Film > Basil l'Investigatopo
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Autore: Bebbe5    08/02/2020    2 recensioni
Rattigan è tornato in azione e tocca di nuovo a Basil sconfiggerlo. Ci riuscirà anche stavolta? Per tutti i fan dell'argomento. [capitoli e titolo modificati e corretti]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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NOTE DELL’AUTRICE: lo so, è passata una vita da quando ho aggiornato, ma sono stati anni intensi e abbastanza tosti, tanto da bloccarmi interamente dal punto di vista della scrittura. Figurarsi poi nel caso di una storia che ho cominciato a scrivere quasi dodici anni fa… comunque, mi sono sempre promessa di finirla, quindi eccomi qua. Non so quanti di voi avranno ancora voglia di leggere, ma, nel caso, spero che il capitolo vi piaccia.

CAPITOLO 34

Dopo che la porta di casa Morstan si era richiusa dietro di lui, Basil si era affrettato a raggiungere i topi davanti all’armadio, ormai allo stremo delle forze, e si era avvicinato a Rattigan, aiutandolo a spingere di nuovo contro il mobile e impedendo che cedesse. Potevano aver guadagnato qualche minuto e basta, ma dovevano sfruttarlo al meglio. Guardò il suo nemico con la coda dell’occhio: la loro alleanza forzata aveva portato degli strani frutti. Quando il professore aveva spento la luce era scoppiato il putiferio: tutti si erano scagliati contro tutti, ragnatele erano volate a destra e a sinistra. In qualche modo, in mezzo al parapiglia, erano riusciti ad aprire le celle degli scagnozzi di Rattigan dopodiché, in un fuggi-fuggi generale, erano riusciti a raggiungere la fine del corridoio e poi la casa dei Morstan, cercando di chiudersi l’ingresso alle spalle e finendo nella situazione in cui si trovavano al momento. 

“Qual è il piano?” gli chiese il professore, continuando a spingere l’armadio.

Basil si guardò brevemente intorno, poi disse:

“Dobbiamo riuscire a chiudere il grosso dei ragni nel salotto dove c’era la festa. Darà tempo alla polizia di raggiungerci.”

“La polizia?” chiese uno degli scagnozzi di Rattigan.

“Se vengono per loro, prenderanno pure noi.” Gli fece eco un altro.

“Capo, non…”

“Fate silenzio!” li azzittì il Professore, riportando poi l’attenzione su Basil. “Posso aiutarti con Moriarty, ma non posso garantire l’incolumità degli sbirri.”

“Ce lo faremo bastare.” Gli rispose Basil, annuendo, prima di voltarsi e correre verso il salotto. “Topson, con me, andiamo a sbarrare le finestre.” 

Il dottore non poté fare altro che seguirlo velocemente nel salotto. I due cercarono di bloccare al meglio le tre grandi finestre con quello che riuscivano a trovare: i cordoni delle tende, gli attizzatoi – che venivano così al contempo eliminati come possibile arma a disposizione dei loro avversari. Quando ebbero finito, ben poco soddisfatti, ma impossibilitati a fare di più, si guardarono.

“E ora? Come li portiamo qui dentro?” chiese Topson, guardando Basil, che si era preso il mento con una zampa, pensieroso.

“Sarà impossibile farli entrare tutti, ma dobbiamo cercare di chiuderne dentro una buona parte. Farò io da esca, tu ti nasconderai dietro la porta e, una volta che saranno entrati, mi aiuterai a richiuderla.”

“Mi sembra una follia, ma d’altronde è soltanto l’ennesima di questa sera…” replicò il dottore con un sospiro. “Non vedo l’ora che tutta questa storia sia finita.”

Basil lo guardò e gli mise una zampa sulla spalla. 

“Caro vecchio mio, ti assicuro che tra qualche ora almeno una parte della vicenda sarà conclusa.” Gli disse, riportando alzando poi gli occhi su Rattigan, che ricambiò lo sguardo, pronto a scostarsi dall’armadio. Prima tuttavia che questo potesse accadere, una voce giunse dalle scale. 

“Ah, hai visto che avevo ragione? Sono arrivati i rinforzi. Direi che possiamo scendere ora.”

Alzando gli occhi, Basil e Topson videro che, proprio sopra di loro, appoggiata al corrimano delle scale, c’era Brynna che li guardava con un mezzo sorriso e una pistola stretta in una zampa. Sentirono dei passi e, in cima alla scalinata, apparve il viso di Cornelia, leggermente imbronciato.

