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Autore: Fata_Morgana 78    24/12/2019    2 recensioni
Un breve spaccato di vita quotidiana in uno dei momenti che, per me, è tra i più belli dell'anno.
Tornano il professor Severus Snape, sua moglie Clarice Prince e il figlio Daniel con il primo Natale vissuto insieme come famiglia.
Momenti da condividere, momenti per emozionarsi.
Chissà cosa porterà questo Natale al taciturno Severus Tobias Snape.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Seconda Opportunità'
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Natale in Casa Snape

Dal compleanno di Clarice erano trascorsi alcuni mesi le vacanze estive erano scivolate via leggere e piacevoli tra giorni di meritata vacanza e letture rilassanti.
Gli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts avevano sostenuto gli esami finali e, finalmente liberi da altri impegni, avevano raggiunto le rispettive famiglie per godersi alcuni giorni di meritato riposo.
Clarice, aiutata dalla sua migliore amica e da Severus, aveva terminato di allestire il suo negozio di guaritrice nel villaggio di Hogsmeade che era, finalmente, pronto per essere aperto al pubblico.

Le giornate trascorrevano dense di impegni, Daniel si era ambientato bene nella nuova scuola elementare e, anche se vivere con un uomo taciturno come Severus non era spesso facile, Clarice si sentiva finalmente completa e felice.
La mattina del primo di settembre, dopo una notte passata ad osservare le stelle dal terrazzo della loro casa, Severus salutò moglie la moglie con un lungo bacio ed il figlio con un caloroso abbraccio, felice di tornare ad insegnare ma di avere una casa dove poter rientrare ogni sera.
- Mi raccomando papà. – ridacchiò Daniel – Non essere troppo duro con i primini!
- Concordo. – annuì sorridendo la donna, i suoi occhi brillavano d’amore e agli occhi di Severus non era mai stata così bella – Sai essere terrificante quando vuoi.
- Giuro solennemente di non mangiare nessuno. – ghignò, scatenando l’ilarità del figlio.
- Poveri studenti! – scosse la testa Clarice, ma un capogiro la fece sbiancare e tutta l’ilarità del momento sfumò come nebbia.
- Mamma!? – la chiamò apprensivo Daniel.
- Non è niente… - cercò di sorridere – Sto bene.
- Sei una pessima bugiarda. – la sorresse Severus – Hai bisogno di stenderti un attimo. – guardò il figlio – Danny, avvisa la Scuola con un gufo dì loro che li raggiungerò direttamente al banchetto.
- Subito papà. – annuì il ragazzino che, senza riuscire a staccare gli occhi dalla madre, andò a prendere un pezzo di carta per scrivere il messaggio.
- Ma… - tentò di ribellarsi Clarice ma le espressioni tese e preoccupate dei due Snape la fecero capitolare.
- Hai fatto colazione stamattina? – domandò Daniel.
- No. – mormorò a bassa voce lei, il pensiero del cibo le fece venire da vomitare.
- Non va affatto bene Cly!  – la sgridò duramente Severus che, sordo alle lamentele della moglie, la prese in braccio e la trasportò fino al divano del salotto senza fare nessun apparente sforzo.
Mentre il Pozionista valutava le condizioni della moglie un leggero bussare alla porta li interruppe e Daniel, sbuffando, andò ad aprire.
- Clary. – la chiamò Severus, la strega aveva appoggiato la testa sulla spalliera del divano ed era ancor più pallida di prima – Amore, vuoi andare al San Mungo?
- Non è necessario. – pigolò in risposta, stava cercando di trattenere l’attacco di nausea mattutina e parlare non le rendeva le cose facili.
- Buongiorno!!! – entrò in salotto con il suo sorriso più bello Draco – Sono pronto a rendermi utile nel migliore dei modi!
- Malfoy, non è il momento. – lo zittì bruscamente Severus – Tutta questa allegria e il tuo starnazzare non sono d’aiuto!
- Crudele! – sbuffò il mago biondo ma fu solo quando puntò i suoi occhi su Clarice che si rese conto del perché il suo ex-professore fosse stato così duro con lui.
- Vi prego… - parlò Clarice – Non litigate io… - ma non aggiunse altro, troppo impegnata a non vomitare sul tappeto nuovo che lei e Severus avevano messo davanti al divano del loro salotto.

