Anime & Manga > Mo Dao Zu Shi
Ricorda la storia  |      
Autore: Athelye    17/01/2020    3 recensioni
Sentì il lieve scricchiolare della sabbia alla sua destra. Con la coda dell’occhio distinse chiaramente una figura candida familiare.
“Non riesci a dormire?”
La sua domanda aveva una sincera nota di preoccupazione, ma il suo cervello la ignorò ugualmente.
“Ti importa?”
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Jin Ling/Jin Rulan, Lan Yuan/Lan Sizhui
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

緣分

yuánfèn - "coincidenza fatidica", per due persone di incontrarsi
e di essere naturalmente affini per volere del destino
.







Un mese. Un mese, e di Lan SiZhui neanche l’ombra. Dalla sera dei fuochi d’artificio non si erano più visti, né tantomeno sentiti. Jin Ling aveva avuto il suo daffare con la Scuola di Lanling, e Lan SiZhui.. Beh, avrebbe fatto piacere anche a lui saperlo.
All’inizio l’aveva trovato comprensibile, ora era diventato snervante. Era passato più di un mese, e da quand’era tornato alla Torre della Carpa Dorata non aveva più avuto sue notizie. Era deciso a non tornare a Gusu, anche perché non poteva permettersi di perdere tempo viaggiando dati i recenti problemi in una delle cittadine sotto la sua giurisdizione.
Dopo due settimane, aveva addirittura iniziato a parlarne con Fata. Aveva anche iniziato a trovare interessanti risposte negli occhioni acquosi del cane spirituale. Forse stava iniziando a impazzire.

D’altronde, come detto prima, non aveva tempo materiale da spendere solo a pensare a Lan SiZhui.

 

Da qualche settimana, alle porte di Xuzhou erano state segnalate diverse sparizioni, e dopo una serie di fallimenti da parte di una squadra di suoi sottoposti, Jin Ling era dovuto andare personalmente a occuparsi del problema. Come se lui non ne avesse altri.
Insieme all’eredità del trono, suo zio gli aveva lasciato anche una serie di grane, nascoste come la polvere sotto un tappeto, ed era da quando Jin Ling aveva preso potere che cercava di porre rimedio a tutti i danni fatti dai suoi (grazie al cielo) defunti parenti.

Giunto nella cittadina, aveva chiesto informazioni riguardo alle sparizioni, ma le persone scomparse non sembravano avere punti in comune: età diverse, generi diversi, posizioni sociali diverse. Solo il tragitto era lo stesso, una tratta che partiva da Xuzhou e arrivava a Jining costeggiando il Lago Weishan. Ma anche lì, scopo e direzione di viaggio non erano uguali per tutti.

“Ci mancava questa..” Mormorò, sbuffando, dopo aver ringraziato l’ennesima vecchietta a cui chiedeva.

“Ha ragione, signore.” Disse uno degli uomini al suo seguito dai tratti affilati, quasi taglienti, prontamente fulminato dallo sguardo del giovane vestito d’oro.

“Parlavo a Fata.” Il sottile velo di disprezzo nella sua voce gelò il sangue a tutti i presenti. Odiava gli adulatori, e ancora di più gli adulatori che parlavano a sproposito.

Con un gesto di stizza, avanzò verso le porte della città affiancato solo dall’animale spirituale, lasciando indietro il gruppo.

“Voi restate qua. Raccogliete informazioni su tutte le persone intenzionate a usare quella strada. Trattenete chiunque l’abbia percorsa almeno cinque volte in queste due settimane e interrogate chiunque stia rientrando. Voglio sapere se hanno notato qualcosa, qualsiasi cosa, di strano.”

Il suo seguito annuì quasi in sincronia sotto quella raffica di ordini, nessuno che osasse fiatare.

“Cosa state aspettando?!” Ruggì, facendoli disperdere. “Tsk.”
Che inutile branco di stupidi, si ritrovò a pensare, mentre saliva in sella al cavallo con cui era arrivato. Guardò verso il cielo, sereno e freddo, come d’altronde lo era stato praticamente dall’inizio dell’inverno.
“Vieni Fata, andiamo.”

Esaminò con cura tutto il perimetro, perlustrando l’area intorno a Xuzhou, senza trovare niente di anomalo. Decise di controllare anche la prima parte del percorso prima del tramonto, arrivando alle sponde del lago, ma non ebbe risultati neanche lì.
Quando rientrò a Xuzhou, gli venne incontro uno dei suoi con sguardo perplesso. “Signore, abbiamo fermato un gruppo di cinque cultori. Sostengono di stare indagando sulle sparizioni per conto di QingheNie e vorrebbero essere lasciati andare. Stavamo aspettando che lei tornasse.”

Jin Ling scese da cavallo con un agile salto. Ma certo, Jining è sotto il loro regno, era ovvio che il Signor ‘Non Lo So’ mandasse qualcuno.
“Dove sono?”
Maledisse più e più volte le varie scocciature in cui era incappato, mentre camminava seguendo l’uomo con le vesti simili alle sue verso una locanda. L’idea di dover collaborare con un’altra Scuola di Coltivazione non alleggeriva minimamente il suo malumore.
Tuttavia, quando aprì la porta della locanda, la sua espressione cambiò totalmente, passando da ‘scocciatura andante’ a ‘incredulo stupore’ in un batter d’occhio.

Un gruppo di cultori vestiti di bianco e celeste con dei nastri intorno alla fronte sedeva compostamente all’interno. Il loro capo si alzò non appena vide aprire la porta, assumendo una maschera di sgomento nel vedere chi l’aveva aperta.
Lan SiZhui sembrava aver appena visto un fantasma.

Jin Ling serrò le labbra, una volta preso coscienza di essere davanti ad almeno altre dieci persone, includendo i gestori della locanda. Si voltò verso i suoi, quasi ringhiando.