“Potevi deciderlo un po’ prima, Brynna.” Esordì, guardando la topolina in piedi qualche gradino sotto di lei, prima di voltarsi e incrociare gli occhi di Basil. Un sorriso incerto le arricciò gli angoli della bocca mentre dopo qualche attimo di esitazione, si decideva a scendere per raggiungerlo.

“Stai bene” constatò in un mormorio, avvicinandosi a lui e prendendogli le mani. “Credevo che fossi ancora intrappolato.” 

Basil, pur senza mostrare un particolare trasporto, le sorrise di rimando, stringendo appena le sue dita.

“Hai davvero tanta fiducia nelle mie capacità se pensavi che non fossi riuscito a liberarmi.”

“Va bene, va bene, le smancerie le rimanderei a dopo.” Li interruppe Brynna, scendendo le scale e avvicinandosi a sua volta, rivolgendosi al fratello. “Qual è la situazione?”

“Rattigan e i suoi stanno trattenendo i ragni di Moriarty. Ad un segnale convenuto, li lasceranno uscire. Ne attireremo il maggior numero possibile nel salotto, ce li chiuderemo e cercheremo di bloccare gli altri fino all’arrivo della polizia.”

La sorella lo squadrò, incrociando le braccia al petto, prima di mettersi a guardare Rattigan e i suoi scagnozzi che ancora cercavano di tenere l’armadio chiuso, ignorando l’occhiata sorpresa di Basil.

“E gli ospiti dove sono?” chiese, continuando a fissare la scena di fronte a sé, la fronte lievemente aggrottata in quella che sembrava una smorfia di preoccupazione.

“Li abbiamo fatti uscire tutti fuori in strada e…” Basil non riuscì a terminare la frase, perché la sorella si era voltata di scatto a guardarlo con gli occhi sbarrati, prima di spostare l’attenzione su Rattigan, all’apparenza incredula.

“Perdonate la domanda, ma quanti erano i ragni che vi inseguivano?” chiese, tornando a guardare il fratello, che ricambiò con un’espressione perplessa.

“Quelli che abbiamo visto nei sotterranei erano cinque.” Le rispose, realizzando poi di colpo con orrore dove sua sorella stesse andando a parare. Quest’ultima fulminò prima lui e poi Rattigan.

“Siete due imbecilli.” Sibilò, prima di dirigersi a passo di marcia verso la porta principale. “Due delle migliori menti di Londra e vi siete lasciati mettere nel sacco così. Idioti!” aggiunse, prima di uscire fuori a sua volta, sbattendo pesantemente l’uscio di legno.

Basil rimase immobile per qualche istante, prima di voltarsi verso Rattigan che, a sua volta, stava cominciando a realizzare l’errore che avevano commesso: Elizabeth era l’unica che conosceva i piani di Moriarty e del suo esercito. Sarebbe potuta essere una testimone cruciale,   l’unica, dato che nessuno di loro aveva una prova concreta dei piani del ragno, e non ci voleva un genio per capire cosa sarebbe successo se lui fosse riuscito a prenderla. L’Investigatopo si riscosse e corse verso la porta, aprendola e correndo in strada, seguito da Topson, Rattigan e Cornelia. Fuori c’era il caos più totale: i ragni erano usciti da un tombino e avevano cominciato a seminare il panico in giro, anche se, a distanza era evidente che lo scopo fosse allontanare tutti dalla casa. Basil si guardò intorno, cercando una qualunque traccia di Brynna, di Elizabeth o persino degli Ansmauser, ma almeno a una prima osservazione non riuscì a vedere niente. Improvvisamente, però, si accorse che un gruppo di ragni, tre per la precisione, tra i quali c’era anche Moriarty, sembrava essersi concentrato in un punto. Si affrettò in quella direzione, riuscendo finalmente a scorgere sua sorella che, pistola in pugno, cercava di difendere Elizabeth e suo padre dall’assalto dei ragni. Non avrebbero resistito a lungo, ragion per cui, dopo solo un momen

to di esitazione, Basil si slanciò verso di loro più in fretta che poté, sparando un colpo a uno dei due tirapiedi di Moriarty e riuscendo ad attirare l’attenzione su di sé. Brynna colse la palla al balzo e sparò all’altro scagnozzo, lasciando così il loro capo da solo e circondato.

Era finita, pensò Topson, mentre osservava i due fratelli con le armi puntate sul malvivente. Era stato facile, però. Troppo facile. 

