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Autore: Kisa89    28/12/2019    3 recensioni
Fan Fiction scritta per il SECRET SANTA indetto dal gruppo till the end of the line su FB
Prompt 5 di Charlotte Lorean: Pre-serum Steve e Bucky e il loro primo Natale assieme da piccoli
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Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fan Fiction scritta per il SECRET SANTA indetto dal gruppo till the end of the line su FB
Prompt 5 di Charlotte Lorean: Pre-serum Steve e Bucky e il loro primo Natale assieme da piccoli.

Tanti auguri di buon Natale, Charlotte!! ^-^/ Spero che la FF ti piaccia e che possa essere un bel regalo!

La promessa di Freiya

25 Dicembre 1924, Christmas day

James Buchanan Barnes, sette anni, è alto per la sua età, ha un visetto tondo e gli occhi vispi di chi ha la prossima marachella sempre pronta, un sorrisetto furbo gli arriccia le labbra rosa.
Ha appena accumulato e consolidato una gigantesca palla di neve, alta quanto lui e la guarda soddisfatto asciugandosi il nasino arrossato con il dorso dei guanti.
“Steve! Guarda qui! Che te ne pare?” chiede a voce alta sistemando le ultime imperfezioni della sua palla di neve “Steve! Stevie!!” insiste e sbuffa senza ottenere risposta “Ma che fai?”
Il piccolo James raggiunge l'amico accovacciato sotto al grande albero nell'angolo del giardino e lo chiama ancora.
“Guarda!!” Steve apre le manine e mostra all'amico tutta una serie di sassolini tondi raccolti con cura minuziosa “Possiamo farci gli occhi e la bocca con questi!” suggerisce fiero prima che un colpo di tosse feroce gli scuota il petto.
“Stevie!!” James gli picchia con delicatezza la mano sulla schiena “Stai bene?” chiede preoccupato e lo vede annuire mentre si passa il guanto sulla bocca.
Steve Grant Rogers, anni sei, è un bimbo minuscolo tutto ossa, in altezza raggiunge a mala pena il mento dell'amico, il visetto appena paffuto, labbra piene e un velo di lentiggini sotto un paio di occhioni grandi colore del mare. Un ciuffo di capelli biondissimi gli sbuca da sotto il pesante cappellino di lana.
“Forse stai prendendo troppo freddo! E' meglio se entriamo in casa!” suggerisce James, ma l'altro protesta all'istante.
“Sto bene!! Finiamo il pupazzo! Ti prego, ti prego!!” saltella con le labbra piegate in un broncetto; nonostante sia piccolo e cagionevole di salute, Steve è più cocciuto di un mulo e il suo migliore amico questo lo sa bene.
Sbuffa “Ok!”
Con una certa fatica, James si toglie la grossa sciarpa e la avvolge intorno a collo e spalle del piccolo Steve sopra a quella che già indossa, seppellendolo ulteriormente in un altro strato di vestiti super imbottiti “Però copriti bene!” dice sistemandogli meglio anche il cappellino.
“Ma così tu avrai freddo!” il biondino stringe tra le manine la sciarpa dell'amico ancora calda e intrisa del suo profumo e lo guarda, naso in su, con occhi enormi.
“Non preoccuparti! Tanto avevo caldo!” mente James con un sorriso tutto denti, in realtà sta congelando.
