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Autore: MusicAddicted    01/02/2020    25 recensioni
Il titolo dice già tutto… ma per davvero!
dal capitolo I:
“Io sono il Dottore! Piacere di conoscerti!” gli sorride cordiale, tendendogli la mano.
“Io sono Crowley … e non è affatto un piacere!” sibila l’altro, evitando di stringergliela.
- Oh, e così è questo il famoso Crowley che continuava a menzionare il bellissimo angelo! - capisce il Dottore, levandosi gli occhiali per rendere l’occhiataccia che gli getta più incisiva.
Istantaneamente, non trova più quel demone così simpatico.
“Oh, vi prego, andiamo! Smettetela di far finta che entrambi non ve ne siate accorti!” sbotta Aziraphale, quasi urlando.
Se non altro ottiene la loro attenzione, perché entrambi si voltano verso di lui.
“Voglio dire, voi due siete uno la copia precisa dell’altro! E ora che ci ho prestato maggior attenzione, avete pure la stessa voce, solo con accento e tonalità leggermente diversi!” osserva Aziraphale.
Insieme, con una sincronia pressoché perfetta, Crowley e il Dottore si guardano in cagnesco, e poi si voltano, uno con la schiena contro a quella dell’altro, incrociando le braccia all’altezza del petto e soffiandosi una ciocca dai loro capelli.
“Questo non è affatto vero!” sentenziano entrambi nello stesso preciso istante.
Un effetto Dolby Surround impeccabile.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Sorpresa
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Waahhh io non so più come ringraziarvi <3 

Non ho riletto, poi lo farò... non so nemmeno come potrete reagire a questo capitolo ^^' ... vabbè, ve lo faccio leggere e basta!

 

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Chapter III: My sweet demon. My sweet Doctor.
 

“‘Dagli solo un po’ di tempo, Crowley non è poi così male; voglio dire, può sembrare un po’ rude a prima vista, ma, fidati, una volta che lo conosci meglio, ti accorgerai di quanto sia carino in realtà.’!” parla ad alta voce il Dottore, facendo il verso a una delle tante cose che Aziraphale gli ha detto durante i cinque giorni che hanno trascorso insieme.

“A seconda vista, a terza vista, a quarta vista, perfino alla due millesima e quinta vista io troverò quel demone insopportabilmente rude!” continua il suo sproloquio, prendendo a calci un secchio vuoto sul pavimento per dar sfogo alla sua rabbia.
Questo prima che si calmi.

Prende tra le mani il secchio che ha preso a calci e si siede a terra. “Beh, quello che so per certo è che non posso rimanere qui per sempre… ma nemmeno per altri dieci minuti!” pondera, controllando le sue tasche e gli oggetti in quella stanza.
Un chiaro piano di fuga si delinea nella sua mente così intelligente.
Sorride maniacalmente e comincia a darsi un gran da fare.

Crowley esce dalla libreria con un grosso ghigno stampato in volto. Non si sentiva così soddisfatto da quando ha fregato Hastur con quello scherzetto del telefono.
Sì, è vero, poi è riuscito a liberarsi, ma Crowley l’ha discorporato alla fine, all’interno della sua Bentley che andava a fuoco.
Non che lui intenda discorporare anche il Dottore, ovviamente.

- Questo gli serviva solo da lezione per non prendere più ciò che non è suo! - pondera il demone.

Se Crowley fosse onesto con se stesso, dovrebbe anche riconoscere che il Dottore gli ha permesso di passare da solo con Aziraphale lo stesso ammontare dei giorni che lui ha trascorso con l’angelo.

- Sì, ma una piccola lezione se la meritava comunque! - duella con la sua stessa coscienza - perché, in fondo, in fondo, anche i demoni devono pur averne una - prima che raggiunga la Bentley.

“Che ne è del vino? Dell’occasione speciale?” domanda Aziraphale, sporgendosi dal finestrino per guardarsi intorno meglio. “Del Dottore?” esita.
“Beh, si dà il caso che il tuo prezioso Dottore abbia deciso all’ultimo secondo che aveva avventure molto più interessanti da affrontare ed è tornato alla sua stupida cabina blu.” gli spiega Crowley, mettendosi al volante.
“Oh…” mormora il biondo e il demone finge di non vedere il broncio deluso sui suoi splendidi lineamenti.
“Beh, un’intera giornata con te suona comunque come un’occasione speciale.” aggiunge Aziraphale, cercando di riprendersi, mentre gli regala il più dolce dei sorrisi.

