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Autore: padme83    22/01/2020    19 recensioni
Da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.

*
[Raccolta di flash e one-shot, omogenea ma non troppo - benché i baci, in qualche modo, c'entrino sempre. Arco temporale variabile, con una predilezione per il periodo a Godric's Hollow; alcuni capitoli partecipano a challenge o a eventi/attività di gruppi fb; POV alternati, si comincia con Gellert]
*
"La pioggia cade, cade, sottile, non si ferma e vi sommerge, vi travolge, vi protegge, testimone fidata e discreta del vostro amore. Sussurra favole di innamorati, prima di voi, fra le stesse lenzuola umide e vestiti sfatti dimenticati in un angolo. Racconta di notti insonni, di gemiti soffocati con furia tra i denti, di amanti felici e pazzi come voi, legati come voi, disperati come voi.
Ma nessuno è come voi."
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: Lemon, Missing Moments, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We were closer than brothers'
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I cuori impavidi amano il cuore della notte.
(Luther Blisset - Q)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
~ 3 gradi ~
 
 
 
 
 
 
 
Con le mani tra i capelli
e la pelle che si tocca,
fumo bianco dalla bocca
dammi ancora le tue labbra,

quella notte non finiva mai,
no, no, no, no.
 
 
 
 

 
«Dove andiamo?»
Lo chiedi ansimando, la bocca incollata alla sua, le mani affondate nei suoi capelli arruffati.
Attorno a voi l’oscurità è fitta, opprimente; l’aria umida ghiaccia le ossa e la città addormentata vi racchiude in un abbraccio spettrale, nero di nebbia e fuliggine. Tutto appare fumoso, cupo, privo di forme e contorni definiti.
Sembra quasi un sogno.
Fa freddo, questa notte, fa un freddo maledetto ma tu neanche te ne rendi conto – il suo corpo, schiacciato addosso al tuo, brucia e freme e ribolle come il cuore ardente di una fornace.
Albus.
Sapevi che sarebbe finita così (quando ci siete voi due di mezzo finisce sempre così).
«Non c’è bisogno di andare da nessuna parte», replica, serafico, senza smettere un solo istante di martoriarti le guance e il mento; tieni gli occhi chiusi – la testa gettata all’indietro, la gola esposta ai suoi baci feroci – eppure avverti chiaramente le sue labbra calde incresparsi e tendersi in un ghigno furbo, lupesco, perfido.
«Che hai in mente stavolta?»
Non perde tempo a rispondere. Con un gesto brusco ti afferra le natiche e ti solleva da terra, spingendoti a forza contro un muro. Ti avvinghi, ti àncori a lui, incrociando polpacci e caviglie alla base della sua schiena; ti aggrappi alle sue spalle e cominci a leccargli il collo, ne torturi a larghi morsi la curva sinuosa, mentre le sue dita agili già corrono a infilarsi fra le asole slacciate dei pantaloni.
Ti lasci sfuggire un rantolo basso, frustrato.
Sei un mago o cosa? Avanti, falli sparire!
Ride.
Ride forte, l’impudente.
Stringi di colpo le cosce intorno ai suoi fianchi, piccato, rubandogli un gemito roco che subito tenta di soffocare e nascondere.
Lui e il suo fottuto orgoglio.
Ti cerca, di nuovo, ti cattura la lingua fra i denti e succhia, succhia per Dio, succhia come se volesse strapparti via l'anima dal petto.
Ai tuoi ordini, mia Signora.
Il movimento è appena percepibile – non gli serve certo la bacchetta, per una sciocchezza simile. Trattieni il fiato, assaporando ogni sussulto, ogni sospiro bagnato, ogni brivido che irradia dal ventre e si inerpica furibondo lungo la spina dorsale.
Ora più niente rimane a dividervi.
La sua pelle sulla tua è fuoco liquido, seta disciolta, vetro fuso. È il nucleo rovente e fiammeggiante del Sole.
Dammene ancora, dammene di più.
La sua eccitazione – la vostra eccitazione – è un oceano in tempesta, una corrente vorticosa e selvaggia, un vulcano attivo in procinto di esplodere.
Di più, di più, oh, di più –
«Hai ragione», mormori infine, con voce spezzata, un attimo prima di sentirlo scivolare dolcemente, totalmente, inesorabilmente in te – non farmi aspettare, non farmi aspettare, non farmi aspettare –
«Non c’è bisogno di andare da nessuna parte.»
 
 
 
 
 
 
 
3 gradi sembravano 20
3 gradi sulle scale, i vestiti fra i denti,
fuori con la luna piena sulla testa,
3 gradi e basta.
3 gradi sembravano 100

come brucia il tempo quando ci sei dentro,
ancora non mi passa,
3 gradi e basta.
 
 
 
 
 
 
 
{Words Count: 451}
 
 
 



 
 
 
 
 


 
Nota:

Niente, è nata così e così ve la beccate. Just for fun 😊
 
Soundtrack3 gradi, Diego Conti (voi non potete capire quanto mi faccia impazzire questa canzone! XD).
 
Grazie come sempre a chi leggerà – anche silenziosamente –, e a chi commenterà o inserirà questa flashina-ina-ina in uno degli elenchi messi a disposizione da EFP.
 
Alla prossima!
 
Un bacio :*
 
 
padme

EDIT: la flashina-ina-ina non è rimasta da sola, ma ha dato il via ad una nuova raccolta. Se vi va, altre entusiasmanti (dis)avventure vi aspettano! Dovete solo cliccare sul prossimo capitolo ^^
   
 
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