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Autore: kirlia    25/01/2020    3 recensioni
«Qualcuno deve pagare.»
Contro la sua stessa volontà, Belzebù s’irrigidì sentendo quelle parole. Per la prima volta da quando era entrata nel Pandæmonium, sembrò rendersi davvero conto di come stavano le cose.
Già, era vero, qualcuno doveva pagare. Una Guerra promessa per ben seimila anni, la vittoria sul Paradiso che i Caduti avevano sempre bramato... Mandata all'aria da un ragazzino che non aveva compiuto il proprio dovere? No, un affronto del genere non sarebbe stato dimenticato così facilmente. I demoni, per natura, non perdonavano, preferivano piuttusto il rancore, l'odio, la vendetta.
Il punto era chi dovesse pagare. E gli sguardi di quei demoni, i colleghi suoi pari che la circondavano, sembrarono improvvisamente puntare tutti verso di lei.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Belzebù, Gabriele
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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1
 
The Dark Council
 
 
 
 
 
U
n sospiro sfuggì alle labbra di Belzebù quando, per l'ennesima volta nel corso di quella riunione, la conversazione passò da una tipica, pacata aggressività di fondo, a un litigio in piena regola.
Nonostante la tensione sempre più tangibile, le voci sempre più alte, e la percezione stessa di quelle auree demoniache che si facevano sempre più minacciose e opprimenti, quasi tentando di schiacciarsi l’una contro l’altra, sua espressione rimase la solita: indifferente, quasi annoiata. La faccia di un demone che proprio non ne poteva più di ascoltare quelle chiacchiere sulla Non-Apocalisse, e non vedeva l’ora di chiudere la questione e tornare alla propria routine.
Avrebbe potuto essere nel suo reame, il Terzo Cerchio dell'Inferno[1], a occuparsi di tutte quelle scartoffie che - già riusciva a immaginarlo - si stavano accumulando sulla sua scrivania... Invece doveva starsene lì, nel Pandæmonium, a presiedere al tavolo dell’Oscuro Concilio[2]. Intorno ad esso erano posizionati sette troni: sei di questi erano occupati dai Principi, i demoni più temuti di tutto l'Inferno, mentre l'ultimo, il più alto e ricco, destinato a Satana in persona, era vuoto.
Cercando di prestare attenzione, quindi, si spostò appena sulla sua poltrona, in modo che i suoi occhi color ghiaccio potessero osservare meglio colui che in quel momento stava parlando.
«...È semplicemente inammissibile! Abbiamo passato secoli - millenni, persino! - bramando la nostra vendetta! E abbiamo lasciato che un ragazzino capriccioso ce la portasse via così, per dispetto! Non dovremmo stare qui, a quest'ora avremmo dovuto marciare fieri sulla Terra, per conquistarla e tirare giù dal cielo uno per uno quei maledetti angeli che hanno osato farci cadere...!» ringhiò Lord Amon, così adirato da non riuscire nemmeno a completare il suo pensiero, complice forse il fatto che il demone sul trono accanto al suo, si era lasciato andare a un sonoro sbadiglio. «Certo, scommetto che ad alcuni individui non sia dispiaciuto restarsene comodi sulla propria poltrona» continuò, adesso con uno sguardo di fuoco verso la suddetta collega, che non sembrò tuttavia cogliere la provocazione, nemmeno quando un pugno si abbatté sonoramente sul ferro arrugginito del tavolo.
Belzebù fece dondolare leggermente uno dei suoi piedini - che a malapena riuscivano a toccare il pavimento - poggiando il mento sul palmo della mano, mentre i suoi occhi stanchi passavano da uno degli stimati membri dell'Oscuro Concilio all'altro. Non disse nulla, per un po', conservando quella parvenza di assoluta noia per cui era conosciuta, lasciando semplicemente che il Demone dell'Ira scaricasse tutta la sua frustrazione su Lord Belfagor, la quale rappresentava ancor meglio il suo peccato capitale, l'Accidia, limitandosi ad ascoltare tutte le offese e gli insulti dell'altro, facendo fatica a mantenere gli occhi aperti. Sembrava anche aver sonnecchiato, a un certo punto, durante il monologo del suo collega.