“Ora basta, Moriarty. Arrenditi, hai perso.” Disse Basil, fermandosi a qualche passo dal ragno, affiancato dal dottore, mentre Elizabeth, sempre nascosta dietro Brynna, tirava un sospiro di sollievo.

Fu un attimo: un altro sparo echeggiò nell’aria della notte, seguito da un grido stridulo, sorpreso e spaventato al contempo. Gli occhi di tutti ebbero giusto il tempo di vedere Moriarty accasciarsi a terra senza vita, prima di realizzare che l’urlo era stato lanciato da Cornelia. La topolina si trovava infatti tra le grinfie di Rattigan, che la teneva stretta a sé con una zampa, mentre con l’altra teneva una pistola puntata alla sua tempia. La prigioniera era paralizzata: fissava i suoi amici con occhi sgranati, le mani appoggiate sul braccio del Napoleone del Crimine che la tratteneva, in quello che doveva essere stato un tentativo di liberarsi, troncato sul nascere. 

“Se qualcuno non l’avesse ancora compreso, la nostra collaborazione è finita”. Disse il Professore con un sorrisetto.

“Rattigan, sei circondato anche tu. Non fare mosse avventate”. Gli rispose Basil, puntando la pistola contro di lui, imitato subito da Brynna e Topson.

“Ah, mio caro Basil. Credo che sia tu quello che deve guardarsi dal fare mosse avventate. Vedi, basterà un colpo da parte vostra, io premerò il grilletto e voi potrete dire addio a Cornelia”.           

Topson si voltò a guardare Basil per un istante, cercando di capire se avesse in mente qualcosa per risolvere quella situazione tanto spinosa. L’investigatopo, però, non ricambiò l’occhiata: continuava a tenere la pistola puntata contro il suo rivale, con il piglio deciso di chi non sembrava voler cedere al ricatto.

“Non sei nella posizione di poter trattare” gli disse infatti, senza smettere di fissarlo e cercando di non farsi distrarre da Cornelia, che lo guardava incredula, chiedendosi che cosa stesse facendo.

“Beh, dipende dai punti di vista. Se sei disposto a sacrificarla per prendere me, fai pure”. Replicò Rattigan, rafforzando la presa sulla topolina che provò ad afferrargli il braccio per spostarsi e liberarsi, ovviamente senza risultati.

Calò di nuovo il silenzio: il Professore sembrava molto sicuro di sé, mentre Basil e gli altri cercavano disperatamente di trovare una soluzione.

“Cosa vuoi?” domandò infine l’Investigatopo, senza accennare ad abbassare la pistola.

“Lei” gli rispose il criminale, accennando con il mento a Elizabeth che si nascose dietro le spalle di Brynna con un gridolino. La maggiore dei Basil alzò gli occhi al cielo, spazientita, prima di rispondere a Rattigan: “Direi che è una proposta insensata, perché mai dovremmo acconsentire?”

“Per quanto la tua osservazione possa essere logica, Brynna, dubito che la scelta spetti a te, vero Basil?”

Rattigan non si era nemmeno voltato a guardare la topolina, mantenendo gli occhi fissi sul suo rivale il quale, dopo alcuni istanti, abbassò la pistola.

“Sherringford, non farai sul serio!” esclamò Brynna, mentre Elizabeth le si stringeva di più addosso. Topson, invece, abbassò l’arma a sua volta, guardando il suo amico: non doveva essere facile per l’Investigatopo trovarsi di nuovo a un passo dalla vittoria e vedersela strappare per un ricatto tanto ignominioso. In lontananza, cominciarono a sentirsi dei rumori di fischietti e campanelle, segno che Tobias e Selena dovevano essere riusciti a trovare i rinforzi. Rattigan si voltò appena nella direzione da cui provenivano quei suoni, prima di tornare a guardare il gruppetto di topi davanti a lui. “Vi aspetto tra un’ora al laghetto delle ninfee nella serra di Kew Gardens. Inutile dire che, se vedrò anche solo l’ombra di un poliziotto, l’accordo salterà con conseguenze irreparabili”.

“Basil, non venire!” provò a dire Cornelia, solo per essere stretta con più violenza dal criminale.

