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Autore: ballerina 89    22/01/2020    1 recensioni
Raccolta di One-Shot dedicata ai nostri capitan Swan. Le storie tratteranno come tema principale scene di vita famigliare che tutti noi vorremmo vedere nella serie ma che purtroppo ci sono state negate. I personaggi che troverete all'interno di questa raccolta sono gli stessi delle mie due opere precedenti ( Happy Begining e l'amore vince ogni cosa). Buona lettura a tutti voi.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV EMMA

 

Sapete cos’è la cosa che più mi rilassa la domenica mattina? Beh... il poter dormire qualche ora di più senza ombra di dubbio ma c’è un’altra cosa a cui non rinuncerei mai e sapete qual’è? Contemplare mio marito che dorme beatamente dopo una nottata di pura passione. Sarò di parte, non lo so, ma è un vero incanto con quei capelli tutti spettinati, la barba incolta, e quei pettorali che solo al pensiero mi verrebbe voglia di svegliarlo per ripetere le acrobazie della notte appena trascorsa. Sto diventando peggio di lui? Forse... me lo ripete in continuazione, ma come si può non avere certi pensieri con una visione del

genere davanti agli occhi? È impossibile credetemi. Sarebbe bello poter restare a letto qualche minuto di più e poterlo contemplare anche durante tutto il resto della settimana ma tra il nostro lavoro, i bambini che hanno scuola e i pericoli che a Storybrooke sono all’ordine del giorno questo non è assolutamente possibile. Per non parlare del fatto che il mio Killian è un mattiniero di prima categoria. Non c’è giorno che lui si svegli dopo di me. È sempre già bello arzillo e pimpante quando apro gli occhi e sarebbe così anche il weekend se solo non mettessi la sveglia in anticipo di un’ora. Perché lo faccio? Perché come ho già detto guardarlo mi regala sempre sensazioni meravigliose. Non so come spiegarlo: mi rilassa, mi da un senso di pace, ma sopratutto è l’unico modo in cui riesco a lasciarmi tutti i problemi alle spalle e non pensare a nulla se non a lui. Un giorno provai addirittura a dirglielo ma mi prese per pazza...

Era una domenica come tante altre, ero persa come al solito nei miei pensieri e non mi accorsi che si era appena svegliato. 

  • Se continui a fissarmi in questo modo finirai per farmi un buco dritto dritto sulla fronte amore! - disse aprendo gli occhi e catturando il mio sguardo con le sue meravigliose pietre azzurre. - Cosa ci fai già sveglia?
  • Mah... niente di che! Torna a dormire dai, è ancora presto, non volevo svegliarti. - risposi cercando di essere il più convincente possibile. Volevo tenere quel piccolo, innocente segreto tutto per me ma purtroppo Killian è più cocciuto della sottoscritta: quando si mette in testa una cosa non si arrende fin quando non gli si confessa la verità. 
  • - Sei tu la pigrona di casa non io... non ho per nulla sonno in questo momento mia cara, sono sveglio e pronto a scoprire come mai proprio tu alle.... - guardò l’orologio - otto e trenta del mattino sei già bella pimpante. 
  • È così strano che mi sia svegliata prima di te? 
  • La verità? Si! E la cosa un pochino mi preoccupa... tu ami dormire quindi deve esserci per forza di cose qualcosa sotto. Cosa? 
  • Mi è arrivato un messaggio e mi sono svegliata, tutto qua! Contento adesso?
  • Mmmh... no, lo sarei se fosse vero. Hai lasciato il telefono al piano di sotto ieri sera se ben ricordi... - disse per poi mettersi seduto e scrutarmi attentamente. Se prima stava sorridendo adesso sembrava essere diventato estremamente serio. - Se c’è qualcosa che ti turba devi dirmelo! Sono tuo marito e voglio essere messo al corrente di tutto. Se è successo qualcosa, qualsiasi cosa, se sei spaventata da qualcosa... io voglio saperlo. - il solito paranoico.
  • Uffa, quante storie per essermi svegliata presto! - alzai gli occhi al cielo. Era preoccupato per me ma non si poteva essere preoccupati solo perché mi ero svegliata prima di lui. - Non è successo nulla amore  e non c’è nulla che mi spaventa! Tranquillizzati. - continuò a fissarmi non convinto della mia risposta. Che gran testa dura... ora sì che capisco da chi abbiano preso i nostri figli. Nonostante la mia risposta continuò imperterrito con le domande e allora capii che non si sarebbe arreso fin quando non gli avessi confessato la verità, di conseguenza, pur di mettere fine a questa assurda discussione, mi decisi a confessargli questo piccolo segreto. - E va bene.... non è una coincidenza che sono sveglia a quest’ora lo confesso e se vuoi la verità non è neanche la prima volta che succede...
  • Lo sapevo, sapevo che c’era qualcosa sotto! - commentò
  • Si, può darsi... ma non è niente di tragico come stai già pensando. L’unico motivo per cui sono sveglia è perché ho messo la sveglia.
  • La sveglia? Di domenica mattina? E perché mai???? - ora era confuso.
  • Perché... beh perché.... - ero decisamente in imbarazzo. - si ecco vedi...
  • Ora balbetti anche???? - rise per qualche secondo per poi tornare in men che non si dica serio - le cose sono due: o hai paura di dirmelo perché sai che potrei arrabbiarmi o sei talmente terrorizzata dalla cosa che non hai il coraggio neanche di parlarmene. In ogni caso voglio saperlo! Devo saperlo.
  • Vuoi saperlo? Ok... mi piace guardarti dormire! - dissi tutto d’un fiato facendolo rimanere a bocca aperta per lo stupore. Non si aspettava di certo una confessione del genere, con la mente era già arrivato a pensare cose di ben altra natura e di sicuro più catastrofiche. - Ecco, l’ho detto!
  • Cioè spiegati meglio - disse iniziando a ridersela - tu, Emma Swan, la donna più pigra che conosca, punta la sveglia di domenica mattina per vedere il suo affascinate uomo - dall’ego smisurato aggiungerei - dormire mezzo nudo?? - guardò sotto le lenzuola - ah no rettifico... tutto nudo? - dall’essere preoccupato ora era passato decisamente a prendersi gioco di me.
  • Idiota! - gli lanciai un cuscino in pieno volto.
  • Lo so che sono affascinante ma hai tutto il giorno per ammirarmi, per dormire invece... beh, hai solo la domenica mattina. Devo essere proprio un bel vedere se sacrifichi così il tuo unico tuo giorno libero. - continuò a ridere.
  • Ma guarda tu! Uno non può dire una cosa carina che tu subito devi prendermi in giro! - feci la finta offesa.
  • No no no no no no nooo! Non fare quel broncio adesso, lo sai che effetto mi fa! - fece l’ennesima battuta amicando con lo sguardo.
  • Era meglio se continuavo a dormire guarda! - sbuffai - Buonanotte! - mi girai nella direzione opposta e tornai ad appoggiare la testa sul cuscino.
  • Ehi... e adesso che ti prende? - aveva anche il coraggio di chiedermelo? - non ti sarai mica offesa? - domandò con ancora quello strafottente sorriso sul volto. Ero girata di spalle ma potevo immaginare benissimo che sguardo avesse. Non lo degnai di risposta ma dopo neanche quale secondo eccolo avvicinarsi per lasciarmi una lunga scia di baci che partivano dalla spalla fino ad arrivare nell’incavo del collo, uno dei miei punti più sensibili. 
  • Lasciami in pace, trovati di meglio da fare. - esclamai decisa con l’intento di farlo smettere ma mi diede ascolto secondo voi? Certo che no. In realtà non mi diede neanche il tempo di finire la frase che mi prese per le spalle e mi girò nella sua direzione.
  • Ohi.... non volevo prenderti in giro amore, stavo solo giocando! - esclamò preoccupato per quella mia inaspettata reazione, non era da me comportarmi così ma quella volta aveva superato il limite.  - è la verità, io non ti prenderei mai in giro piccola!
  • Lascia stare, non si può mai essere seri o romantici con te! - sbuffai.
  • Ma cosa dici è? Il fatto è che non me lo aspettavo, mi hai colto alla sprovvista e lo sai meglio di me che non sono uno a cui piace far trasparire le proprie emozioni. Mi sono emozionato nel sentirti dire quelle cose ma ho cercato di camuffarlo con la mia solita vena ironica. Ho sbagliato lo so, sono stato un idiota, ma cosa posso farci se lo sono? Dai vieni qui, non mi piace quando mi tieni il muso. - fece per avvicinarsi ancora un po’ ma io, al contrario, continuai a tenere le distanze - Per favore amore... - niente da fare, non attaccava - Ok, d’accordo ho capito... sei arrabbiata, ma se ti confessassi io un piccolo segreto? pensi che riuscirei ad ottenere il tuo perdono?
  • Tu non hai segreti e se li hai saranno di sicuro a luci rosse quindi no grazie! Non mi interessa sapere cosa elabora la tua testolina perversa.
  • Puoi star tranquilla allora, quel  tipo di segreti li riservo per quando sono “all’azione” tesoro, dovresti saperlo ormai che mi piace stupirti a letto. - ve lo giuro stavo per prenderlo seriamente a calci ma non ci riuscii in quanto quello che mi disse dopo mi fece dimenticare tutto il resto - in  realtà quello che ho da dirti è una cosa molto romantica, una cosa che ho sempre evitato di parlartene per paura di perdere il mio lato da duro. Sono sempre stato un mattiniero lo sai, mi è sempre piaciuto svegliarmi all’alba ma da quando ci sei tu nella mia vita mi piace ancora di più. Sai il perché? Perché sei la visione più bella che esista al mondo. Sono sempre di buon umore al mattino ci hai fatto mai caso? Lo sai di chi è il merito? Il tuo! Non riesco a svegliarmi arrabbiato neanche quando il girono prima qualcuno mi ha fatto uscire fuori di senno: non appena i miei occhi si posano su di te dimenticano tutto quello che c’è stato fino a qualche ora prima. Non so come ci riesci, forse mi streghi, la tua bellezza mi strega, l’unica cosa che so è che voglio svegliarmi così per tutto il resto della mia vita.
  • Non attacca... lo dici solo per...
  • No, ti stoppo subito! Non lo sto dicendo solo perché mi voglio far perdonare. È la verità e ne ho le prove. - prese dal comodino il suo cellulare e sfogliando tra i media mi fece vedere alcune foto che aveva nella galleria. Tutte ritraevano me, accanto a lui, addormentata. - non ho finito, questa non dovrei fartela vedere in realtà, ma se serve per farti capire che non sto mentendo allora... beh sono disposto anche a sorbirmi l’ennesima ramanzina. - non capii cosa stesse dicendo fin quando non aprì le chat e mi fece leggere una sua conversazione con Robin.

Allora che fai? Ci vieni o no a pescare con me questa mattina?”

 Alle 6:35 di qualche giorno prima Robin gli aveva inviato quel messaggio.

 

Mi dispiace ma devo declinare l’invito amico”

 Gli rispose lui qualche minuto dopo.

 

Non sai cosa ti perdi! Il lago di prima mattina è una vera meraviglia”

 

Non lo metto in dubbio ma nessuno batterà mai questa meraviglia”

 gli allegò una mia foto questa è l’unica meraviglia che voglio osservare. Per me è la meraviglia più bella del mondo” 

 