Steve non sembra convinto, ma poi sorride “Grazie, Bucky!” dice, ancora non ha imparato a parlare correttamente, e Bucky è tra le tante cose che non riesce proprio a dire, nonostante lo abbia inventato lui quel soprannome, quando esce dalle sue labbra rosate, suona ancora come Batchy.
“Dai Stevie! Aiutami a finire il corpo!” lo prende per mano e insieme tornano alla gigantesca palla di neve che riempie di meraviglia il visino del biondo.
“Woooh!! Ma è gigantissima!” saltella, il corpo dell'uomo di neve è decisamente più grande di lui.
Bucky con le mani sui fianchi si gode quel momento di gloria.
“Ma adesso come facciamo a metterci sopra la testa?” chiede scettico il biondino con i suoi molti difetti di pronuncia e indica il punto sopra di loro dove andrebbe posizionata.
Gli occhi chiari di James fissano quel punto, ovviamente non ci ha pensato prima di fare quel corpo così alto; si gratta nervosamente tra i capelli castani sotto al cappello di lana e mordicchia il proprio labbro screpolato dal freddo.
“Beh... ecco...” ci pensa ancora, poi batte le mani tra loro appena la lampadina nella sua mente si illumina “Facciamo la testa qui, poi ti prendo in braccio e ce la metti tu!”
“Sì, facciamo così!!”
I due bimbi si accovacciano a terra nell'intento di realizzare quell'idea, accumulano altra neve pulita cercando di formare una testa il più possibile tonda e abbastanza grande da risultare proporzionata per quel corpo.
“Schiacciala bene Steve, deve stare tutta appiccicata!” raccomanda Bucky mentre porta un'altra bracciata di neve pulita raccolta sotto le piante e guarda l'amico battere con forza la manina sulla palla per compattarla.
“Va bene così?” chiede quando gli sembra sufficientemente grande e tonda.
Con fare critico, James storce la bocca e gira intorno alla testa “Perfetta! Bravissimo Stevie!” allunga la mano per farsi battere il cinque.
“Adesso tirala su, così ti sollevo!”
Steve annuisce convinto e guarda quella palla di neve enorme, si piega sulle ginocchia, infila le mani sotto e la solleva stringendo i denti con tutta la forza nelle sue deboli braccia; senza esitare un istante, Bucky stringe il busto dell'amico tra le braccia e solleva lui e la testa del pupazzo con un ringhio di sfogo.
“Dai mettila, mettila!!”
Steve poggia la palla sul corpo giusto in tempo, prima che l'altro ceda e cada a terra portandosi il biondino con sé.
“Bravissimo Steve! Ce l'abbiamo fatta...” esulta, ma è troppo presto per farlo: la palla-testa, così precariamente appoggiata, rotola minacciosa verso di loro e, se non si spostano subito, Steve verrà colpito in pieno; l'istinto di Bucky si attiva rapido, afferra il biondino sotto le braccia e, senza fatica lo lancia da parte, proprio nel cumulo di neve avanzato in modo che la sua caduta venga attutita.
Il tutto avviene in una manciata di secondi, Steve urla a mezz'aria prima di cadere dentro la neve e si volta subito a guardare la testa del pupazzo rotolare e distruggersi addosso al suo amico.
“Bucky!!” lo chiama preoccupato.
Il bimbo sputacchia la neve che gli è finita in bocca e si agita per liberarsi di tutta quella che lo ricopre “Ai!!” si lamenta e gira su Steve un sguardo accusatore.
“Mi sa che non l'ho messa molto bene!” il biondino si fa ancora più piccolo.
