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Autore: Soraya Ghilen    20/12/2019    5 recensioni
“Sei tornato” disse una voce che Derek conosceva fin troppo bene. Si girò piano, quasi con la paura che una una sua mossa azzardata avrebbe spinto l’altro a fuggire come una gazzella spaurita. E lo vide, dopo cinque anni posò di nuovo i suoi occhi su di lui.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stiles aveva assistito a davvero tante cose in vita sua e di tante altre era stato protagonista, ma adesso si stava esagerando! Quando era arrivato a casa di Scott non era riuscito subito a intervenire e la colpa era soprattutto dell’enorme lupo nero che stava facendo a pezzi il divano del suo migliore amico.
“Scott! Come è arrivato qui questo lupo e perché ci sta facendo a pezzi casa?” Melissa era sull’orlo di un crisi di nervi e gli occhi pieni di lacrime erano solo la punta dell’iceberg.
“Mamma…”
“Melissa, ci penso io” si decise a intervenire, dopo l’ennesimo urlo della donna. Si avvicinò con cautela all’enorme animale scuro che era passato a graffiare la porta del frigorifero “Derek?” provò piano, con estrema cautela. Non doveva lasciare che il lieve velo di terrore che avvertiva prendesse il sopravvento o il lupo se ne sarebbe accorto “Derek, guarda me e lascia in pace gli elettrodomestici di Melissa” Derek non dava cenno di volerlo guardare ma almeno si accucciò, dandogli le spalle. “Derek, ti prego, possiamo provare a parlare?” il lupo, in tutta risposta, sbuffò ma non si mosse di un millimetro dalla posizione che aveva assunto “Derek?” e il ringhio profondo e minaccioso fece arretrare lui e avanzare Scott. Gli occhi rossi del suo migliore amico convinsero Stiles che doveva trovare un modo per penetrare le difese del nato lupo e anche in fretta. “Derek, ascoltami, se torni normale prometto di parlare con te della mia cura e di non fare inutile ostruzionismo” e quelle parole parvero ottenere l’effetto sperato perché il mannaro si girò e fisso le iridi chiare in quelle più scure dell’umano. Si avvicinò, cauto e ancora insicuro, e gli leccò piano una guancia. Lo stava perdonando. Poi si avvicinò a Melissa, che lo guardava con gli occhi fuori dalle orbite,e leccò la guancia anche a lei in segno di scuse. La donna era sempre più sconvolta ma parve apprezzare il gesto. Il tutto andò, però, a rotoli quando Derek decise di riprendere le sue sembianze umane nel bel mezzo del salotto di casa McCall e Stiles e Scott poterono segnare ufficialmente l’ora del decesso della sanità mentale di Melissa.
“Oh mio Dio, Derek Hale!” urlò la donna, portandosi le mani a coprirsi gli occhi “Nudo!”
“Derek!” esclamò Scott, tirandogli contro la sua felpa “Per favore, un minimo di decenza!” e Stiles rise, guardando la scena più buffa a cui assisteva da cinque anni a quella parte. Rise e la sua risata attirò l’attenzione molto più del licantropo nudo nel bel mezzo di un salotto distrutto.
“Dio, mi è mancata questa anormalità” disse, tra una risata e l’altra.
“Beh, Stiles, sono contenta” rispose l’infermiera, alzandosi e scrollandosi brandelli di divano dalla divisa azzurra “ma il mio salotto lo è molto meno di te! Tu!” esclamò, puntando il dito contro Derek “E tu!” fu il turno di Scott “Io ora vado a lavoro. Se quando torno la mia casa è ancora in questo stato vi farò rimpiangere Gerard Argent, parola mia!” e uscì, sbattendosi la porta alle spalle.
“Perfetto. Voi me la date una mano, vero?” chiese l’Alfa agli altri due “Ragazzi?”.
“Io ti aiuterei, fratello, davvero ma sai devo chiarire questa situazione con Derek” disse l’umano, guardando la devastazione attorno a se “Ti aspetto in macchina. Rivestiti se non vuoi salutare mio padre finendo in gatta buia per atti osceni”.
“Oh, ma andiamo!” esclamò Scott. Si vedeva già in punizione fino alla fine dei suoi giorni.

