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Autore: Starfallen    15/01/2020    2 recensioni
Un incontro misterioso renderà Adrien più consapevole dei suoi sentimenti.
Dal testo:
E poi la vide, adagiata su uno scoglio non molto distante dalla nave, che affiorava appena dalle acque del mare, i lunghi capelli neri erano sciolti e seguivano i movimenti delle onde
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Across the sea
 
Si portò una mano sulla bocca per coprire lo sbadiglio del tutto incontrollato che gli era uscito.
Il senso di noia che stava provando in quel momento era tale da ostentarlo. L’unica nota positiva di quel galà di beneficienza della fondazione Agreste era che si svolgeva su uno splendido yacht che veleggiava nel Canale della Manica a largo di Calais.
 
Era una splendida serata di luna piena e quella sfarzosissima sala arredata in velluto rosso e stucchi dorati cominciava a dargli il mal di testa e vedere Chloé Bourgois comparire sull’uscio dell’entrata opposta del salone lo convinse che era il caso di uscire a prendere una boccata d’aria fresca. Non appena si ritrovò sul pontile Adrien inspirò a pieni polmoni l’aria fin troppo fresca e salmastra della notte: “Finalmente solo”pensò intento ad ammirare la splendida luce pallida della luna piena che splendeva sopra di lui.
 
Mentre osservava i suoi riflessi argentati illuminare le acque del mare improvvisamente avvertì alle sue spalle un tonfo, come se qualcosa di grosso si fosse appena tuffato nell’oceano, si voltò per vedere di cosa si trattasse, ma non vide niente, se non le increspature lasciate dalla creatura che poco prima era balzata fuori dall’acqua.
“Che sciocco che sono, cosa mi aspettavo di vedere, sarà un tonno, o al massimo un delfino”.
 
Tornò ad ammirare la baia che si presentava ai suoi occhi come lo splendido quadro di Van Gogh, la luna piena sulla destra illuminava il mare e in lontananza le luci della città brillavano come piccole stelle.

 
 “Though I'm far away, across the sea
This moon keeps haunting me….
” 

 
D’un tratto una dolcissima melodia proveniente da un punto indefinito catturò la sua attenzione.
 

“As I spread my wings
And soar above
It's you, you're guidingme….”

 

Lanciò un’occhiata lungo il pontile della nave ma oltre alla fioca luce delle lampade non vide nessuno, provò a sporgersi oltre il parapetto per vedere se quella voce così melodiosa e cristallina provenisse dal pontile inferiore, ma niente.
 

“And the morning sun
Still shines on me
I feel your power too….”

 
In tutta fretta scese lungo il pontile sottostante inesorabilmente attirato da quella melodia che lo aveva totalmente soggiogato.
Una volta sceso si sporse lungo il parapetto alla ricerca di quella voce.
 

“And the passing tides
In paradise 
As we stand beneath
This full moon….” 

 

E poi la vide, adagiata su uno scoglio non molto distante dalla nave, che affiorava appena dalle acque del mare, i lunghi capelli neri erano sciolti e seguivano i movimenti delle onde.
Era immersa in acqua fino alla vita e a fatica si vedeva altro dato che si trovava in controluce.
 Adrien la osservava come rapito da ciò che si stava palesando in quel momento davanti ai suoi occhi.
Osservò la ragazza sistemarsi definitivamente sullo scoglio, e fu solo in quel momento che si accorse che non era del tutto umana. Vide distintamente che all’altezza della vita partivano, delle squame di uno splendido color corallo, che terminavano in una coda che timidamente spuntava accarezzando dolcemente le onde.
 
La guardò completamente rapito da tale visione, non poteva credere ai suoi occhi, eppure era li, una splendida sirena proprio davanti a lui.
Fu solo quando la nave cominciò ad avvicinarsi che poté osservarla.
 Era li, adagiata al chiaro di luna, Adrien la guardava, avrebbe voluto parlarle, chiederle quantomeno il suo nome, ma temeva che rompendo il silenzio sarebbe sfumata la pura essenza di quel magico momento.
Proprio in quell’istante nave emise un forte fischio, che la fece voltare spaventata.
Lei si tuffò nuovamente in acqua e quasi scappò via, ma Adrien la fermò: “Fermati!” –gridò -“Ti prego non andartene!”
 
Lei si fermò, riemerse timidamente e si avvicinò cautamente allo scafo della nave, alzò lo sguardo verso di lui.
In quel momento i loro occhi s’incrociarono e finalmente poté ammirarla in volto.
I suoi occhi erano di un intenso azzurro cielo, e con i riflessi della luna risaltavano ancora più cristallini.
 
Sul viso portava una maschera, dello stesso colore delle squame della coda che le copriva gli occhi.
Lei sorrise timidamente: “Ciao…”disse la ragazza con leggera esitazione.
“È davvero magnifica”, pensò, non poteva credere che finalmente si stavano parlando: “Ciao… ma tu.. sei… sei davvero…?” lei rise e mostro la coda: “Si, sono una maliarda marina” – “Maliarda marina? Vuoi  dire una sirena?” – “Oh, è così che voi bipedi ci chiamate?”.
 Adrien storse leggermente il naso quando sentì la parola “bipede”, ma quel termine era troppo adorabile detto da lei e non voleva rischiare di indispettirla.    
 