“Non mi dire...”
“Scusa..” il visino di Steve si fa triste, ma Bucky scoppia a ridere e in un secondo è di nuovo in piedi e gli offre la mano per aiutarlo ad alzarsi.
“Dai non fare così! Non mi ha fatto niente!” gli toglie la neve dai vestiti e si assicura che non si sia fatto nulla “Riproviamo, ok?”
Il biondo sorride felice e insieme ricominciano a compattare la neve caduta per formare nuovamente la testa.
“Dobbiamo fargli una base piatta, se no non starà mai ferma” suggerisce il maggiore, intento ad appiattire la cima del corpo.
Una volta che la testa è di nuovo formata, tonda e ben salda, Bucky aiuta l'amichetto a creare una parte piatta anche su quella e di nuovo, ripetono l'operazione di sollevamento per sistemarla sopra al gigantesco corpo.
Una volta appoggiata, i due si spostano all'istante dalla traiettoria della possibile valanga e guardano il pupazzo trattenendo il fiato qualche secondo in attesa; la testa rimane immobile.
“Sì! Ce l'abbiamo fatta!” esulta James.
Steve saltella di nuovo “Yuppie!!”
“Salimi in spalla Stevie!” Bucky si accovaccia a terra “Così puoi mettergli naso e bocca!”
Il biondino annuisce a labbra serrate e si arrampica sulla spalle dell'altro riuscendo a sedersi a cavallo del suo collo.
“Aahh!”
“Tieniti! Ci sei? Attento a non cadere!” gli raccomanda il maggiore tenendolo saldo per le gambe una volta in piedi.
“Ci sono, ci sono! Portami al pupazzo!!” Steve recupera dalle tasche del cappotto tutti i sassolini raccolti in precedenza e li sistema incastonati nella neve a formare occhi e un sorriso smagliante sul volto dell'uomo bianco; per l'evenienza, ha raccolto anche un bastoncino, che diventa il naso una volta conficcato a fondo “Come ti sembra?”
Il volto di James si illumina di un sorriso soddisfatto “Mi sembra perfetto!”
Una volta rimesso a terra, anche Steve può guardare felice il risultato del loro duro lavoro “E' proprio bello! Siamo stati bravi, no?”
“Puoi dirlo forte! E' il miglior pupazzo di neve che si sia mai visto!” Bucky circonda le spalle dell'amico con il braccio e se lo tira più vicino.
“James! Bambini!” in quel momento Winifred Barnes si affaccia dalla porta d'ingresso “Venite dentro! Comincia a fare buio e.. c'è il dolce!”
“Mamma, vieni a vedere che bel pupazzo ha fatto Stevie!” Bucky si fionda sul braccio della madre e la trascina in mezzo alla neve per mostrarle la loro opera di quel pomeriggio.
“Ma è davvero bellissimo!” sorride la donna estasiata.
“Però lo abbiamo fatto insieme!” ci tiene a precisare il biondino, il merito è suo solo in parte.
“Siete stati bravissimi tutti e due! Adesso dentro però!”
Steve sorride e corre verso la porta.
“James, dov'è la tua sciarpa?! Ti prenderai un malanno così!” la donna rimprovera il bimbo bloccando la sua corsa dietro l'amico.
“Scusa, mamma... Ma Stevie aveva la tosse e io... io non voglio che si ammali, così l'ho data a lui” Bucky solleva sulla donna occhi pentiti e a Winifred si stringe il cuore, non può rimproverare al figlio un gesto tanto altruista e gentile.
“Vatti a scaldare, monello!” gli accarezza il visino e lo colpisce piano con una pacca sul sedere.

