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Autore: tanjess    06/01/2020    0 recensioni
-Kaori, ti ricordi la nostra promessa?- Sussurrò Yuki, appoggiata alla spalla della sorella, assopita dal tepore del sole pomeridiano che accarezzava le sue morbide guance. La giornata era incantevole e stare nei boschi, con il cinguettio degli uccelli, il dolce suono del ruscello che scorreva via, portava con se tanta serenità che faceva da sfondo a grandi dolori..
-Si Yuki, non ti lascerò mai, saremo sempre insieme- Rispose Kaori guardando il cielo trasportata da ricordi lontani.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Kaori, ti ricordi la nostra promessa?- Sussurrò Yuki, appoggiata alla spalla della sorella, assopita dal tepore del sole pomeridiano che accarezzava le sue morbide guance. La giornata era incantevole e stare nei boschi, con il cinguettio degli uccelli, il dolce suono del ruscello che scorreva via, portava con se tanta serenità che faceva da sfondo a grandi dolori..
-Si Yuki, non ti lascerò mai, saremo sempre insieme- Rispose Kaori guardando il cielo trasportata da ricordi lontani.

Un boato.
-Yuki..?-
-Yuki?..-
-Scusa..... …... …... Scusa... -


I ricordi di Kaori furono bruscamente interrotti dall'assalto di Yuki che nel frattempo si era alzata e l'aveva circondata da dietro in un caldo abbraccio. -Giocavamo sempre qui, ti ricordi?- Le disse Yuki.
-Certo, come potrei dimenticarlo.- Kaori girò il viso verso quello della sorella.
-Beh è passato molto tempo.-
-Certe cose non si dimenticano... - Rispose con tono più triste Kaori.
Yuki si alzò in piedi e Kaori la seguì con lo sguardo.
-Presto sarà tutto dimenticato...- Disse Yuki con un tono di speranza, mentre gli occhi di Kaori si soffermarono sulla sua gamba, in particolare alla cicatrice sul suo ginocchio. -Ti fa male?..- Chiese con apprensione. -Solo un po'. Sto bene- Yuki si mise a sedere poggiando la schiena a quella di Kaori.
-Ascolta Kaori...- Yuki si fece seria di colpo, tanto da far irrigidire Kaori e metterla sull'attenti. In quell'istante accanto al loro viso svolazzò una farfalla, dipinta di un rosso acceso. Kaori sentì Yuki sospirare, dopo di che parlò
-... Non importa.- Kaori riabbassò lo sguardo, da quel giorno non aveva smesso di sentirsi colpevole per quanto accaduto alla sorella. Fin da piccole, forse per il fatto che fossero gemelle, erano sempre state unite, avevano fatto sempre tutto insieme ma Kaori era tra le due la più spigliata, la più forte, la più veloce, la più in salute.. Si era sempre presa cura di quella che per qualche minuto di differenza era la sorella più piccola, e dal giorno dell'incidente, ancora di più. Tale premura col passare del tempo, comprendendo le cose, si trasformò in un enorme peso da sopportare per lei, che le procurava solo dolore.

Kaori correva, scappava dalla piccola Yuki per farsi rincorrere -Forza Yuki prendimi- correva ancora . -Aspettami Kaori, non ce la faccio.- Si lamentava Yuki, ma Kaori troppo felice di correre, di sentire l'aria sferzarle il viso, non si fermò e continuò aumentando la velocità. -Forza lumacona- La incoraggiava Kaori. Pochi secondi.. si sentì un boato. Kaori si voltò e non vide più sua sorella. -Yuki?..- Nessuna risposta. -Yuki..?- Chiamò a voce più forte, ma nulla. Torno indietro di qualche passo disperata. -Yuki?..- Urlò. Sul sentiero non c'era nessuno. Fece un altro passo e si fermò, aveva calpestato qualcosa. Sollevò il piede, si chinò e raccolse il fiocchetto che fino a pochi secondi prima era sulla scarpetta della sorella. Era sfilacciato e alcuni fili erano rimasti impigliati in una radice sporgente . La piccola Kaori si avvicinò al limitare del sentiero, vicino al pendio, si sporse fin dove poté e la vide... Yuki era a terra , su di una sporgenza qualche metro più sotto. I suoi vestiti sporchi di terra e sangue.. il ginocchio sinistro era tutto sfregiato e rosso, la gamba girata in modo anormale e lei... lei non si muoveva ...

