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Autore: Lady K    13/01/2020    3 recensioni
[Alphys/Undyne, terzo e ultimo della serie “Their SOULs are filled with love”]
-Storia in pausa, riprenderà la pubblicazione regolare il prima possibile. L’autrice ha bisogno di riposo.-
I mostri finalmente hanno superato la Barriera e raggiunto la Superficie, ma non sarà affatto facile per loro essere accettati pienamente dagli esseri umani. E per una coppia come Alphys e Undyne, la questione è ancora più complessa; basterà la purezza di un amore a dissipare la crudeltà degli uomini? Tra matrimonio, coccole, e desiderio di crearsi una famiglia, le due dovranno lottare per i loro diritti, insieme a tutti i loro amici di vecchia data.
Come sempre, cercherò di non andare OOC e di rispettare i canoni del gioco, ma stavolta mi prenderò più libertà per piccole questioni di lore dei mostri che non sono state approfondite in Undertale.
Rating giallo e Avvertimento per via, tra le altre cose, di alcune scene di violenza a causa di personaggi omofobi.
[In questa storia Frisk è femmina, mentre Napstablook per comodità è trattato come un maschio.]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Alphys, Undyne
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Their SOULs are filled with love'
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UT This is life capitolo 1
E inizia così la terza parte della mia trilogia (Their SOULs are filled with love) dedicata ad Alphys e Undyne... Buona lettura, il mio solito momento chiacchiericcio è in fondo alla pagina!

...And so, this is life


Capitolo 1 - La spiaggia non è nostra

Non era altro che un misero cartello in legno, eppure con quelle sue poche parole pitturate sopra con scarsa cura riusciva a dimostrare tutta l'autorità e il disprezzo dei suoi artefici.
"Vietato l'accesso ai mostri. Solo esseri umani."
Ora, una normale creatura di quel tipo avrebbe semplicemente girato i tacchi e rinunciato con leggerezza a oltrepassare il cancelletto e scendere nella spiaggia. Di sicuro la sua incredibile fama per la sabbia finissima che vantava e l'incantevole colore del mare che lambiva la stessa erano un'attrattiva niente male, tuttavia i mostri preferivano non alimentare l'aria già carica di tensione che si poteva respirare ogni giorno, in qualunque quartiere di quella modesta cittadina.
Si trattava del primo luogo abitato che i mostri avevano raggiunto dopo qualche ora di viaggio appena usciti dalla secolare prigionia nel Sottosuolo, nei pressi del Monte Ebott. Guidati dall'essere umano che li aveva liberati, avevano attraversato colline verdeggianti e foreste ombrose e silenti prima di arrivare a Pleedothoons Town e poi disperdersi nei paesi limitrofi. Frisk, questo il nome della bambina che si era conquistata la loro fiducia e soprattutto il loro affetto, aveva fatto da portavoce per tutti gli splendidi amici che aveva incontrato nel corso del suo caotico vagabondare nel Sottosuolo, il mondo sotterraneo nella quale era precipitata e che oramai aveva imparato ad amare come la più accogliente delle case durante una gelida notte d'inverno.
In qualche modo, forse grazie alla sua innocenza e alla purezza delle sue parole, aveva ottenuto il tanto agognato consenso da parte del sindaco della capitale: i mostri sarebbero stati considerati cittadini civili e onesti assieme agli esseri umani.
...Sembrava tuttora un'utopia.
Nonostante su carta la dichiarazione del sindaco e dei suoi colleghi delle varie province risultasse inconfutabile, vi era ancora sconcerto e diffidenza da parte degli umani, e questo i mostri lo percepivano senza la minima complicazione; dopotutto, le loro ANIME che battevano alla sinistra dei loro petti e che donavano loro la vita erano colme di amore, speranza e compassione. Una combinazione che li rendeva forti e fragili allo stesso tempo, facile bersaglio di uomini crudeli ed egoisti. Ecco perché non avrebbero mai osato rovinare la loro reputazione sospesa pericolosamente su un filo, e non avrebbero mai creato problemi o disguidi all'altra fazione.