  • Allora?  Mi credi adesso? - non risposi subito, stavo cercando di metabolizzare la cosa, ma lui, ancora dispiaciuto per avermi in qualche modo ferita, credette che quel mio silenzio fosse un brutto segno. - Lo sapevo che non avrei dovuto fartela vedere, ho peggiorato la situazione vero? Vuoi uccidermi per aver mandato la foto a Robin non è così? - rimasi a fissarlo negli occhi per qualche secondo dopodiché, cogliendolo di sorpresa, lo spinsi sul letto facendolo ricadere supino e senza dargli modo di capire cosa stesse succedendo mi misi a cavalcioni sopra di lui.
  • Taci idiota! Voglio solo baciarti! - catturai le sue labbra e lo baciai con trasporto, mi aveva presa in giro è vero, ma si era fatto perdonare alla grande: quelle parole messe così, nero su bianco, erano meglio di una dichiarazione d’amore tradizionale.
  • Aspetta un secondo... non che mi lamenti sia chiaro, anzi... mah... beh sai come finirà se continui così vero? Non ti lascerò uscire da questo letto come minimo fino all’ora di pranzo.
  • E allora????
  • Beh... visto che so già che domani sarà una giornata particolarmente intensa per te ti do la possibilità di fermarti in tempo per continuare a poltrire ancora un po’.  È una violenza che faccio a me stesso credimi, ma non vorrei mai sentirmi dire “ per colpa tua sono ridotta uno straccio” - certo che delle volte me le toglie proprio dalle mani.
  • Amo dormire, poter restarmene a letto qualche ora in più del solito sarebbe davvero grandioso ma se devo scegliere tra il dormire e il poter dividere questo enorme e comodo letto insieme a te allora... beh.... - ammiccai con lo sguardo - Sceglierei sempre te!  - lo baciai con la stessa intensità di poco prima. - Allora capitano... mi parlavi poco fa di alcuni segreti che riservi solo quando sei in azione.... vogliamo vedere di cosa si tratta? - al termine della frase ero già con la schiena sul letto e con il suo peso sopra di me. Aveva invertito la situazione e adesso era lui ad avere il comando. Iniziamo con estrema lentezza, con abbracci e baci che ben presto diventarono sempre più voraci e carichi di passione. Facemmo l’amore, o almeno... tentammo di fare l’amore. Eravamo nel mezzo del nostro amplesso quando improvvisamente fummo interrotti. Qualcosa o meglio qualcuno piombò sul nostro letto e con grazia pari a zero colpì Killian in pieno. Il mio cuore smise di battere ve lo giuro... credevo fosse uno dei miei figli. Mi coprii alla meglio con il lenzuolo, coprendo anche Killian e mi girai nella direzione dell’intruso in questione sperando almeno che non fosse Leila. Con i due più piccoli sarebbe stato più semplice inventare una scusa plausibile ma per lei... lei stava diventando grandicella ormai. Ringraziai la mia buona stella non appena mi resi conto che nessuno dei miei figli era in stanza. L’intruso che ci aveva interrotto era niente di meno che il nostro cagnolone Prince che a quanto pare aveva deciso di venirsi a rifugiare sul nostro letto alla ricerca di qualcuno con cui giocare. Il prescelto a quanto pare fu Killian il quale molto presto si ritrovò vittima delle sue coccole e slinguazzate.
  • Amico no... ehi tu.... no... no...no.... Prince.... PRINCEEEEEEE! - lo rimproverò facendolo fermare immediatamente. - Scendi dal letto! Ma chi te le insegna queste cose è? Avanti fila nella tua cuccia. - Prince lo guardava ancora seduto nel nostro letto con sguardo giocoso e coda scodinzolante: aveva recepito il comando di smetterla di fargli le feste ma non il resto: era pronto ad un altro round. - no no no è inutile che scodinzoli, mi hai interrotto sul più bello, è già tanto che non ti spedisca in un’altra casa. Fila fuori... adesso. - la scena era davvero comica e non riuscii a trattenermi da una sana risata. Killian mi guardò minaccioso ma questo non fece altro che farmi ridere ancora di più. - Guarda che non è divertente!
  • O si che lo è! 
  • No! - rispose seccato per poi alzarsi, prendere Prince, portarlo fuori dalla nostra stanza e chiudersi la porta alle spalle. - Quel cane deve smetterla di frequentare tuo padre. Ci scommetto la testa, lo sta istruendo per tenerci sotto controllo.
  • Ma cosa dici.... finiscila e torna qui, sono rimasta alquanto insoddisfatta. Lo sai che non mi piace “concludere” a metá! 
  • A chi lo dici... interrotti sul più bello da un cane poi... tze.... non si può sentire.
  • È  stato divertente però, ti ha letteralmente assalito! - continuai a ridere ripensando alla scena. - chissà, forse era geloso... o invidioso. Dovremmo seriamente pensare di trovargli una cagnolino per compagnia non credi?
  • Spero tu stia scherzando!  Questo è il primo e l’ultimo cane che avremo quindi non uscirtene davanti ai bambini. Passino i figli che ci interrompono di continuo ma quella palla di pelo proprio no!
  • Si sì ok come vuoi ma basta blaterare adesso... abbiamo un discorsetto in sospeso io e te e lo sai meglio di me che se non lo porto a termine starò tutto il giorno nervosa e inavvicinabile. 
  • Finalmente una cosa sensata! pensiamo alle cose serie! - si avvicinò nuovamente con sguardo carico di desiderio ma prima che potessi anche solo sfiorarlo mi fermò. - Aspetta! Ho dimenticato una cosa! 
  • Cosa? Cosa c’è adesso? - chiesi sbuffando. Una prima interruzione ci poteva pure stare ma la seconda proprio no.
  • La porta! Dobbiamo chiudere a chiave la porta! - alzai gli occhi al cielo. Sul serio si era fermato per una stupida porta? Con un gesto della mano la chiusi a chiave e tornando a guardarlo negli occhi lo minacciai:
  • Prova a interrompermi ancora e giuro che chiederò il divorzio!  - mai interrompere una donna durante una certa attività fisica.
  • Come la signora comanda! - mi baciò sogghignando dopodiché tornammo finalmente ad amarci. Ero nuovamente nella mia bolla di sapone, immersa nel piacere più totale, stavo per toccare il cielo con un dito quando improvvisamente, proprio sul punto del non ritorno la mia bolla di sapone scoppiò. Il campanello di casa iniziò a suonare annunciandoci l’arrivo di un ospite. Avevo tutta l’intenzione di ignorare la cosa ma poi lo sguardo andò dritto sull’orologio e li mi fu tutto più chiaro. Erano le otto e trenta di domenica mattina e quell’ospite indesiderato era niente di meno che mio padre. Da quando i bambini erano stati a casa sua e aveva cucinato loro dei pancake a forma di animali, i quali riscossero molto successo, aveva preso l’abitudine di venire da noi la domenica mattina per portarci la colazione. Era davvero un gesto molto carino, non avevo alcuna voglia di alzarmi e preparare la colazione anche di domenica, ma quel giorno avrei tanto voluto che il suo furgoncino avesse avuto un guasto al motore impedendogli così di raggiungerci. In tutto ciò mio marito sembrava non aver sentito nulla. 
  • Killian amore asp... aspetta un secondo, il... il campanello! - dissi cercando inutilmente di alzarmi mentre Killian continuava imperterrito a baciarmi, il mio uomo, preso da ciò che stava facendo, non sembrava intenzionato a smettere.
  • Ignoralo! - si limitò a dire liquidando la cosa e tornando a concentrarsi su di me.
  • Non... non posso Killian. È mio pa... è mio padre! 
  • A maggior ragione allora! Ignora il principino, prima o poi se ne andrà!
  • Killian... per... per favore! - non era certo quello il momento di scherzare. Se non fossi andata subito ad aprire mio padre si sarebbe preoccupato o ancor peggio insospettito... no! Non potevo permetterlo.
  • Mi dispiace cara ma non posso fermarmi, non voglio divorziare quindi il caro principino dovrà aspettare e se mi chiederà qualcosa per la lunga attesa gli dirò che stavo semplicemente salvando il mio matrimonio. - ho sposato un idiota! Ricorsi ancora una volta alla magia ma questa volta non mi limitai ad una porta. Sollevai il mio caro maritino in aria e lo rilasciai cadere sul letto solamente una volta rivestita e già fuori dalla stanza. - Questo è un colpo davvero basso swan! Non si usa la magia sul proprio marito! Me la pagherai cara! - mi minacciò.
  • Quando vuoi amore! - risposi dalle scale più che felice della cosa. Sapevo in che modo me l’avrebbe fatta pagare e la cosa non mi dispiaceva affatto. Mi diedi un’ultima sistemata allo specchio assicurandomi che fossi quanto meno presentabile dopodiché mi affrettai ad aprire.
  • Papá scusa ma ero sotto la docc..... Signora jones????
  • Sorpresaaaaaaaa! - davanti la porta di casa trovai niente popodimeno che mia suocera, la madre di Killian, la quale non appena mi vide si precipitò ad abbracciarmi con il solito entusiasmo.
  • S... signora Jones! Qual buon vento? - dissi non aspettandomi minimamente una sua visita. - Va tutto bene si? - domandai per assicurarmi che la sua fosse una semplice visita di cortesia e che non ci fosse dell’altro sotto.
  • Tutto benissimo cara, eccetto una cosa: quando la smetterai di chiamarmi signora Jones? Alice, chiamami Alice.
  • Ha ragione signor.... Alice! Scusami, è l’abitudine.
  • Dovrai togliertela tesoro se non vuoi che inizi a chiamarti sua maestà! - colpita e affondata, sapeva benissimo che odiavo essere etichettata come membro di una famiglia reale. - Comunque sono venuta qui in città perché una mia amica, conosciuta nel regno delle storie mia raccontate, è diventata nonna. Passavo per farle gli auguri e ne ho approfittato per venire a trovare anche la mia splendida famiglia! - sorrise dolcemente - Spero di non avervi disturbato però, è molto presto, magari stavate dormendo. 
  • Scherzi vero???? Ma quale disturbo, mi fa davvero piacere rivederti e sono sicura che anche Killian e i bambini saranno entusiasti. Vieni dai, non startene sulla porta, accomodati pure. - la feci entrare dopodiché, una volta fatta accomodare sul divano del soggiorno, mi allontanai giusto due minuti per prendere del caffè e qualche pasticcino dalla cucina da offrirle. Non ebbi neanche il tempo di tornare in sala per scambiare due chiacchiere in santa pace con lei che ecco che le mie due piccole pesti, precipitandosi dalle scale convinte fosse il loro adorato nonnino con la colazione, la monopolizzarono a suon di baci e abbracci. Non si aspettavano una sua visita e come immaginavo ne furono felicissime. 
  • Nonnina!!!! Mamy, mamy guadda, c’è la nonna!!!!!! Nonnina dove sono i legali per noi? - la sfacciataggine di mia figlia non ha eguali... incredibile
  • Chloe!!!! La nonna non è mica babbo natale, non è obbligata a portarvi regali, chiedile subito scusa ok? 
  • Emma non rimproverarla dai, non ha fatto nulla di male e poi... beh... a dire il vero ho un paio di regalini per voi proprio nella borsa laggiù - gli indicò la porta di ingresso dove prontamente corsero per rovistare. - Un attimo di pazienza prima di aprirli però, voglio prima un’altro po di coccole. - tornarono indietro, le si buttarono addosso senza grazia alcuna e come se non bastasse fecero a gara a chi dovesse salire per prima sulle sue ginocchia - Eccoli gli amori grandi della nonna ma ditemi signorine:  cosa ci fate già sveglie è? Non è un tantino prestino per voi? 
  • Ci tiamo sbegliate perché mamma e papà facevano tanto rumore e Plince abbaiava. - spiegò la più piccolina. Menomale che aveva nominato Prince perché altrimenti mi sarei dovuta fare una fossa in cui nascondermi dalla vergogna. “Mamma e papà facevano rumore”... se avesse detto solo quella frase non sarebbe stato per nulla difficile, per Alice, capire cosa stesse succedendo in casa pochi minuti prima.
  • Lasciamo stare guarda, stavamo dormendo beatamente quando improvvisamente è saltato sul letto facendomi quasi morire di paura. - cercai di inventarmi una storia più o meno convincente per mettere fine all’argomento.
  • Boleba solo tocare mammina, Prince bravo, tu no arrabbiare ok?
  • Secondo me Prince non c’entra nulla, dopo che papá lo ha rimproverato è venuto in camera da me ma voi  avete continuato comunque a chiacchierare e a fare rumore.... -  mise il carico Leila. Pensavo di essere riuscita a raggirare il problema e invece... 
  • Ooook d’accordo signorine, forse è il caso di aprire i vostri regali non credete? 
  • Tiiiiiiiiiii! - si precipitarono a scartare ognuna il proprio pacco e dopo aver ringraziato la nonna corsero nelle loro rispettive stanze a giocare con i loro nuovi giocattoli. 
  • Grazie Alice, non avresti dovuto. - la ringraziai anche io per quel pensiero.
  • Sciocchezze, sono le mie nipotine dopotutto no? Ho preso una cosina anche per Liam in realtà - andò a recuperare l’unico pacco rimasto - è una tutina, spero gli vada bene. - me la mostrò. 
  • È meravigliosa, grazie. Gliela metterò non appena si sarà svegliato 
  • Non vedo l’ora di vederlo. Sarà cresciuto tantissimo il mio ometto  immagino. 
  • Ogni giorno che passa assomiglia sempre di più a Killian, è un vero amore... Peccato che in famiglia non tutti ancora riescano a vederlo di buon occhio... - mi rattristai.
  • Parli di Chloe non è vero? Come procedono le cose? Sta facendo qualche miglioramento? 
  • Macché, anzi... delle volte mi sembra quasi che la cosa stia peggiorando. Le ho provate di tutte per aiutarla devi credermi, ma niente sembra funzionare. Il suo terapeuta e la logopedista dicono che non c'è nulla che non vada in lei e che le ci vuole solo del tempo per assimilare la cosa ma è passato già un anno e mezzo da quando Liam è qui e non mi sembra che abbia fatto tutti questi grandi progressi. Stavo quasi pensando di andare a Boston e chiedere aiuto a qualche specialista ma non so se possa essere fattibile la cosa: dall'asilo esce già che sono le 16:00, il tempo di arrivare, fare la seduta e tornare.... mmh non credo che reggerebbe i ritmi.
  • Ti preoccupi troppo secondo me, la piccola Chloe non ha nulla che non vada, il suo terapista ha ragione. -  sospirai - Lo so, lo so, è difficile crederlo, ma fidati di una donna che c'è già passata... e poi sono tua suocera, sono la nonna di quella meraviglia, non ti direi mai una cosa che potrebbe danneggiarla non pensi? - c'era già passata? cosa voleva dire con quella frase?

- Alice scusami mah... sbaglio o hai detto che ci sei già passata? - annuì - Davvero??? Hai vissuto seriamente una situazione simile a questa?

- Assolutamente si mia cara! Ho perso tre anni della mia vita a preoccuparmi per quel mattacchione di tuo marito. - Killian?!?!? strabuzzai gli occhi. - Eh già... è difficile pensare che un capoccione come lui abbia avuto questo genere di problemi vero? Eppure alla tenera età di quattro anni il mio piccolo Killian, il bambino più solare e chiacchierone di sempre, iniziò a chiudersi in se stesso per poi arrivare pian piano a non comunicare più con nessuno di noi della famiglia. Inizialmente non mi preoccupai, pensai che avesse litigato con qualche suo amichetto e che manifestasse così il disagio ma poi osservandolo meglio vidi che non aveva nessun problema a rapportarsi con gli altri bambini e che di conseguenza il problema era in famiglia. Iniziai a monitorarlo 24h no stop e mi resi subito conto di quale fosse il problema effettivo: era geloso di suo fratello maggiore. 

