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Autore: fiore di girasole    22/12/2019    10 recensioni
Emily Rose vuole sposarsi. Ha un lavoro, un fidanzato e tutta la vita davanti a sé, ma il suo destino si fonderà con quello ai altre ragazze... Liberamente ispirato ad eventi realmente accaduti. - Partecipa al contest "Il mio Babbo Natale segreto" indetto da Claire roxy sul forum di efp.
Genere: Drammatico, Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"Come falene"


Orange, New Jersey, 1917

Emily Rose era felice come non mai, il Natale si avvicinava e non vedeva l'ora di incontrare il fidanzato, ora che aveva una fantastica sorpresa per lui. Lavorava lontano Andy, da tutt'altra parte dello Stato, ed era dura spaccarsi la schiena dalla mattina alla sera in un cantiere. Quella era però l'unica fonte di occupazione nonché di reddito per diversi giovani che, come lui, volevano sperare in un futuro. Degli incidenti sul lavoro non faceva parola nelle lettere alla famiglia. Gli uomini che partivano volevano sentirsi fieri e realizzati; volevano convincere i parenti di essere riusciti a sbarcare il lunario e di poter badare a se stessi, aiutare la famiglia ed a, magari, crearsene una ma, soprattutto, non volevano che loro si preoccupassero più del dovuto. Se di un problema non si sa niente, si può fingere che non esista. Accettando quel compromesso, si tira avanti più tranquilli.

Non si vedevano da mesi ed erano entrambi emozionatissimi all'idea di reincontrarsi. Andy si presentò vestito elegante ed Emily Rose non fu da meno. Lo accolse a braccia aperte, anche lei aveva qualcosa di diverso, sembrava più spensierata e più bella di quando si erano lasciati. Doveva essere la felicità per averlo rivisto.
La ragazza aveva una grande novità da raccontare al fidanzato.
"Sai, anch'io ho un lavoro."
"Dici sul serio? Di che cosa si tratta? E ti pagano bene?"
"Sì, forse anche troppo visto la mansione che io e le altre siamo tenute a svolgere. Mi sembra un sogno. Oh, Andy, finalmente possiamo pensare a un futuro."
La coppia uscì insieme per festeggiare il colpo di fortuna grazie al quale si sarebbero sistemati. E lei sembrava quasi eterea con quei denti talmente bianchi che quasi brillavano al buio e l'abito che in alcuni punti pareva risplendere. 
Andy l'aveva ammirata per tutta la sera, orgoglioso di essere lui il suo fidanzato. Se provava ad immaginare la sua vita senza di lei vedeva solo il vuoto.

"Non mi hai detto di che lavoro si tratta."
"Come tu non mi hai detto perché sei tornato. Beh, qualunque sia il motivo, non mi sembra vero di poterti riabbracciare. Giurami che resteremo sempre insieme."
"Sì, te lo giuro."
"Al lavoro facciamo sempre la stessa cosa, tingiamo le lancette degli orologi, solo lancette di orologi, ogni giorno, per tutto il tempo che trascorriamo lì. Finirò col detestarli! Il problema è che non impariamo niente, dopo una giornata del genere ci sentiamo stupide. È un lavoro tanto semplice e noioso che può farlo anche un bambino. Capisco perché assumono solo donne, perché non c'è bisogno di saper fare niente."
"Ma non è affatto vero. Assumono voi donne perché i lavori faticosi e quelli pericolosi spettano a noi uomini. 
Si morse la lingua subito dopo averlo detto, certe preoccupazioni non stavano bene sul volto di una ragazza, e non voleva parlarle dell'incidente a cui aveva assistito, dopo il quale aveva detto: basta! Episodio che l'aveva convinto a lasciarsi tutto alle spalle.
"Va tutto bene. Sono tornato per restare qui per sempre."
"E il tuo lavoro?"
"Troverò qualcosa qui, basterà accontentarsi, ma non potevo più restare lontano da te."

E così fu. Andy trovò un altro lavoro, umile e che non gli rendeva quanto il primo ma che gli permetteva di restare lì. Con due lavori, decisero presto di sposarsi, scelsero la data delle nozze e lei assieme alla madre cominciò a parlare dell'abito. 
Emily Rose era una delle operaie più giovani e tutte le sue colleghe esultarono di gioia quando seppero delle nozze. Qualcuna restò male di non essere la prima a compiere il grande passo ma nessuna la invidiò perché, vedere quel sogno avverarsi per una di loro, lo rendeva più realizzabile per ciascuna. Lavoravano tutte, anche i loro fidanzati e ciò non era da poco. E mancavano ancora un sacco di mesi! Chissà che qualcuna non avrebbe fatto in tempo a realizzare il sogno di sposarsi per prima!

