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Autore: Wendy_88    03/02/2020    0 recensioni
E se Taichi e Sora non si parlassero dal giorno in cui Sora portò quel regalo nel camerino di Yamato? E se improvvisamente si ritrovassero dopo tanti anni di silenzio per uno strano caso del destino soli sull'isola di File? No questa volta non sarà l'isola di File..
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya | Coppie: Sora/Tai
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                  BENEDIZIONE DIVINA

 

Ai Telegiornali lo chiamarono “Il miracolo del mare”, dopo settanta lunghi giorni, Taichi e Sora, avevano fatto ritorno alla loro normalità.

 

Arrivati all'aeroporto di Tokyo, mano nella mano, i due ragazzi furono accolti dalle famiglie, dai Digiprescelti, dalle compagne di Sora e dai reporter locali pronti a filmare il loro arrivo. Un festone di benvenuto enorme del colore verde smeraldo non passò inosservato.
Si imbarazzarono talmente tanto alla scena che sciolsero la stretta di mano per poi correre entrambi ad abbracciare i suoi cari.
Sora, fu avvolta dalle braccia prima della madre che quasi la soffocò, poi da Mimi che la stritolò urlando come una matta dalla felicità. Ed infine dalle compagne che non la fecero respirare un attimo.
Mentre Taichi si fiondò su Hikari e sulla madre.
Rimase spiazzato non appena alzò la testa dal petto della madre e si ritrovò il restante gruppo dei Digiprescelti che aspettavano il loro turno per salutarlo.
Loro, dopo tutti gli anni in cui li aveva ignorati erano lì?
Non poteva essere vero.
Capì subito che non era solo frutto della sua fantasia quando Koushiro e Joe lo strinsero quasi a farlo male.

- Sono felice che stai bene.- sussurrò all'orecchio dell'amico il rosso, facendogli quasi sentire un tonfo al cuore.
-Esatto, ne siamo tutti felici.- Esclamò Takeru che si inserì nell’abbraccio facendogli accennare un mezzo sorriso.
Mimi, che nel frattempo aveva lasciato finalmente la sua Sora per dare spazio alle sue compagne strattonò i tre amici che stavano salutando il ragazzo e si lanciò su di lui con la sua solita voce gracchiante.
-Taichi, che bello rivederti sano e salvooooo.-
Taichi rimase senza parole. Come avevano fatto a perdonare il suo comportamento egoista?
E lui che pensava che lo odiassero e che se tornava o meno non sarebbe interessato a nessuno.
Ma mancava una persona all'appello e non aveva il coraggio di cercarlo quando sentì una mano sulla spalla e voltandosi si trovò gli occhi azzurri e penetranti di Yamato che lo fissavano facendolo pietrificare.
Davanti a lui c’era il suo migliore amico, che però allo stesso tempo era stato la causa del suo cambiamento, l'uomo che gli aveva portato via l'amore della sua vita, ma in fondo adesso che era tornato in sé, ragionandoci Yamato ne nessun altro poteva saperlo, visto che lui stesso in prima persona era riuscito a rendersene conto a cose fatte.
Al diavolo pensò.
E lo strinse più che poteva lasciando il biondo di stucco.
Gli era mancato un sacco nonostante tutto.
Questa esperienza lo aveva cambiato nuovamente, e naturalmente anche Sora ne era stata complice.

Giusto, Sora.
Dov’era la sua Sora? Si voltò e vide che le sue compagne la stavano tempestato di domande tirandola verso l'uscita dell'aeroporto insieme alla madre che le seguiva.
Anche la ragazza in quel momento si voltò in quella direzione e si guardarono, un piccolo sorriso avvolse il viso di entrambi.
Ma il pensiero di Taichi fu solo uno.
Cosa sarebbe successo adesso?
Come si sarebbero comportati?
L'unica certezza che aveva è che non voleva perdere quello che avevo costruito in quei lunghissimi giorni trascorsi sull’isola.
 
 
***
 
 
 
Sora era nel suo letto, dopo aver fatto finalmente un bagno caldo, con il suo pigiama pulito e le lenzuola che profumano di ammorbidente alla lavanda.
Non le sembrava quasi vero.
Era Tutto perfetto.
Eppure le mancava qualcosa... o meglio dire qualcuno.

Chiuse gli occhi immaginando il suo corpo nudo e bagnato adagiato sulle foglie e Taichi che continuava a baciarlo.
Si sentì girare la testa e dei brividi percorsero tutto il suo corpo.
Giusto.
-Taichi...-
Nana e Aia l'avevano trascinata con loro e lei non aveva più avuto il tempo di poterci parlare.
In quel momento non aveva le forze di fare nulla ma il giorno dopo lo avrebbe cercato, chiuse gli occhi e cadde tra le braccia di Morfeo.
 