Gli uomini osservarono impotenti la giovane donna correre verso il bagno e, solo quando la sentirono vomitare, Draco si voltò verso il suo mentore dicendo:
- Signore, ma Clarice aspetta un bambino?
- Bambino? – parlò Daniel che li aveva raggiunti con Harry – Volete adottarne uno? – chiese curioso guardando ora Draco ora Harry.
- Ci piacerebbe molto. – annuì il giovane Potter – Ma prima vorremmo finire di studiare.
- Come… - mandò la testa di lato il giovane Snape – Non avete finito la Scuola con i terrificanti esami del mio papà?
- Per fortuna sì. – annuì Severus – Ma stanno parlando di una formazione superiore, figliolo, qualcosa che li prepari al mondo del lavoro.
- Aah, ho capito. – assentì con un sorriso – Drake studierà l’arte della guarigione con la mamma, le aveva chiesto di essere il suo assistente dopo Hogwarts.
- Esatto. – gli scompigliò i capelli corvini Harry – Ed io sto valutando alcune offerte che mi sono state fatte.
- Io vorrei diventare Auror. – gonfiò il piccolo petto il bambino – Coraggioso come sono stati i tuoi genitori Harry.
- Sarai un Auror fantastico! – gli sorrise Harry che, sentendo degli strani rumori provenire dal bagno, domandò – Clarice sta male?
- La raggiungo. – si mosse Severus – Vado a vedere come sta. Draco, vai a prendere alcune pozioni anti-vomito e nausea. Harry, Danny, preparate del the e del caffè per favore.
- Subito. – risposero in coro i tre e, mentre Severus raggiungeva la moglie in bagno, gli altri si sbrigarono a portare a termine i compiti che gli erano stati affidati.

Severus raggiunse il bagno e trovò Clarice mollemente seduta sul bordo della vasca, il viso pallido e sudato.
- Cly. – la chiamò sottovoce.
- Sev. – cercò di sorridergli.
- Parlami, amore, stai bene?
- Bene. – annuì – Ho trascurato i sintomi per colpa dei lavori in negozio ma… - alzò gli occhi, trovando quelli di lui colmi di speranza – Sono incinta, signor Snape.
- È una notizia magnifica signora Snape! – disse l’uomo che, avvolgendola tra le sue grandi braccia, le baciò una tempia dicendo – Ho sperato fosse questo il motivo del tuo disagio.
- Sapevi già che ero incinta, vero? – gli dette un pugno giocoso sul petto e Severus sospirò dicendo:
- L’ho desiderato tanto. La notte che abbiamo fatto l’amore, la notte del tuo compleanno, ho pregato tutti gli Dei di realizzare il tuo sogno.
- Non solo mio spero. – mormorò lei, improvvisamente preoccupata che quella gravidanza non fosse gradita al marito.
- È il nostro desiderio Clarice. E spero tanto che sia una bambina con i tuoi bellissimi capelli e i miei occhi.
- Ti amo Severus. – sospirò lei, stanca per lo sforzo di aver rimesso.
- Ti amo anch’io Clarice, ma ora andiamo di là che ci sono tre curiosoni che vogliono sapere perché stai male.
- Tre? – ridacchiò, grata della presenza del marito che la stava portando verso la cucina.
- Nostro figlio, il tuo apprendista e Potter. – spiegò il professore.
- Oh. – sorrise lei – Quindi i nostri tre figli maggiori.
- Oddei! – sgranò gli occhi Severus, conscio che le parole della moglie non erano del tutto sbagliate: lui era il padrino di Draco ed aveva visto crescere lui ed Harry, affrontare molte avversità, passare dall’odio all’amore esattamente come avrebbe dovuto fare un padre.
- Mamma! – la accolse Daniel – Stai meglio ora?
- Danny. – gli sorrise lei – Sto meglio amore.
- Ci hai fatto spaventare. – parlò Draco aiutandola a mettersi seduta.
- Lasciatele spazio. – li sgridò Harry – La state soffocando così. – le posizionò davanti una tazza di the – Prendi le pozioni che ti ha portato Draco, starai meglio.
- Grazie Harry. – sorrise lei, grata per tutto quell’amore la avvolgeva come un abbraccio.

