Film > Captain America
Segui la storia  |       
Autore: fantaysytrash    10/02/2020    3 recensioni
[Steve/Bucky + Bucky/Natasha | Introspettivo/Fluff/Slice of Life | Raccolta/Mini-long | Missing Moments | Canon Divergence | Otherverse | Multisetting] [Questa storia ha partecipato al contest “Di divinità e amore [II Edizione]” indetto da AleDic sul forum di EFP]
Tre momenti fondamentali della vita di Bucky il quale, rimettendo insieme i pezzi rotti del suo passato e ricordandosi delle due persone più importanti della sua vita, riesce a ritrovare anche l’amore per se stesso.
#1 – Philia: “Ciò che blocca Bucky a pochi metri dal campo, tuttavia, non è la sua forma imponente, ma il sergente che dondola a qualche centimetro dal suolo, tenuto sospeso dalle braccia possenti di quello che è chiaramente un suo sottoposto.”
#2 – Eros: “Così, quando viene trascinato sulla sedia, legato con pesanti cinte di cuoio, dimenandosi talmente poco che occorrono solo due agenti per tenerlo fermo, non spreca il poco tempo a disposizione tentando di fermare l’inevitabile, ma passa in rassegna tutti i ricordi migliori, l’ultima occasione di cogliere un po’ di serenità.”
#3 – Agape: “Quando ore dopo si ritrovano davanti all’enorme gola rocciosa, nemmeno le sue insicurezze riescono a impedirgli di irrompere in un sorriso sincero che, di conseguenza, fa triplicare quello di Steve.”
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Natasha Romanoff, Steve Rogers
Note: Missing Moments, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia non appartengono a me, bensì a Stan Lee e alla Marvel. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.

 

 

 

 

RECOLLECTIONS OF LOVE

#3 – A G A P E

 

Quando Bucky sta facendo del suo meglio per tornare a essere Bucky, viene sorpreso dalla gentilezza e dalla comprensione degli Avengers in più di un’occasione. Ne ha la conferma ultima esattamente tre mesi dopo aver ripreso ad andare in ricognizione per conto dello S.H.I.E.L.D.

La missione non sarebbe dovuta essere diversa dal solito e, sotto molteplici punti di vista, non lo è stata. Ma ogni volta che si trova sul campo, ogni volta che salva civili o elimina agenti HYDRA, Bucky non può fare a meno di sentirsi fuori posto.

In cuor suo, nonostante i numerosi e quasi monotoni discorsi di Steve, sa di non meritare davvero l’opportunità di lottare al fianco degli Avengers. Lui non è un eroe, non è un modello da cui prendere esempio, non è più nemmeno quello che tutti considerano Bucky. La maggior parte dei giorni si sente come un estraneo che indossa il suo volto e usa la sua voce, ma che è non è a tutti gli effetti la stessa persona. La dottoressa Cho sostiene che sia normale, che ci vorrà del tempo prima di poter tornare alla normalità, ma Bucky annuisce più per inerzia che per vera convinzione.

Tornato alla Torre insieme agli altri, tutto ciò che desidera è farsi un bagno caldo e dormire fino al prossimo millennio – a volte gli fa paura quanto questo sia vero, nonostante tutto – ma prima che riesca a svignarsela, viene richiamato nell’area comune da Clint.

“Che succede?” chiede. Clint fa un gesto sbrigativo e lo dirige verso il grande tavolo di legno vicino alla cucina, attorno al quale tutti gli altri Avengers sono radunati. La prima cosa che vede è il sorriso di Steve, e non può fare a meno di prendere nota di tutti i particolari che lo contraddistinguono. Da quando è tornato in sé – o almeno, tanto in sé quanto riuscirà mai a essere – trascorre intere giornate con Steve, spesso non interagendo con nessun altro. Ci sono giorni in cui ancora non crede che sia reale, come se all’improvviso potesse svegliarsi e ritrovarsi nelle grinfie dell’HYDRA.

Tony si schiarisce la gola. “Sappiamo che il nostro Capitano è uno spettacolo per gli occhi, ma non è quello che vogliamo mostrarti, Buckaroo.”

Bucky ha perso anni prima l’abilità di arrossire, ma sente ugualmente un certo calore mentre sposta lo sguardo su ciò che Tony sta indicando con fervore.

“Cos’è… quella?”

“Mi pare ovvio, no?” esclama Tony. “È la tua torta di compleanno!”

“La mia… torta di compleanno,” ripete Bucky piano, come se la nozione non avesse alcun senso compiuto.

“Oggi è il tuo compleanno, Buck,” spiega Steve dolcemente.

Bucky non può fare a meno di sbuffare; avrà pure avuto gravi problemi di memoria per… be’, anni, ma dopo mesi di recupero e guarigione, ha conquistato l’arduo obiettivo di sapere identificare i diversi giorni.

“Non capisco,” ammette.

Con la coda dell’occhio nota Clint e Natasha scambiarsi un’occhiata significativa – si chiede se anche lui e Steve appaiano così a uno sguardo esterno –, ma è Sam a rispondere.