“Non sapete neanche chi avete fermato. Da quanto state tenendo rinchiusi in questa topaia dei discepoli di GusuLan?!” Sottolineò la loro provenienza, per far sentire ancora peggio gli uomini, che tremarono alla realizzazione. Chiunque facesse parte del Clan Lan doveva essere trattato con enorme rispetto, era una regola non scritta per tutte le scuole.
L’adulatore di poche ore prima stava per rispondere, ma lui non gliene diede il tempo, schioccandogli l’ennesima occhiata feroce della giornata. “Andate immediatamente a cercare un alloggio migliore.”

Quelli fecero un inchino e sfilarono via rapidi senza fiatare, con gli occhi sbarrati dall’imbarazzo.
Jin Ling si voltò di nuovo verso il gruppo, focalizzando il suo sguardo in quello color cenere di Lan SiZhui.

“Giovane Maest-” Iniziò lui con un inchino, subito imitato dai ragazzi alle sue spalle.

“Piantala.” Jin Ling incrociò le braccia al petto, guardandolo con diffidenza. Il tono gli era uscito più acido di quanto non volesse. Era contento di vederlo, sotto sotto, ma non poteva ignorare che non si fosse fatto sentire per quasi un mese, e quello bruciava ancora.

Lan SiZhui raddrizzò la schiena in silenzio, intuendo che non fosse il caso di terminare il saluto con quella formalità.

“Cosa ci fanno qui dei discepoli Lan?”

“Siamo stati chiamati da Nie HuaiSang. Ci ha chiesto lui di indagare sulle sparizioni, non potevamo ignorare la sua richiesta.” Spiegò pacatamente, nonostante lo sguardo critico dell’altro.

“Capisco. E dato che voi di GusuLan siete ferrati in tutte le materie, fra cui anche la geografia, saprai che Xuzhou è sotto il controllo della mia Scuola.” Commentò, con una nota di biasimo. “Quindi sarebbe stato gradito un avviso della vostra presenza qui, soprattutto visto lo scopo della vostra visita.”

Il giovane abbassò il viso. “Chiedo sinceramente scusa per la grave mancanza. Non riaccadrà.”
Intanto alle sue spalle i giovani discepoli si scambiavano occhiate perplesse per quella ‘cattiveria’ apparentemente esagerata, mentre facevano un inchino di costernazione.

“Bene. Detto questo, se avete informazioni, gradirei davvero che me le riferiste.” Dicendo così, guardò tutti i presenti senza cambiare atteggiamento.

“Purtroppo non abbiamo molte informazioni a riguardo, solo un elenco approssimativo delle persone scomparse, se non vogliamo contare chi può essersi messo in cammino da solo e senza testimoni in una delle due città.”

Jin Ling fece un cenno, e Lan SiZhui continuò con la spiegazione.

“Sono spariti in sette: un’anziana, un artigiano, una coppia di sposi, una donna con la figlia e un ragazzino.”

“Sì, sono le stesse segnalazioni che ho avuto io. Probabilmente a quest’ora nessuno di loro sarà ancora vivo. La più recente è di diversi giorni fa.” Commentò Jin Ling.

Nella stanza entrò uno dei seguaci da LanlingJin, rispetto agli altri era molto giovane e dai tratti gentili. “Signore, abbiamo trovato alloggio nella locanda migliore della città, ma temo che non ci siano stanze sufficienti per..”

“Non importa, noi staremo qui.” Lo interruppe lui, ma con la voce leggermente più morbida rispetto a poco prima.

Lan SiZhui inarcò le sopracciglia, stupito. “Jin Ling, non..”

“Domattina partiremo per esaminare quella strada e cercare il responsabile di queste sparizioni. Non mi piace l’idea di collaborare, ma sarebbe stupido sprecare le energie percorrendo sentieri diversi.” Parlò, non lasciandolo finire. “Sarebbe vantaggioso se veniste con noi.”

Quello annuì, senza riuscire ad aggiungere altro.

“Ottimo.” Si rivolse poi al giovane ancora sulla soglia. “Accompagnali e assicurati che sia tutto perfettamente in ordine.”

I ragazzi si inchinarono ancora in riconoscenza, mentre Jin Ling li superava, diretto alle scale, scavalcando con un paio di falcate Lan SiZhui, senza aspettare le sue parole di gratitudine né salutarlo come sarebbe stato da etichetta.
Sul viso del giovane vestito di bianco, non poteva vederlo, ma era sceso un velo dalle note blu.

 

La mattina dopo, con le prime luci, il gruppo si mise in cammino. Un anziano venditore di ceste aveva indicato loro un tempio a metà strada fra Xuzhou e Jining, spesso tappa dei viaggiatori, quindi avevano deciso di dirigersi lì come prima cosa; solo Fata era rimasta di guardia in città, seguendo gli ordini di Jin Ling.
Un paesaggio di arbusti li aveva accolti appena lasciate le vicinanze della città, con le piante che si infittivano man mano che avanzavano lungo la strada, segnata dal frequente viavai. Quella era una via percorsa soprattutto dai mercanti, dato che era la più veloce a collegare le due città. Infatti erano ben visibili le tracce di ruote e zoccoli.
Il nostro gruppo invece avanzava a piedi, in modo da poter esaminare con più attenzione eventuali anomalie nell’ambiente.
Jin Ling e Lan SiZhui guidavano i rispettivi gruppi, stando a pochi passi l’uno dall’altro, ma mantenendo un silenzio pesante.
Il capo della Scuola di LanlingJin spesso gettava delle occhiate ai giovani dell’altra Scuola, accennando un sorriso nel vederli interagire con il ragazzo che indossava le sue stesse vesti dorate.
Shi Meng*, se non ricordava male il suo nome, era il figlio di una giovane della sua corte. Fin da piccolo aveva dimostrato di avere un grande spirito di osservazione e delle buone doti per un Cultore, quindi quando i suoi genitori gli avevano chiesto di prenderlo come discepolo la risposta era stata immediata. Era un ragazzo sveglio e allegro, uno dei pochissimi discepoli umili e con sincera voglia di imparare a Lanling. Probabilmente l’unico che meritasse davvero di indossare la divisa di Scintilla tra le Nevi.
Vederlo scherzare e chiacchierare con i ragazzi di Gusu gli metteva una leggera nostalgia. Si rivedeva molto in lui, anche se da ragazzino aveva un carattere quasi intrattabile. Non che adesso fosse molto diverso.
Con la coda dell’occhio colse un sorriso fugace sulle labbra di Lan SiZhui. Probabilmente stavano pensando la stessa cosa.

