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Autore: MartyFire    23/01/2020    5 recensioni
Questa storia racconta di come Roy e Riza scopriranno che il loro rapporto va oltre al rispetto e al semplice affetto, infatti scopriranno di amarsi. La storia incomincia da dove gli episodi di Fullmetal Alchemist Brotherhood finiscono.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang, Un po' tutti | Coppie: Roy/Riza
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“L’alchimia senza sigilli scritti è molto preziosa per noi e lui non ha nessun diritto di usarla” disse Kanso guardando i gemelli.
Kumal era appoggiato al muro con le braccia conserte in attesa di nuovi ordini, mentre Sanga era seduto scomposto con le gambe stese sul vecchio tavolo e fischiettava.
“Dobbiamo escogitare un piano per portalo qui e studiare la sua alchimia di fuoco” continuò il Comandante voltandosi verso l’unica finestra di quel minuscolo edificio.
Il silenzio non durò a lungo.
“Io avrei un suggerimento” propose Sanga malizioso, mentre il fratello alzava gli occhi al cielo.
 
Rebecca si svegliò a causa di un leggero solletico sul collo. Una volta aperti gli occhi capì che la causa erano i capelli di Jean, che da addormentato aveva appoggiato la testa sul suo petto. Avrebbe voluto poter rimanere così tra le sue braccia ancora per un po', ma la sveglia del dormitorio sarebbe suonata presto e non poteva farsi vedere mentre usciva dalla stanza di un commilitone. Così, dando un lieve bacio ad Havoc e spostandogli lentamente il braccio che aveva steso sulla sua pancia per abbracciarla, si alzò e tornò in camera sua. Sarebbe ripartita quella sera e già gli mancavano il suo ragazzo e la sua migliore amica, doveva lasciarla proprio ora che aveva capito che cosa provava per il Generale.
“Chissà che sgridata si è preso Mustang ieri sera!” pensò ridendo Rebecca, per poi svestirsi ed entrare nella doccia.
 