A dire il vero, la capiva: anche lei avrebbe voluto lasciarsi andare a un bel riposino, mettendosi alle spalle tutti i problemi che il mancato Apocalisse aveva scatenato tra le cerchie degli Inferi. Tuttavia, lei era il braccio destro del loro Oscuro Signore, ed era compito suo – soprattutto quando lui era assente alle riunioni, cosa che era divenuta la normalità negli ultimi duemila anni - doversi assicurare che il malcontento non sfociasse in una vera e propria rivolta interna. Era possibile che la mancanza di una vera e propria Guerra contro il Paradiso si tramutasse in una ribellione... E per quanto lei fosse abituata all'indole riottosa dei demoni, temeva che in quel caso la posta in gioco fosse molto più alta.
«Baszzta così, Lord Amon» il Signore delle Mosche interruppe la discussione sul nascere, alzando la sua voce acuta in modo che superasse i ringhi a malapena trattenuti dell'altro. «Comprendo il vostro stato d'animo, lo comprendiamo tutti in questa sala...» Anche Lord Belfagor, che adesso ronfava sonoramente? O Lord Mammona, che sembrava essere più interessata a contare le monete d'oro della colonna che stava impilando sul bracciolo di velluto della sua seduta? Beh, d'altra parte la stessa Belzebù sembrava poco interessata alle sfuriate infantili dell'altro demone. «Tuttavia è ormai assodato che non ci sarà alcun Apocalisszze, almeno per il momento. Dobbiamo deporre le armi e tornare al lavoro» ripeté di nuovo, per l'ennesima volta, in maniera sperava abbastanza categorica. Dagon, che se ne stava seduta a una piccola scrivania poco lontana, scribacchiò sul suo foglio le parole del Principe, annuendo spasmodicamente mentre aggiornava il resoconto della riunione.
«Qualcuno deve pagare» s'intromise Lord Mammona, distogliendo lo sguardo dai suoi gingilli dorati solo per qualche istante, prima di tornare a impilare le sue monete.
Contro la sua stessa volontà, Belzebù s’irrigidì sentendo quelle parole. Per la prima volta da quando era entrata nel Pandæmonium, sembrò rendersi davvero conto di come stavano le cose.
Già, era vero, qualcuno doveva pagare. Una Guerra promessa per ben seimila anni, la vittoria sul Paradiso che i Caduti avevano sempre bramato... Mandata all'aria da un ragazzino che non aveva compiuto il proprio dovere? No, un affronto del genere non sarebbe stato dimenticato così facilmente. I demoni, per natura, non perdonavano, preferivano piuttusto il rancore, l'odio, la vendetta.
Il punto era chi dovesse pagare. E gli sguardi di quei demoni, i colleghi suoi pari che la circondavano, sembrarono improvvisamente puntare tutti verso di lei.
Belzebù strinse i denti, costringendosi a non mostrare alcuna emozione, come se non si fosse accorta della velata minaccia che i Principi le avevano appena rivolto.
No, si disse, la situazione era totalmente sotto controllo. Perfettamente sotto controllo. 
Aveva un piano e sarebbe andato alla perfezione, doveva solo mantenere la calma e fare in modo che i demoni sfogassero la propria rabbia verso un'altro soggetto, qualcuno che più di lei era meritevole di biasimo per quella Guerra fallita.
«E szzarà così» proclamò, con quello che sarebbe apparso come un tono sicuro, se la sua lingua non avesse ronzato tanto, tradendo così un pizzico di nervosismo. «Il demone Crowley sarà sottoposto a processo e pagherà sia per aver fraternizzato con un angelo che per la nefasta influenzzza che ha avuto sull'Anticristo, motivo per cui il Grande Piano non si è compiuto. Nonché per aver ucciso un Duca Infernale, tale...» s'interruppe per un istante, cercando di riportare alla mente il nome di quel demone che era stato mandato sulla Terra proprio per Crowley e non era più tornato indietro.
«Ligur, signore» le suggerì Dagon, sempre informata e competente.
«...Szzì, lui» concluse quindi, con un vago gesto della mano, dando ben poca importanza alla reale identità di questa perdita per gli Inferi. C'erano così tanti demoni che uno in meno poco cambiava nelle loro schiere.