Tutti tranne lei.
-Umpf!-
Digrignò i denti affilati e le sue orecchie-pinne ai lati del viso scattarono rapidissime. Sarebbe bastato quel movimento quasi impercettibile per far comprendere a chiunque avesse incrociato il suo cammino che era davvero adirata e pronta a far valere il suo istinto battagliero.
Erano passate non più di poche settimane da quando aveva lasciato il Sottosuolo, ma non avrebbe mai dimenticato il suo vecchio - e adorato - ruolo di capitano delle guardie reali. Probabilmente se fosse stata sola avrebbe scaricato tutta la rabbia e lo stress accumulato su quel dannato cartello, distruggendolo a colpi di lance magiche.
Tuttavia, in quella realtà all'apparenza scura e incerta splendeva il regalo più bello che avrebbe mai potuto desiderare dalla sua burrascosa esistenza.
-Undyne, n-non te la prendere. Possiamo andare in un'altra spiaggia domani. Ne abbiamo viste in zona, e in quelle non è presente questo avviso.-
Il mostro dalle scaglie celesti si rivolse alla sua sinistra, e incontrò due grandi occhioni dalle iridi nere come la pece che la guardavano con un pizzico di apprensione.
Certo, la sua ragazza.
La sola vista del suo musino giallo ocra non ebbe problemi nel cuocerle l'ANIMA a puntino, e l'ira che stava provando fino a qualche attimo fa sembrò evaporare sotto quei caldi raggi di sole di Ferragosto.
Colei che l'accompagnava parve sollevarsi una volta consapevole del repentino cambio d'umore dell'amata; al di là della coda tozza che ondeggiava felice e del suo dolce sorriso sotto a una serie di dentoni sporgenti, ciò si intuiva facilmente dalla sua cresta squamosa ora dilatata al massimo, la quale le incorniciava la testa in modo armonico con le sue cinque punte smussate.
Undyne si inginocchiò di fronte a lei così dal non farla sentire a disagio a causa della sua bassa statura, e appoggiò la fronte sulla sua chiudendo l'occhio destro. La compagna non mostrò il minimo segno di timore nel fissarle il viso provvisto di un unico occhio: quello sinistro lo aveva perso in battaglia molto prima che le due si conoscessero, ed era abituata a quella visione. L'avrebbe trovata bellissima in ogni caso.
Che coppia bizzarra che erano. E non perché erano entrambe femmine, ma perché appartenevano a due specie molto diverse. Undyne era una Spearish, un mostro pesce particolare dalla struttura antropomorfa la cui magia consisteva nel controllo di migliaia di lance azzurre tremendamente intimidatorie. Lei invece era una Dinozap, un mostro dinosauro capace di generare elettricità a piacimento.
Non era per niente abile nel gestire il suo potere di saette ed energia, ma in quel momento fu colpita come un fulmine a ciel sereno dal gesto affettuoso della sua amata. Questa se ne accorse quando aprì l'occhio sano e notò le sue gote arrossate, indice del suo - secondo lei - ingiustificato imbarazzo.
-Alphys! Per la miseria, stiamo insieme, ancora non ti sei abituata alle coccole? Ahahah!-
Si mise quindi a grattare con forza la cresta di Alphys, la mano palmata stretta a pugno e una risata sguaiata a percuoterle il busto e a scompigliarle la coda di cavallo rossiccia che le partiva dal cranio.
-Ahah, Undyne ti prego... le grattatine no...! Ahahah!-
Le concesse perciò un attimo di tregua dalle sue effusioni un po' impetuose, ma bastò che ammorbidisse la sua occhiata per far diventare questa volta le guance della Dinozap direttamente color cremisi. Non riusciva proprio a rimanere calma quando la sua ragazza dalla personalità intrepida dimostrava tutto l'amore, la fiducia e il rispetto che provava per lei, non vi era alcuna remota possibilità.
