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Autore: cin75    01/02/2020    6 recensioni
I giorni di Jensen , per volere della Giustizia, stanno per finire in una fredda stanza del braccio della morte.
Jared è convinto che quello sia un enorme errore giudiziario e lotta per fermarlo.
E come in ogni storia, ci sarà chi li affiancherà e chi si muoverà contro di loro.
Dovranno combattere insieme, dovranno essere coraggiosi, dovranno trovare anche la forza per confessare quello che hanno iniziato a provare l'uno per l'altro, che paradossalmente, sembra far loro più paura.
BUONA LETTURA!
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jeffrey Dean Morgan, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Penitenziario di Stato, Huntsville, Texas.
Braccio della morte.


Jared entrò nella piccola stanza per i colloqui. 

Seduto al tavolo , c’era il suo interlocutore.
Tuta arancione, manette ai polsi e alle caviglie. Sguardo serio e in un certo senso triste e amareggiato. Forse rassegnato.
Un leggero velo di barba. I capelli biondicci, corti, appena unti di gel. I lineamenti comunque gentili, forse troppo per luogo.
Il giovane sussurrò un “Salve!” e poi si sedette di fronte al detenuto.
Tirò fuori dalla sua sacca di pelle,  un sottile fascicolo e un blocco per gli appunti. Fece un respiro profondo e poi fissò lo sguardo sul biondo che di rimando, sembrava lo stesse studiando come aveva appena fatto lui.

Il detenuto, notò quel suo interlocutore così...particolare: aveva l’aria sicura ma al tempo stesso sembrava sentirsi in imbarazzo.
Guardava i suoi fogli e poi tornava a fissare lui. Aveva i capelli lunghi fin quasi alle spalle, una lunga frangia che gli copriva la fronte fin arrivare quasi agli occhi. Più castano che biondo. Gli occhi per quando volevano sembrare seri e severi non potevano nascondere un’espressione dolce e pacificante. Doveva essere alto, e tanto, da come teneva piegate le gambe sotto il tavolo. E anche la sua voce seria  ma tranquilla lo colpì quando finalmente parlò.

“Sig. Ackles, il mio nome è Jared Padalecki. Collaboro con l’ufficio della procura. Il procuratore Morgan e con lui l’Ufficio di Stato, in un ultimo atto di compassione e pietà per la sua situazione, le vuole dare la possibilità di contattare un suo parente o conoscente. Nell’eventualità che lei voglia metterli al corrente di ciò che accadrà tra due settimane. Se ha nomi, o indirizzi, o un qualsiasi dato o numero di telefono, può comunicarlo a me e io farò di tutto per rintracciare il destinatario del suo messaggio.”

L'altro, sembrò sorridere appena. O forse era solo una smorfia di un mal trattenuto nervosismo.
“Quindi sei uno dei cani da caccia del procuratore. Uno di quelli che fa tutto il lavoro, anche quello sporco, così che lui poi possa fare bella figura in aula!?!” lo provocò il detenuto.
“Io sono un investigatore privato e collaboro come assistente del procuratore. È mio compito quindi….”
“Sì, sì, sì….tranquillo. Ti provocavo soltanto!” e poi ritornando serio. “Comunque, ti rendo la vita facile. Non c’è nessuno che tu possa avvisare. La mia famiglia, i miei amici o conoscenti o anche solo quelli che mi salutavano per strada, mi hanno cancellato dalle loro vite quando quella giuria mi ha dichiarato colpevole.” riferì tristemente amareggiato.
“Beh! Avrebbe dovuto metterlo in conto dopo aver ucciso Celeste Bradbury e in quel modo!” commentò, senza nemmeno rendersene conto, Jared.
Jensen fissò i suoi occhi verdi sul volto del suo interlocutore. Ma non c’era astio o rancore in quello sguardo. Ma solo amarezza.
“Giudichi senza prova d’appello!” ammise stanco. "Anche tu!"
“Senta...mi scusi. Sono stato fuori luogo.” si scusò anche un po’ imbarazzato. “Mi dica che posso fare per lei in questi giorni.” ripetè.
“Come ti ho detto: niente. Non troverai nessuno che vorrà darmi…. l’ultimo saluto!”
“Come vuole, ma il mio compito è assisterla fino alla fine, per qualunque sua esigenza. Quindi, domani, sarò di nuovo qui. Possiamo parlare, giocare a carte o stare in silenzio e basta. Deciderà lei!”
“Potrei anche decidere di non accettare il tuo colloquio!”
“Potrebbe….ma se non avesse avuto voglia di parlare con qualcuno, sarebbe andato via subito anche adesso. E invece è qui!”
“Sveglio!”
“Così dicono!”
“Mi piace!”
“Mi fa piacere!” e a quel punto si alzò per guadagnare l’uscita dalla stanza. “Ci vediamo domani, Jensen!” disse, chiamandolo per la prima volta, per nome.
“Sì!” e poi, prima che l’altro andasse via. “Jared?”
“Sì!”
“Non l’ho uccisa io!”
“...”
“Non avrei mai potuto. Sono innocente!”
“Ma, Jensen lei ...”
“Guarda il mio fascicolo e ricorda: non giudicarmi anche tu senza prova d’appello. Questa è la mia unica richiesta.” ripetè e il giovane rimase impietrito mentre la guardia carceraria portava via Jensen prima che lui potesse uscire dalla stanza.