All'interno la casa dei Barnes è tutta addobbata a festa di verde, rosso e oro e l'aria è ancora pregna del profumo della carne arrosto del pranzo e ora anche del dolce e pungente aroma della crema al Brandy per il Pudding di Natale.
Steve, finalmente libero da tutta l'imbottitura del cappotto, si stropiccia tra le manine il bordo del pesante maglione verde scuro che indossa e che, inevitabilmente, gli va grande, mentre con un certo entusiasmo, racconta alla madre dell'avventura per l'allestimento del pupazzo di neve.
“Lo devi vedere mamma! Bucky lo ha fatto gigantissimissimo!” spiega e si solleva sulle punte alzando le braccia per far capire l'entità della dimensione dell'uomo di neve.
“Stevie gli ha fatto un bel sorriso!” il maggiore raggiunge l'amico e gli scompiglia i capelli biondi facendolo ridere.
“Davvero? L'ho detto io che Steve è un artista!” Sara Rogers abbraccia il figlioletto e lo sbaciucchia tra le sue proteste e risate.
“Dai mamma!!”
“Andiamo a lavarci le mani Stevie! Così mangiamo il dolce!” propone Bucky e lo prende per mano appena il biondino viene liberato dalla stretta materna.
I due corrono rapidi al bagno al piano superiore della casa, si sciacquano le manine con cura e si fiondano di nuovo in sala da pranzo prontissimi e affamati; sul tavolo sono già disposti eleganti piattini decorati contenenti generose porzioni del Pudding natalizio, pieno di frutta secca e guarnito con la cremina al Brandy appena calda.
“Mamma, io e Steve possiamo mangiarlo sul tappeto in salotto?” chiede Bucky con il miglior sguardo supplichevole che riesce a fare “Per favoooore!”
“E va bene!” Cede Winifred stringendo le labbra “Ma non sporcate o ve lo farò pulire con la lingua! Mi hai sentita, James!”
“Certo! Grazie, mammina!!” esulta il bimbo “Vieni Steve! Prendi il piatto..” incita l'amico, ma poi ci ripensa “..anzi, prendi il cucchiaino, il piatto te lo porto io”
Il biondino si lancia di corsa verso il salotto e si siede sul tappeto a poca distanza dal camino scoppiettante mentre Bucky percorre il tragitto con i due piatti in mano, un passo alla volta, facendo attenzione, memore delle raccomandazioni della madre.
“Ecco, prendilo! Stai attento a non sporcare il tappeto o mamma ti ucciderà!”
Steve appoggia il piatto alle gambe tirate dritte e allunga il cucchiaino all'amico che nel frattempo gli si accomoda accanto e insieme assaggiano il dolce.
“Mmmmm!!” gli occhi di Steve si riempiono di stelline dopo il primo boccone “E' buonissimissimo! La tua mamma è proprio brava!”
“Vero?” gongola il maggiore “Ma anche la tua è mamma è bravissima! I suoi biscotti sono i migliori!”
Steve concorda e annuisce convinto “Però lei non cucina tanti dolci come la tua”
“Mia mamma li fa perché a me piacciono tanto! Mangerei solo dolci!” ridacchia Bucky con la lingua tra i denti.
Boccone dopo boccone Bucky vuota il piatto e si lecca gli ultimi residui di crema dalle labbra “Non ti va più?” chiede poi vedendo che il biondino fatica a superare la metà della fetta.
“Sono pieno! Lo vuoi tu?”
Il bimbo guarda l'altro incerto “Sei sicuro di non volerne più?” chiede, ma Steve non esita un momento e gli passa il piatto con la mezza fetta di pudding.
“Va bene, lo mangio io” accetta felice, avrebbe comunque voluto fare il bis, ma è sicuro che sua mamma avrebbe esitato nel farglielo mangiare “Però dovresti mangiare di più, Stevie”
Bucky lo guarda preoccupato con il cucchiaio ancora tra le labbra.
“Ho mangiato tantissimo oggi! Se mangio ancora qualcosa mi scoppia il pancino” lo rassicura battendosi la mano sulla pancia.
“Dico che dovresti mangiare di più sempre! Altrimenti non crescerai mai, rimarrai sempre piccino così!” Bucky lo guarda storto e ingolla un altro paio di grossi bocconi che gli riempiono le guance.
Steve sorride tronfio “Non devi preoccuparti di questo! Ho solo lo sviluppo più lento del tuo! Vedrai come crescerò!”
“Se lo dici tu!” Bucky alza le spalle con la bocca piena e ripone il piatto vuoto sul tappeto.
“Diventerò altissimo e super forte!” dichiara il biondo mettendosi in ginocchio e pompando muscoli invisibili causando le risate dell'amico “Così riuscirò a proteggerti sempre e non ti succederà mai niente di male!” Steve circonda il collo di Bucky con le braccia e lo stringe forte.
