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Autore: Vegethia    07/01/2020    3 recensioni
Proprio quando Nelo Angelo sta per infliggere il colpo di grazia a Dante, qualcosa riaffiora nella sua memoria.
"Milioni di immagini si affollano nella mente di Nelo Angelo come folgori accecanti nell'oscurità. D'improvviso sente suoni, voci, risate di bambino incredibilmente vivide: ricordi di un tempo che credeva perduto. Stralci della volontà di un uomo, perduto anch'esso, che gli impone di fermarsi."
Storia scritta per l'Advent Calendar del gruppo Hurt/Comfort Italia.
[DMC1] [Dante & Vergil]
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dante, Vergil
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Devil May Cry
Titolo: Catene spezzate
Lunghezza storia: One Shot (1007 parole)
Personaggi: Dante, Vergil/Nelo Angelo
Rating: Giallo
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo, Drammatico
Ambientazione: DMC1
Fanart by: Omu
Note: What if?

*Fanfiction scritta per l'evento Advent Calendar del gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart.*
Prompt: Sotto shock
Data: 22/12/2019

Catene spezzate


NeloAngelo_Dante


Quando il Cavaliere Nelo Angelo vede l'avversario accasciarsi a terra, tramortito dal suo ultimo fendente, pensa di avere la vittoria in pugno.
A pensarlo è anche il suo signore, il Re dei demoni Mundus, che invade la mente di Nelo con una feroce risata di trionfo, pregustando il momento in cui spalancherà le porte dell'Inferno sul mondo degli uomini e brinderà col sangue di Sparda, o di ciò che rimane della sua stirpe.
Nelo non trae piacere da quella visione, né nutre interesse per l'identità del Cacciatore di demoni con cui si è scontrato finora. Chiede un ultimo sforzo alle sue membra esauste semplicemente per compiere la volontà del padrone. Raggiunge a passi pesanti il nemico e lo afferra per il collo, sentendolo annaspare come un animale ferito che rifiuta di arrendersi. Un solo colpo basterà a porre fine alle sue sofferenze. Ma quando il medaglione scarlatto scivola fuori dal cappotto dell'uomo, la determinazione del Cavaliere vacilla, la sua mano allenta la presa... Da qualche parte, dentro di lui, risuona il clangore metallico di una catena spezzata.
Milioni di immagini si affollano nella mente di Nelo Angelo come folgori accecanti nell'oscurità. D'improvviso sente suoni, voci, risate di bambino incredibilmente vivide: ricordi di un tempo che credeva perduto. Stralci della volontà di un uomo, perduto anch'esso, che gli impone di fermarsi.
UCCIDILO! UCCIDI IL FIGLIO DI SPARDA!
La voce di Mundus esplode tra le sue tempie con una brutalità senza precedenti. Lo costringe a piegarsi ancora, ad obbedire, ma quell'attimo di esitazione gli è tragicamente fatale.
Dante affonda la lama di Alastor nel petto del Cavaliere, perforando la sua corazza e trapassandolo da parte a parte, all'altezza del cuore.
Nelo Angelo indietreggia, sconvolto. Il dolore al petto gli si diffonde come un'onda infuocata lungo le terminazioni nervose, ma è nulla paragonato al caos che ora divampa nella sua mente. Di nuovo, ode il rumore di una catena che si spezza, a cui si aggiunge una seconda, e poi una terza; finché quel rumore non si trasforma in un frastuono assordante. Le catene forgiate dalla magia oscura di Mundus cedono una dopo l'altra, frantumandosi come cristalli d'ossidiana.
«Lo sai? Sei stato un avversario onorevole...»
Nelo alza gli occhi sul guerriero dai capelli albini che gli parla e, finalmente, vede. Finalmente, sa.
«Purtroppo devo proseguire, adesso. Quindi, se non ti dispiace, mi riprendo la mia spada...» Mentre lo dice, Dante estrae Alastor dal petto di Nelo, provocandogli un'altra atroce fitta di dolore, per poi dargli le spalle, pronto a riprendere il suo cammino.
Il Cavaliere sente le ginocchia tremargli, il sangue inzuppargli la casacca sotto l'armatura, eppure rifiuta di crollare.