“Avresti dovuto pensarci prima di tornare e di immischiarti” le sibilò lui all’orecchio, cominciando ad arretrare di qualche passo. “L’ora comincia a partire da adesso, non fare tardi, Basil” disse poi, guardando il suo rivale prima di saltare dentro uno dei tombini che i ragni avevano aperto per uscire in strada. Basil rimase a guardarlo per alcuni istanti, prima di voltarsi verso Topson e poi sua sorella la quale, riposta la pistola, aveva afferrato Elizabeth per un braccio e la stava trascinando verso di loro. Era scocciata e infastidita, notò il dottore, ma nonostante questo si astenne dal fare qualsivoglia commento, preferendo porre una domanda diretta al fratello:

“Ora come ci muoviamo?”

 

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Qualche minuto dopo, Basil, Topson, Brynna, i due Ansmauser che erano tornati, Elizabeth e suo padre, si trovavano seduti nel salotto di casa Morstan. La stanza, come anche tutto il pian terreno, erano stati messi sottosopra dagli scagnozzi di Rattigan che, dopo aver capito che i ragni non avevano alcun interesse ad attaccarli, avevano rubato quanto di prezioso erano riusciti a trovare, dandosi poi alla fuga prima dell’arrivo della polizia. Il signor Morstan e sua figlia erano a dir poco sconvolti da quanto stava accadendo: se ne stavano seduti sulla chaise-longue, mentre gli altri, raggiunto anche dal Laroux, discutevano sul da farsi.

“Perché quel demonio dovrebbe volere la signorina Morstan?” domandò l’Ispettore guardando Basil, il quale non esitò a rispondere:

“Perché la signorina ha collaborato a stretto contatto con lui ed è dunque a conoscenza dei suoi metodi e, forse, persino di parte dei suoi piani. Sarebbe una testimone chiave se riuscissimo a portarlo sul banco degli imputati e non può permetterselo”.

“Alla luce di questo, nonostante gli errori che ha commesso, mia figlia deve essere messa sotto protezione”. Disse il signor Morstan, stringendo la mano della topolina, che teneva gli occhi bassi ed era pallida in viso.

“Posso vagamente condividere la sua posizione, signor Morstan” gli rispose Brynna dall’angolo dove si era messa insieme a Selena e a Tobias “ma direi che non ha senso esporla. È chiaro che andremo all’incontro, dobbiamo solo decidere le modalità per raggiungere il nostro scopo ed evitare che qualcuno si faccia male”. Concluse, mantenendo fermo lo sguardo sul topo, che si alzò in piedi, andandole incontro con fare minaccioso.

“Vorreste dunque mettere a rischio la sua vita solo per salvarne un’altra?” le chiese, squadrandola. Brynna non si fece intimidire, scostando appena Tobias che, nel frattempo, si era messo in mezzo.

“No, signor Morstan, non ho detto questo. Tuttavia, se non proveremo a prenderlo stasera, correndo qualche rischio necessario, voi due non avrete mai pace, perché non smetterà di darvi la caccia. Poteva scappare e invece ci sta offrendo questa possibilità di catturarlo. La invito quindi a tornare accanto a sua figlia e a non aggravare la vostra posizione, mentre noi decidiamo il da farsi”.

Gli disse infatti, aspettando che tornasse al divano da Elizabeth, prima di rivolgersi al fratello.

“Qualche idea?” gli domandò.

“Molte, devo solo limare i dettagli per scegliere quella giusta”. Le rispose lui, il mento stretto tra le dita di una mano.

“Si aspetterà che proviamo ad ingannarlo” commentò Topson.

“Poco, ma sicuro, dottore. Si aspetterà addirittura che io mandi mia sorella al posto di Elizabeth” replicò l’Invesigatopo, guardando la sorella prima di proseguire “ma, proprio per quello che si aspetta, non è un’opzione che intendo prendere in considerazione”. Affermò, spegnendo così il sorriso che aveva cominciato ad allargarsi sul volto di sua sorella.

“Brynna” intervenne Elizabeth, avvicinandosi e intervenendo nella discussione “ti stai ancora riprendendo. Non puoi buttarti subito nella mischia”.

“È l’occasione per porre fine a questa storia, Selena. Farò la mia parte, se necessario, confidando che Sherringford sappia quello che fa”. Le rispose la maggiore dei Basil, guardando l’Investigatopo. Lui ricambiò in silenzio per qualche istante, prima di risponderle: “Tu conosci bene quella serra, vero?”

A quella domanda, lei replicò con un sorriso un po’ tirato: “Come le mie tasche, lo sai”.

“Quindi conosci anche le uscite secondarie”. 

“Una per una” rispose lei prontamente.