Durante il cammino, incrociarono diversi gruppi di persone provenienti da Jining. Famiglie, carovane, viaggiatori. Tuttavia, erano tutti al completo, e non sembravano aver notato niente di strano.
Quando arrivarono al tempio di cui aveva parlato il venditore di ceste, il buio aveva già iniziato a inghiottire il cielo, rivelando le prime stelle. La strada costeggiava il lago già da qualche chilometro, quindi la piccola struttura era ben visibile, stagliata sul pelo dell’acqua colorata di viola e arancio a voler imitare il cielo.
Poggiava su un piccolo molo, sufficiente a far camminare solo una persona alla volta. Al suo interno c’era solo la statuetta sfigurata di una divinità femminile che sembrava allungarsi verso il cielo, con la stessa fluidità ed eleganza con cui un cigno muove il collo.
Inizialmente, sia Jin Ling che Lan SiZhui avevano pensato che fosse quella la causa delle sparizioni, dopo aver ascoltato il racconto del venditore. Sembrava che un pescatore impazzito avesse tentato di sfigurare l’immagine della dea, a cui si era rivolto, e quella l’avesse fatto cadere in acqua e lasciato affogare.
Simulacri di divinità che si caricavano di energia risentita erano praticamente all’ordine del giorno per un cultore. Ora però che erano arrivati lì, constatarono che non c’era alcuna traccia di energia risentita intorno a quel tempio. Non c’era proprio energia, in effetti.
I viaggiatori che passavano e che lasciavano le loro offerte si rivolgevano al nulla.
Il che, se vogliamo, era ancora più strano, dato che se lì non era presente nessun tipo di energia, voleva dire che poco distante doveva esserci qualcosa che la assorbiva tutta.

Jin Ling osservò le stelle comparse, poi si rivolse al gruppo. “È meglio fermarsi per adesso. Con la notte e il freddo saremmo solo rallentati.”

Per fortuna, nonostante l’inverno e il lato scoperto del lago, la vegetazione proteggeva abbastanza bene e si poteva notare solo una sottilissima brina qua e là fra l’erba, ma nessuna traccia di neve o ghiaccio. La temperatura era decisamente sopportabile.
Tutti si accamparono, accendendo fuochi per tenersi al caldo, mangiando insieme e parlando. In breve tempo i più giovani si abbandonarono al sonno, complice anche il freddo, che sì non era fastidioso, ma pur sempre freddo era.
Quando anche l’ultima delle voci si spense insieme all’ultimo tizzone, Jin Ling sospirò fra sé e sé.
Più cercava di prendere sonno, più i suoi pensieri arrivavano a mordergli la testa e impedirgli di rilassarsi. E la vicinanza a Lan SiZhui di certo non aiutava.
Avevano camminato uno affianco all’altro lungo tutto il tragitto, ma non si erano scambiati neanche una parola.
Con un leggero ringhio gutturale, si decise ad alzarsi. Non aveva senso restare lì a girarsi e rigirarsi, quindi optò per dare un’occhiata in giro. Camminò, stringendosi nel pesante mantello, lungo la riva, avvicinandosi al tempio.
Anche al buio, riuscì a distinguere diversi tipi di offerte: dai bastoncini di incenso ad alcuni fiori che il freddo e l’aria lacustre avevano accartocciato, dediche e un paio di disegni rozzi, probabilmente opera di qualche bambino.
Quelli sembravano recenti. Jin Ling si chiese se potevano essere del ragazzino disperso e della bambina sparita insieme alla madre. Anche loro, le loro immagini non coincidevano.
A quanto aveva scoperto dalle testimonianze raccolte, quel ragazzino aveva una decina d’anni, ed era scappato da casa sua a Xuzhou, mentre, a quanto aveva saputo dai Lan, madre e figlia abitavano a Jining ed erano dirette a Xuzhou, apparentemente ‘in fuga’ dal tradimento del padre della bambina.
Continuò a osservare in silenzio i vari tributi, lasciati all’imbocco del molo. Sentì solo il lieve scricchiolare della sabbia alla sua destra, ma con la coda dell’occhio distinse chiaramente la figura candida del suo amico, quindi non serviva allarmarsi.

“Non riesci a dormire?”                                                                                       

La sua domanda aveva una sincera nota di preoccupazione, ma il cervello di Jin Ling la ignorò ugualmente.

“Ti importa?”

L’altro increspò leggermente le sopracciglia.

“Perché non dovrebbe?”

Perché non ti sei fatto sentire per un mese, perché non mi hai mai cercato, perché..
Ecco cosa avrebbe voluto dirgli. Possibilmente urlando, come stava facendo la sua voce nella sua testa.
“Perché stiamo indagando, dovresti concentrarti su questo.”

Il suo tono scostante lasciò per un attimo in silenzio Lan SiZhui. Jin Ling gli lanciò un’occhiata, e vedendo una punta di dolore sul suo viso non poté non sentirsi compiaciuto almeno un po’.
Non era corretto, non era giusto, ma a chi importava? Anche lui era stato ferito da quel silenzio lungo giorni, anzi, settimane.
Prima che il giovane potesse dire qualcosa, Jin Ling indicò le offerte. “Guarda.”

