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Autore: Mysterious_Nightmare    03/01/2020    3 recensioni
[PRIMO LIBRO DELLA SAGA]
Quando Thyus decide di partire da Loder in cerca di una sua vecchia conoscenza, i suoi genitori decidono di cedergli un importante cimelio di famiglia.
Il pugnale che riceve in dono porta con sé una misteriosa incisione elfica che cambierà la sua vita e svelerà segreti tenuti nascosti da più di duecento anni dall'Imperatore degli Elfi.
Che cosa succederà quando la verità verrà a galla?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PARTE PRIMA


La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima. E di fare in modo che la vita intera sia l'espressione di questa anima.

— Annie Marquier







 

CAPITOLO 1 - LA RAGAZZA PERDUTA

 

Fu un'insolita sensazione di solletico a ridestarlo dai propri sogni quella mattina. Thyus scosse la testa per liberarsi dal fastidio e si girò di lato, deciso a riaddormentarsi.

Qualcosa si mosse di fianco al suo viso, ma lui non vi diede importanza, fino a che, d'un tratto, quel qualcosa non gli pinzò un orecchio.

«Irien!» esclamò, alzandosi di scatto con una mano all'orecchio mentre tentava, con l'altra, di afferrare il corvo che svolazzava via verso il suo trespolo, ben conscio che, se Thyus fosse riuscito ad acchiapparlo, avrebbe visto un paio di piume lasciare il loro posto «Maledetto uccellaccio, ti pare questo il modo di svegliare il custode della tua anima?»

«Ordini di tua madre» gracchiò di rimando il corvo «Ha detto che lei e Dorun devono parlarti di qualcosa di importante.»

«Da quando un Animale Spirituale ascolta ordini non impartiti dal proprio custode? E poi lo sai: quando dicono che è importante, di solito si tratta di lavori pesanti da fare. Quindi grazie, ma no, grazie» Thyus si lasciò cadere mollemente sul letto, emettendo un lungo e sonoro sbadiglio «Ho tagliato talmente tanta legna ieri che questa notte credo di averla pure sognata.»

«Cambierebbe qualcosa se ti dicessi che riguarda una certa lei

«Lei chi?» Thyus sollevò la testa dal cuscino «Irien, parla. Lo sai quanto mi diano fastidio gli indovinelli.»

«Sto parlando di Zhenya» la voce del corvo era incerta «L'hanno avvistata.»

Thyus saltò fuori dal letto ancor prima che l'animale finisse di parlare e, afferrati i primi indumenti che gli capitarono a tiro, uscì dalla stanza e scese dalle scale facendo i gradini a due a due.

Aveva aspettato il suo ritorno senza mai allontanarsi dal villaggio. Per anni era rimasto a scrutare dalla finestra di camera sua chiunque passasse, nella speranza di trovare, tra quei tanti volti, un paio di occhi rubino.

Spalancò la porta dell'unica stanza al piano terra ed entrò con il respiro affannato, rosso in viso.

«L'hanno trovata?» vomitò quelle parole come se la sua intera vita dipendesse da esse.

I suoi genitori lo invitarono a sedersi. Non sembravano buone notizie.

«Sta bene?» si trascinò sulla sedia più vicina. 

«Pare di sì.» Thyus ascoltò suo padre in silenzio «Ci sono giunte voci, tuttavia, che non indicano nulla di buono. Ci è stato riferito che sia tornata nel suo regno, nelle Terre Bruciate, e sembra che si sia unita a una delle tante sette che cercano di controllare quel territorio.»

«No» Thyus si alzò, battendo le mani sul tavolo «Lei non farebbe mai una cosa del genere. Mai!»

«Siamo esterrefatti quanto te» esordì calma sua madre «Ma sapevamo tutti che sarebbe potuto accadere.»

«Non voglio nemmeno sentirne parlare» la interruppe Thyus bruscamente. Si voltò di scatto e uscì dalla stanza sbattendo la porta "Lei è diversa."

«Molto maturo» giudicò una voce gracchiante.

«Taci, lo sai come la penso.»

«Sì e, per la millesima volta, ti ripeto: non è diversa. Sai benissimo che è come tutti i maghi innati» continuò Irien, ignorando il mago «Alla fine impazziscono, consumati dal proprio potere. Ascoltami, per una volta: accetta la situazione per quella che è e vai avanti. Sei rimasto a Loder fin troppo tempo per i miei gusti. Un mago del tuo calibro dovrebbe viaggiare e continuare a migliorarsi. Invece hai preferito rimanere qui e aspettare il ritorno di una ragazza qualunque.»