- Liam? Killian era geloso di Liam? Ma come? Killian stravede per lui...

- Difficile da credere visto il rapporto di simbiosi che li legava vero? Eppure si: c'è stato un periodo in cui Killian ha avuto difficoltà ad accettare Liam. - Mi stava incuriosendo quella storia, volevo saperne di più, chissà magari avrei trovato una soluzione per la mia piccola, ma proprio mentre Alice stava per iniziare a raccontarmi nei dettagli il tutto ecco scendere al piano di sotto il protagonista della storia.

- Il principino se l'è già data a gambe? - disse raggiungendo il salotto.  -  No perché io avrei una certa fretta, nonché voglia, - specificò - di continuare quello che stavamo facen.... mamma?!?!? Mamma cosa... cosa ci fai qui? - rimase sorpreso nel vederla li, neanche lui si aspettava una sua visita. - Devo forse preoccuparmi? Non ci hai avvisato che saresti arrivata. Come sei venuta? Chi ti ha accompagnato. Se ci avresti chiamato saremmo venuti noi a....

- ehi ehi ehi calmati! - lo interruppe scuotendo la testa rassegnata - Non è una madre che di solito dovrebbe essere così premurosa  nei confronti di suo figlio? Vieni qui e abbracciami, sto bene! Come dicevo ad Emma sono solo di passaggio. - vederli scambiarsi quell'abbraccio mi fece quasi commuovere, era stata davvero una manna dal cielo il fatto che si fossero ricongiunti, Killian aveva sofferto molto per quella mancanza e ora che erano di nuovo insieme mi faceva sempre uno strano effetto vederli. - Come stai amore mio? Ti trovo bene.

- Sto benissimo mamma, mia moglie non mi fa morire di fame se hai paura di questo. - mi prese in giro. - a proposito di fame... love, il principino ha portato le sue prelibatezze e se l'è data a gambe per caso? Non lo vedo. 

  • Non è ancora arrivato a dire il vero. - alzai le spalle. Effettivamente era tardi e le bambine nel giro di una mezz'oretta, nonostante fossero impegnate con i nuovi giocattoli, avrebbero di sicuro reclamato cibo. 

- Ah no? E chi è stato allora quel geniaccio che ci ha interrotti proprio sul piu b.... ah!!! - incredibile, si era già dimenticato che non fossimo soli - Emh... mamma tu come stai invece? - provò inutilmente a rimediare alla figuraccia appena fatta. Ma quando imparerà quell'uomo ad essere meno impulsivo? Mia suocera naturalmente capì tutto, divenne rossa come un peperone dalla vergogna e alzandosi dal divano per poi indossare la giacca provò a raggiungere la porta d'ingresso. 

- Beh... credo si sia fatto tardi, sarà meglio che vada. Voi due avrete di sicuro molte cose da fare. - fulminai Killian con lo sguardo e tentai di recuperare la situazione. 

- Signora Jo.... Alice dove sta andando? Rimanga qui la prego. 

- Si dai mamma... rimani. - continuò anche Killian. Alice gli lanciò un'occhiataccia come a dire "sul serio? dopo quello che mi hai appena fatto intendere?" -  Non ci hai interro... si in parte... cioè noi.... prima che tu arrivassi... si insomma... prince.... - non lo avevo mai visto così impacciato e ve lo giuro, se non fossi stata così tanto curiosa di ascoltare il racconto di poco prima di mia suocera molto probabilmente sarei rimasta li a vedere come si sarebbe evoluta la cosa, la curiosità però mi stava uccidendo, pertanto decisi di andargli in soccorso.

- Alice ignoralo ti prego. Senza caffè non ragiona lucidamente, perché non torni a sederti e non finisci di raccontarmi la tua storia invece?

- Ah si? stavate parlando di qualcosa prima? Bene che cosa? Voglio sentire anche io. 

- Killian hai già combinato troppi guai per oggi, perché non vai a preparare almeno il latte per i bambini? Se papà non arriva dovremmo comunque fargli mangiare qualcosa non credi? 

- Sei una guastafeste swan! Mamma, ritiro tutto ciò che ho detto poco fa: mia moglie mi tratta malissimo. 

  • Non penso proprio mio caro, dopo quello che mi hai fatto dedurre...  - sogghignò, ecco da chi aveva ripreso la sua sfacciataggine Killian - ma se davvero fosse così come dici evidentemente  te lo meriti mio caro!
  • Dovresti difendere me mamma, sono io tuo figlio! - fece il finto offeso.
  • Solidarietà femminile tesoro... ora corri  a preparare la colazione ai miei angioletti. - la sua faccia fu epica. Tentò di replicare ma poi scosse la testa e rassegnato andò in cucina. - Allora dove ero rimasta? Ah già... killian era geloso di Liam. 

- Da cosa te ne sei accorta? - domandai.

- Tutto iniziò quando mio marito una domenica mattina decise di andare per mare e portò con se solamente Liam. Killian era ancora troppo piccolo per resistere una giornata intera in barca così lo lasciò a casa. In un primo momento il mio tesoro non sembrò neanche accorgersene ma quando Liam rientrò a casa, più entusiasta che mai per la giornata vissuta e iniziò a raccontare al suo fratellino per filo e per segno cosa avesse fatto per tutto il giorno allora ecco che Killian iniziò ad essere un po invidioso. Per una settimana intera stette dietro a suo padre cercando di convincerlo a portarlo con se in barca ma quando la domenica successiva si rese conto che ancora una volta mio marito aveva portato solo Liam con se iniziarono i guai. Iniziò a fare dispetti a tutti, diventò irrequieto ed era sempre alla ricerca del pericolo per attirare l’attenzione. Prima di arrivare a smettere di parlare il suo linguaggio era di gran lunga peggiorato, parlava come Chloe o forse anche peggio. Ecco perché ti dico che non devi assolutamente preoccuparti se la piccolina ti da qualche grattacapo.

- Fosse solamente qualche grattacapo. La tua storia sembra quasi identica alla mia. Ora capisco da chi abbia ripreso mia figlia allora.  - l'avevo sempre detto io che Chloe era la copia sputata di suo padre a livello caratteriale. Ora ne avevo la conferma ufficiale. - Se posso saperlo però: come hai risolto la cosa? Hai lasciato che Killian capisse da solo o sei intervenuta in qualche modo?

- Inizialmente gli ho parlato, ho cercato di fargli capire il motivo per cui suo padre non lo portava con se ma a quattro anni era difficile per lui capire cosi provai a lasciarlo stare e a fargli affrontare da solo il problema. 

- Ed ha funzionato? - che avesse sul serio ragione Hopper? Avrei dovuto seriamente far vivere questa cosa a Chloe da sola nella speranza che si sarebbe sbloccata da sola?

- No... purtroppo no. Questa tecnica funzionò con Liam quando era geloso di Killian ma non con lui. Più i giorni passavano e più Killian diventava ingestibile. Ogni bambino è diverso Emma quindi stai tranquilla: se il suo terapeuta ti ha detto di pazientare e di lasciarla agire da sola significa che può farlo. 

- Non credo che sia la soluzione migliore per lei. Ha bisogno di una piccola spinta secondo me. Da sola non credo possa farcela. - sospirai. - Tornando a Killian: se da solo non e riuscito a comprendere la situazione ma neanche parlarle con lui è servito ad aiutarlo, come sei riuscita a fargli superare il blocco? Scusami Alice per tutte queste domande ma non so davvero come approcciarmi con la mia piccolina. Giorni sembra stare bene e giorni sembra tornare indietro di un paio d'anni. Mi fa ancora pipì a letto, cosa che aveva smesso già da tempo e molte volte, pensando che non la vediamo da fastidio a suo fratello facendogli dispetti di ogni genere. 

  • Non devi minimamente scusarti tesoro, ti capisco benissimo, sei preoccupata ed è normale. Non saresti una buona mamma altrimenti... e poi se posso aiutarti a far star serena mia nipote lo faccio più che volentieri. - mi sorrise - per aiutare Killian ho semplicemen....EMMA! So io come aiutare Chloe.  - esclamò facendomi quasi saltare dalla paura. -  Con Killian riuscii a risolvere il tutto con un gioco, forse potremmo fare la stessa cosa con lei! - un gioco? Era' bastato un semplice gioco per risolvere i suoi demoni interiori? Adesso ero ancora più curiosa di conoscere i fatti. Mia suocera vedendomi più curiosa che mai, capì cosa stessa passando per la mia testa e prima ancora di poterle formulare la mia domanda ecco che riprese il suo affascinante racconto. -  Ti stai chiedendo in cosa consisteva il gioco vero? Beh diciamo solo che nella famiglia Jones la domenica mattina si diede inizio ad una nuova routine: mentre Liam e mio marito erano in mare, io portavo Killian a lago. Una mia amica e suo marito avevano una piccola barca così chiesi loro il permesso di poterci portare mio figlio.  Facevamo finta di essere due grandi marinai che erano in missione per conto del re: una principessa era stata rapita e bisognava riportarla a casa. A killian sarebbe bastato far finta di pescare per imitare suo padre e raccontare a suo fratello che anche lui era un piccolo marinaio, ma dai racconti che mi faceva su di lui sapevo che lo vedeva come un "pirata" nobile con grande senso del dovere e di conseguenza allargai un pochino le sue vedute. Sognare un po' non gli avrebbe fatto di certo male e poi.. beh... una principessa a casa l'ha riportata sul serio. - arrossii. 
  • Quindi è con questo gioco Killian è riuscito ad annientare i suoi demoni...

- Esattamente. Si è sentito importante e preso in considerazione, cosa che credeva che suo padre non facesse. Devi credermi Emma, mio marito amava Killian in maniera smisurata, era per questo che non lo portava con se, ma per un bimbo di quattro anni è difficile da capire. Forse anche la tua piccolina, nonostante sia solamente una sua impressione, si sente così. 

- Quello è  sicuro e non me lo manda di certo a dire: non fa altro che ripetere che io mi prendo cura solo di suo fratello, che gli voglio più bene e cose di questo genere. Mi fa un male terribile sentirle dirle quelle cose, non è assolutamente vero che prediligo Liam a lei... a loro... ma Chloe sembra non capirlo. 

- E' gelosa ed è normale che lo sia, ha vissuto in simbiosi con te fino alla nascita di Liam, tutte le attenzioni erano per lei che era la più piccolina e ora si ritrova a vivere con  una persona che richiede le sue stesse attenzioni. pensa di aver perso il suo posto speciale, devi solamente farle capire che non è così. 

- Fosse facile... hai qualche idea? Pensi che inventare un gioco come hai fatto con Killian possa smuovere qualcosa?