Lan SiZhui sospirò, ma obbedì, osservando a cosa puntavano le dita affusolate dell’altro. C’erano due statuine di legno chiaro scolpito: un drago e una farfalla, e accanto ciò che doveva essere stato un crisantemo rosso.**

“Sono recenti. Il legno si è inumidito per il freddo e il crisantemo è sfiorito, ma non credo siano qui da più di una settimana.” Affermò, pensieroso. “Pensi sia l’artigiano scomparso?”

Jin Ling annuì. “È possibile.”

“Potrebbe aver chiesto una benedizione per una proposta di nozze.” Ipotizzò, prima di indicare a sua volta qualcosa, spostandosi di qualche passo. Dei fogli bianchi quadrati, abbastanza piccoli.

“Sono più luttuosi dei tuoi vestiti.” Commentò, con una punta di ironia che fece sorridere entrambi.

“È solo un’ipotesi, ma potrebbe essere l’anziana. Hai detto che era una vedova, no? C’è un cimitero vicino a Jining. Forse stava andando lì per onorare il marito.”

Jin Ling soppesò la cosa, trovandola credibile. “D’accordo, ma la coppia? Qua non c’è niente che possa far pensare a un’offerta di due sposi.”

Lan SiZhui sembrò fermarsi a riflettere profondamente sulla cosa. “Potrebbero non aver fatto in tempo.”

“Che questa cosa li abbia catturati prima?” Gli fece eco lui. Poi scosse la testa. “No, non credo. Poi perché gli altri ce l’hanno fatta? Se fossero gli unici a venire da una delle due città, avrebbe senso, ma non c’è uno schema neanche in questo!”

“Anche i bambini?”

“Anche i bambini.” Gli indicò i disegni approssimati. In uno c’era lo schizzo di una famiglia felice, nell’altro un fiore che sembrava una peonia. Probabilmente per un bambino lo era, ma Jin Ling ci vedeva solo un ammasso di petali spiaccicati, come se ci fosse passato sopra un carro su quella peonia. Due volte.

Dopo qualche minuto di silenzio, il giovane Jin emise un sospiro esasperato. “Non ha senso!”

“Calmati, ci dev’essere qualcosa che ci sfugge.”

“Ma va’? E io che pensavo di aver capito tutto!” Rispose con sarcasmo.

Lan SiZhui gli lanciò un’occhiata. “Sai cosa intendo..”

“Sì, lo so, ma resta un’ovvietà di cui non abbiamo questo gran bisogno, ti pare?” Incrociò le braccia al petto, facendo roteare gli occhi.

“Beh, tu sei forse in grado di aggiungere qualcosa che non sia così ovvio? Perché se è così, avanti.” La voce di Lan SiZhui era rimasta calma, ma bastavano le sue parole a tradire il suo sentirsi indispettito.

“Oh, non sono io che mi picco di sapere qualsiasi cosa.”

“Oh, tu dici? A me non sembra proprio. Ma d’altronde sei sempre così impegnato ad attaccare briga che non te ne rendi conto, evidentemente.”

Jin Ling si girò con un’espressione di totale stupore sul viso.
Per chiunque sarebbe risultato evidente che con quella discussione Lan SiZhui stesse trasgredendo a una discreta quantità di regole della Scuola Lan, ma a lui non poteva davvero importare meno in quel momento.

“Sai, è inutile fare quella faccia. Non sei cambiato di una virgola da quando avevi quindici anni.”

“Almeno io non sembrerò un vecchio vestito a lutto a trent’anni!”

L’altro spalancò gli occhi, pronto a ribattere ancora, quando una folata di vento li morse su ogni millimetro di pelle scoperta, facendoli rabbrividire fino alle ossa.
Si voltarono velocemente entrambi, credendo si trattasse di un attacco, portando immediatamente una mano sull’elsa delle rispettive spade.

 

 

Con un leggero sciacquettìo, dalla direzione da cui era arrivato il vento apparve sul pelo dell’acqua una piccola barchetta. Sembrava giusta per due persone.
I due si scambiarono un cenno, avvicinandosi all’imbarcazione senza abbassare la guardia non appena quella si fermò, a pochi passi dalla riva. Non c’erano remi né conducenti, non c’era neanche una corda con cui qualcuno poteva averla tirata.
Entrambi guardarono istintivamente l’acqua, cercando qualcosa che potesse averla mossa da sotto,  non c’era nulla in quell’acqua cristallina in modo quasi surreale.

“Lan SiZhui.” Disse, serio.

“Sì.”

Mossero due passi nell’acqua per arrivare alla barca, salendo senza lasciare la presa su Suihua e Fenghua. Si guardarono intorno qualche secondo, prima che quella iniziasse a muoversi da sola, tornando da dove era arrivata. Sembrava di navigare in un mare di vetro.
I due giovani percepirono la temperatura dell’aria abbassarsi, man mano che si allontanavano dalla riva. Dopo qualche minuto di traversata, iniziarono a scorgere una superficie scura, probabilmente un’altra riva.
La barchetta attraccò nello stesso modo, fermandosi a un paio di passi da dove l’acqua lasciava il segno sulla sabbia, ma senza rimanere incagliata, come se dovesse ripartire subito dopo la loro discesa.
Jin Ling scese per primo, guardandosi intorno. L’aspetto era molto simile alla prima riva, ma senza il tempio e con un filo di foschia che avvolgeva tutto. Lì sì che si percepiva forte l’energia risentita, talmente intensa da dare l’illusione di poterla toccare.
Lan SiZhui lo affiancò subito, con atteggiamento guardingo.

“Fa’ attenzione..”

“Pensa a badare a te stesso, nuvoletta.” Soffiò fra i denti, sentendo i nervi irrigidirsi per la tensione a ogni passo. Lan SiZhui dovette mordersi la lingua per non ribattere a parole o a gesti.

Sentirono un verso provenire dalla vegetazione, a metà fra un rantolo e un latrato. Logicamente, seguirono quella direzione, immergendosi in una vegetazione tropicale, a dispetto del clima gelido.