Sperava che la discussione potesse concludersi lì, ma dalla sua destra un altro Lord decise di prendere la parola, non ancora del tutto convinto. «Quindi è questo che ha deciso Satana? Rinunciare alla Grande Guerra e punire un unico demone per l'accaduto?» commentò Leviatano, il Demone dell'Invidia, facendo il broncio. «Se è così, perché non è qui ad annunciarlo allora? Ah, se solo anche io potessi evitare questi impegni burocratici come fa lui, di tanto in tanto.»
Belzebù fece roteare i suoi gelidi occhi azzurri. Com'è che tutti avevano sempre da obiettare qualcosa, lì dentro?!
«L'Oszzcuro Signore non è tenuto ad essere presente a tutte le sedute del Concilio» fece presente, rimproverando il Lord, che se ne stava stravaccato sul suo trono con un cucciolo di segugio infernale sulle gambe. Solo dopo qualche istante, cercando di non far trasparire l'esitazione e mascherandola dietro un tono di voce e un'espressione totalmente atona, il Principe continuò, informando i colleghi. «Ho chiesto udienzzza, ma per il momento non ho avuto risposta. Sapete che non è bene disturbare la Stella del Mattino quando non intende ricevere nessuno.»
Capriccioso. Ecco com'era Satana: terribilmente capriccioso e testardo, esattamente come quel figlio che aveva lasciato sulla Terra. Ma anche pericoloso, e nel corso dei millenni Belzebù aveva imparato a sue spese cosa succedeva se lo si disturbava nei momenti meno opportuni... No, era meglio che fossero loro, lei in particolare a sbrigare il tutto.
«Non ha dato ordine di attaccare, né di tenersi pronti allo scontro, pertanto devo concludere che la Grande Guerra è da considerarsi posticipata a data da definire» disse, cercando di essere ancora più perentoria che in precedenza.
E per un attimo sembrò funzionare.
Per un attimo, tutti i Demoni dell'Oscuro Concilio rimasero in silenzio, soppesando quelle parole, accettandole--
«La ribellione del figlio deve avergli dato alla testa» spezzò quell'istante una voce, che non si era ancora levata nel corso di tutto quel tempo. Il Demone della Lussuria, uno dei pochi ad aver conservato l'aspetto affascinante e aggraziato che l'aveva definito quando era un angelo, ghignò divertito nel vedere lo sguardo del Principe tingersi di disprezzo.
«Lord Aszzmodeo, vi avverto!» alzò il tono lei, facendosi minacciosa, mentre le mosche cominciavano a volare più vorticosamente intorno al suo capo. Per quanto il comportamento assunto da Satana in quel frangente apparisse discutibile persino alla sua più fedele sottoposta, Belzebù non avrebbe mai permesso che nessuno si prendesse gioco del loro Capo. Gli artigli, che si erano manifestati senza volerlo nelle sue mani, sprofondarono nel legno del suo trono fino a farlo scricchiolare pericolosamente.
«Ehi, ehi, piano! Sto solo esprimendo ad alta voce ciò che pensano tutti» commentò Asmodeo, alzando le mani in segno di resa e ridacchiando. Si alzò dalla sua postazione, ciondolando appena verso un lato della sala, prima di voltarsi verso gli altri demoni. «In ogni caso, per me non c'è problema. Posticipiamola pure al prossimo millennio se necessario, ma non ne posso più di perdere tempo qui con voi. Sembra che siano passati giorni da quando stiamo qui a discuterne. Vado a cercarmi una compagnia più... interessante, diciamo. Con permesso» si scusò, con l'ombra di un sorriso divertito, prima di svanire con un puff!, diretto verso chissà quale night club sperduto sulla Terra.
Belzebù si massaggiò le tempie - tra tutti, Asmodeo era quello che aveva sempre trovato più insopportabile - per poi alzare lo sguardo sui presenti. «Bene. Dichiaro chiuszza la seduta del Concilio» disse soltanto. Quasi non vedessero l'ora, anche tutti gli altri demoni si smaterializzarono di lì, probabilmente diretti verso il luogo preferito dove esercitare quei Vizi che l'avevano resi noti al mondo.
 
