. Sfiorare ogni linea increspata sulle sue guance e
sprofondare
dentro ogni suo sorriso. Era
talmente tanto bello.
“Scomparirai
di nuovo?”
C’era
una paura viscerale che ancora angustiava il suo corpo e che colpiva
le sue costole con una foga inaudita. Ben compì un altro
passo e le sue dita
riuscirono finalmente a toccare le sue tempie. La pace del suo sorriso
era
immersa nell’oscurità dei suoi occhi. Occhi scuri
di cui lei non aveva più
paura - non li aveva mai
davvero temuti, perché in realtà lei aveva sempre
avuto paura soltanto di se stessa.
“Potrai
non vedermi sempre. Non so ancora come riuscire a mostrarmi senza
svanire dopo poco tempo. Ma io sarò sempre con
te.”
Sempre.
Non esiste modo per nasconderci. È impossibile riuscire a
separarci. Ed è anche impossibile questo bacio. Non credo
sia reale. Devo
essere impazzita. O forse il dolore mi ha uccisa e sono morta anche io.
Sì,
devo essere morta anche io e non me ne importa nulla. Non capisco
niente. So
soltanto che voglio vivere con te. So soltanto che voglio morire con
te. Basta
che sia insieme a te. Scegli tu. Scegliesse la Forza. Basta che io sia
insieme
a te. Ti prego, continua a baciarmi. Ti prego, io non
smetterò mai di baciarti
e non ti perderò mai più. Ti prego, non
scomparire ancora dalle mie braccia. Non
andartene ancora. Non lasciarmi con questo vuoto impossibile da
guarire, per favore. Io amo
solo te - ho amato solo te, amerò soltanto te.
Ben,
io ti amo. Ed è bellissimo, è così
bello stare con te. Come è bello riuscire a
respirare insieme a te. Ti amo tanto, Ben. Come è bello
dirtelo mentre mi baci, come è bello dirtelo mentre ti
bacio. Io ti amo.
Ti amo, ti amo, ti amo...
Angolo autrice.
Chiedo perdono, immenso perdono. Questa scena mi ha perseguitato da
ieri sera. Per me loro sono tutto e vivranno insieme per sempre. Sono
una cosa sola e possono solo stare insieme, si amano troppo. Loro sono
oltre l'amore. Hanno incarnato un concetto molto più ampio
ormai. Spero vi sia piaciuta almeno un pò. A presto, spero.