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Autore: Mysterious_Nightmare    08/01/2020    1 recensioni
[PRIMO LIBRO DELLA SAGA]
Quando Thyus decide di partire da Loder in cerca di una sua vecchia conoscenza, i suoi genitori decidono di cedergli un importante cimelio di famiglia.
Il pugnale che riceve in dono porta con sé una misteriosa incisione elfica che cambierà la sua vita e svelerà segreti tenuti nascosti da più di duecento anni dall'Imperatore degli Elfi.
Che cosa succederà quando la verità verrà a galla?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 2 - POLVERE DI MEMORIE


Concentrata sulla sua missione, Irien si librava nell'aria, seguendo a distanza i tre individui incappucciati. Non era difficile stare al loro passo, ma non potè fare a meno di notare quanto fossero più veloci rispetto a un normale essere umano. 

Sempre tenendosi a debita distanza per non farsi notare, cercò di scrutare le tre figure, in cerca di qualche indizio su chi fossero o su dove fossero diretti, ma non riuscì a scorgere i loro volti. L'unica cosa che notò fu una lunga, solitaria, ciocca di capelli argentati scorgere dal cappuccio dell'arciere. 

Avevano lasciato già da tempo il sentiero e si addentravano sempre di più nella foresta, in una corsa silenziosa fra gli alberi. Le facevano male le ali; erano anni che non volava ininterrottamente per ore. Da quando Thyus aveva deciso di non lasciare Loder per aspettare Zhenya, non si era mai allontanata troppo.

"Chissà come se la cava senza di me?" rimuginò, inquieta "Spero solo che non si cacci nei guai."

Dopo averli inseguiti per ore, vide il gruppo rallentare e, d'un tratto, scomparire davanti ai suoi occhi, costringendola ad arrestarsi su un ramo.

"Dove sono finiti? Come ho fatto a perderli di vista? Erano proprio qui davanti a me." Scrutò l'area più volte, ma non vide nessuno "Non possono essersi volatilizzati."

Eppure era così. Le sembrava impossibile, ma i tre erano proprio scomparsi nel nulla.

Attese ancora, sperando di captare qualche rumore, ma nulla le indicava che fossero ancora lì.

Le venne il sospetto che si fossero accorti di lei e sentì di aver fallito. Aveva sempre fatto il possibile per aiutare Thyus e rendergli la vita meno difficile, eppure, in quel momento, sentì che tutte le sue azioni si sarebbero vanificate se non avesse scoperto dove si fossero nascosti.

Quel pugnale era diventato la nuova priorità di Thyus, anche Zhenya era passata in secondo piano per lui quando lo aveva perso.

Perché fosse così attaccato a un'arma che aveva tenuto per poco meno di una giornata, Irien non lo capiva. Non glielo aveva chiesto, ma aveva sentito l'anima del proprio custode agitarsi alla vista di quella lama argentata. Il desiderio di scoprirne i segreti, le storie, aveva risvegliato in lui qualcosa che non sentiva da tempo e lei se n'era accorta.

Aveva passato molto tempo nel Mondo Spirituale, in attesa che qualcuno evocasse la sua anima. Si ricordava del buio, del freddo, della solitudine, ma quando la luce l'aveva avvolta, tutto era cambiato; c'era qualcun altro con lei, un'anima sconosciuta, ma gentile, che aveva giurato davanti agli Spiriti che si sarebbe presa cura di lei. Irien aveva deciso, in quel momento, che avrebbe aiutato Thyus a raggiungere ogni suo obiettivo, anche al costo di sacrificare la seconda possibilità che gli Spiriti le avevano dato.

Eppure aveva fallito, non li avrebbe mai ritrovati.

Rassegnata, Irien si alzò ancora una volta in volo e decise di percorrere la strada a ritroso e raggiungere Thyus. Sapeva che, nonostante non avesse portato a termine la missione, il suo custode non l'avrebbe redarguita.

Thyus era fatto così, dopotutto. Un'anima gentile.