Nel profondo, Crowley sente di non meritarselo un tale sorriso.

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Si stanno godendo la quiete del parco e il tepore di quella giornata soleggiata da almeno due ore, quando una voce familiare - ormai per entrambi - interrompe la loro quasi pennichella.

“Questo parco è così grande da esplorare, prima di riuscire a trovarvi!”

Sia Aziraphale, sia Crowley sussultano, svegliandosi all’istante, ma per due motivi del tutto diversi: il primo per la felicità, il secondo… per il terrore.

- Come dannato paradiso ha fatto a liberarsi dal mio Alcatraz personale? Oh, cazzo, sono finito, dirà ad Aziraphale quello che gli ho combinato. -

“Sono ancora fiero di me per quando, nel 1532 ho fatto acquistare ad Henry tutta quell’area paludosa lungo il fiume Tyburn e gli ho fatto ordinare tutti quei lavori di bonifica. Guardate che meraviglia ne è venuta fuori, ancora ai giorni nostri!” sorride il Dottore, sedendosi fra di loro.

- Huh. Okay, non sta parlando di quello che gli ho combinato. Almeno, non ancora.- fa le sue considerazioni Crowley, ancora teso.

“Henry per dire Enrico VIII? Oh, andiamo, come se tu lo avessi incontrato davvero e avessi discusso con lui di queste cose!” lo denigra il demone.

“L’ho fatto, fra pranzi sontuosi e balli di corte!” puntualizza il Signore del Tempo. “Mi piacciono i balli.” fa un sorrisetto.
“Oh, piacciono tanto anche a me i balli. Non c’è nessuna possibilità che tu ci possa portare indietro ai tempi d’oro della Gavotta?” azzarda l’angelo.

Il Dottore si accende di entusiasmo.

“Oh, caro, ma lo sai che la Gavotta è tra i miei balli preferiti? Proposta accettata!”

- Oh, no, nononononono… -  Crowley diventa anche più nervoso dopo un tale sfoggio di cose che quei due hanno in comune.

“Parlando di Henry, si dà il caso che lo abbia incontrato anch’io e che gli abbia parlato, almeno un paio di volte… da chi pensate che abbia preso l’idea divertente di avere tutte quelle mogli?” sogghigna fiero, soprattutto per essere riuscito a spostare la conversazione su di sé.

“Oh, Crowley, avrei dovuto immaginarlo!” alza gli occhi al cielo Aziraphale. “Ma come può esser che non ci siamo incontrati? C’ero anch’io lì in quegli anni… sai, con lo scisma e tutto quanto… dovevo mettere una pezza a tutto quel gran casino… ho suggerito quella cosa della Chiesa anglicana.” confessa il biondo.
“Ma come può essere che tu ed io non ci siamo incontrati già allora, carissimo?” mormora il Dottore, avvolgendo le braccia attorno al suo punto vita.
“È un vero peccato!” fa le fusa Aziraphale nel suo abbraccio, prima di richiamare alla mente qualcosa di importante.

“Sai, pensavo che non saresti venuto a questo picnic…”

“Ma certo che ci volevo venire, non mi sarei perduto questo giorno per null'altro nell’Universo,” gli sorride dolcemente il Signore del Tempo. “E, sai, ti avrei raggiunto anche prima, ma ero intrappolato…”

- Ecco, ci siamo, sono fottuto! - si prepara ad affrontare le conseguenze delle sue irresponsabili azioni Crowley.

“dalla bellezza che c’è tutt’intorno a questa città. Ho fatto una lunga passeggiata per arrivare qui, ecco perchè non vi ho raggiunti subito.” aggiunge il castano.

Aziraphale fa un sorrisone, sentendo quelle cose, mentre Crowley diventa la quinta essenza dello sbalordimento.

“Ooh, quindi sono queste le avventure di cui parlava Crowley.” fa i suoi collegamenti il biondo.

“Un'avventura lo è stata di certo!” sottolinea il Dottore, scambiandosi uno sguardo con Crowley, prima di cambiare argomento.