-Sei troppo carina.- sputò Undyne mostrando un sorriso smagliante e pestifero, poi si alzò in piedi e proseguì: -Dai andiamo a casa, tesoro-.
Alphys era ancora avvolta nel profondo dell'ANIMA da una splendida sensazione di benessere, ma dopo una manciata di secondi tornò in sé e allungò un braccio grassottello verso il mostro pesce.
Mano nella mano, si avviarono in direzione della stradina dove risiedevano.


Attraversato il giardino, Alphys entrò nell'appartamento con Undyne al suo fianco e, una volta ferme all'ingresso, il suo sguardo squamoso si posò sulla lettera che aveva trovato nella cassetta.
-C'è scritto il mittente?- domandò la Spearish chinando la testa da un lato.
-Oh Undyne, non s-sono tutti come te che non firmano le lettere! Ahah!-
-Ah, è così, eh?-
Afferrò senza preavviso la sua ragazza dalle ascelle, e una volta sollevata in aria cominciò a girare come una trottola lì sull'uscio di casa, rischiando quasi di farle cadere gli occhiali a terra; ma ciò era irrilevante, finché poteva sentire la sua vocina acuta ridere a crepapelle e mescolarsi al suo caratteristico urlo di battaglia "Ngahhh!".
-Ahahah oddio U-Undyne, ti prego, no! Mi arrendo, ahahah!-
Si arrestò dopo l'ennesima piroetta che rischiò di far venire il mal di testa all'amata, e con una delicatezza di cui sarebbe rimasta testimone solo lei la riportò sul pavimento.
-Tii hii...- ridacchiò coprendosi il muso con una mano e guardandola di sottecchi.
La sua espressione trasmetteva una dolcezza senza pari, e Undyne trovò difficile non buttarsi su di lei per dare sfogo al suo desiderio più recondito...
Sbarrò l'occhio giallo al solo pensiero, e prima di diventare rossa come l'interno delle sue pinne scosse la testa decisa. Lo fece ad ANIMA pesante; odiava con tutta se stessa mostrarsi dura o insensibile, quando invece avrebbe tanto voluto essere carina come Alphys ed esternare il suo amore con atteggiamenti altrettanto teneri e garbati. Quello che non sapeva è che anche la Dinozap sognava di intensificare il loro rapporto in quel senso puro e candido, ben lungi dalle fantasie scostumate degli esseri umani.
Prima o poi entrambe avrebbero compiuto il grande passo.
Il mostro più basso guardò di nuovo la busta e annunciò: -È di Mettaton!-
-Beh, leggiamola con calma sul divano.- propose l'altra mentre si dirigeva a ovest del portone principale.
La sua sagoma si rifletté nello specchio ovale che si trovava in quell'angolo della stanza, sopra alla cassapanca dove il mostro pesce aveva sistemato la sua mediocre serie di scarpe. La specie di cui faceva parte Alphys era solita non indossare nulla ai piedi, forse per via della loro pelle molto resistente e delle squame estremamente protettive. Nello stesso momento in cui appoggiava la sua borsa a tracolla - caduta a terra poco prima per ovvi motivi - sotto all'appendiabiti dal tubo estendibile, si chiese se mai la sua ragazza avrebbe potuto trovare strana quell'abitudine.
Dopo qualche istante quel pensiero si era già dileguato nei recessi più bui della sua mente, e ora vi era solo una crescente curiosità per il contenuto della lettera.
Superata la scala che conduceva al piano superiore si diressero in fondo a destra dell'ingresso, dove la parete si apriva ad arco e rivelava la loro ampia cucina in living con tanto di tavolo e zona soggiorno provvista di televisore e divano.
Sprofondarono nella sua morbida base in stoffa e, senza indugiare oltre, il mostro dinosauro iniziò a leggere ad alta voce il messaggio di Mettaton.
