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Autore: Asia Dreamcatcher    30/01/2020    1 recensioni
[Storia partecipante al contest "Il Lago dei Cigni" indetto da molang sul forum di Efp]
Dal capitolo:
"Lei e Gabriele hanno dovuto lavorare duramente per riafferrare la loro vita, i loro percorsi potevano dirsi diametralmente opposti: lui aveva avuto troppo e lei niente."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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The thing I saw when closing my eyes

The thing I saw when closing my eyes




Le palpebre color pesca si abbassano dolcemente, le ciglia si arcuano contro la pelle chiara. Catarina sospira languidamente, immergendosi di più nella vasca colma d'acqua calda, da cui si solleva un dolce sentore di menta e fiori d'arancio. La finestra è aperta e la leggera tenda avorio si gonfia, lasciando intravedere uno scorcio di montagna spolverata di neve e delicatamente illuminata dai raggi rosati del sole al tramonto.
Stenta ancora a credere di potersi godere quelle sensazioni semplici ma piene di calore, di essere lì in quel luogo così pacifico a concedersi una pausa dal lavoro. Solo un anno prima lo avrebbe ritenuto impossibile.
The thing I saw when closing my eyes
was the my world that I had almost lost

Non aveva mai posseduto molto in quei ventisette anni di vita e aveva seriamente rischiato di perderla quella vita sbandata. Si era ritrovata in bilico sul baratro oscuro dell'eterno riposo e per un momento aveva pensato che sarebbe stato quasi meglio così.
Il tocco lieve e amorevole sulla guancia cattura la sua attenzione, volta il viso per incontrare quello della persona che ama.
Gabriele le sorride, facendo comparire un paio di fossette ai lati delle labbra e delle sottili increspature attorno agli occhi, – Catarina adora vederlo sorridere poiché tutto il volto si anima, illuminandosi – continua con l'indice ad accarezzarle la guancia soffice, liscia e candida come porcellana, mentre lei si gode quelle carezze che le fanno sciogliere qualcosa dentro.
«Hai intenzione di restare immersa qui finché l'acqua non sarà fredda?», scherza lui, pizzicandole il naso.
«Mmm no, pensavo fino a quando non inizieranno a formarsi i primi cristalli», ribatte lei mostrandogli la lingua. Gabriele ridacchia le lascia un'ultima carezza, più lunga che dalla guancia scende – con studiata lentezza – lungo il collo e il profilo della spalla; Catarina rabbrividisce d'aspettativa.
«Ho prenotato per le otto», dice prima di lasciarla nuovamente sola. Le palpebre si abbassano ancora una volta, celando ricordi dolci-amari.
Lei e Gabriele hanno dovuto lavorare duramente per riafferrare la loro vita, i loro percorsi potevano dirsi diametralmente opposti: lui aveva avuto troppo e lei niente.

Si erano incontrati la prima volta nella comunità per tossicodipendenti; lei dopo un overdose che l'aveva portata a un passo da morte certa, lui come “volontario” forzato dopo aver distrutto la costosissima auto del padre contro un palo e essere risultato in possesso di droghe leggere, la scelta era stata fra ore di servizio sociale o la cella.
Lui era un viziato, figlio di papà che probabilmente non aveva mai conosciuto la parola “no” e nonostante i ventisei anni passati non si era mai assunto una responsabilità – suo padre ci aveva pensato troppo tardi -.
Lei era sopravvissuta alle case famiglia e all'adolescenza grazie alle magiche pillole che prendeva e che – a seconda del tipo – la esaltavano o la rendevano incosciente per la maggior parte del tempo. L'unica nota di colore in quel cielo plumbeo e monotono che era la sua vita era stata l'insegnante di letteratura delle superiori. Era riuscita a farla appassionare non solo a quell'universo variopinto, immaginifico, profondo e poetico che era racchiuso nei libri, ma anche a farle amare la scrittura, era talentuosa le aveva assicurato, ma a Catarina non era stato sufficiente scivolare nel mondo di carta e inchiostro. No, lei aveva bisogno di cancellare tutto.
I couldn't even lie gracefully - I wanted to become the transparent person