Attraversò la città con passo svelto, ignorando le strane occhiate che alcuni passanti gli lanciavano

Attraversò la città con passo svelto, ignorando le strane occhiate che alcuni passanti gli lanciavano. Dedusse che i maghi neri non fossero ben accetti in città, vedendo il disprezzo negli occhi di chi incontrava sul suo cammino.

"È imbarazzante, non dovrebbero trattare così i maghi del mio genere." Tirò su il cappuccio del mantello per non farsi vedere in viso, attirando ancora di più l'attenzione dei passanti.

Decise di evitare le vie più affollate, nonostante avesse adocchiato numerosi banchetti interessanti.

"Ci saranno altre occasioni" si arrese, guardando da lontano una bancarella allestita con svariate ampolle contenenti intriganti liquidi variopinti.

Non era il momento di svagarsi. Irien era nel bosco intenta a seguire le tracce dei tre sconosciuti per facilitargli la ricerca del pugnale, non poteva di certo perdere tempo. Doveva tradurre l'incisione e capirne il significato il prima possibile e, come se non fosse già abbastanza, la mattina dopo gli sarebbe aspettata una lenta, interminabile coda per ottenere il permesso di viaggio.

Le lettere incise sull'imponente facciata dell'edificio che si trovava dinanzi a lui lo informarono di aver raggiunto la sua destinazione. Fece a due a due i pochi scalini che lo separavano dall'entrata e spinse la pesante porta di legno massiccio.

Il bibliotecario, un uomo dai capelli brizzolati e con spessi occhiali tondi sul naso, alzò la testa per osservarlo e, qualche istante dopo, abbassò lo sguardo, immergendosi nella lettura di un pesante libro aperto sulla scrivania.

«Desidera?» fece con tono annoiato, senza interrompere la lettura.

«Cerco dei manuali per tradurre le rune elfiche.»

«Ha il permesso scritto del suo Maestro?»

"Mi ha preso per un semplice studente?" Thyus era esterrefatto.

«Non ho bisogno del permesso, sono un mago di classe Argento.»

«Secondo piano, sezione linguistica antica. Se ha bisogno di altre informazioni, la prego di consultare il cartello affisso.» Il bibliotecario sbuffò e indicò una bacheca appesa alla sua destra che Thyus decise di ignorare, indispettito dalla maleducazione dell'uomo.

Si diresse verso le scale e, con la stessa foga con cui era entrato, salì i gradini fino a raggiungere il piano indicato.

Non si stupì quando, appena arrivato, constatò di essere solo; nessuno era più interessato alla traduzione di lingue antiche.

Strati di polvere decennale ricoprivano ogni singolo scaffale e ragnatele si poggiavano sui numerosi libri accatastati in maniera disordinata.

Thyus capì subito che, molto probabilmente, sarebbe stato più difficile trovare il manuale giusto in tutto quel disordine che tradurre i simboli incisi sul pugnale. Le sue preoccupazioni si rivelarono fondate quando, raggiungendo la libreria della sezione Rune elfiche, trovò manuali di tutt'altra materia.

«Perfetto» sospirò «Ora come trovo quello che mi serve in tutto questo caos senza impiegare l'intero pomeriggio?»

«Chiedendo per favore» intervenne una voce familiare.

«Irien?» Thyus si voltò e vide il corvo atterrare su una libreria «Perché sei qui? Dovevi tenere d'occhio quei tre.»

«L'avrei anche fatto, se solo non fossero scomparsi davanti ai miei occhi.»

«Non capisco, ma mi spiegherai dopo» tagliò corto il mago «Devo trovare quei maledetti manuali in questo disordine e non ho idea di come fare.»

«Non hai letto il cartello, vero?» 

«Era importante?» Thyus vide il corvo scuotere la testa.

«Vorrei consultare alcuni manuali di traduzione per rune elfiche, per cortesia» Irien alzò la voce e, con sorpresa di Thyus, alcuni manuali iniziarono a levitare dalle precarie pile della biblioteca e atterrarono su una scrivania non molto lontana.