“Oggi è il tuo compleanno, quindi ti abbiamo preparato una torta. Non mi sembra un concetto particolarmente difficile.” Nelle ultime settimane i due sono giunti a una particolare sorta di amicizia, inizialmente dettata dal volere comune di rabbonire Steve, ma che si è presto trasformata in un rapporto autentico. Sam comprende meglio di chiunque altro i sentimenti contrastanti che Bucky sta provando – è il suo lavoro, dopotutto – e, a differenza di chiunque altro, non lo tratta come se fosse una delicata scultura di ghiaccio. Bucky lo apprezza più di quanto avrebbe creduto possibile in passato.

Anche Natalia – o Natasha, come si fa chiamare ora – gli sorride, e Bucky sa che non sarà mai in grado di comunicarle quanto sia importante per lui, quanto sia vitale al suo processo di guarigione. Quello che c’è stato tra loro li ha salvati entrambi quando pensavano di essere insalvabili, e hanno deciso di mantenere il loro forte rapporto anche se non rivestono più il ruolo di amanti.

Riportato alla realtà da una leggera spinta da parte di Steve, Bucky riporta la sua attenzione sul problema attuale, ed è quasi tentato di chiedere per quale assurda ragione gli Avengers vogliano festeggiare il suo compleanno, ma già riesce a sentire le loro rassicurazioni su come tutti l’abbiano perdonato, e non crede di esserne pronto in quel particolare momento.

Così si limita ad annuire e lascia che gli altri si divertano per qualche ora, senza soffermarsi troppo sui suoi sentimenti contrastanti di gratitudine e colpevolezza.

“C’è un’altra sorpresa per te,” una voce famigliare gli sussurra all’orecchio. Quando si volta verso di lui, Steve sta sorridendo – ormai è difficile vedergli sul volto un’espressione diversa – e, quando gli rivolge uno sguardo interrogativo, l’altro lo conduce sul tetto della Torre.

“Forza, il Quinjet ci sta aspettando.”

 

Quando ore dopo si ritrovano davanti all’enorme gola rocciosa, nemmeno le sue insicurezze riescono a impedirgli di irrompere in un sorriso sincero che, di conseguenza, fa triplicare quello di Steve.

“Ho sempre desiderato vedere il Grand Canyon.”

“Lo so,” conferma Steve. “Una volta sono venuto da solo… Ricordo di aver disegnato il tuo volto e averlo mostrato alla luna, come se bastasse per realizzare il tuo desiderio.”

“Steve―”

“Scusa, questo è un giorno felice, non dovrei parlare del passato…”

Bucky lo guarda, pensieroso. “Grazie,” afferma poi. “Ma ora sono qui, niente più atti melodrammatici, va bene?”

Steve gli stringe la mano, ed entrambi traggono conforto nel massiccio corpo caldo dell’altro, prima di avvinarsi alla piattaforma di veduta sospesa nel vuoto.

Il tramonto illumina il profilo di Steve, e Bucky è colto dall’improvviso desiderio di baciarlo. Passano alcuni istanti prima che si ricordi che non c’è assolutamente niente che gli impedisca di fare esattamente ciò.

Ma quando si sporge verso l’altro, viene prontamente fermato da una presa decisa.

“Sei sicuro?” Lo sguardo sul suo volto potrebbe quasi essere considerato tenero, se solo non fosse avvolto da un’ala di malinconia e rassegnazione.

“Non ti devi sentire in debito con me, non vorrei mai costringerti a fare qualcosa contro la tua volontà.” Prima che Bucky possa intervenire, prosegue di fretta: “Voglio dire, so che le cose sono cambiate e so che potresti avere… altri interessi, non voglio dare niente per scontato.”

“Steve,” inizia calmo. “Sono letteralmente sopravvissuto a numerose torture e lavaggi del cervello, sfidando ogni legge fisica e temporale, solo per poterti raggiungere. Puoi chiedere al dottore magico, se preferisci, ma non credo esista un universo in cui io non scelga te.”

Bucky si avvicina nuovamente e questa volta Steve è troppo scosso per fermarlo. A un soffio di distanza, strofina leggermente i loro nasi e quando riprende a parlare sa che Steve può percepire il suo fiato sulla pelle.

“Steve Rogers, non credo tu sappia quanto tu significhi per me. Ti ho amato ancor prima di sapere cosa fosse l’amore, ti ho amato anche quando non ricordavo nemmeno il mio nome, ti amo ora, anche se so di non meritarti, perché tu mi fai sentire di poter essere egoista. Ti amo perché nessuno mi guarderà mai come fai tu, e nessuno mai mi convincerà di essere degno del tuo amore come fai tu ogni giorno.”

Steve sorride anche se alcune lacrime stanno minacciando di cadere sulle sue guance arrossate. Bucky le cattura prima che possano iniziare la loro discesa e posa un bacio leggero sulle labbra del compagno.

E sotto il cielo crepuscolare dell’Arizona, Bucky Barnes può dire di essere finalmente, inevitabilmente, irrevocabilmente a casa.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Captain America / Vai alla pagina dell'autore: fantaysytrash