Gli altri presero posto attorno al tavolo, aspettarono che Clarice prendesse le sue pozioni e, dopo alcuni istanti di silenzio, Daniel chiese:
- Quindi il desiderio che ho espresso la notte di San Lorenzo si è avverato?
- Desiderio? – arcuò un sopracciglio Severus.
- Notte di San Lorenzo? – gli fece eco Draco ed Harry e Clarice ridacchiarono, complici.
- Io ed Harry abbiamo raccontato una leggenda babbana a Danny, amore. – spiegò la strega sorridendo – La notte di San Lorenzo…
- La notte delle stelle cadenti. – la interruppe Daniel.
- Sì, quella notte speciale quando le stelle cadono dal cielo, è possibile esprimere un desiderio.
- Io ho chiesto un fratello. – svelò candidamente il bambino – O una sorella. – continuò alzando le piccole spalle – Sono stanco di stare da solo. Voglio qualcuno con cui litigare e giocare.
- Piccolo mio. – gli prese una mano tra le sue la strega – Il tuo desiderio è stato ascoltato.
Un urlo di giubilo partì da Daniel, contagiando anche Harry e Draco, felici per quella splendida notizia.
- Vuoi posticipare l’apertura del negozio? – domandò Severus serio.
- Non trovo sia necessario. – scosse la testa lei, le pozioni stavano facendo effetto – Non sarò sola a gestirlo.
- Mi dedicherò io alla preparazione delle pozioni. – si offrì Draco – Così Clarice potrà seguire i clienti, senza passare troppe ore in piedi nel suo laboratorio.
- Accetto la tua offerta. – annuì felice lei – E cercherò qualcuno che mi aiuti un paio di volte alla settimana per fare il rifornimento degli scaffali.
- Sono un disastro nella preparazione delle pozioni, ma se hai bisogno di aiuto conta su di me. – arrossì Harry, felice di poter dare il suo contributo.
- Poi ci sarò anch’io. – si batté la mano sul petto Daniel – So come la mamma gestisce il negozio e posso prendermi cura delle piante.
- Io tornerò dopo le lezioni del pomeriggio. – assentì Severus – Non mi fermerò a Scuola per la cena, a meno che…
- I tuoi doveri di Preside lo richiedano. – lo zittì con un bacio lei – Lo so, amore. Vi sono grata di tutto questo aiuto. Ieri mi sono sforzata troppo, è per questo che mi sono sentita male oggi.
- Ma da quanto lo sai? – chiese Harry curioso.
- Ho il sospetto di essere incinta da alcune settimane, ma prima di dare false speranze, ho preferito esserne certa.
- Non vedo l’ora di conoscere il nuovo membro della famiglia Snape! – sorrise emozionato Daniel – Mamma, quando dovrebbe nascere?
- Verso l’inizio di febbraio. – rispose baciandolo sulla testolina mora la donna.
- Avrai una bella pancia per Natale! – ridacchiò Draco, ma non c’era cattiveria nella sua voce era sinceramente felice per la famiglia Snape.
- E la potrò coccolare solo io! – sbuffò Daniel fingendosi minaccioso – Voi starete lontano dalla pancia della mia mamma.
- Moccioso! – alzò gli occhi al cielo Severus, scatenando l’ilarità dei presenti.
- Amore, - lo chiamò Clarice – adesso sto molto meglio ed i ragazzi si fermeranno a farci compagnia. – gli sorrise – So che fremi dalla voglia di raggiungere la Scuola prima degli studenti, avrai delle cose da mettere a punto con gli insegnanti. Va e non temere. Noi stiamo bene. – concluse passandosi una mano sul ventre ancora piatto.
Severus osservò la sua donna con un mix di emozioni a dare vita ai suoi occhi scuri, si sentiva fortunato e felice come non ricordava di essere stato prima in vita sua.
Annuendo l’uomo finì di bere la propria bevanda e, dopo aver raccolto i suoi effetti personali e salutato la famiglia e i suoi ex-studenti, raggiunse la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts avvalendosi dei suoi privilegi di Preside, smaterializzandosi direttamente nel suo ufficio.