-Vediamo... "Ciao carissima Alphys. Spero che tu stia bene e che Undyne ti tratti coi guanti..."-
-Ma ovvio, cosa crede?!-
La guardò di rimando e scoprì i denti in un timido sorriso prima di abbassare gli occhioni e continuare.
-"Come sapete, in questo periodo mi sto esibendo in un vecchio teatro nella periferia di Pleedothoons Town, quello ceduto a noi mostri dagli esseri umani. Ma il mio sogno è lavorare in televisione, cosa che almeno per ora sembra impossibile. Nonostante i miei sforzi non sembra ci sia soluzione. Voglio dire, per farmi vedere mi..." ...Uh, Mettaton, non è c-così che si attira l'attenzione!-
-Cosa? Che ha scritto?-
-Dice... che cercava di farsi riprendere dalle telecamere mentre gli umani giornalisti giravano i notiziari sui mostri.-
-Che idea da tostapane sgangherato! Vuole farsi arrestare?-
-Dopo ha scritto... "I soldi iniziali che ci hanno dato per sostentarci non dureranno per sempre. Spero che almeno voi avrete più fortuna di me e troverete un lavoro. Fatemi sapere, un abbraccio."-
Tralasciando i suoi tentativi discutibili di farsi vedere nei televisori di tutto il mondo, la realtà nuda e cruda era proprio quella descritta dal migliore amico di Alphys. Dovevano trovare un lavoro per guadagnarsi da vivere, e in fretta. In questo modo, forse sarebbero anche stati visti più di buon occhio dagli uomini... già, ma se da principio non v'era fiducia e solidarietà, come avrebbero ottenuto un posto?
Quel lungo silenzio che si era generato al termine della lettura fu rotto dalla domanda della Spearish.
-Mh... Alphys, tu sai un sacco di cose di scienza e simili, e se insegnassi...?-
-Oh! I-io insegnante? Ci... devo pensare...-
-Tesoro, sai DAVVERO un mucchio di roba! Altro che quell'ammasso di ferraglia, lui...-
-Eh-ehy, non dire così di Met-...-
All'improvviso il suo muso si illuminò.
-Quello... che hai detto prima, Undyne!-
-Uh?-
-Il fatto di farsi arrestare, un agente di polizia, Undyne! Potresti diventare poliziotta!-
La fissò a bocca spalancata, anche se per gran parte essa veniva coperta dai suoi denti acuminati.
-...Poliziotta eh... uhm...- mormorò infine.
-Ovviamente, non p-potrai usare le tue lance se non per casi eccez-...-
Ma quella si era già alzata dal divano; la sua figura si ergeva fieramente sul tappetino del salotto, le branchie sui fianchi scoperti che esalavano in un impeto di energia e un braccio alzato verso il soffitto.
-Sì, mi piace! Sono carica!-
La sua amata rise divertita e la affiancò in un lampo, dopodiché esclamò: -A-amore, dai ora prepariamo insieme la cena. Ti aiuto io-.

***

Undyne sprizzava allegria da ogni sua singola scaglia cerulea.
L'aroma deliziosamente estivo che emanava la distesa d'acqua davanti ai loro occhi era così invitante, da farle venire voglia di lanciarsi giù dal lungomare e tuffarsi in mezzo a quelle stupende onde pitturate di verde e azzurro. Aveva potuto ammirare un simile spettacolo solo quando Alphys l'aveva fatta avvicinare al mondo degli anime; ricordava il mare scintillante disegnato in poche ma efficaci immagini dentro allo schermo della vecchia, enorme console grigia usata dalla ex-scienziata per seguire con lei le serie che aveva collezionato nel corso degli anni, e che aveva custodito gelosamente nel suo laboratorio confinato nell'ormai lontano Sottosuolo. Per diverso tempo le aveva fatto credere che quei cartoni animati e le rispettive versioni cartacee fossero veri documenti storici sugli esseri umani, solo creati ad hoc per i bambini che dovevano studiare storia a scuola. Un giorno la Dinozap aveva ammesso di averle mentito, ed era successo poco prima della loro tanto sudata quanto meravigliosa dichiarazione.