- Mi sta soltanto torturando, aspettando il momento giusto per colpire! - decide Crowley.

“Ma adesso, eccoci qui, in questo parco incantevole. Guardate le anatre! Lo sapevate che veniva loro dato da mangiare dagli agenti segreti che si ritrovavano qui per parlare delle loro missioni? E ogni agente aveva un tipo di pane diverso, quello nero dei Russi dev’essere il loro preferito. La prossima volta ne porto un po’ con me.” ricorda a se stesso il castano.

“Ma le anatre ascoltavano i discorsi degli agenti segreti, perché hanno le orecchie, giusto?” si avventura a domandare Crowley.
“Oh, beh, non me lo sono mai chiesto in effetti…” bofonchia il Signore del Tempo. “Però potremmo sempre scoprirlo!” propone, sogghignando in modo maniacale.
Crowley rispecchia il suo stesso ghigno febbrile, prima di riprendersi.

- No, aspetta, che fai? Ti metti a fraternizzare con il nemico, adesso?- si rimprovera. - Oh, sì, giusto. Perché non si sta affatto comportando da nemico, a proposito?-

Lo deve scoprire e basta.

“Magari un altro o giorno!” fa spallucce, andando vicino ad Aziraphale e facendo apparire un sacchetto di pezzetti di pane nella sua mano.
“Tieni, angelo, so quanto ti piace dar loro da mangiare, anche se non sei un agente.” gli fa l’occhiolino, passandogli il sacchetto.
“Beh, ma lo sono, una specie. Agente del Paradiso. Angelo e agente sono parole così simili!” ridacchia il biondo.
“Come dici tu, nel frattempo io discuto di un paio di cose con il Dottore.” annuncia Crowley, prima di prendere il Dottore per un braccio e camminare con lui verso un punto più appartato.

“Okay, Dottore, avrei un paio di grosse domande.”
“Spara.” sorride il Dottore. “Intendo, spara le domande, non a me!” aggiunge con una risata nervosa. “So che lo faresti.”
“Naah, non ti odio...fino a quel punto." fa spallucce Crowley, prima di venire al punto. “La prima domanda è… perché non hai detto niente ad Aziraphale? Voglio dire, ci avresti potuto far litigare per secoli… eppure hai mantenuto il nostro segreto.” fissa l’alieno, confuso.

“Crowley, Crowley, Crowley, prima ti rendi conto che io non sono un tuo nemico e meglio sarà.” sentenzia. “Abbiamo un obiettivo comune, ma non significa che dobbiamo farci la guerra.”
“Non dobbiamo?” ripete Crowley, senza suonare granché convinto.
“No. Lo so che a voi demoni non piace tanto condividere, ma, fidati, è una cosa davvero piacevole, soprattutto se Azi per primo non si sente né in colpa né in imbarazzo a riguardo.” gli spiega. “Ha agito freddamente o riluttante con te in questi cinque giorni?" Indaga, certo di conoscere già la risposta.
“No, per niente, anzi, il contrario.” risponde il demone, stupito.
“Vedi? La cosa può funzionare.” sfodera un sorrisetto sfrontato il bel Signore del Tempo. “E poi c’è un’altra ragione se ho mantenuto il nostro segreto. Non mi piace agire da spia.fare il cocco della maestra che va a piagnucolare perché uno dei suoi compagni di classe non si comporta bene.”
“Hey, nessun cocco della maestra qui. Non ho piagnucolato e non ho agito da spia, Azi ti ha visto farmi lasciare di proposito la tua stupida cabina dello spazio!” lo accusa il demone.
“Così come ha visto te tramortirmi nel suo negozio. siamo pari.” ribatte il Signore del Tempo.
“Immagino di sì. Okay, la seconda grossa domanda è… come paradiso hai fatto a liberarti?”

