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Autore: Menade Danzante    29/12/2019    3 recensioni
[Established Relationship | Post-Apoca-nope | Post-"Una settimana e un giorno" | Può essere letta anche senza conoscere le altre storie della serie]
Dal testo: "Lo trovò in poltrona, con il viso comodamente poggiato sulle proprie nocche, gli occhi chiusi e il petto che si alzava e abbassava al ritmo regolare del suo respiro. Crowley ne ebbe incredibile tenerezza: Aziraphale assorto in un pisolino pomeridiano era uno spettacolo troppo inconsueto perché il demone fosse in grado di controllare il sorriso spontaneo che gli compose le labbra.
Si chiese se non fosse rientrato in libreria troppo presto e se per caso non si fosse intromesso in un momento privato, intimo ed esclusivo. Considerò di dileguarsi e di lasciare Aziraphale ai suoi sogni, ma non mise in pratica il proposito: allontanarsi da lui non sembrava rientrare nei suoi programmi per l'immediato futuro."
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'How to cope with Apoca-nope and be happy'
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A Wonderful Idea






Lo trovò in poltrona, con il viso comodamente poggiato sulle proprie nocche, gli occhi chiusi e il petto che si alzava e abbassava al ritmo regolare del suo respiro. Crowley ne ebbe incredibile tenerezza: Aziraphale assorto in un pisolino pomeridiano era uno spettacolo troppo inconsueto perché il demone fosse in grado di controllare il sorriso spontaneo che gli compose le labbra.

Si chiese se non fosse rientrato in libreria troppo presto e se per caso non si fosse intromesso in un momento privato, intimo ed esclusivo. Considerò di dileguarsi e di lasciare Aziraphale ai suoi sogni, ma non mise in pratica il proposito: allontanarsi da lui non sembrava rientrare nei suoi programmi per l'immediato futuro. Continuò ad ammirare l'angelo e a sorridere, la testa un poco inclinata di lato. Pensò che, se fosse stato cosciente, il Principato l'avrebbe rimproverato, ma Crowley trovò che al momento fosse più importante sfilarsi il cappotto e lanciarlo sulla pila di libri più vicina per essere più libero nei movimenti: al biasimo di Aziraphale avrebbe pensanto più tardi.

Si avvicinò alla poltrona a piccoli, cauti passi, senza fare rumore, per guardare l'angelo da vicino. Condividevano una camera e un letto, ma era raro che Crowley riuscisse a svegliarsi prima di Aziraphale per poterlo cogliere immerso in un placido sonno. Si piegò fin quasi a sedersi sui talloni, fermandosi solo quando avvertì distintamente una giuntura del suo corpo mortale scricchiolare con uno schiocco secco.

Smise di respirare all'istante e rimase completamente immobile, scrutando Aziraphale come se da un momento all'altro avesse potuto sollevare le palpebre e coglierlo in quella posizione buffa e sofferente. Sarebbe stato alquanto ignobile da parte sua farsi trovare così, accucciato sul pavimento, una mano sul bracciolo della poltrona e l'altra lontana dal busto nel vano tentativo di bilanciarlo. Sarebbe stato più dignitoso un solo veloce rimprovero.

Il demone fece passare dieci secondi di assoluta quiete prima di decidersi a muoversi di nuovo. Si stabilizzò sulle punte dei piedi, cercando di ovviare alla scomodità della posizione come meglio poté, senza interferire con il corpo di Aziraphale.

Gli piaceva ammirare l'angelo. Gli piaceva sempre, ma Crowley aveva scoperto con i millenni che vederlo impegnato in occupazioni tutte umane aveva un gusto ancora più dolce del solito. Se erano le sue preferite, poi, il demone non poteva fare altro che concedersi una pausa da tutto quello che stava facendo per dedicarsi alla contemplazione più sacra di cui un Rinnegato fosse capace.

Quasi senza rendersene conto, Crowley mosse una mano verso il viso di Aziraphale, raggiungendo i capelli spumosi per arrotolarsi un ricciolo biondo intorno all'indice. Capì di aver intensificato il proprio sorriso quando avvertì le guance tirare, ma non se ne preoccupò: l'angelo non poteva vederlo, non poteva dirgli quanto fosse adorabile e soprattutto non poteva restituirgli uno sguardo di miele capace di portarlo sull'orlo della discorporazione. Nonostante i trascorsi, infatti, Crowley si vantava di avere ancora una certa propensione a preservarsi intatto per l'avvenire.

Fu quando infastidì un'altra ciocca di capelli che per poco non fu costretto a ricredersi.

«Mio caro ragazzo, è un po' rude osservare e toccare qualcuno quando lo si crede addormentato. Non sei d'accordo?»

«Bastardo!»

Crowley sussultò, incapace di contenersi, vittima di un incantesimo spezzato e di un simbolico infarto. Fissò colpevole gli occhi serpentini in quelli cerulei dell'angelo, cercando disperatamente qualcosa da dire. Delle scuse, ad esempio.

«Sei sveglio» constatò, invece, alla fine, valutando solo in quel momento la possibilità di ritirare la mano dai capelli di Aziraphale. Azzardò a muovere il pollice in un cerchio delicato e quando l'angelo gli sorrise bonario stabilì di poter rimanere con le dita intrecciate ai boccoli biondi ancora un po'.

«Si può sapere che diamine stavi facendo, allora?»

«Mi gustavo il tuo regalo di Natale» rivelò Aziraphale, prendendo dal tavolino circolare accanto a sé un involucro scuro che Crowley riconobbe all'istante: il tubetto di crema per le mani che aveva accuratamente impacchettato per lui una settimana prima.