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Derek Hale non era uno a cui piaceva molto parlare. Derek era più uno che prendeva i problemi che la vita gli metteva davanti per la gola, in senso strettamente letterale, quindi non era abituato a sentirsi impotente e inutile. Stiles lo aveva messo in difficoltà e questo lo irritava.
“Dunque?” disse, dopo aver chiuso la portiera della Jeep dietro di se.
“Ascolta, io so che è difficile ma non sono messo così male da mettere in pericolo anche te” rispose l’umano, mettendo in moto la vettura.
“Stiles, non sei messo semplicemente male: tu stai morendo” e Derek cercava di stare calmo ma diventava difficile soprattutto perché era sempre più convinto di avere a che fare con un muro di gomma.
“E non voglio che capiti la stessa cosa un’altra persona”
“E chi altri sarebbe morto a causa di questa storia?”
“I nomi Allison e Aiden ti dicono qualcosa?”
“Senti Stiles sono passati cinque anni e arriva un punto in cui bisogna andare avanti e capire che è vero che le persone muoiono ma la vita continua!”il silenzio che calò fece intuire a Derek che aveva sbagliato a uscirsene in quel modo ma ormai il danno era fatto.
“E’ molto comodo e semplice parlare così quando tu non ti porti sulla coscienza la morte di nessuno a te caro”
“Tipo la famiglia che Kate Argenti ha provveduto a sottrarmi dopo che io l’avevo portata a casa mia?”
“Per l’ennesima volta, Sourwolf: tu non hai responsabilità per quello che ha fatto quella pazza psicopatica!” sbotto Stiles, esasperato.
“Mentre ,invece, tu hai piena responsabilità di quello che ha fatto uno spirito maligno che si è impossessato del tuo corpo!”
“No, tu non capisci”
“Io sono l’unico che capisce, Stiles” preso dalla discussione non si era accorto che l’umano lo aveva riportato fuori alla clinica veterinaria. Spense l’auto e poggiò la testa sul volante. Era davvero esausto e questo il mannaro lo poteva percepire.
“Derek io so che le cose sembrano tragiche ma…”
“Stiles, se io adesso chiamassi Lydia e le chiedessi se ha qualche sensazione su di te cosa pensi che mi risponderebbe?”
“Mentre siete in chiamata puoi anche dirle di andarsene all’inferno da parte mia? O è chiedere troppo?”
“Stiles, ma che…”
“No, Derek, lei mi ha scaricato quindi non ne voglio sapere più nulla né di lei né delle sue predizioni di morte! In più non accetto lezioni di sentimenti da uno che se l’è data a gambe pur di non affrontare i propri!”
“Sì, sono fuggito come Bambi dall’incendio e se tu fossi stato furbo la metà di quanto credi avresti fatto la stessa cosa!” sbottò “Che ci facciamo qui?”
“Derek io ho paura, ho una paura folle perché ho vent’anni e sto morendo e perché non posso chiederti di distruggerti la mente”
“Sai che non mi sarei proposto se non fossi stato più che sicuro di quello che sto facendo”
“Non sai cosa stai accettando di sopportare per il resto dei tuoi giorni”
“Sarebbe ben peggiore l’alternativa, credimi”
“Perché non vuoi portarti un’altra persona sulla coscienza?”
“Perché non posso pensare di vivere in un mondo in cui tu non esisti, Stiles” e Derek non seppe dire di preciso cosa fosse successo ma d’un tratto si ritrovò le labbra del ragazzo sulle proprie e fu come tornare a respirare dopo un’apnea infinita. Non poteva immaginare nulla di più bello e giusto di quello: lui e Stiles, il suo ragazzino logorroico e iperattivo, stretti nell’abitacolo di quella orrenda macchina sgangherata con le labbra incollate. Il suo posto nel mondo nonché l’unico futuro che il lupo aveva sempre agognato ma che rischiava di non poter avere mai. Niente al mondo lo avrebbe portato via da Stiles.
“Va bene, Lupone” disse il ragazzo, dopo che si furono staccati e se ne stavano fronte contro fronte “Ma se vediamo che questo ti mette in pericolo in qualsiasi modo la smettiamo subito!” Derek annuì. Poteva bastargli come concessione, per il momento.

 

Angolo dell’autrice: va bene, non credo ci sia ancora qualcuno ma nel caso ci fossero dei superstiti mi scuso per il mio IMMENSO ritardo che non proverò a giustificare perché davvero imperdonabile!
Aspetto le vostre opinioni e vi prometto che aggiornerò in un tempo molto più ragionevole. 

A presto,
Sol!

  
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