When I See You Again

Si sta allenando quando succede la prima volta.

Rey non guarda.

Serra la mascella, continua ad allenarsi e non guarda.

Sa cosa vedrebbe se si voltasse.

Quando svanisce, sente l’amaro sapore delle lacrime sulle labbra.

È piena estate la seconda volta, su Tatooine fa caldo e lei si gode il tramonto dei due soli.

Rey non guarda.

«Vattene.» Sussurra così piano che nemmeno il vento la sente.

Sa cosa vedrebbe se si voltasse e oh, farebbe male, lo sa, lo sente nel nodo in gola che minaccia di soffocarla.

Quando svanisce, si sente terribilmente sola.

Succede di nuovo, tante, tante volte, così tante che perde il conto.

Rey non guarda.

Sa cosa vedrebbe se si voltasse.

Non sa dopo quanto tempo succede di nuovo, sa solo che c’è un lieve inverno quando torna.

Prima che possa dire qualcosa la precede.

«Guardami.» Le chiede con quella sua voce vellutata.

Scuote la testa.

Sa cosa vedrebbe se si voltasse.

E come potrebbe sopportarlo, se già solo la sua voce le dilania il cuore?

«Rey. Guardami.»

Cede, cede perché vuole guardare, perché ne ha bisogno.

E scopre di aver avuto ragione.

Fa male.

«Ben.» Esala il suo nome in un sussurro, in una supplica, in un soffio che lo fa sorridere.

Quel sorriso quasi invisibile che lei ha sempre visto.

E fa male.

Fa male perché è tutto troppo simile a prima, ma prima lei avrebbe allungato la mano verso di lui, avrebbe sentito la propria pelle sfiorarlo, avrebbe potuto stringerlo, difenderlo, salvarlo.

«Non piangere. Non è colpa tua.»

Invece si, vorrebbe dirgli, perché tu hai salvato me, mentre io condannavo te.

Ma tace.

Tace perché si sente soffocare, tace perché sente il proprio cuore andare in briciole.

E quando il fantasma di Ben Solo le tende una mano e la loro pelle si sfiora Rey non riesce a soffocare un singhiozzo.

È quasi come quella sera sull’isola.

Quasi.

«Non sei sola, Rey.»

I suoi occhi più neri della notte scintillano, sembra così in pace.

E Rey sente il sapore di quell’unico, ultimo bacio rubato alla morte.