“Non siamo sulla terra ferma, vero?” Chiese Jin Ling, scansando qualche ramo che gli era di intralcio nell’avanzare.

“Ora ti serve la mia conoscenza, eh?” Commentò Lan SiZhui, facendo saltellare le sopracciglia una volta in un gesto sarcastico.

Jin Ling non sapeva se stupirsi dell’atteggiamento totalmente inusuale dell’altro o trovarlo profondamente fuori luogo in quella situazione, ribattendo quindi a tono. Ovviamente, scelse la seconda.

“Non è colpa mia se mio zio odia il tuo e quindi non mi ha lasciato a Gusu abbastanza a lungo.”

“A Lanling i libri li usate solo per accendere il camino?” Rispose lui, fermandosi a guardarlo male, approfittando di un piccolo spiazzo. “E dire che sono bellissime le vostre edizioni, peccato che facciano la polvere come soprammobili!”

“Ha!” Anche Jin Ling si fermò, a qualche passo di distanza. “Scusami tanto se la mia ignoranza non arriva alla tua. Perlomeno io so anche usare la spada oltre a suonare una stupida cetra!”

Lan SiZhui non lasciò passare un secondo, rispondendo alla provocazione. “Perlomeno la mia spada non ha bisogno di tutta quella ricchezza per dare spettacolo.”

Jin Ling sentì ribollire il sangue nelle proprie vene, per plurimi motivi. Si ritrovò a sfoderare Suihua ancora prima di rendersene conto. “Hai ragione dai proprio spettacolo. Fai ridere, in effetti.”

Con un salto, si lanciò contro Lan SiZhui, che parò il fendente sfoderando Feghua appena in tempo. Respinse anche i due attacchi successivi, difendendosi con elegante maestria, mentre i movimenti di Jin Ling erano carichi di energia e di qualcos’altro, di un sentimento molto più profondo.

“Farò anche ridere, ma almeno non bistratto i miei discepoli!” Affermò, incrociando ancora la lama di Jin Ling, iniziando ora una serie di attacchi. “O chiunque mi circondi perché sono rimasto solo!”

Fu quello ad accendere una lampadina a entrambi. Nello sguardo negli occhi cinerei di Lan SiZhui, Jin Ling colse una scintilla. Aveva superato il limite, lo sapevano entrambi, e quello era un fianco scoperto per tutti e due.
Due anime rimaste sole troppo presto per poterlo ricordare, non abbastanza da non sentire un vuoto accanto a loro.
Ma allora perché non riuscivano a smettere di combattere? Jin Ling si sentiva la testa leggera, come se fosse carica di elettricità, e Lan SiZhui doveva provare la stessa sensazione, come di essere posseduto da una forza esterna. Non erano loro a parlare e muoversi. C’era qualcosa nell’aria, in quella nebbia. Era davvero nebbia?

Ma ormai, in quello scontro che non riuscivano a fermare, le emozioni traboccavano feroci in entrambi.

“Se sai che sono solo, allora, perché non mi hai mai cercato?!” Tentò un affondo, prontamente difeso. “Se sai cosa si prova, perché non hai fatto niente?!!”

“Potrei non aver avuto la testa per farlo, nella tua c’è molto spazio, possibile che questo pensiero non abbia avuto spazio per attraversarla?!” Fece volteggiare la Fenghua in modo da tentare più attacchi a raffica mentre parlava.

Ormai i due stavano gridando, in mezzo a quella vegetazione surreale, sferrando e respingendo colpi continui e incessanti, creando sbuffi di vapore con i loro respiri affannati

“Cazzo, neanche una lettera?!”

L’espressione di Jin Ling era una maschera di sprezzante e triste fastidio. Con un altro clangore, le due spade si colpirono di nuovo, creando una pioggia di scintille.

“Jin Ling, io..”

“Io cosa?!” Il giovane di LanlingJin strinse di più la presa intorno a Suihua. “Hai una vaga idea di come mi sono sentito?!”

“Non avevo intenzione di ferirti, Jin Ling!” Lan SiZhui appoggiò il proprio peso sulla spada, come se non avesse la forza di respingere un altro attacco. “Ma potrei rinfacciarti la stessa cosa! Neanche tu ti sei fatto vivo!”

“Non avrei saputo dove trovarti, e non è che sia stato con le mani in mano, sai?!” Anche lui spostò il peso in avanti, sorreggendosi con l’energia che sembravano emanare le due lame a contatto. “Come hai detto, sono solo e non posso fare affidamento su nessuno!”

Puoi affidarti a me.”

Quelle parole appena sussurrate lo colpirono in pieno petto, riportandolo alla realtà.
Jin Ling non sapeva come si fossero trovati in quella situazione assurda, con solo le due spade a separare i loro visi. L’espressione ferita di Lan SiZhui era la stessa che vedeva riflessa nelle iridi cenere di cui conosceva ormai ogni striatura.
Avevano parato ogni colpo reciproco, le ferite non avevano graffiato la pelle, ma più a fondo.

Così puoi sparire di nuovo?

Jin Ling..

Non è giusto..” Sentì un fastidioso bruciore agli occhi mentre parlava. “È così bello il mio nome se sei tu a chiamarlo..

Lan SiZhui lasciò scivolare Fenghua di lato, abbassando in questo modo anche Suihua. Fecero entrambi un passo avanti per ritrovare l’equilibrio, essendo venuto a mancare il sostegno a cui si stavano appoggiando. O forse l’avevano appena trovato.
Quasi istintivamente, unirono le loro fronti, cercando con la mano libera dalla spada un contatto con l’altro. Quella di Jin Ling si posò su quella che impugnava ancora l’elsa decorata di Fenghua, mentre quella di Lan SiZhui era una carezza lieve sulla sua guancia, arrossata dal freddo e dallo sforzo.

Scusami. Scusami, Jin Ling.” Mormorò con la voce affannata. “Avevo paura.