La giornata a casa Snape passò serena e rilassata e Clarice, coadiuvata da Daniel, Draco ed Harry, dette gli ultimi ritocchi al suo negozio riuscendo ad aprirlo il pomeriggio stesso.
Il negozio di pozioni, rimedi naturali ed erboristici, riscosse curiosità e successo attirando non solo gli abitanti del villaggio ma anche chi abitava nelle frazioni adiacenti.
- Buona serata, signora. – salutò un’anziana strega uscendo – E complimenti, trovo che il suo negozio sia veramente bello.
- Serena serata lei, signora. – le sorrise Clarice, felice anche se stanca – Grazie per essere passata.
- Grazie a lei per aver scelto Hogsmeade per aprirlo. – disse un mago con le braccia colme di prodotti.
- La mamma ha avuto eccellenti insegnanti. – disse Daniel portando al mago un cestino dove poter mettere i suoi acquisti.
- La sua fama la precede. – annuì una strega dai capelli castani muovendo qualche passo verso di lei.
- Prego? – sorrise la guaritrice – Ci conosciamo?
- Ciao Hermione. – la salutò Harry, affiancando Clarice.
- Ciao Harry. – i due si abbracciarono e Clarice le sorrise, riconoscendo una delle ex-alunne di suo marito.

Il negozio si svuotò verso l’ora di cena e Clarice si accasciò su una delle poltrone che aveva messo nel retro bottega, troppo stanca per salire subito in casa.
- Sono veramente felice! – parlò Draco facendola sobbalzare – Scusa, non volevo spaventarti!
- Sei davvero silenzioso, Malfoy. – gli sorrise – Perché sei felice?
- Perché mi piace questo ambiente. È accogliente e familiare, ma so che mi insegnerai tanto.
- Non sarà facile lavorare con me. – lo avvisò mentre osservava Harry e Daniel mettere in ordine.
- Sono sopravvissuto a Severus Snape. – ghignò e Clarice scoppiò a ridere divertita.
- Vi fermate a cena? – domandò.
- Solo se posso aiutarti. – si offrì Harry – Ho scoperto di essere portato per la cucina.
- Confermo. – le strizzò l’occhio Draco – Mi piace lasciargli carta bianca in cucina. È molto più bravo di me.
- Ok. – annuì lei – Saliamo di sopra, credo che stasera Sev arriverà tardi.
- Già. – mormorò Daniel – Smistamento e banchetto di apertura.
- Noi non faremo un banchetto, ma una buona cena ce la siamo meritata! – gli sorrise Harry – Clary, tu riposa un po’. Alla cena penserò io stasera.
- Grazie. – la strega regalò un bacio sulla guancia al figlio e ai due ragazzi poi, dopo essersi sciolta i capelli che aveva tenuto legato tutta la giornata, si rilassò sul divano cullando Daniel dolcemente tra le sue braccia.
Al suo rientro a casa, Severus trovò la moglie dolcemente addormentata sul divano e la cena in caldo per lei qualora si fosse svegliata affamata.
- Papà. – biascicò Daniel stropicciandosi gli occhi – Ben arrivato.
- Danny, - lo raggiunse – cosa ci fai in piedi? È tardissimo.
- Sete. – rispose stringendosi nelle spalle – La mamma dorme ancora?
- Sì ma lasciamola riposare, è molto stanca.
- Mh, mh. – bofonchiò il bambino che, dopo aver bevuto un bicchiere d’acqua, salutò il padre con un abbraccio troppo assonnato per continuare a parlare ancora con lui.
Severus sorrise e, dopo aver preso la moglie in braccio, raggiunse con lei la camera da letto.
- Sev… - si sentì chiamare.
- Cly, amore, sono qui. – la baciò sulle labbra.
- Ben tornato. – gli disse, poi si lasciò andare ad un profondo sonno ristoratore seguita a ruota dal Pozionista, stanco per le emozioni vissute quella giornata.

I mesi passarono in un turbinio di impegni e cose da fare, la pancia di Clarice cresceva riempiendo di gioia il Preside della Scuola e di sgomento la giovane donna che, a causa degli ormoni, aveva sbalzi d’umore difficili da gestire: passava dal sorriso felice ad un pianto inconsolabile, senza riuscire a gestire pianamente la tempesta di emozioni che la scuotevano tutta.
Il medimago del San Mungo li aveva rassicurati: la gravidanza stava procedendo nel migliore dei modi e Clarice si sentiva così perché era diventata una specie di antenna per le forti emozioni provate dalla figlia che cresceva dentro di lei.
Daniel, che aveva ricominciato la scuola primaria con ottimi risultati, esultò quando seppe che avrebbe avuto una sorellina da coccolare, viziare e proteggere. La strega, orgogliosa del figlio maggiore, gli sorrise e grata per quelle parole si appoggiò allo schienale del divano godendosi quel momento di relax con la sua famiglia.