*** 
 
 
Solo a quel punto Belzebù sprofondò nella poltrona, rilasciando un sospiro che non si era accorta di stare trattenendo, mentre le sue unghie si ritraevano perdendo la presa sul legno.
Quell'Asmodeo era sempre così insolente! Dopo secoli, millenni addirittura, il Signore delle Mosche conosceva bene i suoi colleghi, eppure il Demone della Lussuria era una delle poche creature al mondo ancora capace di farle saltare i nervi. Il che, per un diavolo, era pure un complimento.
Però... Insultare così Satana! Di fronte ai suoi più fedeli seguaci poi, come si permetteva? Se c'era una cosa che Belzebù proprio non accettava era la slealtà verso la propria razza, soprattutto dopo quello che era accaduto con Crowley, il traditore... E prendere in giro il loro signore, il loro Capo Supremo, era semplicemente inammissibile.
«Mio Principe...» la voce delicata di Dagon, seduta ai suoi piedi, la riportò alla realtà. Inclinando appena il capo nella sua direzione, si limitò a un cenno di silenziosa domanda, al quale il demone pesce rispose in maniera ancora cauta. «È da tutta la notte che discutete la fine prematura dell'Apocalisse. Penso che vi meritiate un po' di riposo. Un banchetto, forse? Torniamo al Terzo Cerchio?» Nel suo sguardo, un po' vacuo per via delle iridi così chiare, l'altra sembrò percepire un pizzico di preoccupazione. E la proposta di colmare la sua Gola con un banchetto era una sorta di gentilezza nei suoi confronti.
Tuttavia i demoni non erano gentili, e Belzebù si scrollò di dosso quegli occhi con un brivido, che costrinse alcune delle mosche che erano appoggiate sulle sue spalle a prendere il volo, unendosi alle altre che già vorticavano intorno al suo capo, in una sorta di strana imitazione di una corona.
«No, non ancora. Non abbiamo ancora concluszzo» replicò, rivolgendo gli occhi color del cielo verso un vago punto di fronte a lei, immersa nuovamente nei pensieri. «Signore?» chiese il Lord degli Archivi, scrutandola dal basso, in attesa di scoprire su cosa stesse riflettendo il suo superiore in maniera così intensa. 
Dopo un paio di istanti in cui aveva soppesato tutte le opzioni, Belzebù finalmente aprì di nuovo bocca. «Devo parlare con gli Arcangeli. Una situazione del genere richiede delle misure... draszztiche. Crowley dovrà subire una punizione esemplare, e tutti i demoni dovranno essere testimoni che qualcuno ha pagato» spiegò ad alta voce. Ciò che invece tenne per sé, fu il perché doveva essere così: per quietare gli animi bellicosi, per togliersi di dosso gli sguardi adirati degli altri Principi. Per assicurarsi che non fosse lei ad essere punita per quell’ennesima sconfitta dell’Inferno.
Si volse nuovamente a cercare lo sguardo della sua sottoposta più fedele - per quanto, parlare di fiducia e fedeltà fra i demoni non era la normale amministrazione - mentre le dava ulteriori istruzioni. «So che hai ancora qualche contatto con il Piano di Sopra, Dagon. È arrivato il momento di sfruttarlo.»
«Mi adopero immediatamente, mio Principe» replicò immediatamente l'altra, rivolgendole un inchino per congedarsi e correre nel suo ufficio per parlare con i suoi contatti in Paradiso.
«Bene» sussurrò ancora Belzebù, rivolgendosi a nessuno in particolare se non sé stessa, con l'ennesimo sospiro.
Bene. Adesso mancava solo un bel discorsetto con il rappresentante di quei piccioni figli di papà - o mamma, insomma Lei, l'Onnipotente -, l’estinzione del Serpente dell’Eden e poi avrebbe potuto finalmente concedersi una pausa. Ammesso che non ci fosse qualche altra rivolta improvvisa... E Belzebù era così stanca che probabilmente avrebbe condannato il malcapitato ad affogare nelle pozze di zolfo per almeno due millenni, se ciò si fosse verificato.

 
 
[1] L'inferno è strutturato secondo Nove Cerchi, ognuno dei quali dedicato a un tipo specifico di peccato di cui si sono macchiate le anime mortali che devono scontare le proprie pene. Belzebù, in particolare, è il Principe che regna sul Terzo Cerchio, ovvero quello dedicato ai Golosi.
 