 
Taichi era immerso nella vasca da più di un’ora.
Il suo pensiero era costantemente alla sua Sora, che dopo tutti quei giorni soli su quell'isola sembrava come se si fosse scordata di lui in un istante e avesse cancellato tutto quello che avevano passato insieme.
Quasi che stava pensando che pur di non trovarsi in quella situazione, quell'isola deserta che tanto odiavano gli mancava.

Là era riuscito grazie a Sora ad amare di nuovo la vita e ora era forse deluso, amareggiato ma non voleva tornare ad essere il ragazzo che era stato negli ultimi anni prima del naufragio, e soprattutto non aveva nessuna intenzione di perderla di nuovo.
Non lo avrebbe permesso.
Il giorno dopo se la sarebbe andata a riprendere e avrebbe messo le cose in chiaro una volta per tutte.

 

Arrivò a casa di Sora la mattina dopo e trovò la porta spalancata e sentì un rumore confuso e continuato di voci concitate.
Non poteva crederci, le compagne di Sora insieme al resto della classe erano andati a trovarla e la cucina era piena di persone, di palloncini e di torte coloratissime.
Possibile che non riusciva a stare solo con lei?
Sora si girò come se avesse sentito la sua presenza e riuscirono a guardarsi qualche istante, proprio il tempo di riuscire a indicare la porta per farla uscire, ma Nana non smetteva di parlare e lei non riusciva a dileguarsi, senza farsi neanche notare dal gruppo lanciò a Taichi uno sguardo dispiaciuto e mormorò un "mi dispiace" che il moro riuscì a leggere dal labiale.
Non poteva crederci. Che diavoleria era questa? Cosa caspita le avevano fatto le sue amiche? Il lavaggio del cervello?
Rivoleva la Sora dell'isola. Ma cosa poteva fare? Mettersi a urlare e fare uscire tutti?


Sempre più amareggiato tornò a casa, dove trovò con suo stupore davanti alla porta Yamato.
-Ehi amico.-
A quella parola Taichi sgranò gli occhi.
-Ti va di andare a prendere una birretta in memoria dei vecchi tempi?- il ragazzo dalla folta chioma castana annuì senza pensarci.
 
Arrivati al bar dove andavano sempre fino a prima di dividersi, ordinarono due birre rosse alla cameriera e non appena le portò al loro tavolo il biondo per smorzare il silenzio se ne uscì con una battuta:
-Abbiamo sempre avuto entrambi una passione per le rosse a quanto pare.-
Taichi rimase sbalordito.
Ok, era una battuta, ma l'aveva detto sul serio?
Visto il totale silenzio da parte dell'amico il biondo continuò, stavolta serio:
-Mi dispiace Taichi, so che avrei dovuto chiederti scusa molto tempo prima ma ero troppo piccolo per rendermi conto del fatto che tu la amassi.-
Quindi Yamato lo aveva capito.
-...e anche che lei amasse te.- aggiunse infine.


Taichi non riusciva a proferire parola.
Ogni parola di Yamato era una martellata in testa per il ragazzo.
-Taichi, io non so cosa è successo con Sora sull'isola, ma voi siete destinati a stare insieme, motivo per cui secondo me questo naufragio non è stato una coincidenza, non credi?-
Forse Yamato non aveva tutti i torti.
Era stato davvero il destino a far succedere tutto ciò per riavvicinarli e per farlo tornare in sé.
Riuscì a dire un "grazie" imbarazzato al biondo.
-Taichi, stasera ci sarà una festa al pub dietro l'angolo, e avendola organizzata Nana, Sora sarà presente. Quindi alle 22:00 in punto ci vediamo là.-
Era un’affermazione non era una domanda.
Sì, Yamato aveva ragione.
Quella sera le avrebbe parlato, con le buone o con le cattive ma l’avrebbe fatto.
 