“Come mai sei in superficie?” 
 
Lei gli rivolse uno sguardo d’imbarazzo, si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio: “Volevo… volevo guardare  le luci colorate” Adrien alzò un sopracciglio: “Luci colorate?” – “Si, sono stupendi, quando scoppiano mi ricordano degli anemoni che sbocciano nel cielo”  “Ah!! Intendi i fuochi d’artificio!” – “Si, esattamente! Sono così belli che non ho saputo resistere, anche se…”- “Se?” chiese curioso di sentirla terminare la frase.
“Se dovessi essere scoperta potrei passare un guaio” – “Le regole del vostro popolo sono così rigide?” lei lo guardò di sottecchi da dietro la maschera: “Si, e tante volte mi stanno stette” – “Ah, ne so qualcosa”- “Senza contare che ne sto infrangendo tre tutte insieme” sorrise strizzando un occhio e facendo una piccola linguaccia.
 
“Come tre insieme?” chiese sgranando appena gli occhi: “Per cominciare stare superficie a quest’ora” – “Avete anche voi regole di coprifuoco?” – “Non proprio, ma ci sono delle regole precise se una di noi vuole spingersi in superficie.” – “Oh e immagino che questa sera tu abbia contravvenuto tale regola.” Si scambiarono uno sguardo erisero entrambi. Adrien la guardò ridere, e si rigirò nervosamente l’anello che portava al dito della mano destra.
 
“E come se ciò non bastasse, mi sono fatta scoprire da un bipede, e ora sono qui a parlarti…”
disse mal celando un timido sorriso. Ad Adrien parve quasi di vedere del rossore sulle sue guance, ma da quell’altezza era difficile dirlo.
“Quindi senza volerlo ti ho messa nei guai? Mi dispiace davvero tanto.” Disse corrucciato; “Non ti preoccupare” –disse bruscamente –“è raro trovare un bipede come te, qualcuno con cui condividere il mio segreto.”   
 
Questa volta fu lui ad arrossire.
In quell’istante un fischio squarciò il silenzio che si era creato e l’aria.
Finalmente i fuochi erano iniziati.
“Eccoli finalmente!! Non sono splendidi?” – “Non sono niente paragonati a te.” 
 
Quelle parole uscirono dalla sua bocca prima ancora che lui riuscisse a controllarle.
Si guardarono come se nessuno dei due potesse farne a meno, illuminati dai colori dei fuochi.
 
Il silenzio lo rendeva sempre più nervoso e per questo motivo Adrien continuava a rigirarsi l’anello al dito.
“Adrien carooo!! Dove sei finito?!? Ci sono i fuochi d’artificiooo!!”
La voce stridula di Chloé giunse improvvisa alle orecchie di entrambi facendoli sobbalzare.
Per lo spavento Adrien, che stava ancora rigirandosi l’anello al dito, se lo sfilò inavvertitamente.
“No! No, no, no!!” l’anello rotolò lungo il pontile per poi cadere nelle acque scure del mare.
“Maledizione no!!”senza esitazione Adrien si arrampicò sul parapetto e si buttò “Fermo! Aspetta!!”  
 
Mentre si lanciava sentì la sua bella mentre gli diceva di fermarsi, ma ormai era tardi, Adrien si era lanciato da cinque metri d’altezza.
Il tonfo del suo tuffo si confuse con il botto dei fuochi.
L’impatto con l’acqua fu violento, non solo a causa del doloroso impatto, ma soprattutto a causa del gelo. Il mare del nord era più freddo di quello che lui stupidamente credeva. 

 
“Adrien!! Sei uno sconsiderato!”la ragazza lo aveva raggiunto: “Non posso perdere quell’anello!” disse con determinazione. 
Si tuffò per cercare di riprenderlo, ma più si immergeva più la pressione dell’acqua aumentava, e l’oscurità, già presente in superficie, nelle profondità era ancora più persistente.“Adrien, ragiona, non puoi respirare”- lei gli stava dietro –“Torna in superficie, andrò io”.
Con pochi colpi di coda la vide sparire sul fondo del mare per recuperare il suo anello, pensò che quella fosse la decisone più sensata. 
 
Fece dietrofront ma non si era accorto di quanto fosse sceso in profondità, tentò di risalire con tutte le sue forze, ma la pressione gli toglieva velocemente energie. La vista si offuscava, cominciava a sentire la necessità di respirare, ma sott’acqua gli era impossibile, cercava di riemergere più in fretta che poteva, ma la carenza di ossigeno e il gelo delle acque cominciava a intorpidirgli i muscoli e provocargli crampi.
Era quasi in superficie, ma sentiva le forze che lo abbandonavano, gli occhi si chiudevano e sentiva sempre più la stanchezza pervaderlo…
 
“Non mi abbandonare! Non te lo permetto”

 

“When you walked 'cross that room
Your eyes tell me all about you
And your smile
I wanna be with…”

 
La prima cosa che sentì fu proprio la suavoce, stava cantando.
 Una luce crescente cominciava a fare capolino, e a dargli fastidio agli occhi. Mosse un braccio e si rese conto solo in quel momento di essere sulla spiaggia.“Ma cos…? Da quanto sono qui?”
 