Jared ritornò al suo ufficio.
Consegnò le poche pratiche che aveva e richiese quasi meccanicamente quella completa di Jensen: caso 20375, lo Stato del Texas contro Jensen Ross Ackles, per omicidio di primo grado eseguito con inaudita efferatezza. Giudicato colpevole e condannato alla pena di morte tramite iniezione letale.

Quando il procuratore  Morgan, che era anche suo amico, passò dal suo ufficio per sapere come era andato l’incontro, trovò il giovane investigatore immerso in carte, scatole contenenti prove, fascicoli di prove di laboratorio e Jared che digitava freneticamente sulla tastiera del suo oc, alla ricerca di vecchi articoli.
“Jared??!” lo richiamò facendolo sussultare.
“Cazzo, Jeff!!!” esclamò preso di sorpresa. “Mi hai fatto prendere un colpo. Tutto ok? Che ci fai da queste parti?”
“Ero curioso di sapere come era andata. È la prima volta che ti occupi di un “uomo morto che cammina”, in fondo!”
Jared sorrise appena anche se trovò quella battuta un tantino cinica.
Il procuratore se ne accorse. Entrò del tutto nella stanza e si chiuse la porta alle spalle.
“Ok! Conosco quello sguardo. Che è successo al penitenziario?!”

Jared si girò del tutto verso l’uomo e spinse appena tutto quello che aveva sulla scrivania verso di lui.
“JD, sono andato lì, l’ho visto. Gli ho parlato e stavo per andarmene via quando Ackles mi ha richiamato e mi ha detto solo una cosa.” raccontò.
“Cosa?!” domandò curioso.
“ “Sono innocente!” ”
“Gesù, Jared!!!! hai idea di quanti di quei detenuti , lì dentro, ti direbbero una cosa del genere!?!” replicò l’altro con un tono quasi esasperato.
“Lo so , lo so. Non sono ingenuo. Ma è stato il modo in cui me lo ha detto; è stato quello che ha detto!!” spiegò ancora.
“E cosa avrebbe detto o come, per farti...questo!?” chiese indicando il mare di carte in cui era sommerso Jared.
“ Che era innocente, che non avrebbe mai potuto uccidere quella ragazza in quel modo. E che anche io lo avevo giudicato senza prova d’appello!”
“Non esiste!!” si rifiutò di credere Morgan. “Senti, è da poco che sono in questo ufficio e ancora non metto le mani su tutti i casi che mi hanno lasciato, ma non penso che si possa mandare un uomo nel braccio della morte, senza prova d’appello. È assurdo. A meno che non lo abbiano colto sul fatto.”
“Beh!!! JD,  che tu ci creda o meno, è così. Quel tipo...quell’Ackles, a suo discapito aveva solo il fatto di essersi trovato vicino alla vittima quando è arrivata la polizia. Vicino e non colto sul fatto. Ci sono solo pochi testimoni che lo hanno visto uscire dal bar poco dopo la Bradbury, non c’è il suo DNA né sulla vittima tanto meno sui suoi vestiti, cosa che l’accusa dell’epoca giustificò con una “meticolosa attenzione” da parte dell’aggressore.”
“Cosa?!” fece sinceramente colpito, Morgan.
“Già!!! come se uno che aggredisce una ragazza in un vicolo abbia tempo di essere... meticoloso. Cioè quella poverina è stata uccisa e violentata e loro asseriscono che lui sia stato “meticoloso”.” ripetè ridendo nervosamente, ma solo per nascondere l’incredulità del fatto.
“Non ci credo!” replicò davvero poco convinto.
“Beh! Credici, JD. L’unica cosa su cui hanno puntato era il sangue che Ackles aveva sulle mani e sulla camicia. Non avevano altri sospettati, non avevano altro a cui appigliarsi e l’opinione pubblica voleva un colpevole a tutti i costi, per non dire che era il periodo in cui il procuratore Milligan puntava al posto di sindaco e Ackles era lì, senza giustificazione e senza alibi.”