  • Ho una piccola idea in realtà, potreste giocare ad essere due mamme che si occupano dei loro piccolini... comprale una bambola nuova e dille di imitarti... passerà tutta la giornata con te e mentre tu ti occuperai di Liam, lei si occuperà della sua “bambina”. In questo modo non solo si sentirà coinvolta ma capirà che prendersi cura di un bambino non è affatto facile e che le attenzioni che hai per Liam non sono altro che cose necessarie per la sua sopravvivenza.
  • E tu pensi possa funzionare? 
  • Dico che provare non costa nulla!!!
  • Mia madre ha ragione... - intervenne Killian raggiungendoci. - non ho potuto fare a meno di ascoltarvi. Ricordo ancora quel periodo, se non fosse per quel gioco credo che ancora porterei rancore verso mio padre e Liam. Conoscendo quella capocciona di nostra figlia forse neanche funzionerà, è  imprevedibile quella peste, ma perché non provare? Se funziona avremmo risolto tutti i nostri problemi. - non ero assolutamente convinta che quel piano avrebbe funzionato ma decisi ugualmente di affidarmi all’esperienza di mia suocera e già lo stesso pomeriggio, mentre Leila era a casa di una sua amichetta e Liam era sulla jolly con Killian ad “imparare” i segreti della pirateria, portai Chloe, accompagnata anche da Nonna Alice, in un negozio di giocattoli a scegliere quello che speravo con tutto il cuore si sarebbe rivelato il nostro oggetto miracoloso.   
  • Pecchè siamo qui? - chiese la mia cucciola non appena si rese conto di dove ci trovassimo - Mamy vuoi legalale giochino a me? - i suoi occhi erano già in balia dell’emozione.
  • Più o meno.... - mi limitai a rispondere non svelandole nulla di quello che avevamo in mente. 
  • Che tignifica più o meno? Me lo compi o no? - tutta sua padre non c’è che dire.
  • Si tesoro, sono venuta qui per comprarti un giochino, una bambola per la precisione. - lei adorava le bambole. - Ricordi che un po’ di tempo fa tu e tua sorella non avete fatto altro che parlare di una bambola che faceva praticamente tutto?
  • Quella che compato di naccosto e che tu hai dato ai bambini senza mamma e papà? - accidenti, avevo dimenticato quel piccolo dettaglio.
  • Ehm... esattamente amore mio... che ne diresti di ricomprarne una adesso? Ci pensò su ma poi scosse la testa, in segno di negazione, più convinta che mai. 
  • Io boglio questo! - credetemi non riesco ancora a capacitarmi come riuscii a trattenermi dal ridere. Aveva preso da una grande cesta un piccolo pupazzo raffigurante un personaggio Disney alla mia famiglia molto noto. Non era assolutamente la tipologia di personaggio che piace alla maggior parte delle bambine, non indossava un vestito principesco, non aveva una corona e non aveva nessun amico parlante.... quello che teneva tra le mani era un esemplare, più unico che raro, con baffi impomatati e permanente. Avete capito di chi sto parlando non è vero? Chloe stava stringendo a se una brutta versione di quello che era il suo papà: capitan uncino versione cartone animato, una cosa a dir poco inquietante.
  • Chloe tesoro... è... non è un po’ br....
  • - È bellittimo mamy vero???? 
  • Bellissimo amore mio davvero bellissimo! - stavo per dire bruttino a dire la verità ma mi corressi immediatamente per non farcela rimanere male. - Mi piace molto, dico davvero, ma avevo in mente altro... voglio fare un gioco con te quando torneremo a casa e sarebbe più indicato un  bambolotto sai?
  • Un giocoooooo????? Che giocoooo? - amava giocare con me ma con Liam che aveva iniziato a tenersi in piedi da solo aiutandosi con qualsiasi appoggio disponibile era diventato difficile trovare del tempo per stare solo unicamente io e lei. Giocavamo ugualmente è vero ma non nella maniera in cui avrebbe voluto lei e questo era un’altro fattore che non l’aiutava ad accettare suo fratello. Nel sentirmi pronunciare quelle parole i suoi occhi si riempirono finalmente di felicità e io non potei far altro che perdermi nel suo sguardo, amavo vederla sorridere. - Allola mamy, mi lispondi? Che gioco?
  • È  una sorpresa tesoro, quello che devi sapere però è che ci vuole una vera bambola per fare questo gioco, ti piacciono le bambole no? - la domanda era retorica naturalmente.
  • Si tanto, ma quetto anche piace. - constatò non mollando la presa su quella mostruosità di pupazzo. - è come bambola!
  • Amore ripeto, è bellissimo questo pupazzo ma sarebbe più indicata una bambola come quella che ti piaceva qualche tempo fa. Ti ricordi quante belle cose faceva? - cercai di persuaderla. - questo bel pupazzo purtroppo non le fa.
  • A me no piace più bambola vecchia.
  • Va bene, non dobbiamo mica prendere quella per forza, non ce n’è un’altra che desidereresti? - mi rifiutavo di crederlo e infatti neanche un secondo dopo eccole venire in mente il suo oggetto dei desideri.
  • Tiiiiiii! C’è bambola che piace a me! Fa tane cose, più cose di bambola vecchia: mangia, beve, dorme, fa pipì e fa anche la popò! - ora iniziavano a ragionare.
  • Ma davvero? Wow, proprio quella che fa al caso nostro allora! Andiamo a vederla se ne hanno una ok? - non poteva credere alle sue orecchie, non era un comportamento da me quello e infatti rimase per una manciata di secondi a fissarmi come a dire “ non stai scherzando mamma, vero?” - allora piccola peste, vuoi restartene con la bocca semiaperta o mi aiuti a cercare la tua nuova bambola? - quando comprese che non stavo per nulla scherzando iniziò a saltellare tutta contenta per il negozio e con una mano stretta in quella di a sua nonna e con l’altra abbracciata a quella sottospecie di caricatura di mio marito, non era minimamente intenzionata a separarsene, iniziò la nostra ricerca. Non ci volle molto a trovare la bambola che mi aveva descritto, era praticamente il gioco più pubblicizzato dell’anno, vi erano scaffali e scaffali di quella bambola e la maggior parte delle bambine che erano in quel negozio erano riunite li insieme ai loro cari a supplicarli di comprargliene una.
  • Woooooooow.... è bellittima mamy! Più bella che nella telebisione. - rimase a guardarla incantata, era totalmente ipnotizzata da quello che aveva davanti. Anche io ebbi lo stesso effetto a dire la verità ma non per la bambola in se quanto per il prezzo. Duecento dollari per una bambola?????? Erano forse diventati matti?!?!?! Ora capivo perché tanti di quelle bambine piangevano tenendo strette a se quel gioco. Era un vero e proprio furto.
  • Mamy... potto prendella?!?! - eh... bella domanda.  Le avevo detto di sì inconsapevolmente della spropositata cifra, potevo rettificare e negarle quello per cui l’avevo fatta sognare? Stava sprizzando gioia da tutti i pori, dirle di no dopo averle fatto credere di sì sarebbe stata una vera crudeltà e di sicuro le cose sarebbero ulteriormente peggiorate. Eravamo lì per mettere fine ad un problema, non per crearne altri così anche se il mio portafogli non ne era proprio particolarmente entusiasta annuii alla mia bambina rendendola felice come non la vedevo da tempo.
  • Mammina glazieeeeee! Sei la mamma migliore del mondoooooo! - strillò ottenendo l’invidia di tutte quelle bambine che erano lì accanto a noi. - hai bisto nonna? Mamma mi legala bambola e pupazzo. - cosa cosa cosaaaa??? Cosa le stavo regalando io?
  • Emh ... Chloe, gioia mia, mi piacerebbe ma non possiamo comprare tutte e due le cose. O l’uno o l’altro. - cercai di risultare il più dolce possibile.
  • Mah... mah.... ma a me piacciono tutti e due, li boglio. - il suo sguardo cambio di colpo e passò dall’essere entusiasta a triste in meno di due secondi. Mi dispiaceva molto vederla delusa ma non potevo di certo iniziare ad assecondare tutti i suoi capricci. Naturalmente nonna Alice non fu del mio stesso avviso è provò a convincermi, senza farsi sentire dalla piccola, a cambiare idea.
  • Emma cara, è stata mia l’idea di prendere una bambola nuova per aiutarla. Gliela compro io, tu prendile quel pupazzo che tanto le piace...
  • No Alice, mi dispiace ma non se ne parla. Non spetta a te prendergliela, sono io sua mamma. - non avrei mai e poi mai fatto spendere a mia suocera tutti quei soldi per un oggetto che forse non ci sarebbe neanche stato d’aiuto, era stata una sua idea vero... ma questo non voleva dire farsi carico economicamente della cosa.
  • Allora non so, magari potremmo fare il contrario, potrei regalarle io quel pupazzo da cui tanto è attratta mentre tu.... - scossi la testa - Ma daiiii,  Pensa alla faccia di tuo marito quando lo vedrà! - non potei far a meno di ridere, Killian era già restio a far vedere loro il cartone animato di Peter Pan figuriamoci avere in casa un pupazzo ritraente la sua buffa figura.
  • Per quanto mi piacerebbe stuzzicare mio marito ritengo sia meglio non prenderle anche questo gioco. Atteniamoci ai piani originali ok? Magari una prossima volta. - non fu d’accordo con la mia decisione, quale nonna lo sarebbe, ma rispettò il mio pensiero e accompagno Chloe, in lacrime, a posare il giocattolo dove lo aveva preso mentre io ne approfittai per prendere qualcosina anche a Liam e Leila.                  Chloe pianse  per tutto il tragitto verso casa e la cosa durò anche dopo. Alice provò ancora e ancora a farmi cambiare idea impietosita da quei lacrimoni, odiava vedere sua nipote piangere... era come i miei genitori in questo, le avrebbe comprato la luna se solo lo avesse chiesto, ma ormai avevo preso la mia decisione e non ero minimamente intenzionata a cambiare idea. Aspettai ancora qualche minuto nella speranza che si calmasse da sola ma feci un errore: la lasciai in soggiorno, da sola, con Liam che era nel box. Non lo avessi mai fatto: inizialmente sembrava andare tutto bene ma poi d’un tratto sentii il piccolino lamentarsi per  poi urlare e piangere disperatamente . Corsi immediatamente da lui pensando fosse caduto tentando di mettersi in piedi ma quando arrivai in soggiorno notai che tutti i suoi giochi, quelli che erano nel box, erano stati buttati a destra e a manca per tutto il soggiorno e in più trovai lui seduto ad un angolino del suo box e si teneva un braccio come se gli facesse male. Lo presi immediatamente in braccio per controllarlo e vidi sul suo braccino un morso in piena regola con tanto di dentini stampati sulla carne. Qualcuno di mia conoscenza lo aveva morso ma non ci era andata per nulla delicata, la parte del braccio incriminata si stava gonfiando leggermente. Non ci vidi più, passino i dispetti ma le mani addosso proprio no.
  • CHLOEEEEE JONESSSSSS!! - strillai così forte che forse mi sentirono anche dall’altra parte di Storybrooke - VIENI IMMEDIATAMENTE QUI SIGNORINA! - intimai. Sentii immediatamente dei passi accorrere verso di me ma erano troppo pesanti per essere quelli di un bambino. Non era Chloe infatti ma bensì Alice la quale, preoccupata per il mio tono di voce eccessivo e per il pianto straziante di Liam, corse a controllare cosa fosse successo.
  • Tutto bene qui? - chiese cercando di mantenere un contegno nonostante avesse il cuore in gola. - Che è success.... Liam amore, che hai fatto piccolino? - la sua attenzione si spostò sulla ferita di “ guerra” del mio ometto. - Chi ti ha fatto questo morso cucciolo di nonna è?
  • Non ti sembra ovvio? - risposi io nonostante fosse una domanda retorica. Aveva perfettamente capito anche lei chi fosse l’artefice. - Altro che gioco per aiutarla, qua ci vorrebbero due schiaffi ben assestati....
  • Andiamo Emma non esa....
  • CHLOE NON FARMI PERDERE LA PAZIENZA, VIENI IMMEDIATAMENTE QUI!  - tornai a richiamarla visto che il mio primo richiamo non era servito a nulla.
  • Emma non arrabbiarti... lei non...
  • Lei cosa? Lei non voleva farlo di proposito? Tze... non la conosci proprio allora! CHLOEEE! È  L’ULTIMO RICHIAMO QUESTO, SE NON VIENI QUI ENTRO TRE SECONDI RICEVERAI UNA PUNIZIONE.... HAI CAPITO?!? UNO.... DUE.... 
  • Aspetta, le vado a parlare io, tu intanto metti un po’ di ghiaccio sul braccio di Liam, sentirà meno dolore così. -  Non so come, ero davvero arrabbiata, ma mi feci convincere, andai in cucina a prendere del ghiaccio da mettere sulla ferita del mio ometto dopodiché, senza farmene accorgere, mi misi ad origliare alla porta cercando di captare la conversazione nonna\nipote. Chloe si era nascosta sotto il tavolinetto del salotto e sembrava non intenzionata ad uscire. Nonna Alice non perse mai la calma e alla fine, tentativo dopo tentativo, riuscì a farla uscire da lì e a farla sedere con lei sul divano. Stava ancora piangendo ma quei singhiozzi non mi impedirono di capire cosa si stessero dicendo.
  • Amore mio, perché  hai morso il tuo fratellino, lo vuoi spiegare a nonna? 
  • Io no morso nessuno.... 
  • Guarda che alla nonna puoi dire la verità, non ti faccio nulla. - scosse la testa - Perché no? 
  • Tu dopo dici a mamy e lei allabbia co me. 
  • Non lo dirò a nessuno te lo prometto, resterà il nostro piccolo segreto... allora, perché hai morso il tuo fratellino?
  • Pecchè pe coppa sua io no ho preso giocattolo bello. - confessò il suo reato e la sua motivazione. 
  • Pensi che sia stata colpa di Liam se mamma non ti ha comprato il peluche che avevi visto al negozio? - annuì - E perché pensi questo amore?  Liam neanche c’era...
  • Mamy pe complale gioco a lui no complato gioco a me! 
  • Mi risulta che tu sia tornata a casa con una bambola che costa quasi un occhio della testa mia cara signorina - intervenni uscendo dalla cucina e raggiungendole. Chloe sobbalzò e per un nano secondo pensò di scappare ma nonna Alice le strinse prontamente la mano e le fece capire che non l’avrebbe lasciata da sola ad affrontare la mia ira. - I tuoi fratelli a confronto si può dire che non hanno ricevuto proprio nulla. 
  • Liam gioco che piace a lui... Lui sempre cose più belle. Tu bene solo a luiiiii- dovetti ricorrere a tutta la calma di questo mondo per non iniziare seriamente ad urlare. 
  • Cose più belle? Ma finiscila Chloe, tuo fratello ha ricevuto una stupidissima  macchinina di gomma che in confronto a quello che hai ricevuto tu non è assolutamente nulla. 
  • Ma a lui piace.... tu hai pleso a lui quello che piaceva...
  • E a te no???? Me lo hai detto tu che ti piaceva quella bambola Chloeeee.... 
  • a me piaceva anche pupazzo bello... tu no comprato a me per colpa di macchina brutta. 
  • Ho comprato una cosa a ciascuno di voi e credo che sia stato più che sufficiente visto che vostra nonna questa mattina vi ha già riempito di regali.
  • Ma io bolebo pupazzo! Tu hai complato solo bambola pelò...
  • Ho voluto regalarti quella bambola perché avevo intenzione di inventare un nuovo gioco per passare più tempo insieme te ma visto che a quanto pare l’idea non ti piace e che preferisci un inutile pupazzo vorrá dire che tornerò al negozio e riporterò la bambola indietro. - senza aggiungere altro mi avvicinai al tavolo dove avevo poggiato il suo giocattolo e dopo averlo messo nuovamente nella busta mi avviai decisa verso la porta. Mi sentii afferrare per una gamba.
  • No no no no no, mamy no! No ti plego, io faccio brava bimba. No potare via gioco a me. 
  • Rilassati, neanche ti piace questa bambola. Vado a prenderti quel maledetto pupazzo così almeno smetterai di dire che non ti penso e che faccio contento solo Liam. - per un attimo sembrò piacergli la cosa.
  • Dabbero? E poi facciamo giochino nuovo insieme? - domandò credendo di averla avuta vinta anche questa volta. 
  • No, serve una bambola per fare quel giochino ma visto che non la vuoi la riporterò indietro così magari una bambina che a differenza tua la desidera avrá il privilegio di giocarci insieme alla la sua mamma. - riprese a piangere e strattonandomi per la gamba mi supplicò di non rimandare il suo giocattolo indietro. Alice mi guardò e con gesti muti e silenziosi mi fece capire che forse era abbastanza per oggi. Presi Chloe in braccio e andandomi a sedere la portai sulle mie ginocchia. 
  • Non riporterò la bambola indietro se non vuoi ma tu devi capire che non si può ottenere sempre tutto. Delle volte bisogna anche fare delle scelte. Pensavo che giocare con me ti rendesse più felice che giocare da sola con un pupazzo, non fai altro che ripetermi che non passiamo tanto tempo insieme come invece vorresti, ed ecco perché ho pensato che fosse meglio comprarti la bambola. Forse ho sbagliato, forse avrei dovuto lasciare scegliere te ma questo non giustifica le tue azioni. Hai morso il tuo fratellino per uno sciocco giocattolo, ti rendi conto di quanto è grave? Leila ti ha mai morso quando le davo qualche punizione o quando le ho detto no a cose che voleva comprare??? Rispondimi...
  • N..no
  • E perché allora tu dovresti farlo? 
  • Pecche  lui.. lui... lui cattivo. Si prende tutto il tuo bene e non me ne lascia neanche un pettettino. Tu prendi sempre in blaccio lui, dommi con lui, stai semple con lui...
  • Con chi sto parlando adesso, con te o con lui? 
  • Co me...
  • E a chi ho voluto comprare un gioco nuovo con la scusa di giocarci insieme, a te o a lui?
  • A.. a me...
  • E questo non ti fa pensare che ti voglio bene?  - abbassò lo sguardo, forse iniziava a capire. - ti ripeterò la domanda, pensa bene alla risposta ma sii sincera... preferisci quel peluche che abbiamo lasciato al negozio o la bambola che abbiamo preso? 
  • Tutte e due...
  • Non esiste tutti e due, o l’uno o l’altro. - dissi decisa. - i tuoi fratelli hanno avuto un solo regalo, non è giusto nei loro confronti che tu ne riceva due, che tu ci creda o no siete tutti uguali per me. 
  • Allora puoi....
  • No, non comprerò due giocattoli a testa, toglietelo proprio dalla testa, uno è più che sufficiente quindi concentrati su cosa ti renderebbe davvero felice e dammi una risposta. - La vidi pensarci su e alla fine, anche se delusa di non aver vinto la battaglia, mi diede una risposta.
  • La bambola.... boglio la bambola... 
  • d’accordo, ora sai cosa devi fare vero? 
  • No bacino a Liam io.... 
  • chi ha sbagliato? Chi ha morso il fratellino? - domandai guardandola puntigliosa
  • Io...
  • E chi deve chiedere scusa?
  • Io.... uffa però. - si avvicinó al box dove avevo rimesso Liam e dopo avergli dato un mezzo bacio con aria del tutto schifata corse nuovamente da me. - mi peddoni mammina? - ed ecco improvvisamente i suoi occhi da cucciolo indifeso folgorare il mio sguardo.
  • Solo se hai capito la lezione.
  • Giulo io! Io capito, io no faccio più. - non era vero, lo avrebbe di sicuro rifatto... - pottiamo ancora fare giochino co bambola insieme? - guardai mia suocera e lei mi fece segno come per dire “che stai aspettando, fa contenta quella povera creatura”.
  • Certo che possiamo ancora giocare anzi, fai una cosa, corri a prendere la bambola ok? - neanche a terminare la frase che era già sgattaiolata a prenderla ed era tornata. I suoi occhi erano ancora rossi qper i lacrimoni versati ma adesso almeno era decisamente più tranquilla.
  • Come ti gioca a quetto nuovo gioco? - le spiegai le regole principali, le dissi che io e lei eravamo due amiche che si prendevano insieme cura dei loro rispettivi bambini, che ogni qual volta che facevo qualcosa con Il mio bambino lei doveva fare la stessa cosa con il suo e viceversa. Sembrava davvero entusiasta della cosa ma poi mi fece una domanda la cui risposta cambiò il suo interesse verso il gioco. 
  • Quetta è la mia bambina mamy.... dove è il tuo bimbo? Quale bambolotto hai telto?
  • Io userò Liam ok? È l’unico che oltre alla tua bambola manga, beve e fa pipì. - spiegai non dando peso alla cosa. Mi rispose con un semplice ok dopodiché sparì in cucina con sua nonna perché voleva fare merenda. 