«Non è una ragazza qualunque.» Thyus si sedette sul letto, nascondendosi il viso fra le mani.

«Hai ragione» Irien era impassibile «È una maga innata del Fuoco che, come tutti i suoi simili, ha perso il controllo dei propri impulsi.»

Thyus la ignorò. Allungò la mano verso il libro di magia che teneva di fianco al letto, lo aprì e si immerse nella lettura. O meglio: tentò. In una parte remota della sua testa, il pensiero di Zhenya continuava ad assillarlo.

"Se fosse rimasta non sarebbe successo. Potevo aiutarla, gliel'ho sempre detto."

Si lasciò sfuggire un grido di rabbia e frustrazione, richiamando l'attenzione del corvo.

«È inutile rimuginarci sopra. Non puoi cambiare una situazione sulla quale non hai alcun potere.»

"Lo so." Thyus non ebbe il coraggio di risponderle, poi, d'un tratto, si illuminò.

«Ma io posso cambiare la situazione!» esordì, saltando in piedi sul letto «Irien, la soluzione è molto semplice. La ritroviamo, le parliamo e torna in sé.»

Ci fu un breve silenzio, poi Irien scoppiò in una fragorosa, gracchiante, risata.

«Non ho mai sentito nulla di più stupido!»

«Pensala come vuoi, ma ho preso la mia decisione. Partiremo per Mitfeld, otterremo il permesso per viaggiare fino alle Terre Bruciate e andremo a salvarla da se stessa.»

Sentì bussare.

«Posso entrare? Non ho potuto fare a meno di origliare; parlate con un tono di voce talmente alto che, in realtà, è impossibile ignorarvi.» Sua madre aprì senza aspettare una risposta e si sedette accanto a lui «Thyus, abbiamo sentito che vuoi partire per ritrovare Zhenya e, nonostante crediamo che sia assurdo e improbabile che tu riesca a salvarla, io e tuo padre vogliamo aiutarti.»

Thyus non credeva alle proprie orecchie. Non lo avevano mai ostacolato nelle sue scelte, ma non pensava avrebbero accettato una decisione del genere.

«Non possiamo venire con te, questo è certo, ma possiamo darti un po' di denaro per viaggiare e un piccolo regalo che ti tornerà sicuramente utile.» continuò sua madre porgendogli una scatola di legno per poi alzarsi e dirigersi verso la porta «È un cimelio di famiglia, trattalo con cura.»

Aspettò che sua madre uscisse dalla stanza prima di aprire con foga il cofanetto e rivelarne il contenuto. Era un pugnale -un bellissimo pugnale- dalla luccicante lama argentata e un'impugnatura dorata decorata con svariate pietre azzurre. 

«Guarda.» Irien, che si era avvicinata, puntò con il becco la lama «C'è un'incisione.»

«Se solo sapessi tradurla» sospirò il mago «Sono rune elfiche, non le ho mai imparate.»

«Scommetto che la biblioteca di Mitfeld abbia dei volumi sulle rune elfiche. Potremmo andarci.»

«Hai ragione. Ci fermeremo qualche giorno lì, dovremo aspettare il permesso di viaggio comunque» osservò Thyus «Prepariamoci: partiremo domani all'alba.»

Se fosse rientrato nei suoi poteri, Thyus avrebbe fatto sorgere il sole molto prima

Se fosse rientrato nei suoi poteri, Thyus avrebbe fatto sorgere il sole molto prima. Non aveva chiuso occhio quella notte, impaziente com'era di partire.

Si trovava davanti all'uscio, pronto per partire, con lo zaino in spalla e quel poco denaro che i suoi genitori erano riusciti a prestargli. Assicurato alla cintura, portava il pugnale regalatogli da sua madre e, stretto nella mano destra, il suo fidato bastone magico.

«Continuo a pensare che non sia una buona idea, ma so che partiresti comunque, quindi non ti fermerò» commentò suo padre prima di augurargli buon viaggio.

«Mi raccomando, sii prudente e scrivici ogni tanto» si raccomandò sua madre con gli occhi lucidi «E fidati di Irien, saprà sempre come guidarti.»

Thyus annuì e l'abbracciò per un'ultima volta prima di battere a terra il bastone due volte, facendo apparire un mantello addosso a sé.

Partì senza guardarsi indietro, convinto che, se lo avesse fatto, avrebbe cambiato idea all'istante.

