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Autore: Flaesice    20/12/2019    1 recensioni
Non c'è un modo giusto per vivere ad affrontare il dolore. Oggi questo è stato il mio modo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so come iniziare, non so perché stasera ho deciso di mettere nero su bianco i miei pensieri. Forse sarà perché non ne parlo mai con nessuno all'infuori di me stessa, perché non riesco ad esternare ciò che provo in quanto troppo intenso e doloroso, per me significherebbe mettermi totalmente a nudo e non ci riesco nemmeno con le persone che mi sono più vicine. Mi manchi, troppo. Sono più di tre anni che non ci sei più, sei volata via una sera di maggio e non posso dire che sia stato all'improvviso perché oramai sapevamo, avevamo capito, anche se è difficile in un solo mese scoprire e realizzare determinate cose. Abbiamo avuto poco tempo per renderci conto di tutto, un mese in cui abbiamo fatto le peggiori scoperte e abbiamo vissuto in enormi speranze che ci sono state subito strappate via. Meglio così. Non avrei mai voluto vederti soffrire nemmeno un giorno, un minuto in più. Sei andata via velocemente, come tuo solito senza dar fastidio. Certo non supererò mai il fatto che sembrava tu non avessi nulla, un giorno prima stavi benissimo e poi il giorno dopo tutto era cambiato. Tu per me eri tutto, il nostro legame era un qualcosa di indescrivibile. Amavo fare tutto insieme a te, come mi mancano quei giorni in cui venivi a svegliarmi al mattino presto per chiedermi se dovessi studiare perché in realtà volevi andare a fare un giro al mercato. E quando ti accompagnavo a fare la spesa e ad un tratto iniziavo a lamentarmi come una bambina capricciosa perché avevo fame e volevo tornare a casa, e tu eri talmente lenta da farmi innervosire. Adesso cosa darei invece per riaverti con me, quanto è triste quando vado a fare la spesa e tu non sei lì a chiedermi "cosa vogliamo mangiarci di sfizioso?". Mi manca quando prima di ogni esame mi ripetevi "Dai che ce la fai" e stringevi i pugni per incoraggiarmi, ed io quanto mi innervosivo... Ero così nervosa prima di un esame, e quel tuo dirmi che sarebbe andato tutto bene mi urtava i nervi perché pensavo "Cosa ne può sapere lei di come sono preparata, mica studiamo insieme", e magari ti rispondevo stizzita e tu mi guardavi con una punta di tristezza perché magari ci rimanervi male. Ed ora cosa darei per sentire ancora quei tuoi incoraggiamenti. Mi manca un solo esame, sai? Sto scrivendo anche la tesi e l'anno nuovo sarà finalmente il mio anno. Non posso credere che tu non ci sarai, saresti stata così orgogliosa di me. É per te se sono andata avanti, se nonostante tutto il carico di cose che mi sono ritrovata sulle spalle non ho mollato. Ora capisco tante cose, sai? Non è facile gestire una casa, tenere sempre tutto in ordine, non far mancare mai nulla in dispensa, pensare al bucato, al pranzo e alla cena. Una donna in casa lavora 24h su 24, senza fermarsi mai. E adesso tutte queste cose le faccio io, é anche per questo se mi sono un po' rallentata con lo studio e me la prendo con me stessa, anche se tutti mi ripetono che nella mia situazione avrebbero mollato. Io, invece, non riesco a riconoscermi alcun merito. Penso sempre che potrei fare di più, dare di più, e questo mi fa sentire terribilmente insoddisfatta. A volte penso quando sia stupido da parte mia prendermela a male per certe cose, se il voto che ho preso all'esame non è quello che vorrei, o se impazzisco per la casa in disordine... Proprio io che dovrei sapere quali sono le cose veramente importanti, non riesco a lasciarmi andare e a vivere con un po' più di leggerezza. Sono rimasta la solita ansiosa ipocondriaca, forse sono anche peggiorata ora che non ci sei più tu a rassicurarmi ; sì perché tu eri l'unica persona in grado di farmi passare tutto, capace di farmi sentire realmente al sicuro. É tutto così triste, anche nei momenti di gioia non riesco mai ad essere pienamente felice. Tra meno di due anni mi sposo, sai? Con quel ragazzo che ti sei cresciuta per 9 anni come il figlio maschio che non avevi. E dopo la laurea cercherò un lavoro, ed inizieremo ad organizzare tutto. E tu non ci sarai, e questo è il dolore più grande. Mi mancano anche le più piccole cose, spesso al mattino mi sveglio con gli occhiali schiacciati sul viso ed il naso dolorante e non posso che pensare subito a te. Sì, perché tu ogni sera passavi a darmi il bacio della buonanotte e mi toglievi gli occhiali perché puntualmente mi addormentava guardando la TV. Adesso non c'è più nessuno a fare questo gesto d'amore per me, e sembrerà stupido ma non lo è. So che sto scrivendo cose a caso, un po' sconclusionate, ma è tutto quello che di getto mi esce dal cuore. Non rileggerò questa lettera prima di pubblicarla, non correggerò gli eventuali errori o ripetizioni, la lascerò esattamente così come il cuore me l'ha suggerita. Concludo dicendoti che mi dispiace più per te che per me, questa è la cosa che mi fa più male. Il mio dolore sarà per sempre con me, la tua assensa peserà come un macigno nei momenti che dovrebbero essere i più gioiosi ma serviranno solo a ricordarmi che tu non ci sei, ma la mia vita almeno andrà avanti. Ci saranno momenti in cui sarò serena e felice, mentre a te è stata strappata via per sempre questa possibilità. Ti è stata portata via la possibilità di gioire per i successi delle tue figlie, di poter essere emozionata per i nostri grandi traguardi, e soprattutto ti è stata tolta la gioia di poter avere dei nipotini. Tu, che nonostante io fossi ancora "piccola" spesso mi parlavi di come avresti coccolato i miei figli e ti brillavano gli occhi al sol pensiero. Spero che un domani Dio mi dia la gioia di avere dei bambini, io sicuramente gli parlerò di te e della nonna meravigliosa che saresti stata. Adesso ti saluto, ricorda che ti amerò immensamente per tutta la vita Mamma.
   
 
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