Quelle parole pronunciate con la fatica dei suoi soli sei anni scaldano il cuoricino del maggiore che sorride e ricambia l'abbraccio “Tu sei già fortissimo, Stevie”
Quando scioglie l'abbraccio, il biondino abbassa il viso “Diventerò forte!” ripete serio.
“Guarda Steve!” l'attenzione di Bucky viene di colpo attirata dalla finestra “Ha ripreso a nevicare!”
I due bimbi lasciano il tappeto per ammirare la neve che cade lenta e fitta sul paesaggio già imbiancato, inginocchiati sulla seduta della finestra a bovindo.
“Che succederà al nostro pupazzo?” chiede Steve con le mani appoggiate al vetro.
“Dipende da quanta neve cade. Mi sa che verrà un po' sepolto...” il maggiore si appiccica alla finestra con la guancia cercando di scorgere l'uomo di neve, ma senza successo “Da qui non si vede”
“Mmm.. Peccato. Però se cade ancora tanta neve, ne possiamo fare un altro!” sorride felice il biondino, i suoi occhioni azzurri seguono i movimenti dell'amico intento a mettersi seduto più comodo.
“Possiamo farne anche di più!” suggerisce, poi schiocca le dita con una nuova idea “Potremmo fare noi! Steve e Bucky di neve! Che ne pensi?”
Le stelle negli occhi del più piccolo brillano di nuovo “Sììì!! Speriamo cada tanta neve allora!” il suo sguardo torna verso l'esterno mentre molleggia sulle ginocchia eccitato.
“Se continua tutta la notte, domani ce ne sarà tantissima e potremo giocare tuuuutto il giorno!” Bucky alza le braccia voltato con un sorriso verso il suo migliore amico e quello, condiviso il suo entusiasmo, si protende un poco e gli bacia le labbra, un bacio a stampo, piccino ed innocente da cui si allontana subito tornando seduto sui talloni.
I due bambini si succhiano le labbra in un gesto inconsapevole e quasi simultaneo dopo quel contatto dolce ed estraneo.
“S-Stevie...” Bucky sorride timido toccandosi le labbra con le dita, non ha bene idea di cosa sia appena successo.
Il biondino stringe tra le mani la stoffa dei pantaloni, tormentandola “L'altro giorno ho visto mamma e papà darsi un bacio e allora ho chiesto alla mamma perché lo fanno...” spiega “Mamma ha detto che bacia papà perché è la persona più buona e speciale che conosce e perché gli vuole molto, molto bene”
Steve stringe più forte la stoffa e alza gli occhioni sull'amichetto “Anche io ti voglio tanto, tanto, tantissimo bene! E la persona più buona e speciale che conosco io, sei tu, Bucky” confessa con quella sua pronuncia infantile.
Il visino del maggiore si illumina di un bel sorriso timido che lo costringe ad abbassare gli occhi e a grattarsi la testa tra i riccioli castani “Che matto che sei, Stevie” ridacchia imbarazzato e si mordicchia il labbro pensieroso.
“Anche la mia mamma mi ha raccontato una cosa” dice e fa segno all'altro di seguirlo verso il corridoio dell'ingresso, passando davanti alla sala da pranzo, dove i loro genitori chiacchierano animatamente, tra risate e qualche goccio di troppo
Bucky indica all'amico il mazzetto di vischio appeso tra l'ingresso ed il salotto “La mamma mi ha raccontato che il vischio è il simbolo dell'amore che sconfigge la morte” spiega mentre entrambi fissano la piantina a naso in su.
“Mi ha detto che una dea antica ha promesso protezione eterna e tanta fortuna a chiunque si scambi un bacio sotto al vischio”
“Davvero? Quella piantina?” Steve allunga il braccio per additarla con l'indice.
“Sì, proprio quella! Per questo si appende nelle case durante le feste!”
“Tanta fortuna... Che cosa pensi significhi?” chiede ancora il più piccino.
“La mamma mi ha detto che, se due persone si scambiano un bacio sotto al vischio, staranno insieme per sempre!” sorride il maggiore, si posiziona sotto la piantina e poggia un ginocchio a terra in modo da essere più basso di Steve.
Il biondino controlla minuziosamente che il vischio sia proprio sopra di loro, si sostiene con le manine appoggiate alle spalle dell'amico e gli dà un altro bacio a stampo, come il precedente, solo un pochino più lungo “Adesso staremo sempre insieme?” chiede poi preoccupato di aver fatto tutto per bene.
“Sì, è sicuro! Quella dea ha fatto una promessa, no? E le promesse si mantengono! Staremo sempre insieme, garantito!”
“Yuppie!!” Steve saltella felice e si stringe forte al collo dell'altro che, rimettendosi in piedi, lo solleva da terra per farlo volteggiare a mezz'aria...


