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Autore: Deniseignarra95_    07/02/2020    0 recensioni
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Chia diavolo sei? pensai, come hai fatto a farmi sentire così impotente e quasi spaventata? Perché sentivo di conoscerti già...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Desiree, ho 24 anni, vengo da Genova ma sono nata in Germania e mi sono trasferita da circa 1 anno a Milano per lavoro, e questa è la mia storia. Tutto iniziò quella fredda mattina di febbraio, erano circa le 8 del mattino quando, come ogni mattina, arrivo in Corso Garibaldi dove lavoro come barista in un piccolo bar, insieme alla mia più grande amica Sofia. Sofia a differenza mia era la classica brava ragazza, capelli sempre in ordine, trucco perfetto, e modi gentili, io ero totalmente l'opposto, capelli biondi scalati, il solito mascara e quell'acidità che mi porto dietro sin dall'adolescenza. Sofia era fidanzata, da sempre si può dire, mentre io avevo una relazione un po' complicata con gli uomini. Quella mattina girava un aria diversa a Milano, sarà stato quel raggio di sole che finalmente illuminava le strade e dava un po' di speranza a quella solita routine. "Un croissant al cioccolato, perfavore" chiese qualcuno a Sofia in un perfetto inglese. Alzai lo sguardo dal caffè che avevo appena preparato, e c'era lui, 1.80 circa o forse anche di più, capelli castani con qualche ciocca ribelle, sguardo penetrante e aria misteriosa, quasi imbarazzante, aveva lo sguardo fisso su di me e potrei giurare che non avesse battuto ciglio un istante. Sentii, per la prima volta, un senso di impotenza e distolsi lo sguardo continuando a servire la solita cliente, che puntualmente, ogni mattina mi parlava dei suoi problemi esistenziali, come se io non ne avessi già abbastanza. "Ehi" disse di nuovo la stessa voce di prima, ma questa volta parlava con me. Alzai lo sguardo, era lui, aveva un sorriso quasi ipnotico che mi impediva di sputare fuori qualsiasi parola. "Tutto bene?" chiese "Si, ha bisogno di qualcosa?" chiesi, sperando che il mio inglese fosse almeno orecchiabile "No" rispose "sei davvero bellissima desiree" aggiunse Arrossì imbarazzata e rimasi pietrificata dal fatto che sapesse il mio nome. "Come sai il mio nome?" gli chiesi, mentre cercavo di stare calma davanti al suo sorriso disarmante "Lei" disse indicando Sofia. Tirai un sospiro di sollievo e abbandonai l'idea che fosse uno stalker. Ringraziai e tornai al mio lavoro, sicuramente un uomo non avrebbe risolto i mille problemi che avevo in quel momento. "Mi chiamo Jordan, Jordan Boulet-Viau" sussurrò dietro il mio orecchio, e l'eco del suo nome mi risuonò fin dentro le ossa. Era dietro di me, ma dovevo scacciare quel pensiero, probabilmente era un turista e non lo avrei mai più rivisto, quindi decisi di non girarmi e di entrare in ufficio, facendo finta di niente. Chi diavolo sei? pensai, come hai fatto a farmi sentire così impotente e quasi spaventata? Perché sentivo di conoscerti già? Cercai di calmarmi e quando fui certa che fosse andato via, tornai a lavorare.
   
 
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