-Yuki - Kaori prese a parlare più serena -Ti ricordi quando..- Si interruppe, giratasi verso la sorella vide che non c'era più. -Yuki?...- Chiamò, girò il capo a destra e a sinistra ma di Yuki non c'era traccia, come se non fosse stata con lei fino a pochi secondi prima. -Dove sei?..- Si alzò in piedi, girò più volte su se stessa. Chiuse gli occhi e a gran voce gridò – YUKIIIIIII!!!-
Udì un flebile scampanellio, riaprì gli occhi e fece fatica a vedere ciò che la circondava. Il bel sole che illuminava il bosco era sparito per lasciare il posto a una notte tetra e opprimente la cui unica fonte di luce era la luna piena che risplendeva in lontananza. Kaori sconcertata chiuse e riaprì più volte gli occhi pensando, sperando stesse facendo un incubo. Quando riuscì a rassegnarsi che tutto ciò era reale cercò di riacquistare la calma. Yuki.. Torna da me... Nuovamente il suono di uno scampanellio, più forte e chiaro di quello precedente, la fece sobbalzare. Si sentì osservata, si guardò in torno ma non vide nessuno. Avvertiva una strana sensazione, che non riusciva a definire, era come se qualcuno la osservasse. Fu un attimo, qualcosa le sfrecciò accanto, l'aria sollevata dal movimento le fece ondeggiare la gonna. Kaori si girò di scatto impaurita e in lontananza vide Yuki che zoppicando avanzava verso una direzione a lei sconosciuta, verso l'ignoto, verso l'oscurità. -Yuki! Dove vai?- le sue parole non la raggiunsero. Prese a correre verso di lei. -Yuki, fermati!- si fece largo tra gli alberi e i cespugli macabri anche loro. L'aria pesante e l'oscurità che la circondava la angosciavano, ma nonostante ciò non si fece fermare da nulla, voleva raggiungere Yuki e andarsene da quel posto solo insieme a lei. Correva ma sembrava non raggiungerla mai. Yuki, ti prego fermati, dove stai andando..? ti prego..
Nel correre, tra un cespuglio e l'altro, le sembrò di scorgere due piccoli occhi rossi accesi, intensi, che seguivano i suoi passi. Un brivido le percorse la schiena. Raggiunse Yuki, le mise una mano sulla spalla e la girò. -Yu..- Al dolce volto della sorella si sovrappose un altro volto,uguale a quello di Yuki ma più tetro, più cupo. I suoi occhi non erano dolci e gentili come quelli della sorella da lei tanto amata, bensì carichi d'odio. La pelle pallida era risaltata dal rosso sangue che le scendeva giù dagli occhi, neri, cupi, che trascinavano in un oscurità senza ritorno. La luce emanata dalla luna si affievolì ancora di più gettando quel luogo sempre più nell'oscurità. Ciò che Kaori riusciva a distinguere bene era solo il volto della sorella, e della ragazza così simile a Yuki e allo stesso tempo così diversa. Kaori lasciò la presa, fece qualche passo indietro terrorizzata. -Yuki..?- disse piano a voce tremolante. Lo spirito davanti a lei sussurrando disse solo
-Non hai mantenuto la promessa... e ora..- Sorrise malignamente. Yuki e lo spirito che si sovrapponeva a lei parlavano all'unisono, sembrava fossero un'unica persona, un'unica entità -...Riscatterai il debito.- Concluse. Cominciò a ridere, una risata stridula e maligna. -Vattene, lascia stare Yuki- Gridò Kaori chiudendo gli occhi e portandosi le mani alle orecchie per coprire il suono della sua voce che le attraversava l'anima facendogliela tremare. Continuava a sperare si trattasse tutto di un brutto sogno. Quando riaprì gli occhi si trovò nuovamente sola, Yuki e la strana presenza erano sparite. Kaori si fece coraggio intenzionata a non andarsene senza aver prima ritrovato Yuki. Davanti a lei c'era un sentiero, libero dagli intralci della natura ma non meno inquietante. Prese a percorrerlo, un passo dopo l'altro. Coraggio Kaori, non devi avere paura... Si incoraggiava per non cedere all'istinto di correre via da quel luogo. Dopo qualche minuto di camminata gli sembrò di girare intorno, ma non c'era nulla in quel luogo che potesse fargli capire che ci fosse già passata, ogni cosa era uguale all'altra. Prese un ramo caduto a terra e si mise a scavare in un cespuglio formando una cavità tra tutte le foglie. Ci conficcò dentro il ramo, si strappò una striscia di tessuto dalla sua maglietta bianca e la legò al ramo a formare una bandierina. I versi di animali, a lei sconosciuti che non vedeva ma sentiva soltanto, la inquietavano enormemente, ma il pensiero di Yuki da sola e in difficoltà forse più di lei non le permetteva di fermarsi. Andò avanti continuando a seguire il sentiero. I pensieri di Kaori spaziavano da Yuki a cercare di capire come era possibile tutto ciò e a quando sarebbe tornata la calda luce del sole. Non riusciva a capacitarsi, e più si sforzava di darsi una spiegazione più si sentiva avvolgere