Quello chiuse gli occhi, concentrandosi solo sul proprio respiro e sulla voce di Lan SiZhui. “Quando mi hai baciato, dopo i fuochi d’artificio e le lanterne, ho creduto di sognare. Non sai per quanto tempo l’ho sognato.

Sei.. Sei l’unico che posso considerare casa.” Disse, con sforzo, mordendosi il labbro che tremava. Chiuse gli occhi a sua volta, nella speranza di trovare un po’ di coraggio per continuare. “Ho già perso la mia casa due volte, Jin Ling. Ho avuto paura di perderla ancora.

Per questo non ti ho cercato, per questo ho fatto di tutto per non farmi trovare e allontanarmi da Gusu ad ogni occasione.” Sussurrando, forse per l’emozione, la sua voce sembrava quasi roca. “Ti prego, capiscimi. Se anche non riesci a scusarmi, cerca di capir..

Non gli serviva aprire gli occhi. Per trovare quelle labbra morbide nonostante il freddo, non serviva aprire gli occhi. Bastava seguire il sapore dolce della sua voce, affondare nel profumo soffice di quelle parole, cercare con il cuore quello che i loro occhi non avrebbero comunque mai visto.

Casa. Quante volte, tornato alla Torre della Carpa Dorata, non si era sentito a casa salendo quei gradini sfarzosi, circondato da drappi dorati che brillavano di ricchezza e gareggiavano con i raggi del sole.

Casa. Quante volte, attraccato fra i loti di Yunmeng, non si era sentito a casa attraversando il calore delle bancarelle che affollavano le vie e i profumi che si attaccavano ai suoi vestiti e le canzoni che riempivano l’aria di allegria.

Quante volte, invece, annoiato dalle mille regole e mille divieti, si era sentito a casa con quel singolo, timido, meraviglioso sorriso, che respirava pace e tranquillità. Casa.

Lan SiZhui lo stringeva dolcemente, con le dita affusolate che scivolavano fra i suoi capelli castani, lasciando danzare la sua lingua con la propria, accarezzandola lentamente.
Quando ruppero il bacio, avevano il fiato ancora più corto di prima. Si persero qualche altro momento a guardarsi e scambiarsi stupidi sorrisi.

Non volevo dire niente di quello che ho detto, prima.

Lo so, neanche io.

Passarono altri secondi, poi i due sbarrarono gli occhi nello stesso istante, come se si fossero improvvisamente accorti di dove si trovavano. Il che era un po’ vero, dato che la nebbia intorno a loro si era dissolta.
Ed eccolo di nuovo, quel verso gutturale. Questa volta era più forte, più vicino.
I giovani Cultori recuperarono immediatamente le spade, mettendosi schiena contro schiena e facendo esplorare allo sguardo ogni anfratto di quel posto. Certo, la notte non aiutava, ma ormai i loro occhi si erano abituati al buio, infatti in poco tempo riuscirono a cogliere un movimento fra la vegetazione.

“Jin Ling, alla tua destra!”

“Lo so, l’ho visto!” Mentre lo diceva, lanciò Suihua in quella direzione, falciando di netto tre piante che si trovavano sulla sua traiettoria. Un suono sordo, poi un grido straziato: sicuramente aveva colpito qualcosa.

Lan SiZhui aprì la strada, impugnando saldamente Fenghua, che emanava un sottilissimo alone celeste, rivelando la causa di quelle grida.
Un corpo, morto da chissà quanto e carico di energia risentita, si stava dimenando con tutte le sue forze, cercando di liberarsi da quella situazione. Suihua l’aveva trafitto esattamente sotto lo sterno, piantandolo contro un tronco, probabilmente spezzandogli la spina dorsale con l’urto.
L’essere si agitava, gridando, graffiando tutte le piante intorno a sé, ruotando la testa con movimenti totalmente disumani e le iridi perlate e iniettate di sangue.
Lan SiZhui scagliò anche Fenghua contro il corpo, così da bloccare ancora di più quel cadavere, che lanciò un altro urlo seguito da una serie di versi schiumanti di rabbia, trafiggendo stomaco e parte dell’intestino, causando così un fiume di sangue nero in più, misto a fluidi dall’odore stomachevole.
Subito si inginocchiò, sfoderando il guqin, e iniziò a suonare una melodia tranquilla, senza sortire un grande effetto. Anzi, probabilmente a causa dello scontro precedente, era ancora più indebolito.
In uno dei tanti impeti di rabbia, il cadavere si staccò un braccio, lanciandolo contro Lan SiZhui.

Non potendo estrarre la lama dal corpo demoniaco senza liberarlo, Jin Ling si lanciò senza pensare davanti al giovane Lan. Pessima idea.
Ora quella mano violacea gli stava attanagliando la gola così forte da impedirgli di respirare. Tentò di strapparsela via di dosso, tirando, colpendola, graffiandola, il tutto ovviamente invano.
A causa della forza di quelle dita, dopo a malapena una decina di secondi sentiva già il sangue rombargli nelle orecchie e la testa ovattarsi. In lontananza sentì la voce di Lan SiZhui che lo chiamava, poi un lampo azzurro verso di lui fece saltare via la mano, che prese a bruciare contorcendosi, inondando le vicinanze dell’odore rancido di carne marcia che brucia.
Jin Ling cadde in ginocchio, tossendo sangue mentre cercava di respirare. Lanciò un’occhiata all’altro, che continuava imperterrito a suonare. Solo dopo vari minuti di urla laceranti e colpi a vuoto, il cadavere si calmò.
A quel punto, Lan SiZhui iniziò a suonare Inquisizione, rivolgendogli le domande che dettava Jin Ling con la voce roca, anche se, visti gli abiti che indossava quel fantasma, si era già fatto un’idea.
Gli chiesero il suo nome, il suo lavoro, il motivo della sua morte.