***
 
Erano le 21:00 e Taichi dopo aver fatto una doccia rilassante si buttò sul divano della cucina... era terribilmente ansioso.
E se lei lo avesse respinto dicendo che quello che era successo era successo solo perché si sentiva sola e in lui aveva trovato un conforto?
Ma Sora non era così egoista, non avrebbe mai fatto o detto qualcosa dettata dal fatto che si sentisse sola.
Si schiaffeggiò da solo per averlo pensato, così decise di andarsi a preparare. Indossò un jeans chiaro strappato dalle ginocchia e una camicia bianca con le maniche arrotolate fino al gomito. Lasciò due bottoni aperti facendo intravedere i pettorali e la carnagione abbronzata. Aggiunge una cintura in cuoio nera e le vans nere e bianche e dopo aver dato una sistemata alla sua chioma castana, ed aver spruzzato un po’ di profumo uscì di casa.
 
Come previsto trovò Yamato davanti al pub che lo attendeva insieme a Koushiro e Joe. Entrarono all'interno del pub in stile etnico ed arrivati al bancone i quattro amici ordinarono quattro birre.
-Koushiro, Joe da quanto bevete birra anche voi?-
 
Rise di gusto il moro, provocando un rossore ai due amici.
-Ti sei perso molte cose in questi anni amico, compreso il fatto che ho portato i nostri cari amici all'alcolismo.-
Risero di gusto fino a che Taichi quasi si strozzò vedendo una sagoma di sua conoscenza entrare con le sue amiche.
Aveva un abito bianco stretto e lungo che metteva in risalto il suo bel fisico, decolleté e borsetta argento, un filo di trucco agli occhi, labbra rosso fragola e i capelli raccolti in un morbido chignon.
Sembrava un angelo.
Taichi rimase estasiato al punto che si risvegliò solo quando il ragazzo dagli occhi azzurri colpì la sua spalla.
Ringraziò l'amico con lo sguardo per averlo fatto riemergere dal mondo dei sogni, e con fare lesto si diresse verso la sua amata. Rimase spiazzato però nel vedere Tomoya Matsunaga, il ragazzo più popolare della scuola nonché capitano di baseball, che la stava invitando a ballare.
No, non voleva vedere quella scena, sarebbe scoppiato e avrebbe preso a pugni quel ragazzo provocando sicuramente le ire della rossa.
Senza pensarci corse verso l'uscita.

Quello che lui però non sapeva è che la ragazza non solo aveva rifiutato l'invito del capitano, ma si era accorta anche dall'arrivo di Taichi attraverso lo specchio che aveva di fronte. Però non appena si voltò non lo trovò.
Pensò dubbiosa che essendosi accorta dell'invito fosse andato via dalla festa e senza dire nulla al suo gruppo si voltò per andarlo a cercare.
Ma Nana e Aia la bloccarono.
-Sora dove vai? La festa è appena iniziata.-
No, questa volta no, a causa loro non aveva avuto modo di stare con lui e pensandoci, vista al contrario lei sarebbe andata in escandescenza.
-Mi dispiace ragazze, ma io devo andare... devo andarmi a riprendere la cosa più importante di questo mondo.-
Le ragazze che avevano notato il ragazzo solitario ronzare intorno all'amica da quando erano tornati capirono tutto. E sorridendole la lasciarono andare senza esitare.

Corse più che mai rischiando di inciampare a causa dei tacchi e del vestito troppo lungo.
Ma lui non era là davanti al locale come sperava.
Che fosse andato via davvero?
Aveva perso troppo tempo, ma doveva parlargli adesso. Non aveva il telefono dietro e non sapeva nemmeno se lui avesse mantenuto il suo vecchio numero.
Dove poteva essere andato?
I suoi pensieri furono interrotti da una goccia d'acqua sul suo viso.
“Bene, si sta pure mettendo a piovere” pensò tra sé.
Poi un’altra goccia, e un'altra ancora... ma lei non si scostò.
La pioggia che le stava cadendo addosso le ricordò del buonumore che mise a Taichi sull'isola durante la stagione delle piogge, e di quel giorno che dapprima ballarono sotto la pioggia e che subito dopo avevano fatto l'amore per la prima volta. Era immersa così tanto in quei pensieri così belli che non si accorse di essere bagnata come un pulcino.
Fu una voce a lei tanto cara a ridestarla da quei pensieri.
-Ci hai preso gusto allora?-
Si voltò trovandosi davanti un Taichi più zuppo di lei.
Se ne era andato ma aveva deciso di tornare a cercarla anche a costo di prendere a pugni il bel capitano di baseball, ma trovarla lì pensierosa sotto la pioggia lo tranquillizzò.
La musica del locale in sottofondo stava passando “A Thousand Years di Christina Perry.
-Vuoi ballare?- Disse il moro porgendole la mano.
-È un po’ umido.- Rispose lei ridendo.
Ne abbiamo passate di peggio, non credi?”-
Risero di gusto
Sora poi afferrò la mano del ragazzo e si strinsero in un abbraccio muovendosi piano sotto le note della canzone.
 