Un giorno e mezzo... questa fu la durata del nostro gioco, già la sera del secondo giorno capii che avevamo fatto un buco nell’acqua. Ero alle prese con la preparazione della cena, Chloe era con sua sorella e il loro papá a vedere la tv, quando andando a buttare dei barattoli vuoti vidi nel bidone della spazzatura niente meno che la bambola di mia figlia. 

  • che c’è, ti sei imbambolata? - disse Alice, la quale si era trattenuta per qualche giorno e mi stava aiutando con la cena 
  • La mia “amica” ha appena abbandonato il suo bambino. - dissi estraendo dalla pattumiera la bambola per fargliela vedere - a quanto pare abbiamo fallito! - Vidi Alice elaborare la cosa per qualche secondo, non se l’aspettava, Chloe inizialmente sembrava felice di giocare con quella bambola e pur di capirci qualcosa andò a chiamare la diretta interessata e con me presente si fece spiegare il motivo di tale gesto. 
  • No piace gioco nuovo che ha inbentato mamy... no piace che suo bambino è Liam... io boglio essere la sua bimba. Pecché non tochiamo che io sono la bimba di mamy e bambola è bimba di nonna? - e come al solito ecco che Liam venne estromesso da quello che era il suo mondo perfetto.
  • Il tuo fratellino poi? Non lo facciamo giocare? - le domandò sua nonna - Poverino, a lui piace tanto quando giocate assieme!
  • A me no! - girò i tacchi e se ne andò. 
  • Però! Che caratterino! 
  • E si è trattenuta fidati. - scossi la testa rassegnata, mia figlia non cambierà mai. - Speravo davvero di risolvere qualcosa sai? e invece... beh, mi sa tanto che mi toccherá parlare sul serio  con qualche specialista.
  • Ma no Emma, aspetta ancora un pochino, quella piccolina va già dallo psicologo, ha una logopedista e nell’ultimo anno ha visto più ospedali e medici lei che un gruppo di vecchietti. Dalle tempo, forse cambierà idea e vorrà ancora giocare a...
  • Non conosci tua nipote allora... è furba, maledettamente furba e se ha detto no... beh, allora è no. - terminammo lì l’argomento ma sul mio viso rimase comunque l’espressione di chi aveva appena perso una battaglia. Killian se ne accorse immediatamente e non appena finimmo di cenare lasciò i bambini in salotto con mia madre e mi raggiunse in camera dove avevo deciso di andarmi a rifugiare per stare un po’ da sola con i miei pensieri. 
  • Mamma mi ha spiegato in grandi linee cos’è successo - disse varcando la soglia della nostra camera per poi venirsi a sedere sul letto accanto a me - È per questo che sei preoccupata? Perché il piano non ha funzionato? - non risposi, era scontato che il mio stato d’animo era dovuto a quel piccolo avvenimento. - Amore dai, non è la fine del mondo, abbiamo vissuto per un anno e mezzo con questa situazione che vuoi che sia qualche mese in più, Hopper ha detto....
  • So che cosa ha detto ma io sono convinta che si sbaglia ok? Non lo so perché: chiamalo istinto materno, intuito femminile o come vuoi, quello che so è che Chloe non è in grado di affrontare tutto questo da sola e a quanto pare neanche io sono in grado di aiutarla...
  • Questo non è vero, non buttarti giù così, sei bravissima con lei, sei praticamente l’unica che riesce a tenerla a bada... - mi baciò una guancia per poi scendere fino all’’incavo del mio collo - Non ci pensare adesso... rilassati ok? Ci penso io a...
  • No Killian fermo... - cercai di allontanarmi quel poco che bastava per farlo smettere, amavo le sue attenzioni ma non era di certo quello il momento più indicato.
  • Shhhh lasciami fare, so quello che faccio... - replicò per poi riportarmi tra le sue braccia con una facilità inaudita. È incredibile come quest’uomo riesca a farmi sciogliere ogni volta e infatti ecco che nel giro di neanche 20 secondi mi ritrovai stesa sul letto con il suo corpo premuto contro il mio. Mandai al diavolo ogni pensiero negativo avuto fino a quel momento e mi concentrai solo ed esclusivamente su di lui… un bacio, una carezza, un gemito... stavo per perdere ufficialmente il controllo ma poi un briciolo di lucidità mi ricordò che non eravamo soli.
  • Kil...Killian non... no! - lo scostai con forse un po’ troppa forza per poi alzarmi e allontanarmi da quel letto tentatore. Se fossi rimasta lì, accanto a lui, avrebbe sicuro trovato un modo per ribaltare ogni mio pensiero. - Non possiamo... 
  • ah no? E perché?
  • Perché?!?! Me lo stai chiedendo sul serio? Non dovrei essere io a dovertelo ricordare caro ma c’è tua madre di la. - possibile che non c’era arrivato? - per non parlare che non sono proprio dell’umore adatto.
  • C’è mia madre... e allora? Non vedo dove sia il problema.
  • Ma come allora... Killian?!?!? - È  un caso senza speranza il suo. - È imbarazzante! - lo vidi scuotere la testa rassegnato. Pensavo avesse capito e invece.... tze, Killian Jones è una gran testa dura.
  • Fare la pudica non ti si addice sai? Vieni qui, non farti pregare, voglio fare l’amore con te! - lo guardai come a dire “sei serio? Guarda che non stavo scherzando” - Non guardarmi così, l’altro giorno siamo stati interrotti proprio sul più bello e sono rimasto alquanto insoddisfatto, non sprecherò questo momento in cui siamo finalmente soli solo perché sei imbarazzata dalla sua presenza. Non vorrai mica non fare più sesso con me fin quando non andrà via? No perché io potrei impazzire...
  • Ma cosa devo fare io con t... - non mi lasciò neanche finire la frase che eccolo nuovamente tentare un approccio. Riprese a baciarmi con foga e nel mentre, insinuando la mano e il suo uncino sotto la maglia tentò, in maniera gentile e delicata, di sfilarmi l’indumento. “Contegno Emma... contegno” mi dissi mentalmente con l’intento di rimanere lucida ma amavo troppo quelle mani e  i suoi modi di fare per fermarlo. Provai a lasciarmi andare, ci provai sul serio ma non ci riuscii, dentro di me il pensiero  che mia suocera potesse sentirci o anche solo sospettare qualcosa mi  metteva enormemente a disagio e di conseguenza, consapevole di dargli una grande delusione, vista la falsa speranza che gli avevo appena dato rispondendo ai suoi gesti, fermai Killian ancora una volta. 
  • Che altro c’è! - mi chiese buttandosi a peso morto sul letto insoddisfatto dell’ennesima interruzione.
  • Non ce la faccio, davvero...mi dispiace ma è più forte di me! - ammisi guardando i suoi occhi carichi di desiderio. 
  • Quindi ho ragione, non faremo più nulla fino a quando non andrà via? 
  • Ma no, che c’entra... magari più tardi, quando saremo sicuri che dormono tutti... - scoppiò improvvisamente a ridere, che accidenti gli prendeva adesso? - Killian sono seria, cosa c’è da ridere tanto?
  • Scusa ma è  troppo divertente Love! Non fai l’amore con me quando mia madre è al piano di sotto ma lo faresti più tardi quando  sarà nella sua camera che per la cronaca è situata sullo stesso nostro piano a tre metri di distanza? Scusami amore ma converrai con me che fa ridere. 
  • Ti odio quando fai così!
  • Mi odi perché sai che ho ragione... - ammiccò per poi rubarmi l’ennesimo bacio e abbracciarmi. Non gli diedi il tempo di fare altro che smontai ancora una volta i suoi piani
  • Non ho cambiato idea, non farò l’amore con te mentre tua madre è al piano di sotto ad occuparsi dei nostri figli. Toglitelo proprio dalla testa. 
  • Ma perché Emma!?! Non può vederci tranquilla e da un piano all’altro non può neanche sentir...
  • Posso sentirvi eccome! - ed ecco che l’ultima persona a cui avrei voluto far assistere a quella discussione si ritrovò proprio davanti ai nostri occhi. -  scusate ragazzi non volevo disturbarvi, cioè in realtà si.... no, insomma... - prese un respiro - questo coso parla! - disse tutto d’un fiato, più imbarazzata che mai, mostrandoci un oggetto dei tempi moderni  a lei del tutto sconosciuto: il baby monitor. - Vi giuro non volevo ascoltare mah... non capivo da dove provenissero le voci... - tra me e Alice non sapevo chi delle due fosse più in imbarazzo. 
  • Ti sei messa ad origliare quindi... - la prese in giro Killian  con l’intento di smorzare la tensione ma ottenendo esattamente  l’effetto contrario. Mio marito è proprio una frana - Beh visto che sei qui e che hai ascoltato tutto potresti gentilmente venire in mio soccorso e rassicurare la mia dolce mogliettina sul fatto che tu non hai nulla in contrario se durante la tua permanenza qui noi...
  • KILLIANNNNNNNNN!!!!!! - gli diedi una gomitata tra le costole che credo ricorderà per tutto il resto della sua vita. Avrei voluto sotterrarmi credetemi ma fortunatamente Alice non diede retta a suo figlio e cambiò argomento smorzando l’imbarazzo e facendomi riprendere fiato. 
  • Non sono affari miei quello che succede tra moglie e marito quindi non mettermi in mezzo figliolo , spiegami piuttosto questo! - tornò a mostrare interesse per il baby monitor - Perché tenete delle micro spie sparse per la casa?  Non starete tenendo in casa gente poco affidabile che va monitorata vero? I bambini...
  • Mamma calmati, va bene che Emma è  lo sceriffo ma di solito non porta i criminali in casa. - rise per quella sua preoccupazione da nonna - non è una microspia quella che tieni in mano, è semplicemente un congegno inventato in questo mondo per poter ascoltare i bambini e sapere se hanno bisogno di aiuto anche quando noi genitori non siamo nella stessa stanza. Si chiama baby monitor e di solito lo utilizziamo per controllare Liam quando fa il riposino non per far sapere al mondo intero quando io e... - ne voleva forse un’altra di gomitata? 
  • Quindi spiegami meglio - venne completamente ignorato da sua madre - se il bambino piange voi lo sentite...
  • Esattamente. 
  • Innovativo devo ammetterlo ma non è pericoloso? Si, cioè... beh... non avete paura che i bambini possano ascoltare cose... come dire... poco adatte?  - e rieccoci giunti all’argomento del giorno. 
  • Di solito lo spegniamo quando non hanno bisogno di noi ma oggi qualcuno - intervenni io rimarcando l’ultima parola - si è dimenticato di farlo! 
  • Ooooops - scrollò le spalle con finto fare dispiaciuto - Pardon!!!
  • Sai che forse non è stata poi una brutta svista? - scherzava vero? - Non guardarmi così Emma, forse ho trovato come aiutare vostra figlia. - disse decisa agitando il baby monitor in aria - Questo è l’oggetto perfetto. 
  • E come vorresti fare mamma, bloccandole la crescita? - lo guardai malissimo. Se avesse anche solo riaperto l’argomento di poco prima giuro che lo avrei preso a calci davanti alla sua stessa madre. - sorry.... scherzavo!
  • Non capisco come ancora non ti abbia cacciato fuori di casa questa poveretta. 
  • In fondo mi ama! - mi baciò senza mezze misure cogliendomi alla sprovvista. - ma stavi dicendo, come hai intenzione di aiutare Chloe? 
  • È un segreto, mi ringrazierete più avanti se funzionerà. pensate a divertirvi adesso, cara la mia Emma questo qui non ti darà pace finché non cederai - ora si ci metteva anche lei??? - non preoccupatevi di Chloe o degli altri, a loro penserò io. 