“Ottimo. Saresti così gentile da spiegarle all’Ispettore? Poi illustrerò a tutti il piano che ho escogitato”

“Ma Basil” lo chiamò Topson, mentre Brynna annuiva e si avvicinava a Laroux. “Rattigan ha detto niente polizia. Ignorare il suo ordine significherebbe condannare Cornelia a morte”.

“Non ho intenzione di ignorarlo, ma di tagliargli ogni possibile via di fuga, qualunque cosa accada”.

“E cosa pensi che accadrà?” gli chiese il dottore, non senza una certa preoccupazione. Basil sospirò, lanciando un’occhiata ai due Morstan, che avevano cominciato a parlare fitto fitto, stringendosi le mani.

“È ovvio che proverà ad ucciderla. Sa troppo”

“Allora perché non l’ha fatto quando eravamo là fuori? A quest’ora non dovrebbe rischiare un altro incontro con noi”

“Se le avesse sparato allora, ci sarebbero state alte probabilità che qualcuno di noi facesse altrettanto con lui. Dopo aver ucciso Elizabeth, avrebbe sicuramente eliminato una testimone chiave, ma non sarebbe sopravvissuto a lungo. No, in questo modo può ottenere una possibilità in più di farla franca e può provare a ristabilire la sua superiorità”.

“Anche nei tuoi confronti” commentò Topson con un’espressione un po’ amara, che l’Investigatopo ricambiò prima di rispondere.

“Già, ma comunque vada, dopo stanotte, le cose cambieranno”.

“Cambieranno? Vuoi dire che hai preso una decisione?”

Basil annuì, rivolgendo un’occhiata a sua sorella che stava tornando da loro.

“Sì, ma non è questo il momento di discuterne”. Concluse, mentre Brynna si fermava accanto a lui insieme a Laroux.

“Ho debitamente informato l’Ispettore, ora come procediamo? Dobbiamo muoverci, non manca molto all'ora dell’appuntamento” fece notare la topolina.

“Saremo puntualissimi, non preoccuparti” replicò Basil “Piuttosto, riesci a trovare degli abiti più comodi da metterti?”

“Signor Basil, mi oppongo” si intromise con fermezza Tobias, mentre un sorriso spuntava sul volto di Brynna che, senza attendere la discussione, lasciò a passo deciso la stanza. “Si sta ancora riprendendo e non può fare grandi sforzi”.

“Non ho intenzione di chiederglielo” replicò l’Investigatopo, incrociando le braccia al petto “ma è l’unica che conosce bene quel posto ed è la sola a sapere come uscirne in fretta, se necessario”.

“Lo so, ricordo anche io che ci andava spesso quando doveva seguire suo marito di nascosto, ma non mi sembra il caso di coinvolgerla nelle sue condizioni”. Gli rispose il dottore, saldo nelle sue posizioni.

“Tu e Selena l’avete portata qui, se non sbaglio” replicò Basil, con un sorrisetto che fece indispettire ancora di più Tobias, che infatti reagì:

“Per tenerla sotto controllo, non per vedere le cose degenerare così” gli disse, fronteggiandolo “Io capisco che sia necessario prenderlo per chiudere questa storia in modo definitivo, ma non fare scelte che potresti rimpiangere”

Basil stava per rispondergli, ma si interruppe quando vide sua sorella entrare nella stanza con indosso degli abiti maschili che le stavano un po’ larghi e che dovevano essere appartenuti a qualcuno dei bassifondi. Inarcò un sopracciglio: “E quelli da dove arrivano?” le chiese, incuriosito. Lei rise: “Prima che voi arrivaste, ho notato che stavano portando la Blackwood al piano di sopra. L’ho seguita per cercare di liberarla, ma una delle guardie ci ha scoperte. Sì, per la seconda volta, ed è stata di nuovo colpa sua”. Disse, rivolta al fratello, che aveva inarcato un sopracciglio. “Comunque, lei è riuscito a colpirlo con abbastanza forza da fargli perdere i sensi. L’abbiamo legato nella stanza che avevano usato per tenerla prigioniera e volevamo usare i suoi vestiti per mascherarla e farla scappare, ma abbiamo sentito del trambusto e siamo scese a vedere, solo per scoprire che eravate arrivati voi. Il resto lo sai”.

Basil continuò a guardarla, cedendo solo per un momento alla sorpresa, prima di tornare a rivolgere la sua attenzione al resto della stanza.

“Bene, ecco cosa faremo.”

FINE DEL CAPITOLO 

        

 

 

  
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