Natale arrivò inaspettato e pieno di neve, gli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts furono costretti a lasciare il Castello in anticipo a causa del maltempo e questo permise a tutti gli insegnanti di trascorrere più tempo con le rispettive famiglie.
Severus, soddisfatto per quei giorni di vacanza in più, si dedicò ad aiutare la moglie e Draco nella gestione del negozio curioso di vivere una nuova esperienza.

Clarice, felice di poter contare anche sull’aiuto di Severus, si dedicò agli addobbi natalizi. Adorava quel periodo dell’anno, perché sentiva la magia vibrare nell’aria e tutto le sembrava più bello e romantico, tutto riluceva di vita e la neve rendeva tutto perfetto.
La sua gravidanza procedeva nel migliore dei modi, la bambina cresceva sana e forte all’interno del suo ventre che lei mostrava con orgoglio, innamorata di quella vita che l’aveva scelta come mamma.
- Buongiorno signora Snape! – la salutò con un sorriso George Weasley.
- Ciao George. – ricambiò il sorriso lei, il ragazzo aveva tra le braccia cariche un grosso pacco, forse nuovi articoli per il negozio di scherzi che aveva aperto con il gemello – Vi state preparando per la festa di fine anno?
- Cosa…? Ah, no… - ridacchiò – Queste sono decorazioni natalizie, le abbiamo scovate nella soffitta della casa che sta sopra al nostro negozio. – spiegò – Ma non sono adatte all’ambiente.
- Capisco. – annuì – Non le starai buttando, vero?
- Assolutamente no. – scosse la testa – Volevo fartele vedere, se dovessero piacerti pensavamo di regalartele. – concluse e, senza aspettare una risposta dalla donna, aprì lo scatolone mostrandole ciò che conteneva.
La strega osservò il contenuto della scatola trovandolo pieno di splendide decorazioni natalizie, alcune dall’aria antica e preziosa.
- Sicuro di non volerle tenere? Tua moglie non si arrabbierà?
- Non credo. – rispose Fred che aveva raggiunto il gemello portando un’altra scatola con su scritto “per esterno” – La famiglia Weasley ha una tradizione molto bella: le decorazioni le creiamo insieme. È un modo per passare del tempo in famiglia.
- Bellissima tradizione. – sorrise Clarice che, passandosi la mano sul ventre teso, continuò – Le accetto molto volentieri e vi chiedo la cortesia di aiutarmi ad addobbare l’esterno.
- Con estremo piacere! – annuirono i gemelli che, seguendo le indicazioni della strega, posizionarono a regola d’arte le decorazioni all’esterno del negozio, rendendolo ancora più accogliente e familiare.
- Grazie. – li abbracciò Clarice – Siete stati gentilissimi.
- È stato un piacere. – la baciò sulla guancia Fred.
- È bello poter fare qualcosa per aiutare gli altri. – fece eco George che, dopo un ultimo abbraccio, si allontanò dal negozio di Clarice felice di essere stato d’aiuto.
Mentre la donna salutava Fred, Severus si affacciò sulla porta tenendo in mano due tazze di the appena fatto.
- Clary. – la chiamò dopo aver salutato con un cenno della testa il giovane Weasley – Vieni dentro, non prendere troppo freddo.
- Arrivo amore. – gli sorrise lei che, salutando con un cenno della mano Fred, entrò nel tepore del suo negozio sospirando beatamente.
- Cosa volevano i gemelli? – domandò Draco curioso.
- Ci hanno regalato due scatole di decorazioni natalizie. – rispose con un sorriso mostrandogli la scatola che stava portando usando un incantesimo levitante.
- Wooow! – mormorò l’apprendista – Ma sono davvero belle.
- Già. – annuì Daniel – Sembrano antiche.
- Alcune lo sono. – assentì Severus – Credo che fossero dei vecchi padroni della casa dove hanno aperto il loro negozio.
- E possiamo tenerle papà?
- Certo. Gli anziani padroni non sono più su questa terra da molti anni. Ed i figli vivono in America, hanno lasciato l’Inghilterra poco dopo la morte dei genitori. – spiegò con un sorriso.
- Chi mi aiuta a fare gli addobbi?
- Beh. – mandò la testa di lato Draco – È una cosa da famiglia. Io starò in negozio mentre voi penserete a rendere natalizio l’ambiente di casa.
- Ma io… - iniziò Severus a disagio.
- Non fare lo Scrooge della situazione! – lo ammonì Clarice.
- Papà assomiglia più al Grinch. – rise Daniel correndo verso le scale per andare al piano superiore.
- Ma un po’ meno verde! – rincarò la dose Draco, facendo ridere forte Clarice.