Fino a un certo punto la vita in paese era spensierata, poi tutto precipitò. 
Un giorno Emily Rose ebbe un mancamento, diceva che si sentiva affaticata, che da qualche tempo avvertiva dolori ovunque e ammise che non aveva detto niente ai genitori e al suo Andy per non farli preoccupare. Il padre invece si preoccupò eccome! Il suo primo pensiero fu una gravidanza fuori dal matrimonio, e uno schifo simile non era tollerabile in casa sua! Accusò il ragazzo di averla messa incinta, si trattenne dal picchiarlo solo perché non aveva l'età per farlo, e loro erano persone perbene che non vengono alle mani nemmeno quando sembra necessario.
Cacciò di casa la figlia senza pensarci due volte. Voleva sposarsi? L'avrebbe accontentata subito! E badare a lei non sarebbe stato più un suo problema.

Così le nozze furono celebrate in fretta e furia, trasmettendo alla ragazza un senso di impotenza e una colpa che non meritava. Aveva sempre sognato di sposarsi, ma per i motivi giusti! Invece alla fine stava sì con l'uomo che amava, ma viveva senza più l'affetto del padre, vedeva la madre perennemente con la morte nel cuore (di sicuro veniva colpevolizzata anche lei) e, al di là di ciò che la gente pensasse, non c'era nessun bambino in arrivo perché avevano rispettato Dio e la sacralità del matrimonio.

Il tempo passava e lei era sempre più triste, sola e debole. Amareggiata e impallidita, continuava a sembrare così eterea! Dopo il malore stentava a riprendersi, anzi la sua salute andava peggiorando. Andy le stava accanto con dedizione. Poi ci si accorse che qualcosa non andava. Altre ragazze ebbero dei malori simili a quelli della sua giovane moglie. Anche per loro lavorare era diventato sempre più difficile e stancante sebbene tingere lancette richiedesse l'unica fatica di tenere in mano un pennello sottilissimo e di essere precise. Cosa c'era di sbagliato nei pochi gesti che compivano? Non dovevano fare altro che immergere la punta del pennello in un barattolino della vernice al radio che la ditta produceva, dipingere due lancette per ogni orologio, fare lo stesso altre volte e quando le setole non erano ben unite sistemarle tra le labbra. Non potevano usare acqua perché il materiale era prezioso e andava utilizzato puro. 
Quella vernice luminescente aveva stregato tutte, rendeva quel lavoro magico! Verso sera la fabbrica invece di sembrare un luogo angusto e triste sembrava un teatro con un finto cielo stellato e piccole luci che abbellivano le superfici sulle quali si posavano. Le operaie, tutte giovani, quando subito il lavoro dovevano uscire, la usavano (con moderazione e stando attente a non farsi scoprire dai datori di lavoro) sui denti per farli brillare e indossavano abiti da ballo sperando che durante il turno si sarebbero sporcati. Molti, a forza di vederle a contatto con la vernice luminescente, avevano l'impressione che i loro stessi corpi potessero brillare. A chi non piacerebbe vedere dal vivo ragazze simili alle creature buone delle favole?

Ma le favole piacciono alle ragazze, al resto del mondo importa ben poco di sognare a occhi aperti! Le ragazze, alcune giovanissime e nate in famiglie povere, iniziarono ad ammalarsi, una dopo l'altra, si può dire in ordine di anzianità di servizio, perché dopo i primi casi bisognava ammettere l'evidenza, che più tempo si trascorreva in quel luogo-fantasma, più si rischiava la vita. Chi stava meglio erano le ultime assunte, ma ben presto anche a loro toccò lo stesso destino. 
E, come falene che inseguono la fiamma senza timore di bruciarsi, esse avevano continuato a intossicarsi con la vernice al radio, a volte volontariamente, pur avendo il sospetto che i loro malanni dipendessero dalle piccole quantità che ne ingerivano ogni giorno. 

Di quelle settanta operaie non si salvò nessuna. Qualcuna sviluppò tumori; molte iniziarono a sgretolarsi in vita perdendo i denti, l'uso degli arti e della mascella, destinate ad attendere l'ultimo respiro; altre, le più fortunate, semplicemente non misero mai al mondo un figlio vivo essendo comunque malate.
Ma quel lavoro che le aveva tanto fatte sognare in vita e le aveva accomunate nel loro triste destino, le accompagnerà anche nella morte, e ancora per secoli. Dopo un lungo processo, la loro memoria ottenne la giustizia umana. Per le indagini fu però necessario disseppellire alcune vittime, e non fu necessario disturbarne il riposo per stabilire le cause della morte, giacché i loro corpi a causa del radio brillavano ancora. E nel buio delle loro tombe continueranno a brillare si è stimato per altri milleseicento anni almeno.
 

Questo racconto è liberamente ispirato ad eventi realmente accaduti. - Partecipa al contest "Il mio Babbo Natale segreto" indetto da Claire roxy sul forum di efp, l'ho scritto infatti come regalo di Natale per una persona che al momento deve restare segreta. Solo a partire dal giorno di Natale si potranno svelare i nomi e sapremo chi l'ha scritto per noi. ^^ 

Buona lettura e Buone Feste!


Adesso si può dire, questo racconto è il mio regalo per Yonoi!
  
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