 

POV ALICE

interrompere Emma e Killian per dire loro di aver involontariamente ascoltato la loro conversazione fu davvero imbarazzante  ma non potevo fare altrimenti se volevo mettere la parola fine a quella situazione. Mi ero sentita davvero di troppo in quel momento ma almeno cosa positiva riuscii a ricavarla: grazie a quella figuraccia, trovai l’idea geniale per mettere finalmente fine al disagio di mia nipote. Come? Ma con il baby monitor naturalmente. Una volta aver capito la sua vera funzione e essermi fatta spiegare più o meno come metterlo in funzione, presi entrambi gli apparecchi, lasciai i due piccioncini alle loro cose e provai a mettere in atto il mio piano. Sistemati uno dei due baby monitor nel salotto al piano di sotto proprio accanto al box di Liam e l’altro lo tenni in tasca in attesa del momento perfetto. Andai a chiamare la piccola Chloe nella sua stanza, dove sapevo essersi rifugiata a giocare da poco e con la scusa di volerle raccontare una favola la portai nuovamente al piano sotto. Adorava le fiabe e fu felicissima della mia proposta ma amava ancor di più la cioccolata calda e non appena gli proposi di preparargliele una ecco i suoi occhioni riempirsi di pura felicità. Le raccomandai di fare la brava bambina e di non allontanarsi per nessuna ragione al mondo senza avvisarmi dopodiché mi recai in cucina. La cioccolata calda era solamente un pretesto per allontanarmi, il mio piano prevedeva che lei rimanesse da sola con il suo fratellino. Attesi qualche minuto, la osservai da lontano attraverso una piccola finestrella dopodiché decisi di intervenire: accesi il secondo baby monitor e imitando la voce di un bambino iniziai a parlare.

  • ehi.... ehi Chloe! - dissi attirando immediatamente la sua attenzione. - Chloe sei ancora qui?
  • Chi... chi palla? - rispose un pochino spaventata  non capendo da dove potesse provenire quella voce visto che non c’era nessuno oltre a lei in quella stanza che sapesse parlare correttamente. - battene bia... - continuò a dire stringendosi al suo orsacchiotto di pezza per farsi coraggio. Non volevo spaventarla, non avevo minimamente preso in considerazione la possibilità che sarebbe potuto succedere. 
  • Non... non avere paura, sono tuo amico. Avvicinati... avvicinati al box. - la vidi indulgiate - dai Chloe, non avere paura. Voglio solo giocare. - attese ancora qualche altro secondo dopodiché ancorata saldamente al suo peluche mosse qualche passo fino ad arrivare al box di suo fratello. Continuò a guardarsi attorno ma non vide nessuno ancora una volta. 
  • Dobe sei??? 
  • Sono proprio qui! Sono io... il tuo fratellino. - le dissi costringendola ad abbassare lo sguardo su di lui. Liam naturalmente stava dormendo ma era necessario che lo facesse, se fossi intervenuta mentre fosse stato sveglio non sarebbe stato credibile il mio piano in quanto il bambino aveva iniziato a parlucchiare e a ripetere tutto ciò che sentiva. 
  • Tu????? Tu palli? Ma come fai? Tei piccolo e tai dommendo! - disse alquanto incuriosita.
  • Sai tenere un segreto?
  • Ti! No pallo io. 
  • I  bambini piccoli come me possono anche parlare sai? È una cosa rara è vero ma è possibile e si può fare solo con le persone speciali. - volevo farle capire subito il concetto: ovvero farle credere che suo fratello la ritenesse una persona importante ma non avevo fatto i conti che la bambina con cui stavo parlando avesse solo 4 anni.
  • Se sai pallare bene pecché non lo fai mai e piangi semple per ogni cosa? 
  • Non posso parlare con tutti.
  • E pecché? 
  • Non lo so ma ad esempio non ci è  permesso parlare con gli adulti, possiamo farlo sono con alcuni bambini. - ripetei. 
  • Quindi no puoi pallare a mamy? - la cosa sembrava piacerle. 
  • Ancora no ma posso parlare con te. Non sei contenta? 
  • Mmmh... no. 
  • Ah.... - dissi imitando un tono dispiaciuto - peccato... A me piacerebbe tanto parlare con te... 
  • ah si? 
  • Mi stai simpatica Chloe e ti voglio tanto tanto bene... 
  • tu buoi bene a me? 
  • Non immagini neanche quanto, ti ho sempre voluto bene e ho sempre desiderato giocare con te... - feci una pausa - posso farti una domanda? Perché mi fai sempre i dispetti? - non attese neanche un secondo per rispondergli. 
  • Pecché tu buoi rubare mamy a me e io no gioco co il nemico. Mamy è mia e tu no la potterai via da me. - aveva confessato la sua paura più grande, non che fosse un mistero in realtà, ma non l’aveva mai detto così apertamente... era il momento buono per cambiare una volta per tutte le carte in tavola. 
  • Aspetta Chloe!!!! - dissi nuovamente spacciandomi per Liam vedendola allontanarsi per lasciare la stanza 
  • Che buoi nano!!!!
  • Io... ecco io... volevo dirti che... io non voglio rubarti mamma... 
  • si inbece.
  • No ti sbagli, non voglio farlo! Non voglio portartela via.
  • E allora pecché la chiami sempre? Tei semple in blaccio a lei, ti fai semple dare da mangiare da lei, tochi semple con lei... se non vuoi lubarmela pecché lo fai? - sembrava arrabbiata ma quella era solo una maschera... la  veritá è che era spaventata, spaventata della possibile risposta.
  • Perché non sono bravo come te, non so ancora fare tutte queste cose da solo... non so ne camminare, ne mangiare, ne parlare come tutti i bambini grandi. mamma mi aiuta perché non sono capace ma presto imparerò e smetterà di farlo. La mamma tornerà a giocare con te come un tempo. 
  • e smetterá di volerti bene? - non era preoccupazione la sua... non era assolutamente  preoccupata per lui, anzi... sembrava quasi speranzosa nella cosa. 
  • No, mi vorrà sempre bene come ne vuole adesso anche a te ma di sicuro tornerai ad essere la sua preferita.  Lo sei sempre stata. -  non era assolutamente vero, Emma non aveva preferenze, la conoscevo abbastanza bene ormai, ma dovevo pur prenderla per la gola quella piccola peste no? 
  • Io no boglio appettare. Boglio essere plefelita di mamy già ola. 
  • Si può fare sai? 
  • Siiiii?????? - sbarrò gli occhi elettrizzata al solo pensiero. Se fino a quel momento non sembrava entusiasta di parlare con lui adesso la cosa non sembrava più dispiacerle poi tanto. - Come come comeeeee??? - domandò impaziente.
  • Giocando! - inclinò la testolina di lato non capendo. - ti ha regalato una bambola per giocarci insieme no?
  • No piace bambola... no piace gioco. Lei poi mentre io gioco con bambola gioca con te e io no boglio.  
  • Forse per mangiare e fare la nanna lei si occuperà di me ma per il resto potete giocare insieme. Io e la bambola siamo i piccolini, tu e mamma sitate le mamme. Fai finta di portare la tua bambina al parco e di incontrare la mamma. Io giocherò con la bambola e tu con mamy. - non so da dove potesse essermi venduta in mente quell’idea ma forse, visto che rimase a fissarlo senza dirgli nulla, poteva essere una soluzione. Non riuscii a comprendere esattamente se avesse abboccato però perché il piccolino si svegliò sul serio e si mise a piangere. Accorsi subito onde evitare che Emma sentendolo scendesse giù interrompendo la sua seratina romantica, chi lo avrebbe sentito mio figlio, ma non appena varcai la soglia del salotto la piccola Chloe alzando le manine mi guardò impaurita e disse “ no fatto niente a lui io”. Mi venne da sorridere, quella molto probabilmente era la prima volta in tre anni che non stava mentendo. 
  • Tranquilla lo so che sei una brava bambina - le dissi per poi prendere in braccio Liam e calmarlo. Nel sonno aveva perso, girandosi nel box, il suo animaletto di pezza ed era per questo che piangeva. Bastò farglielo vedere che subito si calmò e abbracciandolo a più non posso tornò nel mondo dei sogni. 
  • Nonna lo sai che Liam parla? -  mi disse come se fosse la cosa più normale di questo mondo; menomale che doveva restare un segreto tra di loro... 
  • Eh si, me lo ha detto la mamma che ha iniziato a dire le sue prime paroline. - risposi sorridendole.
  • No no lui sa pallare bene, fa tolto finta di non sapello fale! - mi spiegò.
  • Ah si?!?! Ma veramente??? - Annuì - Ma è  una cosa bellissima questa - feci finta di crederle - Fa un po’ come te insomma! 
  • Io so pallare bene!!! 
  • Lo so amore, ma fai finta anche tu di non saperlo fare ogni tanto, non è forse così? 
  • No, non faccio pinta io. Io no pallo bene pecche no boglio!!!! - disse incrociando le braccia arrabbiata per la mia supposizione. - io no come Liam. - Tze... che tipetta. 
  • Scusami tanto signorina, non volevo offenderla - le scompigliai i capelli per poi darle un enorme bacio. 
  • Potto andare a dormire adesso nonnina? - cambiò argomento lasciandomi a bocca aperta.  Avevo sentito bene? Voleva andare a dormire? 
  • Certo tesoro mio mah... non la vuoi più la cioccolata calda? 
  • No, ho impegno io! devo begliammi molto plesto  domani e quindi no potto fare taldi. - mi diede un abbraccio e senza aggiungere altro corse su in camera sua. Aveva un impegno? Mmm.... non capii subito il significato delle sue parole ma presto capii che forse il mio piano aveva funzionato.

 

POV EMMA 

Avevo ceduto, un po’ per esasperazione, un po’ perché infondo lo desideravo anche io ma alla fine, dopo svariati tentativi di approccio, ecco che cedetti e mi feci trasportare da mio marito nel vortice della passione. Ero un po’ a disagio agli inizi, l’idea che mia suocera fosse in casa con noi e per giunta sveglia non mi faceva rilassare poi tanto, ma mio marito sapeva il fatto suo, devo concederglielo questo e nel giro di poco riuscì a a mettermi a mio agio facendomi dimenticare anche come mi chiamavo. Passammo tutta la notte indisturbati tra baci, coccole e fare l’amore... nessuno ci disturbò neanche mezza volta. Sembrava tutto così surreale, un vero e proprio miracolo ma solamente quanto mi svegliai il mattino seguente mi resi conto del perché nessuno dei nostri piccoli nanerottoli ci avesse ancora disturbato. nonna alice si era presa cura di loro per tutta la notte. 