Irien lo raggiunse in volo e planò fino ad atterrare sulla sua spalla. Thyus girò la testa e le lanciò un'occhiata interrogativa.

«Ci aspettano due giorni di cammino. Preferisco risparmiare le energie fin che posso» si spiegò lei.

Thyus scosse leggermente la testa in segno di rassegnazione e iniziò a percorrere il sentiero fino ad addentrarsi nel vasto bosco che lo separava dalla sua meta.

Le ore trascorsero veloci; abituato a camminare sui ripidi sentieri di montagna, una volta disceso nella pianura boschiva il suo passo si era sveltito.

Ben presto, la poca luce solare che filtrava dalle fitte fronde degli alberi lasciò spazio ai flebili raggi lunari, che costrinsero il mago e il proprio Animale Spirituale ad accamparsi in una limitata radura a metà strada.

Davanti al piccolo fuoco che aveva acceso, Thyus consumò la sua razione da viaggio e decise di divertirsi con la magia, facendo scomparire e ricomparire con la sua arte illusoria la foglia che teneva tra le lunghe dita affusolate. Aveva ripetuto così tante volte quell'esercizio, che ormai era solo più un passatempo.

«Perché non provi a creare un incantesimo?» lo spronò Irien a un certo punto, per nulla intrattenuta da quella semplice illusione.

«Serve un permesso speciale dal Gran Mago, lo sai.»

«Siamo in una radura nel bel mezzo della notte. Nessuno lo verrà mai a sapere.»

Thyus non rispose e continuò con i suoi esercizi fino alla noia.

«Hai una cattiva influenza su di me» sospirò, lasciando cadere la foglia. Irien rispose alle accuse con una risata gracchiante e osservò il proprio custode perdere lo sguardo nel fuoco che scoppiettava davanti a lui.

Perso nei suoi pensieri, Thyus cercava di capire che tipo di incantesimo gli sarebbe piaciuto creare. Conosceva a memoria tutte le magie presenti nei manuali e ognuna di esse aveva lo scopo di confondere la mente o di manipolarla. Si chiese, non per la prima volta, perché non ci fossero incantesimi con effetti fisici, osservabili dall'esterno. A pensarci bene, solamente chi praticava magia nera e magia bianca aveva a disposizione una vasta gamma di incantesimi mentali, ma nessuno fisico. Trovò il fatto molto strano, così decise che la sua prima magia sarebbe stata differente dalle solite.

Un sottile fumo nero iniziò a scaturire dalla base del bastone.

«Un incantesimo fisico?» Irien era perplessa.

«Ho pensato che potrebbe tornarmi utile» spiegò «Se incontrassimo dei briganti, potrei aver bisogno di sparire per evitare uno scontro, ma non posso manipolare la loro mente per rendermi invisibile ai loro occhi se mi trovo nel loro campo visivo. Purtroppo non ho le stesse dimensioni di una foglia. Con un incantesimo come questo, però, potrei impedire loro di vedermi per tutto il tempo necessario per completare la magia.»

«Ne servirà molto di più se vorrai impedire a chiunque di vederti» osservò il corvo.

«Ci sto provando» Thyus grugnì, impegnato a incanalare più energia dal suo corpo nel bastone «Ma non riesco a emetterne più di così. Sembra quasi che ci sia un blocco.» Rinforzò la presa sul bastone, che iniziò a scricchiolare, costringendo Thyus a interrompersi per paura di romperlo.

«Irien, i bastoni sono in gradi di sopportare qualunque tipo di magia, vero?»

«Certo. D'altronde un mago tiene lo stesso per tutta la vita nonostante gli incantesimi diventino via via più potenti.»

"E allora perché..."

«Stai bene?» Irien ruppe il breve silenzio «Ti vedo pallido.»

«Sono solo stanco» mentì. Si sdraiò accanto al fuoco e chiuse gli occhi «Cerchiamo di dormire un po', domani ci aspettano altre ore di cammino prima di arrivare a destinazione.»

"Irien non ha sentito il bastone scricchiolare. Che sia stata solo una mia impressione?" si domandò mentre si assopiva.
 

 Thyus osservò l'Animale allontanarsi e, poco dopo, iniziò a correre dalla parte opposta, deciso ad arrivare a Mitfeld il prima possibile, con la speranza di non incontrare più Goblin o altri personaggi tanto misteriosi quanto letali

Il soldato ripose la sua lancia. 

«Benvenuto a Mitfeld, capitale degli Elfi.»


 

  
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