Il Dottore sogghigna.
“Morivo dalla voglia di rispondere a questa domanda! Beh, se proprio ci tieni a mettermi fuori gioco, almeno non mi rinchiudere in una stanza con dentro così tanto a mia disposizione.”
“Così tanto a mia disposizione?” gli fa il verso Crowley. “Davvero tu chiami delle scope, un detergente, qualche straccio e un secchio ‘così tanto a mia disposizione’?”
“Certo che sì. Perché si dà il caso che avessi ancora nelle mie tasche un po’ di sabbia di Marte, un po’ di polvere Lunare e un po’ di azoto biofotonico che può tornare sempre utile.” comincia la sua spiegazione. “Il detersivo aveva dentro il succo di limone, proprio quello che mi serviva per innescare la reazione. Ho versato tutti questi ingredienti nel secchio, li ho mischiati per un po’, poi ho immerso la scopa nella soluzione chimica ottenuta ed è diventata un convertitore di materia temporaneo, cosa che mi ha permesso di passare attraverso la tua porta Alcatraz come se fosse fatta di burro.” sfoggia un sorriso furbetto, fiero di se stesso.
“Un gioco da ragazzi!” alza le spalle, andando via.
Crowley ancora deve riprendersi dal mal di testa colossale che gli ha causato - sì, anche i demoni ne possono soffrire.

“Un gioco da ragazzi!” ripete con la voce alterata, imitando il modo di parlare dell’alieno, prima di raggiungerlo.
“Beh, non così tanto ‘gioco da ragazzi’ se ti ci son volute due ore per arrivare qui!” gli rinfaccia.
“A dire il vero, ho creato il convertitore di materia temporaneo… accidenti, è un nome così lungo, d’ora in poi chiamiamolo solo cmt,” sproloquia il Dottore, prima di ritrovare il filo del discorso. “Ho creato il cmt in meno di dieci minuti. Il difficile è stato arrivare in questo parco senza soldi, dovrei davvero iniziare a portarmi appresso un po’ di soldi… avevo solo dei sesterzi dal mio ultimo viaggio nell’Antica Roma. Almeno se avessi avuto con me il mio cacciavite sonico li avrei potuti cambiare in moneta di questi tempi o ‘prelevare’ da qualche bancomat.” si ferma, facendo il gesto delle virgolette con le proprie dita. “O manomettere il tassametro di un taxi… niente di tutto questo, grazie a te!” alza gli occhi al cielo. “Allora ho provato a fare l’autostop, ma, accidenti, da quando gli umani sono diventati così egoisti, insensibili e diffidenti? Non c’è nemmeno una macchina che si sia fermata!” si lamenta, facendo ridere l’altro.

“Con quella faccia da pazzo? Beh, non li biasimo di certo!” lo deride il rosso.
“Guarda che sfoggiamo la stessa faccia, deficiente!” gli rinfaccia il Signore del Tempo.
“Ecco perché non faccio mai l’autostop, scemo!” ottiene l’ultima parola Crowley.

“Ma non ci eravamo incamminati lungo il sentiero della pace?” domanda retorico il castano.
“Già, giusto.” sbuffa il bel demone.
“Quindi, per un attimo ho pensato anche di usare il TARDIS, ma viaggiare all’interno dello stesso giorno può essere rischioso , se tocchi le linee temporali del..”
“Ti prego, abbi una maledetta pietà del mio maledetto mal di testa e giungi al maledettissimo punto!” sbotta Crowley, circondandosi le tempie con le dita.
“Per fortuna poi mi sono ricordato che avevo ancora con me la mia carta psichica e ho fatto credere a un taxista che ero un poliziotto e c’era da inseguire una macchina fino a qui.” gli spiega l’altro.
“La tua psichica cosa?” si acciglia il demone.
Per tutta risposta, il Dottore estrae da una tasca quella carta totalmente bianca e l’avvicina a Crowley, perchè la possa guardare.
“Carta psichica, dentro ci leggi qualsiasi cosa io voglia!” chiarisce ed è solo questioni di secondi perché accada.

Un Crowley davvero spaventato fruga fra le sue tasche, finché trova il cacciavite sonico e lo lancia via, in fretta e furia.
Il Signore del Tempo lo afferra al volo, in modo assai atletico.
“Grazie, caro!” sorride.
“Gettalo più lontano che puoi, quel coso esploderà da un minuto all’altro e io non voglio discorporarmi!” gli urla Crowley, innervosito.

Il Dottore scoppia a ridere.

“È quello che ti ho fatto leggere. Hai visto quant’è potente la mia carta psichica?” sogghigna astuto, riponendo nelle tasche sia la carta psichica, sia il cacciavite sonico.