A quelle considerazione, Morgan, prese il fascicolo, lo sfogliò con cura e quando si rese conto che quello che gli aveva appena riferito Jared corrispondeva al vero, un assurdo  e inspiegabile “vero”, sbuffò sonoramente.
“Cazzo!! ci metteremo nei guai, Jared.  Il procuratore Milligan è diventato sindaco!!” fece presente.
“E questo sarebbe un buon motivo per lasciare che un uomo, quasi sicuramente innocente, finisca con un ago nel braccio!!?!”
Il nuovo procuratore sospirò. Fissò quelle carte. Fissò il giovane detective nonchè amico fidato e poi di nuovo le carte.
“No, cazzo, no.” disse deciso. “Ok! Mettiti a lavoro. Trova i poliziotti che fecero il fermo, risenti i due testimoni e cerca se ce ne sono altri. Vai al laboratorio scientifico che ha eseguito tutti i test e le analisi forensi e scopri tutto quello che non è stato portato in tribunale. Se dobbiamo farci male e cadere, vediamo di cadere almeno su un bel mucchio di scartoffie!!”
“Ok! E tu che farai nel frattempo!?” chiese mentre rimetteva in ordine il fascicolo di Jensen.
“Jared, devo mettere in dubbio il lavoro di un procuratore diventato sindaco e il giudizio di una giuria considerata “idonea”. Devo farmi nuovi amici in pochi giorni e rispolverare i favori che mi devono quelli vecchi!”
“Detto così, sono messo meglio io!” ironizzò Jared.
“Ok! A quanto pare abbiamo un lavoro da fare!”
“Diamoci una mossa! La prima cosa da fare è contattare l’ufficio del governatore e richiede la sospensione dell’esecuzione per nuove indagini o potremmo non avere tempo...”
“..per salvare la vita di Jensen.” convenne Jared.


Il giorno dopo, Jared, ritornò a colloquio con Jensen e con sua somma sorpresa, trovò l’altro già in sala colloqui.
Gli si sedette di fronte e sorrise appena. “Ok! A quanto vedo sei qui!”
“Non montarti la testa Magnum P.I." scherzò. "E’ che non avevo niente di meglio da fare!!!”
“Magnum, eh?!” ripetè ironico. “Ti piacerebbe??!”  alludendo al fascino indiscusso del personaggio televisivo.
“Senti...” fece, cercando di dirgli qualcosa, ma...
“No!” lo fermò Jared. “Senti, tu. Ho preso il tuo incartamento, l’ho letto e riletto e non riuscivo a crederci. Allora l’ho mostrato al procuratore per cui lavoro e anche lui stentava a crederci. Cazzo, Jensen, ma come hai fatto a finire nel braccio della morte? Dove diavolo l’hai pescato l’avvocato che ti ha difeso?”
“Era d’ufficio.” ammise l’altro.
“Cosa?”
“Non mi era mai capitato niente a livello giudiziario, non ho mai preso nemmeno una multa e tanto meno mi è mai successo di essere accusato e ritenuto colpevole di un omicidio. Non avevo numeri di avvocati e quando ho avvisato la mia famiglia di quello che mi stava accadendo, beh!!!, la conclusione la sai…. Sono andato fuori di testa e non sapendo a chi rivolgermi, me ne hanno assegnato uno d’ufficio.” spiegò in breve.
“Dio!! che situazione.” sospirò frustrato. “Ok, ora stammi a sentire. Morgan, l’attuale procuratore di questo distretto, in questo momento sta contattando l’ufficio del governatore per avere una proroga all’esecuzione.”
“Cosa?!” esclamò sbalordito Jensen a quella rivelazione.
“Comunicherà che ci sono valide basi per riaprire il tuo caso e con quello che c’è o meglio che non c’è nel tuo incartamento, nessuno potrebbe opporsi.”
“Ti prego….dimmi che non mi stai prendendo per il culo!” fece Jensen poggiando le mani al tavolo come se si stesse sorreggendo.
“Non lo farei mai. Non prendo mai il mio lavoro alla leggera!”
“Oddio!!” sussurrò incredulo Jensen, che si sentì scivolare sulla sedia e dovette tenersi al bordo del tavolo per restare ancora dritto.
Jared riprese: “Rivolterò tutto il tuo caso: sentirò quelli che ti hanno arrestato, i testimoni che dicono di averti visto con la Bradbury, sia dentro che fuori il locale. Rintraccerò i tecnici di laboratorio che all’epoca delle indagini fecero i vari test e andrò a pescare questo genio di avvocato che ti fu affidato. Morgan vuole portare tutto di nuovo alla luce del sole. Udienza di riesame e prova d’appello. Tutto il pacchetto, Jensen!”
“Dici sul serio?”
“Mai stato così serio in vita mia!” asserì con decisione Jared. “Cominciamo da te. Devi dirmi tutto di quella sera. Da quando hai messo piede fuori di casa, a quando sei entrato in quel bar, a quando ne sei uscito e ti sei ritrovato accanto alla ragazza.”
Jensen chiuse per un attimo gli occhi e poi li riaprì e nel suo sguardo c’era paura.
“Che c’è?” chiese allarmato Jared.
“E’ tutto così confuso. È ancora tutto così confuso!” disse spaventato dall’idea di giocarsi male quell’opportunità di salvezza.
“Ok!Ok! Tranquillo. Ora facciamo una cosa.” disse con calma, cercando così di calmare anche Jensen.
“Cosa?”
“Si chiama intervista cognitiva. Ma devi fidarti di me!”
Jensen lo guardò come se davanti a lui ci fosse una visione, qualcosa di incredibile.
“Jared, sei qui. Non mi conosci nemmeno. Eppure vuoi fare di tutto per tirarmi fuori da questo inferno. Farei quello che vuoi anche se non mi fidassi di te.” rispose. “Dimmi che devo fare?!”

   
 
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