«Va bene, era importante.»

Seduto su una sedia traballante, Thyus iniziò a consultare il primo tra i tanti tomi che si erano depositati sulla scrivania

Seduto su una sedia traballante, Thyus iniziò a consultare il primo tra i tanti tomi che si erano depositati sulla scrivania. Era talmente malandato che pensò si sarebbe ridotto in polvere se lo avesse toccato senza prestare attenzione.

Iniziò a leggere con attenzione per trovare i tre simboli che aveva cercato di riprodurre nel modo più accurato possibile e annotò i vari significati di ciascuno.

«Tutto questo non ha senso» sbuffò, facendo cenno a Irien di avvicinarsi «Non riesco a trovare un filo logico che possa collegare le rune.» Il corvo si limitò a osservare gli appunti di Thyus, rimanendo in silenzio.

Fuoco. Cielo. Protezione.

Quelle erano le rune; innumerevoli le interpretazioni possibili.

«Protezione dal fuoco? Dal cielo? Oppure il cielo protegge dal fuoco?» Thyus si massaggiò le tempie e afferrò un altro manuale «La runa del Cielo potrebbe indicare il primo mondo, dunque il Mondo Spirituale e il Fuoco, a questo punto, potrebbe rappresentare lo Spirito delle Fiamme, Laudar.»

«La runa di Laudar è diversa» osservò Irien, indicando con il becco la pagina aperta «E dubito che sia così benevolo da regalarti protezione.»

Thyus si chiese se il pugnale, allora, non servisse a proteggerlo dallo Spirito distruttore.

Sembrava un vicolo cieco.

Passò ad analizzare in maniera più accurata la runa del Cielo e ne trovò un secondo significato: azzurro.

«Fuoco Azzurro» mormorò «Irien, hai mai sentito parlare di un fuoco azzurro?»

«Non proviene da Laudar di sicuro.»

«Quindi il pugnale dovrebbe proteggermi dal fuoco? O questo fuoco dovrebbe darmi protezione?» La testa gli faceva male. Come poteva scegliere quale interpretazione fosse quella giusta?

Rimuginò a lungo su quei tre simboli e sulle due traduzioni, fino a che non capì.

«È un augurio!» quasi gridò «Iren è una frase portafortuna! Oh Spiriti, ora ho capito.»

«Intendi le frasi che si usava incidere sulle armi durante la Guerra?»

«Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima. Questo è un cimelio di famiglia, deve avere almeno centocinquant'anni, quindi è possibile che sia una frase del genere» rivolse al corvo un sorriso e si preparò a recitare la frase ad alta voce «Che il Fuoco Azzurro ti protegga

Le lampade a olio che illuminavano la stanza si accesero con fiamme azzurre per un solo istante prima di ritornare del loro abituale colore.

Thyus e Irien si guardarono esterrefatti.

«Cos'è appena successo?» 

«Non lo so, ma lo scopriremo presto, Irien. Dobbiamo solo trovare il libro giusto.»

Si alzò di scatto dalla sedia, lasciando che cadesse, e corse fuori dalla stanza, diretto al piano inferiore dove, salendo qualche ora prima, aveva notato l'insegna della sezione dedicata alla storia.

«Vorrei consultare il manuale più aggiornato sull'ultima Guerra Terrena, per cortesia» gridò, senza curarsi degli sguardi contrariati che gli lanciarono i pochi visitatori presenti "Se quel pugnale proviene dal tempo della Guerra, è probabile che trovi delle risposte qui."

Un pesante libro dalla copertina di pelle lucidata si posò tra le sue mani.

Si sedette alla scrivania più vicina e iniziò a consultare il sommario, in cerca della sezione del libro dedicata alla magia.

Lesse più volte le pagine dedicate all'argomento, ma non trovò nulla che si collegasse a quel fuoco dal colore tanto particolare. Fiducioso che avrebbe trovato le risposte che cercava in quel manuale, Thyus decise di cominciare a leggerlo dal principio e, ben presto, si accorse che molte parti erano state descritte in modo differente rispetto a quanto il suo Maestro di magia gli aveva raccontato.