I coniugi Snape salirono le scale lentamente, Severus si sentiva sulle spine non voleva partecipare agli addobbi, a lui tutte quelle luci quell’amore e quella gioia davano quasi fastidio. Non amava particolarmente il periodo natalizio perché legato ai momenti più bui della sua vita di bambino, ma non voleva deludere le aspettative del figlio e della moglie.
- Amore. – lo chiamò lei un attimo prima di entrare in casa.
- Sì? – deglutì lui.
- So che non sei come me e Danny. Che Natale è legato a momenti brutti, pessimi ricordi della tua vita precedente.
- Già… - annuì a disagio, odiava parlare di quelle cose e non sopportava che Clarice riuscisse a leggere così bene il suo cuore.
- Non voglio che mi racconti cose di cui non vuoi parlare. – lo baciò dolcemente sulle labbra e lui la abbracciò, grato di avere una donna così comprensiva al suo fianco.
- Ti prego, risparmiami questo supplizio. – mormorò.
- Ti chiedo solo una possibilità Sev. – lo prese per mano e gliela fece appoggiare sulla sua pancia – Permetti a me e ai nostri figli di creare con te nuovi ricordi. – gli sorrise – Solo per quest’anno, ti prego di aiutarci a mettere le decorazioni sull’albero. È importante per me, Danny ed Eileen.
- Eileen? – ripeté incredulo Severus, non avevano ancora parlato del nome da dare alla loro bambina.
- Mi piacerebbe chiamarla come tua madre. – lo guardò da sotto le folte ciglia – Se per te non è un problema.
L’uomo scosse la testa, la moglie sapeva come destabilizzarlo ed ogni volta che si illudeva di aver ritrovato il giusto equilibrio lei diceva o faceva qualcosa di inaspettato che avevano il potere di spiazzarlo e farlo sentire inaspettatamente fortunato e vivo.
- Genitori. – li chiamò Daniel da dentro casa – Siete degli scansafatiche!
- Tuo figlio ha ragione. – annuì lui – Andiamo ad aiutarlo, non è giusto che faccia tutto da solo.
- Ci aiuterai anche tu? – chiese con un sorriso pieno d’amore lei.
- Sì. Non posso giurarti che inizierò ad amare questo periodo dell’anno né diventi inaspettatamente meno Grinch, però mi impegno ad esserci.
- Per costruire insieme ricordi piacevoli? – concluse lei, felice di averlo ritrovato.
- Sì amore. – annuì Severus, un lieve rossore che gli colorava le guance solitamente pallide.
- Ti amo Severus Snape. Ora e per sempre! – mormorò emozionata Clarice abbracciandolo.
- Ti amo anch’io Clarice Prince in Snape. Sei il mio per sempre. – sorrise lui e, un attimo prima di baciarla, sobbalzò sorpreso quando avvertì un movimento sotto la mano che aveva appoggiato sul grembo di sua moglie.
Eileen si muoveva scalciando allegramente, commuovendo il padre, felice di sentire attorno a sé l’amore e le emozioni provate dalla sua famiglia. Sentire la bambina muoversi era una solida base sulla quale iniziare a costruire nuovi ricordi per rendere le feste di Natale un momento piacevole, da trascorrere in compagnia delle persone amate.


Angolo dell’Autrice:

Buona vigilia a chi, con pazienza e costanza, continua a seguirmi e leggere le cose che scrivo.

Grazie a tutti voi per esserci.
Grazie per aver inserito le mie storie in una delle categorie presenti o per avermi scelto come uno dei vostri autori preferiti.

A tutti voi, ed alle vostre famiglie, spero giunga il mio augurio sincero di buone feste.

 

  
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