dall'oscurità. Dopo un po' di camminata a vuoto si fermò, non sapeva da quanto andava avanti, a lei sembravano ore. Si guardò intorno cercando un' indizio, o qualsiasi altra cosa le facesse capire che era sulla strada giusta. Non aveva punti di riferimento in quel buio opprimente. Un rumore dal cespuglio accanto attirò la sua attenzione e appena si voltò sbiancò di colpo. Aveva girato nuovamente in tondo, quello che stava guardando era il cespuglio con il ramo che aveva incastonato al suo interno, ma la cosa più spaventosa era che con il lembo della maglia che lei aveva strappato, ora impregnato di sangue, era stato impiccato un cucciolo di aquila minore. Chi può essere stato?... Si guardò in torno ma non vide nessuno, il sangue di cui era impregnata la stoffa era fresco, ancora gocciolava, ciò voleva dire che non era passato molto tempo dall'atto. Ma c'era una sola domanda che continuava a martellare i pensieri di Kaori. Di chi è quel sangue?... Le foglie basse del cespuglio si mossero, qualcosa grattava i piccoli rami per uscire. Kaori si avvicinò leggermente per controllare cosa si nascondesse tra le foglie, appena pose la mano su di esse udì uno scampanellino, con un balzo uscì fuori un gatto nero con intensi occhi rossi, gli stessi che la accompagnarono nella sua corsa verso Yuki. Kaori fece un passo indietro spaventata. Il gatto restò li fermo a osservarla. Kaori rimase ipnotizzata da quello sguardo. Il gatto era spaventosamente incantevole, il suo sguardo magnetico poteva portare alla salvezza completa o alla perdizione totale. Al collo portava un piccolo campanellino, forse lo stesso che aveva udito in precedenza. Lei fece un passo verso di lui e subito gli si gonfiò il pelo, gli soffiò contro mostrando due canini appuntiti somiglianti a quelli di un vampiro. Il gatto puntava nella sua direzione ma non era a lei che riservava tale aggressività. Kaori era disorientata era terrorizzata all'interno di quel posto infernale ma l'ultima cosa di cui sentiva di dover avere paura era quella strana creatura. Sentì qualcuno piangere, singhiozzi piccoli e acuti, come il pianto di un bambino. Si voltò e vide che la vegetazione che limitava il sentiero era scomparsa, al suo posto vi trovò un portale Torii e sotto la sua arcata una bambina che piangeva. -Hey piccola, che ci fai qui?- Le chiese Kaori preoccupata. Se questa bambina è arrivata fin qui, forse è possibile anche uscire. Il pensiero di una via di fuga la rincuorò -Mi dispiace...- disse la bimba continuando a singhiozzare. -Di cosa ti dispiace? Ti sei persa?- Kaori fece un passo verso di lei, il gatto alle sue spalle cominciò a ringhiare. Non capiva cosa infastidisse tanto il gatto e perché. La piccola continuava a piangere disperata. Kaori si avvicinò ancora. -Coraggio non abbatterti usciremo di qui..-
-Scusa... Perdonami...- La voce della piccola si faceva sempre più flebile
-Coraggio, ci sono io, non ti lascerò qui.- Kaori le posò la mano sulla spalla e la bambina si voltò contro di lei urlando. -LO HAI GIA FATTO! E' SOLO COLPA TUA!- Il suo volto era rigato dalle lacrime versate, lacrime rosse come il sangue, lacrime interminabili che continuavano a sgorgare da due occhi completamenti neri, che trafiggevano l'anima come mille coltelli, insinuando in Kaori tristezza, paura e sensi di colpa. Kaori cadde in ginocchio, quella bambina, era uguale a sua sorella Yuki da piccola. Kaori non riusciva a crederci, non era possibile. Le parole della bambina insieme alla risata glaciale e maligna di sua sorella Yuki, o chiunque fosse colei che ne aveva preso le parti, le rimbombavano in testa. Udì di nuovo il suono del campanellino, e tutto svanì . Le voci che tormentavano Kaori sparirono e quando riaprì gli occhi la bambina non vi era più. Era tornata la calma. L'unica cosa rimasta era il portale Torii che conduceva a una casa in lontananza. Il gatto si sedette davanti a lei puntando i suoi grandi occhi rossi dritti in quelli di Kaori. -Devo trovare Yuki, se sai dov'è ti prego portami da lei..-
Il gatto continuò a guardarla impassibile. -Sto impazzendo, mi ritrovo anche a parlare con un gatto. Yuki.. dove sei?..- Il gatto si avvicinò e si posizionò sotto il suo viso, fissandola intensamente. Si sentì attratta da quello sguardo e non poté fare a meno di allungare la mano per accarezzarlo. Nel preciso istante in cui le sue dita sfiorarono il pelo nero del gatto gli occhi di Kaori cominciarono a cambiare colore, da marroni anch'essi iniziarono a sfumarsi di rosso. In quel momento Kaori vide qualcosa, i suoi sensi furono catapultati in una realtà alternativa dove tutto era possibile, dove tutto era in mutamento.

