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Autore: andareverso    27/01/2020    1 recensioni
Chi siamo diventati? Cosa è rimasto di quelli che eravamo quando ci siamo incontrati? Avevamo diciotto anni, eravamo appena arrivati alla soglia della maggiore età. Quanta libertà era nei nostri polmoni? Quanta urgenza di indipendenza? E quel senso di onnipotenza che si ha per quel magico periodo dopo i fatidici diciotto. Per la prima e forse per l'ultima volta nella vita, si è veramente felici della propria età.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Riguardo vecchie foto, credo che gli altri quantifichino il tempo in maniere più o meno usuali, anni che passano, stagioni che scorrono, cicli scolastici che finiscono, lavori che iniziano, io no, riguardo vecchie foto e penso solamente che quella era la mia vita prima di te. 
Tutto quanto si riduce a questo, per lo meno a primo impatto, tutto è classificabile in prima e dopo, come fosse l'anno zero, come fosse prima e dopo Cristo e d'altronde non posso non pensare alla citazione di Cesare Pavese : '' E questi hanno sofferto più di Cristo''.
 
Come stai? Che fai di recente? 
Come vanno i tuoi piani? (egoisticamente parlando io spero siano naufragati
Domande stupide, domande ordinarie, ma quello che è ordinario per gli altri è straordinario per noi, quindi frasi banali si traducono in domande difficilissime da porti. 
 
Chi siamo diventati? Cosa è rimasto di quelli che eravamo quando ci siamo incontrati? 
Avevamo diciotto anni, eravamo appena arrivati alla soglia della maggiore età. Quanta libertà era nei nostri polmoni? Quanta urgenza di indipendenza? E quel senso di onnipotenza che si ha per quel magico periodo dopo i fatidici diciotto. Per la prima e forse per l'ultima volta nella vita, si è veramente felici della propria età, dopo una vita passata a desiderarli, ci sono solo quei dodici mesi di euforia, dopo si comincia a voler regredire piuttosto che andare avanti. 
Cosa è rimasto di me? Non lo so, quella voglia di libertà è diventata talmente potente da rompere il costato, la mia arroganza e la mia saccenteria, grazie a te, sono diventate ancora più marcate ma sono ancora il solito disastro, che tenta e ritenta di trovare un senso e farcela. 
Credo di possedere un ego troppo grande per essere recluso dentro un corpo così insicuro. 
 
Tu invece? Cosa è rimasto di te? Quando ti ho conosciuto eri l'incarnazione di Narciso, strafottente e vanitoso come nessuno mai. Egocentrico e senza insicurezze, al contrario di me. 
A diciotto anni, avevi quella voglia di spaccare tutto e dimostrare chi eri al mondo, ma avevi anche quella leggerezza che non ti faceva curare troppo dei doveri e dei pensieri più gravosi. Ora chi sei? Ho visto come sei diventato responsabile, vedo come ti fai carico di tutte le responsabilità ed i pensieri. Ho visto cambiare il tuo viso, ho visto noi mutare, perché però non posso smettere di pensarti?  Ogni tanto, la sera per esempio, mentre fumo sotto la luna, so che almeno una volta nel corso della nottata anche tu alzerai gli occhi verso di lei. Sì, ancora ci penso a noi, a quello che ho buttato, a quello che sarebbe potuto essere.
La vita va avanti, la vita scorre e non ci aspetta, ma tra i mille impegni e i mille cambiamenti, tu resti la costante, spero tu possa tramutarti nel porto in cui farò ritorno dopo tutto questo vagare, la casa dove poter sostare, non per sempre, perché sai che odio il pensiero di stabilità, ma odio anche non averti vissuto e se la svolta ha il filo spinato passerò attraverso una moltitudine di spine, spero tu possa essere lì, alla fine di tutto.
'' C'è qualcosa dentro di noi, che è sbagliato 
ma ci rende simili.''
-Afterhours, La Vedova Bianca.

 
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angolo autrice ( cosa che non sono ) :

Non c'è nulla da dire, continuo a non sapere perché ogni infinità di tempo, abbia voglia di scrivere, ma quando accade riverso tutto qua. 
Amen, 
buona vita. 
R x.

 
  
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