Crowley si ritrova a sogghignare con lui.

“Oh, quella cosa è così utile, ma anche così immorale. Mi piace.”

“Hey, voi due!” Aziraphale cammina verso di loro. “Ho finito di dar da mangiare alle anatre, ora sono io quello che sta morendo di fame, che ne dite se cominciamo a mangiare?” propone, silenziosamente lieto di non averli sorpresi nel mezzo di una lotta.

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Il picnic trascorre così sereno ed armonioso fra tutti e tre che c’è soltanto un modo per concluderlo come si deve.
Si recano tutti al carretto dei gelati e Aziraphale offre per tutti. A dire il vero, è l’unico che abbia soldi autentici, ricavati dalla sua libreria.

“Un ghiacciolo alla fragola, un cono alla vaniglia e… per te, caro?” si rivolge al Dottore.

“Huh, qualsiasi cosa, purché abbia dentro la banana.” mormora.

“Temo di non avere nessun gelato di quel genere, Signore.” lo informa il venditore.

“Cooosa?” si acciglia il Signore del Tempo, deluso, dopodiché si avvicina al carretto, armato del suo cacciavite sonico. “Mi scusi, posso?” domanda, molto educatamente.

“Ma certo…” borbotta il venditore, piuttosto confuso.

“Ehm, è che a lui piace giocare con le … torce!” lo giustifica Aziraphale, con un sorriso di circostanza, mentre il Dottore scansiona il carretto con la luce blu.

“Mi scusi, potrebbe controllare di nuovo?” domanda al venditore, ancora più educatamente.

“Le ho già detto che non abbiamo alcun… huh? E questo stecco alla banana come ci è finito qui?” brontola confuso l’uomo, allungando il gelato a quel cliente così bizzarro.

“Grazie. Dovrebbe aggiungerli al menù, è estremamente buono!” fa un sorrisone il Dottore, mangiandosi il suo dessert tutto contento.

“Sei impossibile!” sbuffa Crowley, anche se in realtà ne è piuttosto divertito.

“Benedetto cielo, voi due andate così d’accordo che quasi non vi riconosco. È meraviglioso!” sorride beato l’angelo, mentre si incamminano.

Vanno così d’accordo che Crowley addirittura gli permette di salire sulla sua Bentley e il Dottore rimane calmo, godendosi il viaggio e la macchina senza fare nulla di strambo.
Raggiungono la libreria e il Dottore getta un’occhiata al suo TARDIS.

“A chi va un bel viaggio nel tempo?” propone. “Eh, sì, Crowley, d’ora in poi ti porterò con noi.” puntualizza, facendo sorridere il demone.

È il primo che si precipita al suo interno, appena le porte vengono aperte.

“Dove e quando stavolta?” gli domanda Aziraphale, esaltato, abbracciando Crowley, mentre il Dottore imposta il computer di bordo.

“È una sorpresa, l’amerete quella destinazione!” sogghigna eccitato.

- Del resto Amore è la parola chiave. E pace. Pace e Amore. - contempla.

Il Tardis comincia a prendere il volo e Aziraphale e il Dottore si scambiano uno sguardo di intesa.

“Glielo dovremmo dire?” chiede il Dottore.

Aziraphale ci pensa per un po’.

“Naaah!” scrolla le spalle alla fine.

“Dirmi cosa?” li interroga Crowley.

Non gli piace nemmeno un po’ la loro complicità, ma per lo più si chiede perché se ne stiano così aggrappati alle strutture.

“Wwoooahh!”

Lo scopre nel peggiore dei modi, quando cominciano le turbolenze e lui viene sballottato per ogni angolo, prima di cadere sul pavimento grigliato.

“Ouch! Okay, ora è schifosamente chiaro perché vi state reggendo!” fa una smorfia, dolorante.

Con cautela e gradualmente, Aziraphale avanza verso di lui.

“Oh, andiamo, è stato divertente!” ridacchia l’angelo.

“Non smette mai di divertirmi!” ridacchia il Dottore.

“Okay, quindi ora sono due i bastardi coi quali ho a che fare!” si lamenta il demone, cercando di riprendersi per i colpi subiti.

“Su, su, ti bacio e passa tutto?”si offre Aziraphale, sollevandogli un poco la T-shrt nera per cominciare a baciargli il fianco dolorante.