  • accidenti a te e alle tue malsane idee! - esclamai uscendo dal letto come una furia per poi recarmi in bagno per una doccia veloce. Killian sentendomi sbraitare così di prima mattina si alzò di soprassalto e convinto che fosse accaduto qualcosa mi raggiunse a passo sostenuto per essere messo al corrente dei fatti.
  • Amore tutto bene? Qualche emergenza? - chiese non capendo il motivo per cui mi stavo preparando in fretta e furia facendo tutto quel baccano.
  • Tutto bene???? - ripetei - Tutto male Killian... tutto male! - risposi senza calcolarlo più di tanto. 
  • Ha chiamato il principino per un problema alla stazione? Leroy ha dato nuovamente i numeri per caso? Caspita... quel nano non riesce a stare più di due giorni senza fare un salto in cella. - si rispose da solo. 
  • Ma quale stazione... quale leroy... qui l’unico problema sei tu!!!!
  • Io???? E cosa ho fatto io adesso? - chiese confuso. - sono stato tutta la notte con te cosa poss....
  • Ecco appunto! Ti sei risposto da solo!!!!! Hai passato tutta la notte con me!!!! - risposi guardandolo negli occhi i quali mi fissavano come se fossi una pazza. Possibile che non capisse il significato delle mie parole? - avevi detto mezz’ora, al massimo un’ora....  - gli ricordai le ultime parole pronunciate la sera precedente prima di lasciarci andare del tutto alla passione. - non tutta la notte!!!!
  • E sarebbe colpa mia? - mi domandò con quello sguardo da sbruffone che tanto ama ma che allo stesso tempo, come in questo caso, odio profondamente. - Ti stai seriamente alterando per questo?
  • Si va bene?!?!?! C’è tua madre in casa.... non siamo soli, non puoi prenderti tutte queste libertà! 
  • Non vorrei sottolineare l’ovvio love mah.. ecco vedi.... - tentennava. perché tentennava? Ah già.. forse perché lo stavo guardando con aria minacciosa. - le cose si fanno in due... - mi guardò maliziosamente consapevole del rischio che stava correndo - Se ti preoccupava tanto questa cosa potevi anche interrompere ad un certo punto. - rimase un attimo in silenzio ad aspettare una reazione da parte mia che per sua fortuna non arrivó. Erano poche le volte in cui mi trattenevo, doveva ringraziare la sua buona stella e invece.... continuò con le sue battutine facendomi sbottare. - non mi pare che dal tua bocca siano uscite frasi del tipo: “amore basta” o “tesoro vado a controllare i bambini”. No no... se non ricordo male le uniche parole uscite dalla tua bocca sono state: “contin...”
  • BASTA COSIIIII!!!!! Non voglio sentire altro! 
  • Perché sai che ho ragione... Love - rise ammiccando con lo sguardo e mordendosi il labbro contemporaneamente.
  • Sei odioso!!!!!  Ok va bene io non... - stavo per ammettere che non aveva in effetti tutti i torti ma poi mi fermai di colpo tornando sui miei passi: non era stata colpa mia, è lui che aveva insistito. - No... sei tu che hai iniziato Killian, io ti avevo detto di no!!!! 
  • Si sì... sei poco furba tu... 
  • shhhhhhh!!!!! - lo zittii -  Lasciami preparare, dobbiamo portare i bambini a scuola.
  • Non hanno scuola oggi, c’è la disinfestazione... che c’è, la nottata di passione ti ha disorien...
  • E dai Killian... smettila!!!! - mi lamentai - comunque non avranno scuola ma non possiamo ignorarli ancora... sbrighiamoci a scendere. 
  • Agli ordini capo!!!! - si mise sull’attenti prendendomi in giro e poi iniziò finalmente  a prepararsi. Cinque minuti dopo eravamo già pronti per scendere al piano di sotto dal restante della nostra famiglia. Fu Killian il primo ad indirizzarsi verso le scale ma prima che potesse varcare la soglia della cucina mi raccomandai ancora una volta. 
  • Non una parola Killian... non una sola parola riguardante questa notte! - non aspettai la sua risposta, sarebbe stato meglio per lui se mi avesse dato retta e sorpassandolo feci il mio ingresso mettendo il miglior sorriso e facendo finta di nulla. - Buongiorno a tutti! - esordii facendo subito correre i bambini verso di me. 
  • Mamma mamma mamma..... - esclamò Chloe felice di vedermi. - dobe sei stata mammina???? Mi tei mancata tanto tanto!!!! - e ti pareva che non doveva fare domande?
  • E il papá non ti è mancato piccolo terremoto? - si intromise Killian dandomi del tempo prezioso per elaborare una scusa sensata. 
  • Ti ma boglio sapere dove stata mamy.... 
  • Anche io voglio saperlo! - la spalleggiò sua sorella - Ci ha messo a letto la nonna questa notte e non succede mai... - e io che ero in ansia di dover affrontare Alice... le mie figlie furono di gran lunga più inquietanti con quegli loro sguardi indagatori. 
  • Lasciate in pace vostra madre bimbe e venite a fare colazione. 
  • No nonnina.... io voglio sapere! 
  • Le ho chiesto io di potervi mettere a letto questa notte, tutto qua! 
  • Ti? E pecché? 
  • Perché  visto che abitando lontano non ho mai il privilegio di poterlo fare, io non vivo qui vicino come nonna Snow, non ho la sua stessa fortuna di potervi vedere tutti i giorni quindi pensavo fosse una buona idea. 
  • Ba bene... ma prottima bolta biene anche mamy! - sentenziò la mia nana per poi correre a tavola e addentare un cornetto ripieno di cioccolata che inutile dire finì su tutta la sua maglietta. Cosa dire, mia suocera mi aveva appena salvata da una situazione imbarazzante, non potevo di certo dire ai miei figli come fossero andate davvero le cose, ma al tempo stesso mi aveva messa ancora più in imbarazzo. Non so il perché... forse per il semplice fatto che sapevo che sapesse, so solo che non riuscii per tutta la colazione ad incrociare il suo sguardo. Inizialmente non fu un problema, c’erano i bambini che tenevano banco richiamando attenzione su di loro, ma una volta che si allontanarono, per andare a giocare, la situazione tornò ad essere imbarazzante. Sentivo lo sguardo di Alice puntato su di me e iniziai a farmi mille pensieri al riguardo. “Chissà cosa stará pensando?” “Di sicuro sa” “ mi considererá sicuramente una poco di buono” “di tanti momenti a disposizione proprio con lei in casa...” il mio cervello mi stava bombardando ma di punto in bianco fu costretto a smetterla di tormentarmi perché Alice prese la parola. 
  • Che sta succedendo qui? - esordì parlando con entrambi. 
  • Niente mamma perché? - a quanto pare Killian aveva deciso di darmi retta... bene...molto bene. 
  • Mmmh... non mi sembra niente... Emma è strana e tu sei stranamente silenzioso... - ci scrutò attentamente come a volerci leggere nel pensiero - Che cosa le hai fatto? - disse subito dopo alzando leggermente il tono di voce come a volerlo accusare.  
  • Cosa?!?!? Io??? - rispose scettico - io  non le ho fatto proprio nulla mamma!! 
  • Quella... - gli  indicò il mio viso - Non è faccia da nulla. Qualcosa le devi aver fatto per farla ammutolire così quindi sputa il rospo tesorino. 
  • Non poss... - lo guardò come a volerlo minacciare silenziosamente - E va bene, hai vinto. Non le ho fatto nulla di negativo se è  questo a cui stai pensando , le ho solo  donato piacere per tutta la notte... non mi sembra un reato.- sarei voluta sprofondare sottoterra. Faceva sul serio? Stava dicendo davvero quello le mie orecchie avevano appena svoltato? “Killian Jones, preparati al tuo massacro” -  Non è colpa mia se adesso si sente in imbarazzo davanti ai tuoi occhi! - “ancora Jones?” - dovresti difendere me, non lei.... mi ha riempito di male parole in camera e non lo meritavo per niente! - faceva anche il finto offeso... roba da pazzi. Stavo quasi per intervenire, non volevo cadere ancora di più nel ridicolo ma la mia adorata suocera prese la parola prima di me distruggendomi definitivamente. 
  • Davvero è  solo questo? - Killian annuì - oh Emma... non preoccuparti cara... sono qui anche per darvi modo di alleggerire le giornate e quale modo migliore se non passare una bella nottata con il proprio uomo???? Siete giovani tesori miei, se non lo fate voi chi dovrebbe farlo??? approfittatene adesso che quando passerete l’età rimpiangerete tutti i momenti persi. - ok se prima volevo semplicemente farmi una fossa sotto i piedi adesso sentivo la necessità di emigrare il più lontano possibile. Mi alzai senza dare risposte, rossa in viso come forse non lo ero mai stata e provai a raggiungere la stanza accanto. - Emma tesoro non devi sentirti in imbaraz...
  • Alice per favore... - la supplicai con lo sguardo e sembrò capirmi al volo. 
  • Ok tranquilla, argomento chiuso! - grazie al cielo. tirai un sospiro di sollievo e una volta riacquistato un minimo di lucidità raggiunsi i bambini in salotto lasciano mamma e figlio alle loro cose e sperando non continuassero a parlare di me. L’imbarazzo non passò  di certo uscendo dalla stanza ma almeno ebbi modo di distrarmi attraverso i miei bambini, Chloe in particolar modo la quale aveva messo accanto al suo fratellino la bambola che le avevo regalato giorni addietro e lo sgridava perché non sembrava intenzionato ad interagire con quest’ultima. 
  • Amore che stai facendo? - chiesi cercando di capire il problema.
  • Liam tupido! 
  • Eh eh eh! - l’ammonii - cosa ti ho detto a proposito di queste parole signorina? Si dicono? 
  • Ma Liam...
  • No no no.... si dicono sì o no? 
  • No... - abbassò la testa. - cusami.
  • Brava la mia bambina. Mi spieghi adesso perché ti stavi arrabbiando?
  • Io tono mamma di bimba - indicò la bambola - e ho pottata al parco per tocare con altri bimbi ma Liam cattivo e no giocare co bimba mia. 
  • Magari adesso è un po’ stanco, sono sicura che giocherà con lei tra pochissimo.
  • Ma se lui no toca adesso io no posso parlare con mamma di Liam e fare chiacchiere da mamme grandi. - non potevo credere alle mie orecchie: stava sul serio integrando, per modo di dire, suo fratello in un gioco? Ero stupita dal suo comportamento ma dovetti riprendermi al più presto e trovare una soluzione per invogliarla a continuare: se Liam non avesse interagito nel giro di poco avrebbe accantonato il gioco mandato tutto all’aria. 
  • Sai che ti dico invece??? Secondo me tuo fratello sta facendo il timido, ecco perché non gioca con la tua bambina. Secondo me le sta simpatica ma si vergogna. 
  • Ci si buole fidanzare? - non perde tempo mia figlia. 
  • Come corri signorina - le feci il solletico facendola ridere - lasciamoli li magari giocheranno tra poco, noi nel mentre cosa vogliamo fare? 
  • Palliamo e facciamo coccole. Anche se sono mamma di bimba tu fai a me coccole bero? - era tremenda quando voleva ma allo stesso tempo sapeva essere davvero un amore di bambina. 
  • certo che sì amore mio. 

Passammo parte della mattinata accoccolate sul divano a chiacchierare e senza rendercene conto arrivò l’ora del pranzo. Alice aveva già preparato tutto nonostante le avessi fatto dire da Killian che avremmo ordinato il pranzo da Granny perciò presi i bambini e insieme ci recammo tutti in cucina. Ero già pronta psicologicamente alle lamentele di mia figlia sul fatto che aiutassi solamente Liam a mangiare invece quel giorno accadde qualcosa di straordinario. Chloe prese una sedia giocattolo e la posizionò vicino alla sua seduta. Corse a prendere la sua bambola in soggiorno e quando tornò non solo la mise seduta accanto a lei ma iniziò a far finta di darle da mangiare imitando esattamente cosa stavo facendo io con Liam. Sorrisi nel vederla fare quel gioco di ruolo, era da tanto che non giocava più a“mamma e figlia” ma la cosa che più mi fece riempire il cuore di gioia fu vederla interagire  con me parlando come una vera mammina dei nostri piccolini. “La mia bimba manza tante velduline” “no faccio mangiare tante calamelle sennò bua al pancino” “il tuo bimbo mangia?” Fece così per tutto il pranzo, tanto che alla fine fui costretta a ricordarle che anche lei doveva nutrirsi e per tutto il pomeriggio, non giocò a nient’altro,  mi imitò in tutto e per tutto. Andammo avanti così per quattro giorni circa ma già dal terzo giorno iniziai a notare che qualcosa non andasse per il verso giusto. Era partita entusiasta del suo nuovo gioco ma sembrava essersi già stufata. Non che fosse una cosa di cui preoccuparsi, Chloe è solita perdere interesse verso le novità, quello che non è da lei però è il continuare a fare una cosa anche quando questa non le va a genio. Forse sono solamente troppo apprensiva, mi preoccupo troppo e vedo pericoli ovunque ma quello non fu l’unico campanello dall’arme. Cos’altro successe? Beh diciamo che Chloe nonostante volesse di sua spontanea volontà passare del tempo con me, Liam compreso, faceva spesse volte capricci e voleva più attenzioni del solito. In quei giorni non le avevo dato nessun motivo per essere gelosa, passavo praticamente 16 ore in sua compagnia a parlare e giocare mentre Liam era lasciato in un box ad interagire con la sua bambola, che oltretutto odiava profondamente .  Non avevano senso quei pianti improvvisi e quella voglia di coccole extra così iniziai a pensare che fosse potesse essere qualche sintomo che preannunciasse l’arrivo di qualche malanno. Fortunatamente ero fuori strada ma questo lo capii solamente la notte del quarto giorno. Liam come al solito si era svegliato in piena notte, da quando lo avevano spostato nella sua nuova cameretta capitava spesso e anche più volte a notte, andai quindi da lui per tranquillizzarlo e farlo riaddormentata ma quando riuscii nell’intento e mi avviai per tornare in camera venni catturata da dei rumori di sottofondo all’interno della camera di mia figlia Chloe. Più che un rumore era un chiacchiericcio quello che sentivo, che stesse parlando  nel sonno? Andai a controllarla ma quello che mi ritrovai davanti quando entrai nella sua stanza mi lascio completamente senza parole. Non stava dormendo: era sveglia e stava cullando la sua bambola raccontandole contemporaneamente delle favole: le stesse che ero solita raccontare a Liam. A Chloe raccontavo storie diverse, avevo iniziato a leggerle il libro delle favole della nostra famiglia per aiutarla a capire meglio la nostra storia quindi ero meravigliata che conoscesse a memoria le favole che raccontavo a suo fratello. 