Chen XiaoXi era un pescatore, l’ultimo della sua famiglia a portare avanti il lavoro tramandato da generazioni. Si era sposato con una bella ma umile donna, poi il cielo li aveva benedetti con la nascita di una bambina, una splendida bambina.
La piccola era cresciuta in una bellissima adolescente quando, un giorno funesto non troppo lontano, un ladro affabulatore l’aveva convinta a seguirlo. Inutili erano state le preghiere dell’uomo al piccolo tempio sulla sponda del lago, ormai la ragazza aveva preso la sua decisione alle spalle del padre.
Lei non aveva altro, così, per fare prima, rubò la barca del padre. Decisero di attraversare il Lago Weishan, guadagnando tempo per seminare Chen XiaoXi. Tuttavia, la disgrazia aveva voluto che quella notte le acque del lago fossero agitate a causa del vento e del maltempo. La barchetta affondò, e i due ragazzi con lei.
La madre della ragazza morì di dolore e, per la disperazione, Chen XiaoXi perse il senno. Sfigurò la statua fasulla, ma, mentre correva verso riva urlando sul piccolo molto, scivolò in acqua e venne risucchiato dalla corrente, morendo affogato.

“Ma certo.. Ciò che avevano in comune non era qualcosa di materiale. Erano i problemi d’amore.” Commentò Jin Ling, sorreggendosi debolmente la testa. “Ma i bambini? Loro cosa avevano?”
Lan SiZhui suonò quella domanda, attendendo la risposta. Le corde del guqin vibrarono con poche note.

“Si stavano cercando.” Tradusse.

“Cosa diamine vuol dire?!”

Lan SiZhui aprì di più gli occhi, capendo il significato di quelle parole. “Abbiamo invertito i disegni. Quello della bambina non era con la famiglia, era la peonia. Amore.”

“Quindi.. I bambini.. Si conoscevano?”

“Probabilmente si piacevano. Lui era scappato di casa, forse voleva andare da lei.”

“La barca..” Mormorò Jin Ling. “È quella che ha attirato le persone qui. Come noi. Non ci siamo saliti solo per curiosità. Stavamo litigando ed è apparsa. Probabilmente anche i due sposi stavano litigando, poi è apparsa e ci sono saliti, senza riuscire quindi a raggiungere il tempio.”

“Complice qualsiasi cosa sia nella nebbia.”

“Esatto.”

Con qualche secondo di ritardo, il paragone con la coppia di neosposi colpì i due, che si ritrovarono ad arrossire in un silenzio vagamente imbarazzato.
Quell’essere demoniaco doveva aver pensato che anche loro due fossero una coppia. Niente di più sbagliato, pensò Jin Ling, con le guance che pizzicavano ancora.

A quel punto, Lan SiZhui iniziò a suonare, facendo vibrare nell’aria una melodia serena per liberare dai suoi tormenti il fantasma.
Quando il corpo tornò ad essere definitivamente morto, Jin Ling si alzò, andando a recuperare le due spade. Infine i due lo seppellirono come meglio poterono, con la stanchezza di due combattimenti e la mancanza di strumenti adeguati.
Tornarono sulla riva, dove li aspettava la barchetta che li aveva portati lì. Non si era mossa di un millimetro. Salirono con attenzione, e quella iniziò a muoversi lentamente, increspando a malapena l’acqua. Probabilmente era l’energia residua dello spirito di quel pescatore a farla muovere. Per fortuna, perché erano entrambi troppo stanchi per riuscire anche a remare.

Un sottile velo di vapore copriva l’acqua, mentre il cielo all’orizzonte iniziava a tingersi di una leggera sfumatura indaco.
Jin Ling si stese, appoggiando la testa sulle gambe di Lan SiZhui dopo che questo l’aveva invitato a farlo con un gesto silenzioso.

“Siamo stati su quell’isoletta tutta la notte?”

“Così pare.” Rispose il giovane, guardandolo dolcemente e accarezzando la sua coda.

Jin Ling allungò una mano per spostare una ciocca corvina dietro l’orecchio di Lan SiZhui, sorridendo divertito. “Hai tutti i capelli fuori posto..”

Quello ridacchiò. “Sai, la tua veste non è messa molto meglio.” Poi si chinò sul suo volto, baciandolo a fior di labbra.

“Non farlo.. Sono ancora sporche di sangue..” Disse Jin Ling sorridendo, spostando un altro ciuffo di capelli dal viso dell’altro. Come risposta ebbe solo un altro bacio leggero, che lo fece ridacchiare felice.

Quando Lan SiZhui rialzò gli occhi dal giovane, si trovò davanti uno spettacolo inaspettato.

“Jin Ling, guarda!”

Il giovane sollevò il busto quanto bastava per affacciarsi dalla barchetta, spalancando gli occhi per lo stupore. Sul pelo dell’acqua c’erano sospese tante piccole sfere luminose dai contorni fumosi, come delle fiammelle. Sembrava di navigare in mezzo a un cielo stellato, mentre quello sopra di loro passava dal blu a un viola chiaro, con qualche sprazzo di rosa sulle nuvole dove arrivava la luce del sole non ancora sorto. Man mano che avanzavano, alcune si spegnevano, svanendo come rivoli di fumo, e altre comparivano timidamente.
I due rimasero in silenzio a guardarsi intorno con la meraviglia sui propri volti, godendosi quello spettacolo di luci magiche, che si spezzavano mille volte con le lievi increspature dell’acqua argentea.
Quando toccarono la riva, ne erano rimaste solo un paio in lontananza.
Jin Ling saltò giù dalla barchetta, aiutando l’altro a scendere. Lan SiZhui mancò un passo, rischiando di cadere, ma venne immediatamente sorretto. Jin Ling si mise il braccio destro l’altro intorno alle spalle per sostenerlo meglio e avvolse il suo intorno alla vita sottile di Lan SiZhui.

“Sto bene, Jin Ling. Sto bene..” Disse lui, ma con il passo successivo crollò fra le sue braccia per la debolezza.