Tuttavia il mostro pesce in fondo alla sua ANIMA aveva capito subito quale fosse la verità, sin dalla prima confessione avvenuta alla discarica: Frisk aveva insistito con l'idea che gli anime fossero reali, forse con l'intento di non distruggere la sua ferma convinzione e quindi ferirla, per cui Alphys aveva dovuto riaffrontare l'argomento. Ricordava il dispiacere tinto sul suo muso, e sapeva quanto aveva odiato averle dovuto dire tutte quelle frottole.
Eppure, come aveva rivelato alla sua amata, a lei non importava di quelle insignificanti e innocenti bugie.
Nemmeno i suoi anime preferiti erano più importanti, ora che poteva stare accanto a lei in Superficie all'aria aperta, a guardare col proprio occhio il mare increspato a pochi metri dalla stradina sulla quale loro stavano sostando. Dal vivo era una visione semplicemente magnifica, un'esperienza unica per una Spearish come lei, abituata perlopiù ad acque scure e dallo scorrere malinconico.
-O-oh bene, per di là si scende s-sulla spiaggia, qui non c'è il corrimano c-così ci si può sedere e guardare i-il panorama, più avanti si p-può prendere un Nice Cream, e...-
La sua ragazza sembrava avesse fatto il pieno di peperoncino da quella mattina, e Undyne si chiese cosa avesse causato questo accentuato nervosismo. Iniziò a intuire qualcosa appena si rivolse a lei e la vide rigirarsi i pollici mentre fissava le piastrelle grigiastre sotto ai suoi piedi; l'ombra che proiettava la sua gonna pantalone su di esse era a malapena visibile per via del sole ancora alto...
-Tesoro?- fece lei con tono sorpreso.
-U-uh, ora, o-ora siamo arrivate e d-dobbiamo...-
Allora capì.
Non riuscì a contenere l'ondata di tenerezza e la scossa di divertimento che la investì, e scoppiò a ridere.
-Ahahah Alphys, sciocchina, non ti devi vergognare!-
-Uh-uhm, non, n-non ci siamo mai viste con s-solo il costume...- sussurrò mentre la sua coda ondeggiava lenta e incerta, chiaro segnale della sua inestinguibile timidezza.
-Facciamo così, mi tolgo la roba prima io, okay?-
Quella annuì non molto convinta, lo sguardo ancora puntato sul pavimento.
Il movimento delle braccia per sfilarsi il top dal colore blu notte fu rapido, così come quello necessario affinché potesse liberarsi della parte di sotto.
A metà dell'opera aveva intravisto il mostro dinosauro girarsi di tre quarti, e cominciare a togliersi anche lei il completo da mare, flemmaticamente e delicatamente. Ma una volta rimasta in costume non si mosse di un millimetro.
-Alphys...?- la chiamò cauta.
Alla fine si voltò verso Undyne, e quest'ultima si irrigidì di colpo. Una polverina leggera stava uscendo a sbuffi dalle narici della Dinozap.
-U-uh, oh n-no, perdonami, p-perdonami!- esclamò Alphys mentre cercava di nascondere il muso con le manine.
L'altra sbatté le palpebre e domandò stupefatta: -Amore, io... ti ho scosso la tua magia a tal punto?-
-Uh, u-uh...!- balbettò lei, la voce attutita dai piccoli artigli che ora le cingevano la bocca, ora tentavano di celare i granelli pregni di magia che sgorgavano in modo discontinuo dal naso.
Conosceva il carattere impacciato e nervoso della sua ragazza, ed era al corrente di questo particolare fenomeno dei mostri. Non era propriamente elegante, ma era il suo significato che le fece palpitare l'ANIMA; esso si manifestava quando c'era un sovraccumulo di magia, la magia più potente che una creatura come loro poteva vantare di possedere...