«Irien, lo hai notato anche tu?» sussurrò all'Animale Spirituale, cercando, questa volta, di non disturbare i presenti «Mancano delle parti.»

Il corvo annuì e si alzò in volo, diretto verso le scale. Thyus la osservò scomparire e continuò a leggere senza preoccuparsi, la conosceva abbastanza bene da sapere che fosse diretta dal bibliotecario. La vide tornare poco dopo.

«Di più accurato di quel manuale ci sono solo i Diari Storici, ma non sono consultabili da maghi di classe Argento» riferì lei, posandosi sulla spalla di Thyus «Bisogna essere di rango Platino.»

«Platino?» esclamò lui di rimando «Non è possibile.»

«Anche a me sembra strano, ormai è rimasto solamente un mago di classe così alta.»

«L'Imperatore degli Elfi» concluse Thyus «Irien, questa cosa non ha alcun senso. Perché solo l'Imperatore può accedere a quei documenti?»

«Non lo so.»

«Ho un'idea e non ti piacerà» Thyus ghignò.

Si era opposta alla sua idea, gli aveva detto che non sarebbe andata con lui, ma alla fine aveva ceduto

Si era opposta alla sua idea, gli aveva detto che non sarebbe andata con lui, ma alla fine aveva ceduto. Come poteva abbandonarlo così? Dopotutto era il suo Animale Spirituale.
 

Nel buio della notte, Irien perlustrava dagli scaffali i corridoi della biblioteca, facendo attenzione che non si avvicinasse nessuno.

"È una pessima idea" continuava a ripetersi. Planò su un armadio circondato da libri e mensole e picchiettò con il becco.

Cercando di fare il meno rumore possibile, Thyus spinse l'anta e uscì dal mobile.

«Non posso crederci, ce l'abbiamo fatta!» sussurrò con tono esultante «Andiamo a cercare i Diari.» Fece cenno al corvo di seguirlo.

«Non credo che sia una buona idea» disse Irien posandosi sulla spalla del mago «Se qualcuno ci scopre è la fine. Potresti perdere tutto.»

«Lo so, ma non m'interessa. Quei tre erano molto interessati all'incisione sul pugnale e ho ragione di credere che sappiano qualcosa sul Fuoco Azzurro. Per non parlare del fatto che le lampade abbiano cambiato colore quando ho recitato l'augurio. Non ti sembra strano che non ci sia menzione di questa magia da nessuna parte?»

Irien si chiese che fine avesse fatto il buonsenso del proprio custode. Riconobbe, tuttavia, che qualcosa sicuramente non andasse.

«Sì, è strano, ma non mi sembra un valido motivo per nascondersi in una biblioteca di notte e consultare scritti proibiti» cercò di farlo ragionare. Non sortì alcun effetto.

«Lo sai che raramente torno sui miei passi dopo aver preso una decisione» puntualizzò lui «Ora concentriamoci, dobbiamo trovare quello che ci serve in fretta.»

Davanti a loro, una immensa sala di libri consultabili solamente da maghi di classe Platino.

«Come sei riuscito a prendergli la chiave per la sala?»

«Stava dormendo.» Thyus alzò le spalle e iniziò a cercare i Diari a lui preclusi, ma non appena li trovò e li prese tra le mani, qualcuno fece irruzione nella stanza.

Il bibliotecario, seguito da due guardie, bloccava la porta con la sua stazza.

«Irien, prendi il libro e vola via» disse Thyus alzando le mani in segno di resa «Ora o mai più!»

Il corvo, leale, non se lo fece ripetere due volte, afferrò con gli artigli la cinghia che teneva chiuso il libro e si librò nell'aria. Raggiunse la piccola finestra che Thyus per precauzione aveva aperto e scappò via nel cielo cupo.

Nessuno l'avrebbe trovata.

  
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