  • Chloe cucciolina.... - dissi a bassa voce per non spaventarla - che stai facendo tesorino? È molto tardi.
  • Bimba mia ti è sbegliata, mi tavo prendendo cura di lei! - rispose come se fosse la cosa più normale di questo mondo. - Liam domme? - cosa? Mi stava chiedendo di suo fratello? Quella si che era una novità.
  • È già, si è appena riaddormentato e dovresti fare lo stesso anche tu sai? Forza, fila a letto. 
  • Vado subito mamy, anche bimba mia domme adesso! - corse a darmi un bacino dopodichè, senza capricci di alcun tipo, filò dritta dritta nel suo lettino. Wow... a dir poco incredibile, non  vedevo l’ora di raccontare a Killian, il mattino seguente, l’accaduto. Credevo fosse un evento più unico che raro ma con il passare delle sere mi resi conto che la cosa continuava a ripetersi ancora e ancora. Ogni volta che mi alzavo per andare da Liam lei era sveglia. 
  • Chloe andiamo di sotto, ti va una bella tazza di latte e cacao? - le dissi una sera dopo averla beccata ancora una volta sveglia. Mi preoccupava questo insistente giocare e volevo capirci di più. Mi spiego megilio, non era il gioco in se che mi spaventava ma il fatto che non riuscisse a dormire la notte. Una dormigliona come lei poi... no no no... doveva esserci qualcosa sotto. Naturalmente accettò subito la mia offerta e dopo aver dato un’ultima occhiata alla sua bambola e averle rimboccato le coperte eccola corrermi in contro per saltarmi in braccio. La portai in cucina e solamente dopo una bella tazza di latte fumante tra le mani iniziai il mio discorso. - Hai visto che non sbagliavo a dire che la bambola era un gioco di gran lunga migliore di quel pupazzetto di cui ti eri tanto innamorata?
  • A me pupazzo bello piace ancola pelò... io boglio!
  • Non ricominciare tesoro, hai quella bambola da cui ultimamente non ti stacchi mai, non sei felice? Giochi solo con lei ultimamente...
  • No gioco io! Faccio laboro... laboro di mamma. - precisò offesa dalla mia affermazione. - La bimba mia no tocattolo, bimba mia bimba come Liam. 
  • Hai una bimba meravigliosa mamma Chloe, un piccolo angioletto proprio tanto che mi stupisco di trovarti sveglia in piena notte anche quando dorme. - provai ad introdurre il discorso in maniera giocosa - che c’è, hai forse paura che te la rubi zia Leila?
  • Lei no domme la notte, lei piccola! Ti beglia come Liam, ti beglia semple. 
  • Mmmh... deve essere faticoso immagino... 
  • Ti, tanto.... - disse tristemente. - Mamy io... io... 
  • tu cosa amore?
  • No... niente - abbassò la testa pentita. Lo dicevo io che nascondeva qualcosa. 
  • Amore che succede? Cosa volevi dirmi è? C’è qualche problema per caso? Alla mamma puoi dire tutto, posso aiutarti.
  • Io... io non... Liam no ci sentilà velo? - Liam? Che centrava Liam adesso?
  • No che non ci sentirà tesoro, tuo fratello sta dormendo: ma perchè me lo chiedi?
  • Io no boglio più tocare a gioco di mamma e bimba - scoppiò in lacrime - stanca io... sonno. Io no boglio svegliare la notte per cullare bimba o dagli la pappa. Boglio dormire. - continuavo a non capire cosa centrasse Liam in tutto quello ma na cosa l’avevo capita: era colpa mia se passava le notti sveglia, io le avevo detto di fare quel gioco. 
  • Cucciolina mia vieni dalla mamma, corri - aprii le braccia verso di lei per accoglierla in un caloroso abbraccio. Mi sentivo un schifo per averla portata a quello stato di sofferenza - Mi dispiace cucciolina, la mamma non voleva farti star male. - provai a consolarla accarezzandole i capelli. - Volevo che il nostro gioco si limitasse al pomeriggio, magari durante i cartoni animati, non volevo certamente tenerti sveglia di notte. Mi sono spiegata male, scusami ok?
  • No coppa tua... Liam ha detto a me. Lui ha detto di fale questo gioco. lui a detto che dovevo copiarti semple.
  • Te lo ha detto Liam tesoro? Ma cosa dici? - era di sicuro la stanchezza che la portava a dire cose senza senso. - Il tuo fratellino na sa ancora dire queste cose.
  • Ti imbece... lui dette a me l’alta sera... quando nonna messo a letto noi. Lui detto di fale gioco di bambola per tare insieme a te e averle coccole ma io no boglio più tocare. - continuò a piangere rumorosamente. Non avevo ancora ben capito cosa fosse effettivamente successo quella sera, avevo una vaga idea considerato il fatto che mia suocera aveva parlato di voler aiutare Chloe in base ad un piano venutogli in mente con i baby monitor ma non ne conoscevo ancora i dettagli. Di sicuro non era Liam ad aver parlato ma la mia cucciolina non lo sapeva. 
  • Amore mio calmati ok? Non è successo nulla, non fare cosi. Non devi giocare per forza se non ti va, nessuno ti costringe.
  • Liam detto me che mi vuole bene, io no boglio che lui si allabbi se non tocco più. Dopo lui mi porta via da te. 
  • Non dire sciocchezze cucciolina, tuo fratello non mi separerebbe mai da te e sai perchè lo so? Perchè hai ragione, ti vuole bene. - non sembrò calmarsi minimamente - ascolta, sono sicura che vi siete fraintesi, anche lui come me voleva che giocassimo insieme ma questo non significa farlo anche di notte amore. La notte si deve dormire per poi poter essere carichi per giocare ancora. 
  • Io no boglio più tocare a fare la mamma, io boglio fare figlia. Io voglio coccole.
  • Non devi fare nulla che non ti piaccia. - le baciai la testolina.
  • Liam no allabbia con me per quetto? 
  • Non si arrabbierà se non vorrai più giocare a mamma e figlia ma potresti iniziare un nuovo gioco: perchè non giocare a fare la sorella? La sorella fa cose più interessanti di una mamma sai?
  • Tipo?
  • Tipo giocare con la mamma e il fratellino insieme, aiutare la mamma a farlo mangiare, cantargli la canzoncina della buonanotte  tantissime altre cose belle. Non hai mai voluto fare questo gioco, pensavi che Liam fosse cattivo con te, ma ora che sai che ti vuole bene ti piacerebbe provare? Sono sicura che a lui farà molto piacere. 
  • Posso dommire la notte pelò? Io tanto sonno. 
  • Potrai dormire ogni volta che vorrai.
  • Allora si, tochiamo a gioco nuovo ma no so se mi piace. - non riuscii a dire altro in quanto si addormentò direttemante tra le mie braccia. Piccola cucciola doveva essere davvero stremata. La portai nella sua camera, le rimboccai le coperte e come se volessi proteggerla da qualcosa decisi di rimanere a dormire con lei. Fu Killian a venirmi a svegliare il mattino dopo non vedendomi in stanza. Lasciai la bimba nel mondo dei sogni e raggiungendo il salone spiegai in grandi linee l’accaduto di quei giorni e insieme, nonostante ancora il forte imbarazzo su quella famosa sera, chiedemmo delucidazioni ad Alice sul suo piano. Ci spiegò tutto per filo e per segno e si scusò non so quante volte per aver portato Chloe a fraintendere il suo gioco. Sapevo benissimo che non era colpa di Alice, era Chloe che aveva capito male, non doveva minimamente scusarsi anzi... forse eravamo noi a doverla ringraziare, in fondo l’idea di far finta di far parlare la bambina con Liam era stata geniale. 

Nei giorni seguenti le cose tornarono più o meno come un tempo, Chloe smise di portarsi dietro quella bambola ma a mia gran sorpresa ogni tanto tentava di fare qualche piccolo passo verso il suo fratellino. Naturalmente Liam non capiva ancora, era piccino e spesse volte quando sua sorella gli si avvicinava per provare a giocare lui le tirava i capelli facendola piangere. Forse era davvero ancora troppo presto per farli andare d’accordo, forse Hopper aveva ragione a dire che le cose si sarebbero sistemate da sole. con la sconfitta nel cuore decisi di rassegnarmi e smisi di incoraggiarla a giocare con lui, quando si sarebbe sentita pronta forse avrebbe fatto il passo da sola. Ero convinta ci sarebbero voluti anni, Chloe è una bimba puntigliosa e se una cosa non gli  piace difficilmente cambia idea, ma sbagliavo, già dalla stessa sera qualcosa cominciò a cambiare. Non capii subito cosa stesse succedendo so solo che improvvisamente Liam smise di piangere la notte. Che si fosse abituato alla sua nuova stanzetta e quel nuovo cambiamento di dormire da solo? Lo credevo ma non era per nulla così. Una sera, svegliata per il troppo caldo, decisi di fare un salto giù in cucina per bere un bel bicchiere d’acqua fresca. Al mio ritorno mi fermai a controllare i bambini e a mia gran sorpresa trovai Chloe è Liam dormire abbracciati nel lettino di quest’ultimo. Rimasi imbambolata nel vedere quella scena ma mi ripresi subito e corsi a prendere il mio cellulare per immortalare quel momento più unico che raro. Svegliai anche Killian per raccontagli quella novità e anche lui, pur vedendoli, non potette credere ai suoi occhi. Di sicuro era la cosa di una volta, sicuramente Chloe si era spaventata per qualcosa e vergognandosi di venire da noi era andata da lui... non lo so cosa le passò per la testa ma ero più che convinta che la cosa non si sarebbe ripetuta. Beh... sbagliai ancora una volta e questa volta fui davvero felice di farlo: ogni sera ritrovavo Chloe  nel lettino del suo fratellino e questo mi fece davvero sperare nel cambiamento. 

  • ehi piccola peste... - le dissi a bassa voce una notte. Era come ormai abitudine in stanza di Liam ma non stava dormendo questa volta: lo teneva stretto a lei e le stava cantando una canzoncina. - che ci fai qui è? - le chiesi evitandole di dire che l’avevo già beccata altre volte. 
  • Cullo il mio fratellino.. si è svegliato e si sentiva solo... - un’intera frase senza il ben che minimo errore... o stavo sognando o stava seriamente per scoppiarmi il cuore dal petto per l’emozione. Rimasi a fissarla incredula tanto che fu lei a continuare il discorso - Io sono sorella grande, lui bisogno di me.. me lo ha detto lui mamma e detto anche che no arrabbiato con me per aver smesso di giocare a mamma e figlia. Lui bene sempre a me e io bene a lui. 

Con quelle parole il mio cuore scoppiò letteralmente di gioia, ce l’avevamo fatta! Dopo un anno e mezzo aveva finalmente iniziato a considerarlo parte della famiglia. Di sicuro ci sarebbero state altre litigare, incomprensioni e capricci... sarebbe anormale il contrario, ma già il semplice fatto di ammettere di provare un sentimento verso di lui era tanto. Il merito di tutto va a mia suocera, a quanto pare aveva nuovamente messo in atto il suo piano, ma anche la mia bambina ha i suoi meriti. Ha un gran cuore quella cucciolina e sono davvero molto orgogliosa di lei. Decisi di premiarla per il suo comportamento da perfetta sorellina maggiore e al suo risveglio trovó accanto a se quel peluche che tanto aveva desiderato in quei giorni. So che le avevo detto di no più e più volte ma questa volta un regalino lo aveva meritato sul serio. La mia piccola Chloe stava diventando grande e se fino a quel giorno non vedevo l’ora che questo accadesse mi resi improvvisamente conto che invece non ero pronta affatto a lasciarla andare.

 

Note dell’autore: sembra un miracolo vero? E invece ce l’ho fatta anche questa volta. Non chiedetemi come ma ci sono riuscita ehehehhe conta solo questo. Auguro a tutti voi una buona lettura e spero che questo capitolo vi piaccia ugualmente nonostante non credo sia all’altezza degli altri. Ho avuto serie difficoltà a portarlo a termine, ho creduto non so quante volte che fosse meglio cestinarlo ma poi alcuni di voi, attraverso spoiler,  i hanno fatto capire che dovevo continuare e così ho fatto.  Mi impegnerò di più nelle prossime storie promesso e prometto anche di non impiegare anni nel pubblicare il prossimo aggiornamento. Un bacio a tutti voi e a prestissimo.
  
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