Yuki in piedi, gli occhi vuoti, spenti, come incantata, sul suo volto vi si sovrapponeva quello della misteriosa ragazza dagli occhi sanguinanti, sembrava guidare il corpo di Yuki. Inginocchiata davanti a “Loro” c'era lei, c'era Kaori, con la testa all'indietro. Yuki o colei che ne muoveva il corpo, con un movimento netto impugnando un coltello le tagliò la gola, e la spinse giù da un dirupo, lasciandola a terra a morire dissanguata. Mentre “Loro” ridevano davanti al suo cadavere.

Kaori tornò in se, fece un respiro profondo come dopo un lungo tempo di apnea, quella di cui era stata resa partecipe era una visione, un possibile futuro. -E' questo che mi accadrà se varco quella soglia?- Guardò il gatto che rimaneva impassibile. -Forse dovrei andarmene. Non so cosa fare, come posso aiutare Yuki? Come posso liberarla dall'entità che sembra tenerla prigioniera?- Il gatto fece un movimento con la coda puntando verso la casa. -Stai dicendo che devo andare la e morire..? Morire per Yuki...- disse con tono triste. La mente vagò nuovamente a un tempo ormai lontano.

-Yukiii,ti prego rispondimi. Scusami non dovevo correre così veloce, Yuki.- Con le lacrime che scendevano a fiumi dai suoi piccoli e teneri occhi, la piccola Kaori continuava a chiamare la sorella che rimaneva a terra inerme. -Ti prego allungami la mano, Yuki.- Yuki non rispondeva. -Yuki... Perdonami... - Kaori corse via piangendo disperata. Non si accorse che la piccola Yuki respirava ancora flebilmente. Kaori si sentiva colpevole per l'accaduto, non avrebbe voluto lasciarla li da sola ma ormai era troppo tardi, e quando tornò a casa disse solo che Yuki si era allontana, e che si era persa nei boschi. Quando i genitori la sera andarono a cercarla, Kaori , sentendosi colpevole, li indirizzò verso il sentiero opposto a quello dove si trovava Yuki. Ovviamente non la trovarono mai. La piccola Yuki morì lentamente, da sola, al freddo e al buio su quella sporgenza.