“You, just you
Dance through the night with you
So kiss me true
All through the night”

 
Aprì gradualmente gli occhi, lei era li sopra di lui, che lo guadava mentre rinveniva e intanto cantava, i capelli suoi lunghi capelli neri erano sciolti sulla schiena, e le incorniciavano delicatamente il viso.
Si fece coraggio e cercò di allungare delicatamente una mano verso il suo volto.
Lei si avvicinò permettendogli di arrivare a toccarle la guancia, ricevendo quel suo gesto d’affetto con estrema naturalità.
 
Si guardarono negli occhi per alcuni istanti sorridendosi reciprocamente: “Ben svegliato”- “Grazie... “ – le sorrise ancora intontito e leggermente scosso – “Ti prego… che… che cos’è successo… ieri sera, altrimenti crederò davvero di essere morto, perché mi sembra di essere in paradiso” – “Ti ho salvato, semplicemente” – gli sorrise per tentare di rassicurarlo – “Hai perso conoscenza, mentre savi tornando in superficie” –“Si ricordo, ma tu eri andata a prendere l’anello”.
 
Con la coda dell’occhio la vide muovere distrattamente la pinna sul bagno asciuga mentre lo guardava con i suoi occhi colore del cielo, ora che poteva finalmente vederli da vicino. 
“È vero, ma per fortuna nuoto veloce.”- mosse nuovamente la coda come a voler dare forma al pensiero.
 
“Non dubitavo affatto di questo.” Guardò istintivamente in direzione del movimento.
“Nel tornare verso la superficie mi sono resa conto che tu non eri riemerso e così ho fatto ciò che andava fatto, ti ho salvato.” – “Mi hai portato qui. Ma siamo lontani da dove si trovava lo yacht ieri sera.”
“Si, ed anche parecchi metri sotto il livello del mare.” 
 
I loro occhi erano fusi insieme, nessuno dei due riusciva più a parlare come la sera precedente.
“In realtà…” – disselei con voce tremante: “non saresti riuscito ad arrivare fin qui se io non.. ti avessi permesso di respirare..” era tutta rossa in volto, ed Adrien non poté non notarlo.
“Come… come hai fatto a farmi respirare?” lei sgranò suoi occhi blu e distolse lo sguardo: “Noi possiamo donare il respiro a chi riteniamo degno…. con un bacio…” il rossore sulle sue guance era sempre più evidente.
 
In totale imbarazzo la vide distogliere lo sguardo: “Adesso è meglio che vad..” – “Aspetta!” – disse precipitosamente Adrien, non voleva lasciarla andare, anche se sapeva che avrebbe dovuto farlo presto, ma cercava di posticipare quel momento io il più possibile.
“Prima che tu te ne vada” –disse mettendole due dita sotto il mento per far si che i loro occhi s’incrociassero per l’ultima volta – “Cosa che non voglio assolutamente, ma so purtroppo che è inevitabile, prima che tutto questo accada esaudiresti un mio ultimo desiderio?”.
Lei lo guardò con gli occhi lucidi e con il capo fece un muto segno di assenso.
Adrien prese coraggio e cercò di sembrare meno impacciato possibile: “Col tuo permesso my lady”.
 
Lentamente avvicinò il suo volto a quello di lei, si avvicinava con cautela, così da poterle permettere di ritrarsi, cosa che lei non fece.
Quando fu a pochi centimetri dal suo viso chiuse gli occhi pregustandosi il momento.
 
 
 
****
 
La sveglia sul telefono squillò scaraventando prepotentemente Adrien nel mondo reale.
Con un gorgoglio assonnato allungò la mano per spegnerla.
“Che strazio questa sveglia” – “Non me ne parlare Plagg…”.
Disse stendendosi nuovamente, fissando il soffitto con aria sognante: “L’hai sognata di nuovo?”quel kwami lo conosceva troppo bene ormai.
“Si, sai che nel mio cuore c’è solo lei.”
 
Si alzò e andò a vestirsi, poi prese lo zaino e il telefono, sbloccò lo schermo per selezionare le immagini, lei era li, bellissima come sempre, la sua Lady, un giorno, non molto lontano, sarebbe stata sua.
 
 
N.A.
Ringrazio le anime che si sono prese la briga di arrivare in fondo a questa storia, questa è la mia prima ff in questo fandom nonostante segua la serie da circa un annetto, e vista la deludente conclusione della terza stagione e l’interminabile attesa che ci attende per la quarta ho deciso di provare a buttare giù due righe per cercare di far passare in fretta questa lunga, lunghissima attesa.
xoxo
                    
 

 
 
 
 

 
   
 
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