«Ah!» esclamò il demone, sorpreso, prima di sorridere come un serpente. «L'hai finalmente trovato! Era ora!»

«Mi dispiace» disse subito l'angelo, afflitto. Crowley si affrettò a scuotere il capo e ad accarezzargli lievemente la tempia. «Non me lo aspettavo: non ho mai controllato»

«Lo so» assicurò il demone, spostando il peso da un piede all'altro, un po' impacciato. «Ho pensato di rendere utile l'albero...» disse, indicando con la testa nella direzione in cui era collocato il bonsai di abete. «Se no tanto valeva non addobbarlo, ti pare?»

Il discorso gli era sembrato incredibilmente logico, ma il sorriso prezioso che ricevette in cambio gli fece capire di aver fallito con la finta giustificazione.

«È stato un pensiero delizioso, mio caro»

Crowley prese un respiro profondo, teatrale, che lo costrinse ad inarcare la schiena e a gonfiare il petto. Era un demone, non faceva cose carine per definizione, ma non poteva negare di aver agito come un qualunque altro idiota sentimentale. E poi aveva perso il conto di quante volte avesse ribadito all'angelo di non poter fare gesti amorevoli per natura: Aziraphale sapeva meglio di lui quanto fosse falsa quell'affermazione. Discutere ancora su quel punto gli parve profondamente insensato.

«Eh già» esalò, scuotendo appena il capo.

«Vieni qui» disse l'angelo battendo la mano aperta sulle proprie gambe. «Non sei scomodo lì giù?»

Crowley dovette compiere uno sforzo enorme per rimettersi in piedi prima di caracollare sulla poltrona in braccio ad Aziraphale: le sue caviglie nel processo avevano crepitato così sinistramente da far credere al demone che se fosse rimasto a terra ancora per qualche minuto, avrebbe dovuto ricorrere a un miracolo per cambiare posizione. Aziraphale sollevò le sopracciglia, ma gli riservò l'accortezza di non commentare.

Crowley gli si accoccolò contro, circondandolo con le braccia sia per mantenere l'equilibrio che per sentirlo più vicino.

«Allora, ti è piaciuto?» chiese una volta sistematosi.

«Moltissimo». Aziraphale non aggiunse altre parole e porse la destra a Crowley perché la esaminasse tra le sue mani. Il demone la sentì subito morbida al tatto, vagamente oleosa ma così soffice e nel complesso vellutata che si chiese come l'avrebbe percepita se l'avesse premuta contro la propria guancia. Lanciò un'occhiata all'angelo, chiedendogli implicitamente il permesso di agire. Al breve cenno di assenso che ottenne si portò la mano al viso e si abbandonò subito al tocco delicato della carezza di Aziraphale.

Fu allora che l'odore avvolgente di mandorle gli invase le narici, fornendogli una risposta più che soddisfacente all'espressione beata con cui aveva sorpreso l'angelo: il profumo era così intenso ed esile allo stesso tempo che nessuno, si disse Crowley, soprattutto Aziraphale, avrebbe potuto resistere alla tentazione di inebriarsene in santa pace.

Inspirò a fondo prima di ruotare appena il volto e depositare un morbido bacio sul palmo aperto.

«Oh, adesso capisco» disse l'angelo, la voce colorata da un sorriso sornione. «Questo è un regalo anche per te»

Touché.

Crowley si riscosse subito, sfoderando il suo migliore sguardo indignato. «A te piacciono le tue mani!» esclamò. «È un regalo perfetto per te»

Ma l'angelo ridacchiò. «Certamente. Questo, tuttavia, non esclude il tuo gradimento: stai già beneficiando fin troppo della mia crema per le mani, mio caro»

Crowley boccheggiò nella speranza di riuscire a dire qualcosa di valido per tirarsi fuori d'impaccio, ma il suo angelo aveva ragione: comprando il tubetto alle mandorle il demone aveva davvero preventivato il gravoso compito di ricevere morbide coccole profumate da quelle mani dolci e curate e, suo malgrado, aveva gioito al solo pensiero.

Offeso da quella sottolineatura dell'ovvio, Crowley, come se l'arto fosse stato il suo, si portò nuovamente la mano di Aziraphale contro la guancia e vi si appoggiò contrito. La messinscena durò al massimo un paio di secondi, il tempo di sentire le dita dell'angelo muoversi contro la sua pelle in una carezza lieve.

«Devo riconoscere che ha un odore piuttosto succulento» disse Aziraphale dopo qualche minuto di rilassato silenzio. «Appetitoso, quasi. La mangerei volentieri al posto del dessert»

Crowley rise contro la sua spalla. «Te l'ho detto, angelo: è perfetta per te». Percepì l'altro scuotere la testa con rassegnazione. «Ho ragione e lo sai»

Aziraphale si allontanò appena e gli sollevò il mento quel tanto che bastava perché i loro occhi si incrociassero. Crowley poté leggere nello sguardo dell'angelo il desiderio di contraddirlo, ma in capo a qualche secondo fu costretto a sorridere di fronte all'espressione arrendevole che si ritrovò a fronteggiare.

«Suppongo che questo sia vero» ammise alla fine Aziraphale, addolcendo i tratti. «E immagino che tu voglia sentire un... wahoo per il tuo intuito. Corretto?»

Crowley emise una risata gutturale prima di rannicchiarsi ancora più stretto intorno al corpo dell'angelo e chiudere gli occhi per godere al meglio delle attenzioni che gli venivano riservate. Quando la mano di Aziraphale scivolò lieve alla base del suo ciuffo, il demone seppe definitivamente di aver avuto una delle idee più brillanti di tutta la sua esistenza.


   
 
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