Mentiva, mentiva a tutti e su tutto pur di avere ancora una dose e non le importava nemmeno più di tanto se chi veniva avvolto dalle sue bugie se ne rendeva conto e decidesse che, di una persona inevitabilmente rotta e meschina, poteva pure farne a meno. Tutto ciò che Catarina desiderava era perdersi, dimenticarsi di essere viva, nascondersi nell'apatia, guardare la notte e il giorno rincorrersi senza dolore, senza incertezze, senza delusioni. Era diventata trasparente, inconsistente come fumo di sigaretta, persino la sua pelle aveva perso consistenza: pallidissima, fragile come velina e il suo corpo dato via – senza valore, senza peso – barattato per l'ennesima dose di oblio. Un barlume della sua coscienza si era resa conto di essere caduta in basso ma la sua volontà era schiacciata da una vita che nulla le aveva mai regalato.
L'overdose era giunta certa e inevitabile, ma Catarina si era comunque salvata e qualcosa era cambiato. Nonostante avesse cercato di gettare via la sua vita, questa – a quanto pare – non voleva abbandonare lei, allora forse c'era qualcosa anche per lei lì fuori e forse valeva la pena provare a viverla.
Era entrata in comunità e aveva iniziato a respirare per davvero. Aveva conosciuto altre persone differenti da lei per percorsi e anima ma tutti fatalmente legati da quella dipendenza a senso unico. Aveva ricominciato a scrivere, le parole era fluite da lei con naturalezza – quasi per tutto quel tempo fossero state in attesa di poter tornare a casa – e Catarina aveva scoperto che su qualcosa aveva il controllo: la scrittura. Il suo mondo interiore aveva cominciato a ordinarsi, l'inchiostro e la carta erano l'orchestra e lei ne era il direttore.
Gabriele era arrivato qualche mese più tardi, Catarina non l'aveva preso in simpatia: ne aveva conosciuti di ragazzi fatui e viziati, nei locali che frequentava un tempo ce n'erano a bizzeffe, volevano quello che voleva lei, ma le loro motivazioni stavano su due fronti opposti per quanto la riguardava.
Aveva dovuto ricredersi, Gabriele era maturato, il suo sguardo si era fatto mite e profondo, le sue parole erano divenute misurate e calde, le sue mani forti e accoglienti. Si erano avvicinati lentamente, lei con timore, lui con rispetto e si erano legati.

L'acqua si è intiepidita mentre Catarina ripensa al suo passato. Scrolla il capo e i lunghi capelli fulvi le ricadono sul volto, le punte sfiorano dolcemente l'acqua arricciandosi appena – quasi ne siano infastidite -. Afferra l'asciugamano e se lo avvolge attorno al corpo con cura. È felice di essersi presa quei giorni di ferie, anche se le ragazze della comunità le mancano; Catarina sta studiando per diventare operatore socio-sanitario e nel mentre lavora nella comunità che l'ha aiutata, tenendo anche dei corsi di scrittura creativa. Alcuni suoi racconti sono apparsi in diverse riviste, ha preso fra le mani la sua vita e questa sembra le stia rispondendo.
Quando entra nella camera, Gabriele è già vestito di tutto punto e l'aspetta. I loro sguardi si incontrano, il blu oltremare dei suoi occhi accoglie l'acquamarina dei suoi e lei sorride. Lo abbraccia stretto e lui con un sorriso malizioso le fa cadere a terra l'asciugamano, la stringe a sé per non farle prendere freddo, la protegge e poi la bacia a lungo e con ardore. Catarina si tende contro il corpo tonico del suo amato e lui capisce. Probabilmente non arriveranno a cena per le otto.




Parole: 1138
__________________________________________________Asia's Corner
Ringrazio molto molang per questo fantastico pacchetto, scrivendo questa oneshot mi ha fatto porre le basi per un eventuale prequel, ovvero raccontare la storia di Catarina e Gabriele.
Un altro dei progetti da mettere in lista per una futura stesura. Spero che la shot sia stata di vostro gradimento!
A presto!
   
 
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