Roy si svegliò con le tempie che gli pulsavano.
“Era da molto che non bevevo così” pensò sollevandosi a sedere per poi fare una smorfia a causa dei dolori muscolari dovuti ad entrambi i combattimenti del giorno prima.
Sarebbe stata davvero una lunga giornata e ancora non si era alzato dal letto. Sospirando si avviò verso la cucina, dove Riza stava già servendo la colazione. Quando lo vide, gli porse un bicchiere con qualcosa di effervescente all’interno.
“Per il mal di testa” disse semplicemente lei per poi sedersi a tavola.
Roy, ormai abituato al modo di fare di Riza, svuotò il bicchiere e le si sedette di fronte. Tutto sembrava normale, ma quando entrambi allungarono una mano verso la marmellata e subito dopo Riza ritirò la sua come se si fosse scottata, a Roy tornò in mente la sera prima.
Perché evitava il suo tocco?
Cercò di guardarla negli occhi, ma lei sembrava completamente assorbita dalla sua colazione.
Che fosse solo una sua impressione?
La testa gli stava scoppiando, non era proprio il momento giusto per tutte quelle riflessioni, così si alzò per andare a fare la doccia. Una volta lasciata sola, Riza sospirò, appoggiandosi allo schienale della sedia.
“Devo ricompormi, non posso continuare a reagire così o capirà che qualcosa non va e non mi darà pace finchè non scoprirà cosa.” pensò, per poi alzarsi ed iniziare a sparecchiare.
Non sarebbe stato facile comportarsi come sempre, ma non aveva scelta. Il loro sogno veniva prima di ogni cosa, eppure le sembrava di essere una ragazzina alle prese con la sua prima cotta…
Quando si rese conto che era effettivamente così, non potè impedire al suo viso di arrossire. Non era abituata a non avere il controllo di sé e questo la spiazzava. Il bussare alla porta la riscosse dai suoi pensieri, ma prima di andare ad aprire, la voce di Roy la fece voltare.
“Sarà sicuramente Rebecca o Havoc, o peggio, potrebbero essere entrambi” disse tranquillamente lui uscendo dal bagno, mentre si tamponava i capelli con un asciugamano e le si avvicinava.
In quel momento la mente di Riza smise di funzionare, troppo concentrata a guardare le goccioline d’acqua sul torace di Roy seguire diversi percorsi, partendo dalle clavicole fino a sparire sul bordo dell’asciugamano che aveva legato in vita, passando sopra i muscoli definiti dell’addome. Per fortuna di Riza, bussarono nuovamente alla porta facendola tornare in sé; fece girare Roy dalla parte opposta e gli appoggiò le mani sulla schiena
“Non puoi farti vedere così, vai a vestirti” disse velocemente lei spingendolo verso le camere.
“Hai ragione sarebbe piuttosto sconveniente” rispose il moro con in viso la sua solita espressione malandrina, per poi scoppiare a ridere.
La bionda rischiò di nuovo di perdere in contatto con la realtà, sentendo il tono profondo della risata di lui sia attraverso le orecchie che attraverso le mani appoggiate sulle sue scapole, ma riuscì a portarlo a destinazione.
Quando Roy chiuse la porta dietro di sé, Riza andò finalmente ad aprire quella d’ingresso.
“Buongiorno” disse allegramente Rebecca, superando l’amica per entrare in casa.
“Buongiorno” le rispose Riza.
La mora, una volta assicuratasi dell’assenza di Mustang, trascinò l’amica sul divano.
“Come mai così tanto tempo per aprire la porta? Ho interrotto qualcosa?” chiese poi, curiosa e speranzosa, visto il rossore sulle guance della bionda.
“Non è successo nulla Rebecca, smettila di fantasticare” rispose anche troppo velocemente Riza.
“Coraggio, sono io. Non devi aver paura a dirmi le cose” insistè la mora.
Dopo qualche istante di silenzio la bionda decise di aprirsi.
“Non pensavo fosse così difficile avere la persona che ami sempre vicino a te, vivendo delle situazioni che ti rendono solo più consapevole di lui e di quanto sia importante. Non riesco neanche più a comportarmi normalmente” ammise finalmente Riza.
“Lo è solo perché non hai la possibilità di sfogare ciò che provi. So che non vuoi dichiararti, ma almeno cerca di…” cominciò a dire Rebecca, venendo però interrotta dall’ingresso di Roy nella stanza.
Ora era vestito, ma aveva ancora i capelli leggermente bagnati e alcune gocce cadevano sulla camicia e sul pavimento. Rebecca stava cercando una battuta per salutare Mustang, ma non ne ebbe il tempo perché Riza si era alzata dal divano uscendo poi dalla stanza, per tornare velocemente con un asciugamano.
“Stai bagnando ovunque” disse seriamente la bionda iniziando ad asciugare i capelli di Roy.
“Scusa” disse lui con un sorriso, mentre si godeva le sue attenzioni.
A quel punto Rebecca si alzò urlando: “ Ragazzi siete senza speranza”.
Per poi andarsene esasperata, lasciando Roy e Riza sbalorditi a fissare la mora allontanarsi dall’abitazione, gesticolando e parlando da sola, attraverso la porta d’ingresso rimasta aperta.
 
Arrivata all’edificio principale vide Havoc che l’aspettava e gli corse incontro per poi gettarsi teatralmente tra le sue braccia.
“Jean, quei due sono impossibili” disse sconsolata.
La sua ragazza a volte era davvero esagerata, ma amava anche questo di lei, lo faceva ridere.
“Lo so amore, noi abbiamo fatto il possibile. Dipende tutto da loro, probabilmente ci vorrà del tempo e molta, molta pazienza da parte nostra.” le rispose lui accarezzandole i capelli.
Ovviamente il momento durò un attimo, non potevano farsi vedere in atteggiamenti intimi, così anche se malvolentieri, si allontanarono. Nonostante dovessero sempre stare attenti a non farsi vedere, nessuno dei due avrebbe scambiato quei piccoli momenti insieme per nulla al mondo e speravano che anche Roy e Riza riuscissero a capire che per stare con chi si ama, vale la pena affrontare qualunque rischio.


  
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