24 Dicembre 2024, Christmas Eve

L'eco di un ricordo dolce accarezza la mente di Bucky e raggiunge le sue labbra arricciandole appena, nei suoi occhi chiari la neve che sfiora lenta i profili dei palazzi di Brooklyn fuori dalla finestra dell'appartamento. L'uomo volta lo sguardo solo quando si accorge della presenza accanto a sé, ferma in piedi a pochi passi dal divano.
“Che c'è?” chiede a Steve, che se ne sta immobile con due tazze nelle mani.
“Niente..” scuote piano il capo, come se si fosse appena riavuto da un sogno “Avevi un bel sorriso” dice mentre si siede accanto a lui e gli porge la tazza “Ho fatto la cioccolata!”
Bucky incrocia le gambe sulla seduta e accetta la tazza con gioia tenendola tra le mani “Grazie!”
“A che pensavi?” chiede Steve e, con un gesto dolce, gli accompagna una piccola ciocca dei suoi capelli castani dietro l'orecchio.
Il maggiore sorride di nuovo, come poco prima “Ti ricordi il nostro primo Natale insieme?” chiede.
Il biondo abbassa il capo e ride piano, poi annuisce “E' stato quando ti ho fatto rotolare addosso quella gigantesca palla di neve”
Bucky ride con lui “Non era una palla di neve, era la testa del nostro pupazzo!”
“Che importa, ti è caduta addosso comunque! Dio, era così grossa che pensavo ti avrebbe seppellito”
Il maggiore tra loro sorseggia un poco della cioccolata nella tazza “Non era così grande! Eravamo noi ad essere piccoli” specifica.
Steve ride ancora e accarezza la ceramica con le dita, ricorda quel giorno come se il tempo non fosse mai passato “E' stato il giorno del nostro primo bacio...” dice e lo guarda sorridere imbarazzato.
“Eravamo così piccoli... Non avevamo idea di cosa stessimo facendo”
“Io dico che invece lo sapevamo” Steve accarezza piano il viso dell'altro, sfiorandogli il collo e lo guarda nei suoi occhi grigio azzurri “Sei sempre stato la persona più importante di tutte per me, Buck, anche quando avevo solo sei anni!”
“Anche tu per me” risponde il maggiore prima che l'altro gli succhi piano le labbra in un bacio delicato al sapor di cioccolato e cannella.
“Stevie...” Bucky gli sospira sulla bocca e lo fa ridere.
“E' un'eternità che non mi chiami così!”
L'uomo storce le labbra “Non hai più voluto che ti chiamassi così!”
Steve reagisce contrariato “Non è vero!”
“Come? Chi ha problemi di memoria adesso?” Bucky gli lancia un alzata di sopracciglio “Hai detto che non eri più un bambino e che non dovevo più chiamarti così”
“Non dicevo sul serio, ero solo arrabbiato perché...” il biondo esita e scuote piano il capo, ma Bucky non ha alcun bisogno di spiegazioni, beve un altro lungo sorso di cioccolata e la posa a terra con la mano sinistra, quella di Vibranio, il maglione che indossa, troppo grande per lui, cade a coprirgliela appena.
“Eri arrabbiato perché io continuavo a crescere e tu no” conclude la frase per lui “Ho smesso di chiamarti così perché avevo paura che ti sentissi sminuito e non volevo...”
Il biondo lascia spazio all'altro perché possa accoccolarsi contro il proprio petto e gli accarezza i capelli “Non è proprio così... Ero arrabbiato perché tutto quello che volevo era proteggerti e non mi sentivo in grado di farlo. Volevo essere forte...”
“Sei sempre stato uno stupido...” Bucky si morde il labbro e lo guarda da sotto in su, senza scostarsi da lui “Tu mi hai sempre protetto, Stevie... e sei sempre stato forte, più di me, anche quando eri uno scricciolo minuscolo e non riuscivi nemmeno a pronunciare bene il mio nome”
Steve gli chiude il mento tra le dita e lo bacia “Sei senza cuore! Avevo sei anni e il tuo nome è difficile da dire!”
“Ma se lo hai inventato tu.. potevi chiamarmi James” soffia l'altro, la voce bassa, gli occhi affilati.
“Come tutti gli altri? Mai! Bucky è solo mio” lo bacia ancora succhiandogli piano le labbra.
“Vorrai dire Batchy” lo prende in giro sorridendogli sulle labbra.
“Sei un cretino!” ride
“Sì, anche io ti amo”
Steve gli stringe la braccia intorno al busto e affonda il viso nell'incavo della sua spalla “Dio, quanto ti amo!” sussurra piano in un imbarazzo che gli imporpora il viso “Alla fine la dea del vischio ha mantenuto davvero la promessa! Per fortuna ti ho dato quel bacio!”
Bucky sorride felice, un velo di lacrime gli bagna le ciglia; non ha idea se sia stata proprio la promessa di quella dea antica di cui gli aveva raccontato sua madre quando era solo un bambino, ma gli piaceva pensare che fosse davvero così, che grazie a quell'innocente bacetto che sia erano scambiati il giorno di Natale sotto al vischio, lui e Steve, pur avendo affrontato avversità di ogni tipo e dopo essersi persi per così tanto, ora erano di nuovo insieme, esattamente un secolo dopo quel bacio e, finalmente, erano liberi di amarsi e di condividere una vita insieme in quell'appartamento a Brooklyn.
“Buon Natale, Stevie!” Bucky incrocia le dita della mano a quelle dell'altro, i suoi occhi di nuovo sulla neve che accarezza la città.
“Buon Natale, Batchy!”
Ridono...

 

~ Merry Christmas ~

Kisa89

  
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