“Ohh, mi piace.” geme lui.

“Sono così tentato di mollare la presa e farmi male all’inguine, se mi baci e passa tutto, Azi!” mormora il Dottore, che li sta guardando, cosa che fa arrossire l’angelo.

“Nemmeno per sogno, Dottore; lui ti può baciare, abbracciare, coccolare e cose di questo tipo, ma Azi il repertorio grosso lo deve fare con me prima!” mette in chiaro Crowley, con la gelosia che gli sfavilla dagli occhi.

In effetti ha perso gli occhiali scuri durante gli sballottamenti.

“Oh, non preoccuparti, il repertorio piccolo e più che apprezzato!” annuisce il Signore del Tempo.

- Per ora.-

Finalmente il TARDIS atterra e il Dottore apre le porte.

Crowley e Aziraphale si precipitano sulla soglia per mettere fuori la testa e vedono una moltitudine di persone in un vastissimo campo verde.

“È l’Arca di Noè? No, aspetta, la gente non era vestita così colorata, nè tantomeno sembrava così felice…” bofonchia Aziraphale, perplesso.

“Woooah! Ma questo è Woodstock! Che figata, Dottore!” esulta Crowley, recuperando i suoi occhiali da sole e andando verso il Signore del Tempo.

“Proprio così, amico mio. Siamo a Bethel, New York, è venerdì 15 Agosto 1969. Sono le 15:10 e se ci sbrighiamo dovremmo essere in grado di assistere all’inizio del concerto, nel giro di due ore.” li istruisce il Dottore, pronto per lasciare il Tardis.

“Aspetta, Doc, davvero vuoi lasciate il TTAABB così? Nel mezzo di questa folla? Non sarà troppo sospetto?” si preoccupa Aziraphale.

“Che cos’è il TTAABB?” si acciglia Crowley.

“La navicella spaziale che abbiamo appena usato, è l’acronimo di The Travelling Around Anywhere Blue Box.” gli spiega Aziraphale.
“Oh, si addice perfettamente.” annuisce il demone.
“No, non è maledettamente vero!” sbotta il Dottore. “Certo, non mi aspetto che la chiamate Time And Relative Dimension In Space, ma almeno TARDIS!” ribadisce.
“Preferisco il nome che gli ha trovato Azi.” ribatte il rosso.

“Ci avrei scommesso!” alza gli occhi al cielo il castano. “E comunque, il mio TARDIS è una creatura vivente, lei soffre se non la chiamate con il suo nome adeguato… è un po’ come se io chiamassi, non lo so, tu, Snake Eyes e, tu, Puffy Bow-tie!” cerca di farli ragionare.
“Beh, io non avrei niente da ridire, Burnt Spaghetti Head!” lo provoca Crowley.

Il Signore del Tempo lo guarda in un modo che il demone capisce da solo che è meglio che dia un taglio alle battute.

“Okay. TARDIS. Afferrato il concetto e niente nomi buffi per te."
“Beh, a me piaceva Puffy Bow-tie.” si imbroncia Aziraphale.

“Non preoccuparti, mio caro, posso chiamarti così nell’intimità.” gli fa l’occhiolino il Dottore, rubandogli un veloce bacetto.

“Ad ogni modo, fidati, Azi, possiamo andarcene così. Sai, tutte le persone qui sono in una condizione particolare che non farà loro notare alcunché di diverso dal solito.” lo informa. “Probabilmente Crowley lo sa di che cosa sto parlando.” aggiunge e i demone annuisce con fierezza.
“Certo che lo so!” ridacchia.

“Io non ho la più pallida idea di che cosa stiate parlando, so solo che l’aria qui ha un odore strano!” borbotta l’angelo.
“È proprio questo il punto, angelo!” il rosso ridacchia ancora di più.
“Solo un’ultima cosa prima di andare. Crowley, ti spiacerebbe dotarci del giusto abbigliamento? Ci metteremmo troppo a cercare nel mio guardaroba.” gli domanda il Signore del Tempo.
Solo uno schiocco delle dita del demone e tutti e tre indossano larghi blue jeans e magliette psichedeliche.
“Fantatico. Ora sì che possiamo andare!” ghigna esaltato il Dottore e finalmente escono fuori.