-S-scusa, scusami Undyne, è c-che sei, s-sei b-bellissima... io n-non, non intendo a-altro...- la poverina non la smetteva di farfugliare, le guance in fiamme per l'imbarazzo e la situazione fuorviante.
Le volle credere.
Dopo che il flusso di polvere cessò, la Spearish mostrò uno dei suoi tipici sorrisetti da squalo.
-Grazie tesoro, ma sei bellissima anche tu con quel costumino.-
Trovò d'obbligo quel complimento, e fu lieta di notare che Alphys si era rilassata abbastanza da donarle un tenero sorriso come risposta, talmente intenso che ebbe l'impressione potesse trapassare la benda nera e la cicatrice che aveva sul volto.
I costumi che indossavano avevano il colore primario dell'altra, come a simboleggiare il loro fortissimo legame: li avevano scelti apposta, seppur con un po' di disorientamento iniziale da parte del mostro tarchiato. Lei aveva optato per un costume intero celeste, che a detta sua non la faceva apparire troppo grassa. Undyne invece si era comprata un costume tutto giallo a due pezzi cosicché le sue branchie potessero inebriarsi della brezza marina, la stessa che ora le muoveva di tanto in tanto la coda di cavallo scarlatta.
Le due si presero un Nice Cream e lo consumarono sedute sul limite del lungomare, le gambe a penzoloni sopra alla lunga striscia di sabbia scintillante e, ovviamente, di fronte a quel mare favoloso dalle sfumature verde-acqua che si confondeva all'orizzonte con il cielo rilucente dei raggi del sole.
Non una nuvola a oscurare quella frazione della città.
Una giornata così splendida non meritava di essere rovinata da nessun accenno di rabbia o risentimento, neppure per il ricordo del cartello di divieto posto all'entrata della spiaggia più bella di Pleedothoons Town. Certo, non avevano il privilegio di godersela come i cittadini senza ali, code o corna, ma anche la spiaggetta dove si trovavano in quel momento e che era a libero accesso riusciva a dare soddisfazioni.
Da quella postazione la Spearish poteva vedere una decina di specie di mostri divertirsi tra la sabbia dorata o le onde che si rifrangevano placide sulla riva. E alla sua destra...
Chiuse l'occhio sano e lo riaprì.
Vista la sua schiena curva e le spalle affossate era difficile a dirsi, ma Alphys era china sulla sua minuta console grigia, immersa completamente nel mondo fantastico di un videogioco retrò regalatole da Frisk; non aveva proferito parola da parecchi minuti.
Che sia ancora imbarazzata per prima?
Di punto in bianco il mostro ceruleo percepì i battiti della sua ANIMA accelerare, fino a quando le fu impossibile ignorare il calore che la avvolse, e che non aveva decisamente alcun collegamento con la stagione torrida.
Si mosse pian piano nella sua direzione, rimanendo seduta e fingendo di osservare ancora il mare, mentre sentiva mano a mano il lieve colpettio che la punta della sua coda dava a terra farsi più forte.
La Dinozap non si accorse della distanza irrisoria che oramai le divideva, e l'altra, le orecchie-pinne pulsanti di magia ardente, ne approfittò abbassando la testa e baciandola sulla cresta.
Per qualche scherzo della natura Alphys ebbe come reazione un arrossimento completo del suo corpo, e con la console portatile premuta sul petto e gli occhi a palla si accasciò da un lato, sconfitta totalmente da quella inaspettata dimostrazione d'affetto.
-Pfff-ahahahAHAH!- Undyne irruppe in una fragorosa risata, i denti appuntiti in bella vista e una mano che batteva a ripetizione sulla pavimentazione del lungomare.
-Oh...-
In tutto questo la sua flebile esclamazione fu appena udibile. Al principio il mostro giallo credette di non essere in grado di rialzarsi neanche tra un milione di anni, credette di non trovarsi affatto in quel luogo, di stare sognando sul suo strambo letto del laboratorio di Hotland...