-
L'ho già lasciata una volta... non posso lasciarla sola di nuovo. Ma cosa posso fare?...- Kaori era piena di domande, e di timori, ma decise di andare incontro a quello che sembrava essere il suo destino. Forse era la punizione per ciò che aveva fatto a Yuki, per averla lasciata indietro, per non essere riuscita a soccorrerla, per non averla fatta ritrovare per paura delle conseguenze. Forse la ragazza che aleggiava intorno al ricordo di sua sorella, che aveva conservato e a cui si era aggrappata tanto da renderlo reale, che in quegli anni era cresciuto insieme a lei, era la sua castigatrice, la sua punizione,o forse, anche essa era Yuki. Si, doveva essere così, come era rimasto il lato buono, doveva essere rimasto anche il lato cattivo, il lato vendicativo di Yuki, quello che voleva giustizia. Quello che ora l'aveva trascinata in quello strano mondo, cercando vendetta. Se così stavano le cose doveva accettarla e affrontarla. Kaori si alzò in piedi e guardò in direzione della casa. Abbassò un'ultima volta lo sguardo per incontrare quello del gatto che le aveva dato conforto, ma di lui non c'era più traccia, poteva solo sentire un flebile scampanellio che si allontanava. Si incamminò. Lungo la strada, le sembrò di aver già percorso quel sentiero. Il luogo le era stranamente familiare. Dopo qualche minuto si trovò il viale accostato da corpi di bambine che sussurravano il suo nome. Erano tutte somiglianti a Yuki da bambina. Avevano tutte gli occhi neri che grondavano sangue e osservavano la sua avanzata. Qualcosa di luccicante al collo della prima bambina sulla destra attirò la sua attenzione. Non restia dall'avvicinarsi si fece coraggio e mentre la bambina la fissava continuamente, lei allungò le mani per sfilarle la collana con il pendente luccicante a cui era attaccato un biglietto. Appena tolta la collana la bambina spalancò la bocca e le urlo contro, Kaori spaventata e inorridita dall'espressione assunta dal suo piccolo viso si ritrasse indietro. Finì a dosso alle bambine in fila dietro di loro che la bloccarono. Lei prese a divincolarsi per liberarsi ma senza successo. La bambina davanti a lei si mosse velocemente, le si posizionò davanti aprì la bocca e con due canini affilati le morse il collo. Kaori gridò dal dolore, cercò di divincolarsi ma non ci fu nulla da fare. Dopo ciò la bambina scomparve, e le altre la lasciarono tornando a intonare come in una cantilena il suo nome. Kaori emise gemiti di dolore,i segni dei denti erano piccoli ma profondi. Raccolse il pendente che le era caduto e lesse il biglietto.
-“Qui hai dato inizio a tutto, e qui avrà fine”-
Kaori comprese che quel luogo dalle fattezze naturali così familiari doveva essere quello dove Yuki era morta.
Il dolore era lancinante, ogni movimento del collo le procurava dolore, e il sangue inumidiva la sua pelle facendole provare sensazioni sgradevoli. Il suo istinto le diceva di fare dietro front e correre via da quell'orrore, dimenticare tutto, ma non poteva, almeno in quel mondo, doveva salvare la sua sorellina dal suo stesso rancore.
Kaori si fece coraggio e continuò la sua avanzata, i suoi passi risuonavano per tutto il bosco accompagnati dalla cantilena intonata dalle bambine che la accostavano. Sulla sinistra un altro luccichio attirò la sua attenzione. Si fermò davanti alla bambina in questione, lo stesso aspetto, gli stessi occhi neri, lo stesso sguardo spento e torbido, ma questa al contrario della precedente indossava un braccialetto con attaccato un altro biglietto. Kaori si inginocchiò puntò gli occhi sulla polso circondato dal bracciale, avvicinò le mani per sganciarglielo e sussurrò -Perdonami- .
Lo aprì e molto lentamente lo allontanò dal polso della bambina, ancora immobile lo sguardo fisso su di lei. Lesse il biglietto. - “Mi hai lasciata a terra, mi hai lasciata sola, senza possibilità, senza forze. Hai tenuto con te il ricordo di una me buona e gentile. Ma la parte migliore di me, la più forte è rimasta qui, e ora assaggerai un po' del male che mi hai fatto.”- La cantilena finì. Smisero tutte di intonare il suo nome. Kaori si guardò intorno, ma non c'era nulla di diverso da pochi attimi prima. Tornò a guardare la bambina davanti a lei. Passarono alcuni secondi, attimi di silenzio assoluto. Kaori stava per rialzarsi quando tutto ad un tratto si sentì spingere a terra da una forza sconosciuta. Dal terreno spuntarono quattro mani, piccole ma potenti,che le afferrarono i polsi e le caviglie per tenerla ferma.
-Lasciatemi andare... vi prego...- Kaori impiegò tutte le sue forze per liberarsi ma tutto fu vano. Le portarono le braccia sopra la sua testa con i palmi rivolti verso il cielo. -Yuki, mi senti?.. Mi dispiace! Ero solo una bambina!- La bambina dinanzi a lei rimasta immobile fino ad allora si mosse, si avvicino a Kaori e come un gatto, tirò fuori le unghie, ricurve e appuntite. Sul suo viso spuntò un sorriso agghiacciante, maligno, crudele. Con velocità si avventò su di lei, puntò le unghie affilate poco sotto i suoi polsi, fu un secondo, ritirò indietro le mani lacerando la carne di Kaori. L'urlo di dolore che lanciò si levò fin sopra gli alberi del bosco. Come era accaduto prima, compiuto l'atto, svanirono. La cantilena riprese. Kaori era ancora a terra, le lacrime sgorgavano da sole, non riusciva a trattenerle ne a fermarle. Le braccia le facevano male, se il dolore al collo era forte quello che provava ora era insopportabile. Sconfortata, chiuse gli occhi e cadde in un sonno leggero portando con se i suoi cari e preziosi ricordi.