Jin Ling lo prese al volo con un sussulto. Poi sospirò, riuscendo a prenderlo in braccio, chinandosi per passare l’altro braccio dietro le sue ginocchia e sollevarlo.
“Stai bene, eh?” Ridacchiò fra sé e sé, mentre camminava verso il punto dove si erano accampati la sera prima.

Intanto, il gruppo si era svegliato e, non trovando i due Cultori, si era messo in allarme. Quando i ragazzi del Clan Lan videro arrivare Jin Ling gli corsero incontro, preoccupati per il loro maestro.

“Preparate una brandina e non preoccupatevi. Sta bene, è solo svenuto per la stanchezza.” Li rassicurò lui, mentre quelli annuivano e obbedivano agli ordini.

“Signore, cosa vi è successo?” Chiese allarmato Shi Meng, mentre il giovane adagiava Lan SiZhui sulla brandina, sistemandogli le vesti con cura e posandogli una coperta addosso.
Jin Ling raccontò lo scontro con il fantasma feroce e la sua origine, poi spiegò quale fosse il filo conduttore (riservandosi questa volta dal paragonarsi a una coppia) delle sparizioni.

Quando finì di raccontare, dopo aver accarezzato dolcemente i capelli di Lan SiZhui, si alzò e guardò i discepoli Lan.

“Quando si sveglierà, ditegli che se non verrà subito a cercarmi dopo essersi rimesso completamente in forze, il Gran Maestro di LanlingJin sguinzaglierà tutti i cani spirituali che ha contro suo padre.” Affermò, accennando un sorriso.

Quelli lo guardarono a bocca aperta, mentre slegava il proprio cavallo e saltava in sella. Uno dei Cultori con la veste dorata lo raggiunse. “Signore..”

“Metà di voi vada a Qinghe a riferire quanto accaduto, l’altra metà a Xuzhou. Poi tornate immediatamente alla Torre della Carpa Dorata.” Ordinò ai suoi uomini, poi si rivolse di nuovo ai ragazzi vestiti di bianco. “Voi tornate ai Meandri delle Nuvole, e assicuratevi che il Giovane Maestro Lan si riposi a dovere.”

Il gruppo fece un inchino, una volta che ebbe finito di parlare. Poco prima che potesse partire, il ragazzino di LanlingJin lo chiamò, incuriosito. “E voi, Gran Maestro? Dove andrete?”

Jin Ling sospirò, guardando il cielo. Si stava già pentendo.

“A cercare le due persone che meno vorrei vedere sulla faccia della Terra.”



 






___________________

*Mèng = “sogno”; Shì Mèng = “come un sogno”. Da questa poesia, mi sono permessa di inventare un OC di sana pianta. Giusto perché inventarmi il nome di una spada non mi bastava.
** Fra i regali di dote alla sposa, vengono simboleggiati il rispetto e la gentilezza, che io ho rappresentato rispettivamente con: il drago (simbolo di virilità, forza e rispetto) e la farfalla (simbolo di femminilità, longevità e bellezza); in più il crisantemo rosso è una delle decorazioni tipiche dei matrimoni in Cina. Ah, e anche la peonia è simbolo d'amore.


___________________
Note dell'Autrice
Ma salve! Come va? :3
Sempre a orari improbabili della notte mi trovo a pubblicare, è un vizio, è un vizio.
Che dire a riguardo? Questa è la fic che avevo pensato per il compleanno di A-Yuan, cambiando idea a tipo due giorni dalla data. Tipico.
Mi sembrava poco fluffosa/festiva, quindi ho deciso di posticipare.
E beh, insomma, litigano, si menano (per un po'), non mi sembrava il caso. Btw, spero di essere stata verosimile, cercando di rimanere sulla falsa riga delle cacce notturne di MXTX. Spero abbia tutto una logica, più o meno.
Ma comunque, posso dire di essermi divertita UN MONDO a scriverla, anche se continuo ad avere un problema con le scene di scontro, perché potete vedere come, per pigrizia, io non abbia fatto altro che farli prendere a sciabolate senza piroettare neanche una volta. Quindi giuro solennemente di non avere buone intenzioni, e in futuro scriverò anche combattimenti seri.
Devo dire però che un po' mi è dispiaciuto far sanguinare Jin Ling. E so che non avrete gradito molto sia il litigio che quelle scene.. Però via, con la traversata fra i fuochi fatui insieme alla sua anima gemella mi sono fatta perdonare, no?

Con questa speranza, passo a dirvi che questa storia si colloca in fondo alla linea temporale che ho 'dettato' con altre OS (nell'ordine: Shy Blooming Silk, Words I Didn't Say, A Feather Afire e Soft Fireworks). Quindi, a questo punto, cosa ci riserverà il futuro? E chi sta andando a incontrare Jin Ling?
Tutto questo lo scoprirete nella prossima punt-.. Ah, no, perché anche questa è una OS *mumble*
Beh, potete sempre sperare nella prossima storia uwu, che arriverà di certo perché io questi due li adoro. Via, mi sembra d'aver ciacciato abbastanza comunque, passo ai saluti.

Ringrazio come sempre la mia beta, insostituibile colonna nelle mie giornate, la carissima Evelyn, che gioca col mio cuore inviandomi a volte immagini stupende e felici, altre stupende e angst da morire, e Deb che sopporta i miei scleri irrazionali su scene viste e riviste nel cuore della notte. Vi voglio bene bimbe <3 <3
Un grazie anche a Lilith e Juuzou che hanno recensito le scorse storie, grazie mille davvero. Ringrazio chiunque voglia commentare (
se lo farete, sappiate che vi sarò eternamente riconoscente, tipo gli alieni di Toy Story) perché mi farebbe un piacere IMMENSO, e ringrazio tutti i lettori arrivati fin qui, che siano silenziosi o no.

Un abbraccio grande grande grande (tipo Mina), ci si legge presto!

Athelyè ~ 

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Mo Dao Zu Shi / Vai alla pagina dell'autore: Athelye