«Dan... te...» La sua voce non è più che un sussurro, fievole come il vento che tante volte ha sentito soffiare sui prati erbosi di Red Grave, in quella che adesso sembra un'altra vita, ma Dante lo avverte ugualmente. Del resto, a Red Grave, sono cresciuti insieme.
«Come...?» Il devil hunter arresta il passo e quando si volta dell'aria spavalda che ha sfoggiato durante il loro duello non c'è più traccia.
«Dante...» Nelo ripete il suo nome come se non conoscesse altra parola. Come se fosse sull'orlo di un baratro e non avesse nient'altro a cui aggrapparsi.
Stavolta, è la mente di Dante a precipitare nel caos. Ed è il suo cuore a squarciarsi, trafitto dall'invisibile lama della consapevolezza.
«Vergil...? No. Non è possibile...»
Ma lo è, e Nelo Angelo sente spezzare anche l'ultima catena che lo tiene prigioniero di Mundus quando la voce di Dante, suo fratello gemello, gli restituisce il suo nome. Insieme con l'incantesimo che lo ha reso schiavo per dieci lunghissimi anni, le forze lo abbandonano di colpo. Vergil frana in avanti, ma Dante scatta a sorreggerlo, lasciandosi cadere sulle ginocchia e impedendogli di rovinare al suolo.
«Ver...! Oddio... No...»
Negli occhi di Dante dilaga il terrore, mentre le sue mani corrono ad aprire l'armatura: Vergil sanguina copiosamente dalla ferita gli ha inferto, e non sembra nelle condizioni di risvegliare il suo potere demoniaco. Basta guardargli il volto orrendamente sfigurato, il corpo martoriato fino allo stremo dalla magia nera di Mundus, per capire che le sue capacità di rigenerazione non hanno più effetto da un pezzo.
Va tutto bene, Dante. Non è colpa tua. Vergil vorrebbe dirglielo, ma un fiotto di sangue scuro è tutto ciò che esce dalle sue labbra quando prova di nuovo a parlare.
«No no no...» La voce di Dante s'incrina, spezzata da singulti che non tardano ad arrivare. Posa una carezza sul viso del fratello, gelido contro la sua mano, calda e tremante. «Resta con me! Vergil, resta con me...»
Ma Vergil sa che è troppo tardi. Gliene dà conferma il fatto che mai, prima di adesso, il controllo di Mundus su di lui si è interrotto in quel modo. Ha senso, dopotutto: uno schiavo in punto di morte è un inutile spreco di risorse, un semplice fazzoletto usato da gettare via.
Ricaccia quel pensiero che lo riempie di rabbia e di vergogna, ingoiandolo come un boccone velenoso. Sente di non avere più tempo, e il tempo che gli resta non vuole sprecarlo come ha fatto finora, a consumarsi nell'odio. Invece usa le sue ultime forze per stringersi più che può a Dante. Dante, che lo ha riportato indietro. Dante, che lo ha salvato. Dante... che è così sciocco da piangere ancora per lui.
Vergil accarezza i capelli sporchi del gemello con la stessa devozione che riserverebbe alle pagine di un vecchio libro che amava da bambino. Respira a fatica, e ormai anche la sua vista viene meno. Sta morendo, ma si sente al sicuro; lì, tra le braccia forti di Dante, dove non c'è dolore, non c'è vergogna, non c'è paura.
Per un demone che ha immolato la vita nella spasmodica ricerca del potere e ha finito col perdere se stesso lungo la strada, quella morte arriva come una benedizione.
Gli permette di andarsene come non avrebbe mai sperato, con le lacrime di Dante che bagnano il suo sorriso. Come un fratello, nonostante tutto, degno di essere protetto e amato.




Note dell'autrice
note dell'autrice
Contavo di iniziare il nuovo anno regalando una gioia a Dante e Vergil, e invece nope.
In realtà ho scritto questa piccola One Shot per il calendario dell'avvento del gruppo Hurt/Comfort di Facebook (vi esorto a iscrivervi, se vi piace il genere!) ma sono riuscita a pubblicarla solo ora su EFP. La storia è a metà tra un Missing moment e un What if? e racconta come sarebbero potute andare le cose se i figli di Sparda si fossero riconosciuti, mentre Vergil era Nelo Angelo.

Grazie per essere arrivati fin qui!
Vegethia
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