 
“I have died everyday, waiting for you
Darling, don't be afraid, I have loved you for a thousand years
I'll love you for a thousand more

And all along I believed, I would find you
Time has brought your heart to me, I have loved you for a thousand years
I'll love you for a thousand more”

 
-Ti amo.- Sussurrò una volta per tutte Taichi all’orecchio della ragazza, che a quell'affermazione il suo cuore perse un battito.
-Sora, io non voglio più perderti, voglio che tu diventi mia.- Disse tutto d’un fiato facendo venire a Sora la pelle d’oca.
Voleva rispondere che anche per lei era lo stesso ma era bloccata dell’emozione.
-Vuoi essere la mia ragazza?- continuò lui.
A quell’ultima domanda del ragazzo, la rossa scoppiò in un pianto di felicità che per un attimo lo preoccupò.
Ma finalmente era arrivato il momento che lei attendeva da non sapeva più quanti anni e urlò un “Sì” con tutta la forza che aveva per poi buttarsi su di lui e avvolgerlo in un abbraccio.

L'atmosfera era diventata più limpida nonostante la pioggia.
Ad un tratto lui la guardò negli occhi color miele e tutto il mondo parve fermarsi.
In quel momento erano solo loro due.
Taichi prese lentamente ma con fermezza la vita della sua amata e dolcemente le sue labbra si posarono sulle sue facendo fermare il tempo.
Era bastato un solo secondo perché il sogno di entrambi si realizzasse e la favola divenisse realtà.

Le loro lingue iniziarono ad esplorarsi, si cercavano, si coccolavano.
Era un bacio dolcissimo, romantico. Aveva un qualcosa di diverso da quelli che si erano dati sull'isola.
Tutta l'agitazione del ragazzo era ormai svanita...
Le accarezzò i capelli. Non riuscivano più a staccarsi, l'attrazione era oramai indomabile. Allora è vero, pensarono: i sogni si realizzano.
Sora lo guardava estasiata e si sentiva come se ci fossero le cosiddette farfalle nel suo stomaco, o più reale come se ci fosse un buco nella sua pancia.
Il moro continuava a fissarla con i suoi occhioni, le sue labbra carnose e i suoi capelli ormai fradici.

Iniziò a baciarla con veemenza rendendo Sora vulnerabile, fino a destabilizzarla, fino a non farle capire più niente.
Si trovarono entrambi in un vortice mai provato.
Nuovo, bellissimo, caotico. Tutti i loro pensieri sparirono sentendo solo le loro mani consumarsi, cercarsi, e studiare ogni centimetro del loro corpo.
Volevano spogliarsi, lo sentivano entrambi, ma non potevano, adesso erano in un luogo pubblico, non più in un’isola deserta e lo sapevano benissimo.
Ma allora perché le magnetiche labbra del ragazzo non riuscivano a staccarsi da quelle della sua amata?
Non era semplicemente il calore di un abbraccio.
Non era semplicemente il sapore di un bacio.
Non era semplicemente la gioia di essere tornato dopo tanto tempo ad amare.
Era molto, molto di più.
Finalmente Sora era sua. Era l’unica cosa che gli importava.
 
Erano bagnati dalla testa ai piedi ed entrambi sapevano che il giorno dopo avrebbero preso come minimo l’influenza ma non importava a nessuno dei due perché finalmente erano insieme.
Niente e nessuno li avrebbe più divisi ed entrambi sapevano che quell’esperienza del naufragio, per chiunque drammatica o drastica, per loro invece era stata una benedizione divina.
Le loro vite da oggi non sarebbero state più insignificanti ma sarebbero stati felici e contenti per tutta la vita.

 

 

THE END

 
 

NOTE DELL’AUTRICE:


È finita davvero???
Sono un mix tra emozionata e felice.
Riprendere questa storia e soprattutto trovare un finale (spero degno) mi ha messo tanta adrenalina (manco mi fossi buttata dal paracadute pfff XD).

No, scherzi a parte sono molto soddisfatta, ma non è unica long Taiora lasciata in sospeso per anni, spero a questo punto prima o poi di far tornare qualche idea anche per quell’altra. (che essendo un genere più tra l’azione e il fantasy sarà mooolto più difficile perché era un esperimento per me.)

Detto ciò, ringrazio chi ha continuato a leggere, in particolare DigiHuman che mi incitato a pubblicare questo capitolo finale.

Alla prossima

Wendy

 

                
  
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