[2] L'Oscuro Concilio si riunisce nel Pandæmonium, ovvero nel Palazzo Reale del Diavolo, ed è formato dai Sette Demoni più potenti degli Inferi. Ognuno di essi rappresenta uno dei Peccati Capitali, in particolar modo:
  • Lucifero, Stella del Mattino, Re e Capo assoluto dell'Inferno, conosciuto soprattutto come Satana, l'Avversario, il Signore delle Tenebre e molti altri titoli derivati dalle diverse popolazioni della Terra. Egli rappresenta la Superbia;
  • Lord Belzebù, Principe Infernale e Signore delle Mosche, conosciuta pure come Baʿal zĕbūb, seconda in comando di Lucifero. Il Vizio a lei assegnato è la Gola;
  • Lord Mammona, Principe Infernale e Tesoriere dell'Inferno, si occupa di tutto ciò che concerne le proprietà degli inferi. Ella è legata all'Avarizia;
  • Lord Amon, Principe Infernale, Comandante di quaranta legioni di Demoni, è a capo dell'assetto militare. Egli è collegato all'Ira;
  • Lord Leviatano, Principe Infernale, è a capo delle legioni dei Mostri Infernali, tra i quali spiccano i Segugi. Rappresenta l'Invidia;
  • Lord Asmodeo, Principe Infernale, Signore della Discordia e della Vendetta. Egli è il demone della Lussuria;
  • Lord Belfagor, Principe Infernale, detta anche Baal-Peor, la quale è simbolo del peccato capitale dell'Accidia.
Inoltre, è sempre presente il Demone Dagon, Duca Infernale, Lord degli Archivi e Signore dei Tormenti, che si occupa di scrivere il verbale di ogni seduta del Concilio. 
 
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...Ahem. Sì, salve a tutti. 
Non scrivo una fanfiction da così tanto tempo da essermi persino dimenticata come si pubblicasse un nuovo testo su EFP. Non ho mai smesso di scrivere, per la verità, solo che ho preferito tenere per me molte cose nel corso degli ultimi anni, perché sono una persona incostante e spesso lascio le cose a metà. E sì, questo è un avvertimento pure per questa storia: non abbiate troppe pretese, potrei metterci mesi interi ad aggiornare con dei nuovi capitoli (proprio la premessa giusta da fare questa, sìsì).
Ma parliamo di cose belle, ovvero il motivo per cui sono andata contro la mia stessa indole e ho deciso di ricomparire qui dopo anni! 
La Ineffable Bureaucracy, gente. 
Lo so, non tutti la amano, e lo capisco. Si può pure dire che sia una ship nata dal nulla assoluto e campata sul nulla assoluto in quanto a spunti dalla serie tv. E tuttavia non sono riuscita a non innamorarmene all'istante. Già, che ci posso fare? Ho sempre adorato le crackship e loro mi ispirano proprio parecchio, dovevo assolutamente scriverne. 

In ogni caso, ecco il primo capitolo! Come avrete spero capito, è ambientato dopo il Non-Apocalisse ma prima che Crowley e Aziraphale vengano catturati e "processati" dalle loro due fazioni. Ho pure introdotto un bel po' di OC, forse troppi per un solo capitolo, ma dopo aver fatto svariate ricerche su Belzebù e l'Inferno in generale ho deciso che non mi dispiaceva l'idea di spiegare meglio come funziona il loro governo. Riappariranno in seguito, e spero di riuscire a delinearli meglio. 

Per quanto riguarda Belzebù, sì sono consapevole che in inglese non ci si riferisce a lei con she/her bensì con they/them o meglio ancora con ze/zir, ma visto che la lingua italiana non presenta queste possibilità ho preferito scegliere un pronome femminile. In ogni caso, come avete avuto modo di vedere, tutti i suoi titoli sono rimasti al maschile (Principe, Lord, ecc) proprio per cercare di ovviare a questa mancanza. 

Altro da dire? Credo di no per il momento, se non che spero che il capitolo vi sia sembrato interessante. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Al prossimo capitolo, 
Kirlia

P.S.: Nel prossimo capitolo comparirà già Gabriele, perciò stay tuned!
   
 
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