Le piccole Kaori e Yuki stavano distese sul prato a guardare le nuvole in cielo, immaginando di essere in grado di poterle toccare. -Hey guarda quella somiglia a un gatto.- Esclamò Yuki. -Come mi piacerebbe essere un gatto, sono così carini, i migliori sono quelli neri. Hey Kaori- Kaori girò la testa verso la sorella. -Invece tu se potessi essere un animale quale vorresti essere?-
- Mh, credo che vorrei essere un' aquila minore, indipendente, libera di librarmi nel cielo.-
- Hey ma così non potremmo stare insieme.-
-Cosa? -
-Si tu saresti in cielo e io in terra.-
-Che sciocchina che sei.-
-E' vero..- Disse intristendosi Yuki.
-Beh sai anche in quel caso resterei con te, dove andresti tu verrei io. Rimarremmo comunque insieme.-
-Dici davvero?- Disse sorridendo Yuki guardando Kaori negli occhi.
-Si certo.-
-Promesso?- Le chiese Yuki alzando il mignolino e protraendolo verso Kaori
-Si, promesso!- Rispose Kaori allungandosi verso di lei e intrecciando il suo mignolo a quello della sorella.


Si risvegliò, affranta, dai ricordi. Aveva perso molto sangue, le sue forze andavano via via svanendo. Devo alzarmi, lo devo fare per Yuki, glielo devo.
Adagio si tirò su a sedere, prese una pietra con una parte appuntita e tagliente trovata li per terra e cominciò a strappare delle strisce dalla sua gonna. Ogni singolo movimento le procurava un dolore atroce. Finito di tagliarle prese a bendarsi le braccia. Tempo di finire di sistemarsele e già erano diventate totalmente rosse ma sperò che servissero almeno un po' a fermare l'emorragia.
Si alzò, un giramento di testa la colpì, barcollò qualche attimo ma si riprese subito. Le bambine ai lati ancora continuavano a ripetere il suo nome, e lei si sentì sollevata, aveva capito che finché loro “cantavano” lei non aveva di che preoccuparsi. Avanzò ancora, ormai mancava poco per arrivare al limitare dal sentiero, la casetta in legno che prima era solo un punto lontano ora era ben visibile. Era semplice rustica, ma tetra come tutto all'interno di quel luogo. Porta e finestre erano sbarrate, lasciava intuire che fosse disabitata e che non ci sarebbe dovuta entrare. Anche per questo tirò un sospiro di sollievo. Per terra davanti a lei trovò un fiocchetto rosso esattamente come quello che indossava sulle scarpette Yuki quel giorno. Fu come un lampo, non sapeva come aveva fatto a non notarlo prima ma solo ora capiva che anche i gioielli raccolti fin ora appartenevano a Yuki. Si, anche quella volta li indossava, ed erano rimasti con lei. Stava raccogliendo parti di lei, parte del suo dolore e rancore e ne portava il peso. Lo raccolse da terra, lo tenne fra le mani come fosse l'oggetto più prezioso e delicato che esistesse. Come per i precedenti lesse il bigliettino attaccato ad esso. - “ Ogni cosa che si erge fino al cielo sta in piedi grazie alle sue fondamenta, grazie alle sue radici, grazie alle sue forze. Ma quando queste vengono meno, non si può far altro che sprofondare nell'oblio. E' il destino che hai riservato a me, e che tu condividerai.”-