“Ero qua. No, aspetta un momento. Sono qua. C’è un altro me qui da qualche parte!” capisce Crowley.
“Oh, ti prego non ti mettere a cercarlo e se mai lo dovessi vedere NON lo toccare, per nessuna ragione! Non ho proprio il tempo per avere a che fare con quegli orribili volatili…” borbotta.

“Ho idea che lui stia respirando troppo quest’aria!” bisbiglia a Crowley Aziraphale, facendolo ridere.

Riescono a raggiungere un punto abbastanza carino e per le 17:07 odono le primissime note di ‘High Flyin’ Bird’ di Richie Havens.

“Magari è l’orribile uccellaccio di cui farneticava prima!” bisbiglia Crowley ad Aziraphale, facendolo sghignazzare.
“Non pensate che non riesca a sentirvi e, no, non mi riferivo a quello…” borbotta il Dottore. “Ora godetevi la musica e chiudete il becco!”
Ed è quello che fanno.

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Il secondo giorno li ritrova ancora lì per il concerto che inizia alle 12.15, ma il Dottore è tutto preso a parlare con un tizio un po’ strambo e alle due del pomeriggio fa ritorno dal duo, con in mano una bustina di qualcosa che Crowley riconosce all’istante.

“Oh-o-oh, pare proprio che ci sarà un viaggio nel viaggio!” ghigna.

“Cosa?” si acciglia Aziraphale.

“Beh, azi, Crowley ha ragione. Io credo che questo sia il modo migliore per godersi davvero appieno questa esperienza.” propone il Dottore. “Ho provato roba molto più forte su altri pianeti, ma questa rimane una delle più divertenti. Allora, chi di voi è bravo con le cartine?”

Non è facile stabilire chi sia il più stupefatto quando è Aziraphale ad alzare la mano

“A-Azi… ma dav-davvero t-tu…” balbetta Crowley, incredulo.
“Sì, certo. Cos’è che volete? Una barchetta? Un aeroplanino? Un cappellino? Un elefante? Ho fatto un corso di Origami, sono piuttosto bravo… okay, più con la carta, ma posso provare anche con la cartina, vuol dire che li farò più piccoli…”

Sia Crowley, sia il Dottore scoppiano a ridere di gusto.

“Che c’è? Cos’ho detto di sbagliato?” aggrotta le ciglia il biondo, in totale confusione.

Crowley scivola vicino a lui, sfregando la punta del naso contro la sua guancia destra e avvolgendogli un braccio attorno al collo.

“Ragazzo alieno, capisci perché io lo amo così dannatamente tanto?”

Il Signore del Tempo scivola dal lato opposto, lasciando un bacio a stampo sulla guancia sinistra di Aziraphale, mentre un braccio gli avvolge il punto vita. “E io non posso fare a meno di fare lo stesso!”

“Continuo a non capire, però mi sento così amato!” si bea l’angelo, godendosi quel momento.

“Okay, ho capito, mi occupo io dell’erba.” decide il Dottore e si dimostra essere un rollatore impeccabile

Quando è pronto il primo spinello di Cannabis, il Dottore è il primo a fare un tiro, poi lo passa a Crowley che infine lo passa ad Aziraphale
L’angelo prova a imitare le loro azioni e finisce per tossire piuttosto violentemente, divertendo gli altri due, ma quando è di nuovo il suo turno non lo rifiuta.

Dopo la terza canna che hanno condiviso, Aziraphale si sente incredibilmente più leggero e continua a ridacchiare.
Deve anche aver capito cosa significa appieno il motto Peace and Love.

Bacia e abbraccia prima uno dei suoi amanti e poi l’altro e va avanti così.

Agli occhi di qualsiasi altra persona, lui sembra un fortunato bellissimo ragazzo biondo che ha rimorchiato due fratelli gemelli sexy da morire.
Del resto, lo stesso abbigliamento li rende ancora più identici, eccezione fatta per i capelli.

“Il mio dolce demone…” mormora, baciando Crowley più a fondo delle precedenti volte, prima di incamminarsi traballante fra le braccia del Signore del Tempo che lo aspettano. “Il mio dolce Dottore…” sussurra, baciandolo allo stesso modo.

