Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: The Edge    31/01/2020    2 recensioni
Non dirai mai al mittente del messaggio quanto bene ti abbiano fatto quelle parole, visto che, per un breve istante, la tua fame d’amore e affetto si è placata e tu hai provato sulla tua pelle l’istante effimero della serenità che tanto ambisci.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A G, che non saprà mai quanto bene gli voglio, perché non sono capace con le parole
 
Stringi le labbra in un sorriso tirato, falsissimo. Ti stai prendendo in giro da solo, quella non è serenità, non è felicità. È solo una mera presa per il culo, la tua.
Sai benissimo che quella è solo facciata, ma che in realtà il disagio esistenziale che ti senti addosso ti sta mangiando lentamente dall’interno.
Prendi in giro te stesso, i tuoi amici, i tuoi colleghi, la tua famiglia, tutti. Dici sempre che stai bene, che sei stanco, che sei stressato perché: “Non ti preoccupare, è solo il periodo, nulla di più, nulla di meno. Non ne vale la pena, preoccuparsi.”
La realtà è ben diversa e lo sai. La verità è lì, ti assale nei momenti in cui sei più vulnerabile e solo.
La sera è il momento peggiore, tutti i pensieri vengono a galla e non puoi fare niente per fermarli, perché sono più forti, sono intrusivi e fanno quello che riesce loro meglio: demolirti.
Ti manca il respiro, vedi tutto nero, non vedi la luce in fondo al tunnel e percepisci solo un gran senso di fame, ma non fame di cibo, qualcosa che non è facilmente reperibile.
Ti vergogni di essere così debole, di essere così scioccamente umano e di avere così tanta fame da volerti abbuffare, ma non riesci, non puoi farlo perché ti manca la materia prima.
Sei giovane e lo sai, ma la consapevolezza di saperlo non aiuta, anzi, spesso incrementa il senso di fame. Hai perso il conto di tutte quelle volte che ti sei sentito ripetere allo sfinimento che questo è  il periodo migliore della vita e che dopo sarà solo un’immensa rotture di scatole, scartoffie e bollette da pagare.
Perché allora fa così male? Perché hai così tanta fame? Perché non riesci a colmare quel senso di vuoto che è così pesante da toglierti il respiro?
Può una mancanza pensare come un macigno?
 
Prendi un respiro profondo e cerchi di ricacciare indietro le lacrime, dopo un’estenuante giornata di lavoro. Continua a succedere, ti senti inadeguato ovunque tu vada, eppure da fuori nessuno lo direbbe: sorridi sempre, sei educato e hai sempre una buona parola per tutti. Dicono di te che sei il miglior compagno, il miglior collega che si possa desiderare, in quanto sproni sempre a dare il massimo  e sai sempre come alleggerire l’atmosfera con un paio di battute.
Da fuori pare che tu abbia la vita perfetta, ti sei laureato in tempo, con una buona media e non hai mai avuto problemi economici di alcun genere e per questo hai potuto fare esperienze di ogni genere. Sai di essere stato fortunato, evidentemente sei nato sotto una buona stella, tuttavia quella stella dev’essere andata in pensione, perché da qualche anno a questa parte vorresti solo sparire dalla faccia della Terra.
Non sai spiegarti perché questo stia accadendo proprio a te, che non hai mai fatto del male ad una mosca. Questo pensiero ti tormenta, perché vuoi trovare disperatamente la risposta a quella domanda che ti annebbia il cervello. Non riesci ad andare oltre, o forse non vuoi.
Hai perso il conto di quante volte tu abbia provato a distrarti, a fare altro, a riempire gli spazi vuoti della tua anima con svariate attività, ma nulla ha mai funzionato completamente.
Innumerevoli volte ti sei perso per le strade della tua città, hai camminato senza una meta, giusto per il puro gusto di andare all’avventura e trovare quei piccoli e dolci scorci meravigliosi che ti scaldano il cuore, ma non è bastato. Le mura di casa hanno il potere di farti impazzire, ti lasciano l’amaro in bocca e non riesci a riemergere dalla bolla, scivoli lentamente nel baratro della tristezza, i dubbi ti affliggono, le paranoie avanzano e torna lui: il senso di fame.
Hai provato svariate volte a mangiare, forse addirittura di più di quanto avresti dovuto, ma non sei mai sazio, perché non è di cibo che il tuo cuore, il tuo corpo, la tua anima ha bisogno.
Ti vergogni di ammetterlo, ti senti debole, ti senti sciocco al pensiero di avere una necessità simile, ma non puoi fare a meno di guardare in faccia la realtà, perché è qui, davanti a te e non puoi scappare, sei nel suo mirino. Vorresti fuggire e andare lontano, lontano da tutti.  
Ricominciare da capo è un’idea che ti alletta di più, sei tentato, come un bambino davanti alle caramelle. Sei razionale e sai che non è così che funziona, perché anche se scappi, la verità ti trova sempre, non puoi scappare per tutta la vita.
Sorridi divertito, visto che ti piacerebbe raggiungere la stabilità emotiva, in un futuro non troppo lontano, eppure sei in grado di sentirti a disagio anche quando sei in mezzo ai tuoi migliori amici. Ti senti escluso, fuori posto, un corpo estraneo e superfluo, un qualcosa di più che non serve a migliorare il quadro apparentemente perfetto che hai davanti.
Detesti tutto ciò, ti fa sentire sporco, inadeguato e inutile.
In tutto questo, hai fame.
Tanta fame.

Hai appena mangiato, cibo solido, ma il tuo corpo, la tua anima, il tuo cuore reclama altro, la sua personale razione, quella che serve per sopravvivere. Sono anni che vivi in questa condizione di digiuno e non per tua scelta, visto che vorresti davvero sentirti meglio e finalmente sazio.
Il telefono vibra, lo sblocchi e leggi la notifica. Le tue labbra si arricciano in un timido sorriso, senti un improvviso calore spandersi per il petto, fino ad arrivare al cuore, lo senti battere più veloce, più forte, più vivo. Sbuffi, sorridi mentre dai tuoi occhi scendono impetuose le lacrime che hai cercato di trattenere, inutilmente.
Non dirai mai al mittente del messaggio quanto bene ti abbiano fatto quelle parole, visto che, per un breve istante, la tua fame d’amore e affetto si è placata e tu hai provato sulla tua pelle l’istante effimero della serenità che tanto ambisci.
Non dura tanto, l’effetto è già scomparso, ma ne vuoi ancora, la tua anima urla per farsi sentire perché è affamata e quello è stato solo un misero antipasto.
Ti sei sentito vivo, per un breve istante.
Riprendi a camminare, sei quasi a casa. Cominci ad avere paura, hai paura di dover fare i conti con i mostri della tua mente e oggi non hai le forze per affrontarli.
Il senso di fame si fa più acuto, più violento, più insistente. Come puoi ignorarlo?
Sospiri, stanco.

Sei a casa.
Solo.
Senti il senso di disgusto arrampicarsi lentamente su di te, percepisci il malessere che si accoccola come farebbe un gattino.
I conati di vomito sono tornati.

Hai fame.
La tua anima urla, ma nessuno l'ascolta.



 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: The Edge