Poi come d'incanto riprese coscienza della realtà intorno a lei, e in men che non si dica era in piedi sulla stradina, il viso vicinissimo a quello della sua ragazza.
Quando sentì il respiro di Alphys accarezzarle le scaglie la sua ridarella si calmò all'istante. Si voltò verso di lei e la guardò sorpresa, e con un singolo, silenzioso gesto parve incoraggiarla ad andare avanti: ritrasse i denti dietro al labbro inferiore, sorridendo amorevolmente.
Le mani squamose si posarono sulle sue guance rosate, e le sue labbra sfiorarono quelle della Spearish, mandando di nuovo in tilt la sua percezione di tempo e spazio. Undyne aveva un sapore pungente, salato, e al loro contatto era stato come far congiungere un fiume schivo dalle acque dolci con il suo adorato oceano.
Ebbe paura che rifiutasse il bacio, e invece la sua amata chiuse l'occhio poco a poco, il gusto zuccherino della sua bocca che le infiammò il petto. Allora il mostro dinosauro la imitò e si abbandonò a quella sensazione mai provata prima, quella per cui aveva fantasticato intere ore della sua vita scrivendo fanfiction romantiche, oppressa in tristi giorni di solitudine...
Oh Alphys...
Pensava di essere lei l'intraprendente della coppia, tuttavia fu percossa da un brivido quando si accorse che Alphys voleva approfondire il bacio; le sue pinne scattarono all'unisono infervorate di passione, e le loro labbra cominciarono a schioccare a intermittenza mentre si cercavano e si toccavano affamate l'una dell'altra, un aroma salmastro a investire i sensi delle due innamorate.
Infine, si separarono. Avevano entrambe l'ANIMA a mille e solo dopo diversi secondi una delle due parlò, benché con un fil di voce.
-Wow...- fu il breve commento del mostro pesce, e l'altra annuì paonazza.
-Oh... o-oh m-mio...-
-Tesoro, a dir la verità... mi sono sentita io quella timida. Sicura di non aver mai baciato nessuno?-
-C-certo che no, io... io mi sono ricordata d-dei simulatori, cioè... mi calavo sempre molto nella parte... uh...-
Undyne stava per rispondere con una battuta, ma le parole le morirono in gola appena vide lo sguardo sbigottito e spaventato della sua ragazza.
Stava fissando a occhi spalancati le piastrelle crepate cosparse di ciottoli, proprio sotto alla mano sinistra della Spearish, e il suo squittio improvviso squarciò l'aria.
-UNDYNE! Questa spiaggia è proprietà degli esseri umani!-


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Yeee menomale che ci sono io a scrivere roba Alphyne su EFP xD Carissima Is Animeddas, spero di essere un valido successore delle tue storie. Vi terrò compagnia con questa FF a più capitoli per un bel po', non so quanto sarà lunga ma la mia scaletta è bella corposa, quindiii vi romperò le scatole per diversi mesi, yea! xD Questa enorme fanfiction descrive come mi sono immaginata andare avanti il "mio universo" di Undertale, questo vuol dire che ci sono citazioni al mio ultimo gameplay (Frisk femmina, "Gli anime sono reali", ecc.) e roba di mia fantasia per sviscerare di più aspetti mai approfonditi nel gioco. Ah, potrebbero esserci anche piccoli riferimenti a "And her SOUL skipped a beat" e "And now we are one" in futuro, per ora non so di preciso. Ovviamente è sempre incentrata su Alphys e Undyne, ma c'è di fondo un'atmosfera cupa per via del contatto dei mostri con gli esseri umani. Insomma, non mi pareva possibile che andasse tutto rose e fiori dopo la distruzione della Barriera.
Spero che la mia interpretazione vi abbia incuriosito, in questo caso ci rivediamo al prossimo capitolo!
Bye!
  
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