“Il mio dolce demone. Il mio dolce Dottore.” ripete come un mantra, prima di cadere con la schiena sul prato, a guardare il cielo stellato.
A dire il vero, sono solo le sei e venti di un pomeriggio di piena estate, ma Aziraphale le stelle le vede lo stesso e ridacchia.

Tutti quei baci hanno fatto sì che sia Crowley, sia il Dottore si assaggiassero l’un altro, seppur indirettamente.

“Sai di galattico.” mormora Crowley, concentrandosi meglio su quel sapore che ha in bocca.
“E tu sai di demoniaco.” ribatte il Dottore, con un sorriso, prima di camminare verso il rosso, in una sorta di maniera seduttiva. “Vogliamo scoprire che sapore ha in un modo meno indiretto, mm?” si offre, sporgendosi più vicino.

Crowley è quasi tentato, ma ancora sobrio quanto basta per tirarsi indietro all’ultimo secondo.

“Ngk! Magari nel prossimo millennio!” borbotta.

Aziraphale si è goduto l’intera scena e se la ride.

“Ve l’avevooo deeeeetto che sareste andati d’accooooordooo..”

“Okay, per me non è un problema aspettare il prossimo millennio!” sogghigna il Dottore.

“Hey, aspetta un attimo ti conosco, Signore del Tempo, non è che perché ora siamo nel 1969 quando torniamo saremo nel prossimo millennio! Io intendo un millennio dai giorni nostri del 2019 e intendo un vero millennio da attendere, niente trucchetti con il tuo TTAABB per saltare al 3019!” mette in chiaro Crowley.

“Noioso!” sbuffa l’alieno. “E NON chiamare il mio TARDIS così!” sbotta.
“Lo so, ma mi piace vederti tutto così incazzato!” sfodera un sorrisetto il demone, facendogli un buffetto sulla guancia.

“Sarà davvero un lungo millennio!” alza gli occhi al cielo il Signore del tempo.

“Credimi, lui varrà tutta l’attesa!” gli fa l’occhiolino Aziraphale, prima di saltargli al collo “E non dimenticarti che nel frattempo tu hai me!” lo coccola.

“Non potrei chiedere un modo migliore di ingannare il tempo.” gli sorride dolcemente il castano, arruffandogli i capelli.

TBC

 

Se leggendo Enrico VIII  avete pensato a quel figo assurdo di Jonathan Rhys Meyers né ‘I Tudors’ … allora avete pensato bene ;P

 

Trovo abbastanza canon sia che il Dottore possa aver in tasca qualsiasi cosa (Eleven ci teneva un bicchiere d’acqua pieno, per dire XD ) e che con poco possa fare mooolto, più di tutti Ten, dategli una penna e un elastico e vi costruirà un’astronave XDD non ho la più pallida idea di che cosa gli abbia fatto creare, ma mi sembrava qualcosa abbastanza da ‘Dottore’ ^^’

 

Ho visto fare a quel cacciavite sonico qualsiasi cosa, tranne che il cacciavite XD quindi non fatico  immaginare che possa creare un gelato alla banana modificando le molecole di quelli presenti. XD

 

I nomignoli non credo serva tradurli, ma nel caso sono Occhi di Serpente, Papillon Paffutello e Testa di Spaghetti Bruciati XD

 

Gli orribili uccellacci sono un richiamo a una delle più belle puntate di Doctor Nine, a mio parere <3

 

Quanto all’erba… non vuole essere niente di diseducativo e spero che nessuno si offenda… il Dottore secondo me è uno che ha provato di tutto di più, Crowley che ve lo dico a fare.. Azi è sempre così curioso e… come potevo non fargli fare una cosa del genere a Woodstock? XD

 

ppsst nel prossimo capitolo (pensavo di scrivere tutto qui, ma, tanto per cambiare, stava diventando chilometrico XD )  arriva anche un po’ di LSD, quello che prende la mia ispirazione, probabilmente XD

 

Spero vi sia piaciuto (Questo Dottore che ci prova spudoratamente con Cro? ;P Ve lo aspettavate)

 

In caso contrario va benissimo sventolare bandiere arancioni, insultarmi… colpirmi con l’azoto biofotonico (se sapessi cos’è XD )

LOL buonanotte.. quel poco che ne resta ^^’

   
 
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