Silenzio assoluto. Kaori versò una lacrima, timorosa di ciò che l'aspettava. Sembrava non volersi muovere. Sollevò lo sguardo e così dal niente apparve sua sorella, apparve Yuki. La sua figura era divisa in due, tra l'immagine gentile, amorevole e serena che era cresciuta con lei in tutti quegli anni, e quella vendicativa, carica d'odio, che era rimasta intrappolata in quell'oscurità.
-E' ora. Raggiungimi sorella.- Le voci delle due entità, si mischiarono, creando un'eco tra la prima, dolce e soave, e la seconda sinistra e acuta. Kaori si rialzò e inchiodò il suo sguardo in quello della sorella, cominciò a camminare verso di lei. Le bambine si mossero, tirando fuori delle piccole cerbottane. Mentre Kaori proseguiva la sua avanzata, una dopo l'altra, mirando alle gambe, cominciarono a spararle piccoli lunghi aghi. Per fortuna la maggior parte la mancavano ma quelli che centravano il bersaglio le facevano uscire grida di dolore atroci. Ogni ago a segno era una lacrima versata. Kaori cercò di stringere i denti Ci sono quasi, devo resistere, non posso cedere ora..
-
Ti prego Yuki, smettila. Cosa vuoi ottenere? Cosa vuoi che faccia per rimediare?!- Non ce la fece più, all'ultimo colpo le gambe le cedettero. Cadde in ginocchio proprio davanti alla figura di sua sorella. -Voglio che tu mantenga la tua promessa..- Kaori sollevò il viso di scatto, il volto di Yuki si rigò di lacrime, per una parte colorate di rosso.

-Rimarremmo comunque insieme.-
-Dici davvero?-
-Si certo-
-Promesso?-
-Promesso-


Le rimbombò nella testa ciò che le aveva promesso. -Capisco..- Kaori era troppo debole per pensare, era stanca, cominciava a sentire freddo e ciò che voleva era che tutto avesse fine, in un modo o nell'altro. Si abbandonò, chinò la testa e Yuki alzò la mano con impugno un coltello. Le sollevò il mento con quella libera, la guardò intensamente. Dietro di lei a Kaori sembrò di scorgere il gatto che aveva incontrato lungo il sentiero, quegli occhi rossi accesi fissavano la scena impassibili. E' finita... Pensò Kaori, chiuse gli occhi. In quell'istante sentì il familiare scampanellio che l'aveva accompagnata all'interno di quel luogo scortandola fino a lì. Kaori cadde a terra.
Riaprì gli occhi, il sole era tornato a splendere, sentiva i suoi dolci raggi tornare a scaldare la sua pelle. Il cielo era limpido e nulla sembrava essere accaduto Era tutto un sogno? Sopra di lei vide volare un' aquila minore, questa andò a posarsi sul ramo dell'albero vicino a lei, i suoi occhi scarlatti si inchiodarono dritti in quelli di Kaori. Sotto quel ramo, il gatto nero dagli occhi rossi rimaneva seduto a guardarla. Fu l'ultima cosa che vide prima di richiudere gli occhi.

   
 
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