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Autore: Shireith    27/01/2020    2 recensioni
«Cassandra.» Nate alza lo sguardo sulla moglie, senza capire. «Cassandra», pronunciano una seconda volta le labbra stanche ma emozionate di Elena. «Voglio chiamarla così, Nate – come tua madre.»
Questa storia partecipa alla “Infinity Prompt Challenge” indetta da HarrietStrimell sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena Fisher, Nathan Drake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cassandra

 È piccola – piccolissima.
 Stretta tra le braccia di Elena, inghiottita da una coperta di seta fin troppo grande per lei, la bambina sembra avere le dimensioni di un fagiolo. È quasi un ossimoro – come può il mondo essere tanto piccolo?
 Nate non riesce a smettere di guardarla. Si perde nei suoi occhi, castani come i suoi e quelli di Elena, e con due dita sfiora delicatamente la testa su cui già si intravede spuntare un accenno di capelli biondi. Sorride, poi ritrae la mano, perché la testa della neonata è così fragile che quasi si sente in colpa. Gli sembra di poterla rompere – e non è una bella sensazione.
 «È una femmina, Nate.» La voce di Elena è incrinata, trema come la corda di un violino sul punto di spezzarsi. I suoi occhi sono velati di lacrime, lacrime che però conoscono solo la gioia e non il dolore. Hanno visto, lei e Nate, cose che pochissimi altri esseri umani hanno visto – colonie perdute, città credute per secoli niente più che una mera leggenda; eppure, al sicuro tra le braccia della sua mamma, la bambina pare ai loro occhi come il più prezioso dei tesori.
 «È una femmina», le fa eco Nate, ancora incredulo.
 Non avevano voluto saperlo, il sesso del bambino; è una sorpresa per entrambi. Durante i nove mesi d’attesa, Nate si era chiesto più volte se Elena avrebbe dato alla luce un bambino o una bambina, senza mai trovare una risposta, perché la scelta non spettava né a lei né a lui. Di una cosa, tuttavia, era sempre stato certo: maschio o femmina che fosse, avrebbe insegnato al futuro nascituro il mondo. Gli sembra quasi di vederla, la piccola ancora senza nome, crescere tra manuali di storia e artefatti polverosi, masticando una lingua complessa come il latino già dalla prima infanzia.
Deve essere così. È la figlia di Nathan Drake ed Elena Fisher – figlia, ossia, di un esploratore imbevuto di secoli e secoli di storia e di una giornalista ficcanaso incurante del pericolo. Non è una semplice bambina. È…
 «Cassandra.» Nate alza lo sguardo sulla moglie, senza capire. «Cassandra», pronunciano una seconda volta le labbra stanche ma emozionate di Elena. «Voglio chiamarla così, Nate – come tua madre.»
 Nate le sorride, quasi piange di gioia. Le scosta un ciuffo biondo dietro l’orecchio, staccandolo dalla fronte madida di sudore, poi torna a guardare la bambina, riconoscendo, in lei, gli stessi occhi vispi e sagaci della donna che le ha appena dato la vita – della donna che ama. Capisce, in quel momento, che potrebbe star lì a osservarla per ore, senza mai stancarsi.
 «Benvenuta al mondo, Cassandra Drake», sussurra, gli occhi abbassati a osservare la bambina – il suo nuovo mondo, che gli sembra ben più grande di tutte le meraviglie di cui è stato testimone in più di trent’anni di vita.
   
 
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