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Autore: pampa98    13/02/2020    7 recensioni
Dal testo:
«Oh, Satana! Un sistema meno pericoloso di far guidare te lo troveremo senz’altro.»
«Non puoi saperlo, così come non sai che io non possa diventare un pilota provetto.»
«Lo so invece. Fine del discorso.»
Aziraphael sospirò. Si sporse verso di lui, prendendogli dolcemente una mano.
«Per favore, caro.»
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LEZIONI DI GUIDA



 
 
«Mi insegni a guidare?»
Crowley per poco non si strozzò con il suo caffè.
«Cosa hai detto?»
«Ahm... Vorrei imparare a guidare.»
«Per quale motivo?»
Aziraphael abbassò lo sguardo, imbarazzato.
«Be, caro, tu sei gentile a portarmi sempre in giro, ma ogni tanto mi piacerebbe poter ricambiare il favore.»
Crowley sbuffò.
«Non è necessario. E poi ti servirebbe una macchina se volessi guidare tu.»
Aziraphael gli rivolse un sorrisetto, proprio mentre Crowley aveva ripreso a bere.
«Che?! Ti si è rotta qualche rotella, Angelo? Tu non guiderai mai la mia Bentley!»
«Ma sarebbe uno spreco avere due macchine dal momento che ci spostiamo sempre insieme.»
«E a me va sempre di guidare, quindi il problema è risolto.»
«E se una volta non potessi?» replicò Aziraphael. «Se avessi bisogno di un cambio o ti sentissi male? Che faremmo in quel caso?»
«Faremmo un miracolo, magari?»
Aziraphael ci pensò su.
«Ahm... Sì, può essere un’idea. Ma se non potessimo?»
«Oh, Satana! Un sistema meno pericoloso di far guidare te lo troveremo senz’altro.»
«Non puoi saperlo, così come non sai che io non possa diventare un pilota provetto.»
«Lo so invece. Fine del discorso.»
Aziraphael sospirò. Si sporse verso di lui, prendendogli dolcemente una mano.
«Per favore, caro.»
 
Aziraphael, dopo aver spostato il sedile molto più vicino al volante, si sistemò felice al suo posto di guidatore. Crowley, ovvero il suo insegnante, si stava maledicendo da quando erano usciti dalla libreria.
«Ahm... Grazie per la fiducia che mi stai dando.»
«Sì, sì. Vedi di non fare danni, perché se trovo anche un solo graffio sulla mia macchina, Angelo...»
«Questo a che serve?» chiese Aziraphael, indicando un pulsante, intenzionato ad ignorare le inutili minacce del Demone.
«Serve per il ricircolo dell’aria, non ti interessa» tagliò corto Crowley. «Allora, sai quali sono i pedali?»
Aziraphael guardò sotto di sé e indicò verso i suoi piedi.
«Sai a cosa serve ognuno di quelli?»
«Ahm... Partire e frenare?»
Crowley gli fece un applauso.
«Complimenti. Sei un esperto di macchine proprio come lo sarebbe un bambino, anzi un neonato.»
«Avevi promesso che saresti stato gentile» replicò Aziraphael, seccato.
«Io non ho fatto nessuna promessa. Non puoi dirmi che non sono gentile, però: ti permetto di usare la mia adorata Bentley nonostante sappia che vi siano alte, altissime probabilità che tu me la distrugga.»
«Ahm... In quel caso basterebbe che facessi un piccolo miracolo» gli disse con un sorrisetto complice, che si spense subito quando si scontrò con lo sguardo di fuoco di Crowley. «Ovviamente non arriveremo a tanto. La tratterò bene. Anch’io tengo a lei, sai?»
Crowley alzò gli occhi al cielo. Accese la radio, lasciando che la voce di Freddie Mercury si spandesse per tutta l’auto sulle note di “Don’t stop me now”.
«Ho qualche dubbio a riguardo» disse. «Dai, ora prova a partire.»
Erano in un grande parcheggio deserto, perfetto per la pratica e anche discretamente sicuro. La zona era circondata da alberi, ma erano abbastanza lontani da far sì che Aziraphael non ci finisse dentro troppo facilmente.
«Be, che aspetti?»
«Ahm...»
Aziraphael aveva messo le mani sul volante, ma i piedi erano ancora a terra.
«Oh, per Satana! Devi premere l’acceleratore.»
«Sì, giusto...»
«Quello a destra. Muoviti.»
«Ci metto il piede sopra e premo?» chiese Aziraphael per essere certo di aver capito bene la procedura.
«No, lo schiacci con la testa.»
«Non sei divertente, caro» gli disse. Poi mise il piede destro sull’acceleratore e spinse fino in fondo. La macchina partì alla velocità che solitamente teneva Crowley. Il Demone però non ne fu felice.
«Ma che cazzo fai?»
«Guido.»
«Rallenta!» esclamò Crowley, tenendosi al cruscotto. «Rallenta, maledizione!»
«Ahm...»
«Gira, gira!»
«Insomma rallento o...?»
Aziraphael girò il volante, schivando per un soffio l’albero di fronte a loro.
«Frena, Aziraphael!»
«C-Come?»
«L’altro pedale!»
«Vado con il piede sinistro?»
Crowley ringhiò.
«No, idiota! Si usa sempre il destro.»
Aziraphael tolse il piede dall’acceleratore e lo premette sul freno, facendo inchiodare l’auto e rischiando di far sbalzare Crowley fuori.
«Ahm... Tu mi avevi detto di premere sull’acceleratore» disse, cercando di giustificarsi.
Crowley si tolse gli occhiali, passandosi una mano sul viso.
«Ma non fino in fondo! Ah, okay. Senti lascia perdere, ti porto volentieri io.»
«No.»
«Maledizione Angelo, sei tremendamente cocciuto.»
«Mi piacerebbe imparare, davvero. Credo che...» arrossì, «Credo che mi sentirei più vicino a te così.»
La rabbia e la disperazione di Crowley si dissolsero in un attimo. Il suo Angelo sapeva farlo impazzire con la stessa facilità con cui lo faceva sciogliere.
«Non ne hai bisogno. Dico davvero» disse più dolcemente.
Aziraphael lo guardò con i suoi grandi occhi.
«Un’altra prova sola?»
Crowley sospirò. Alla fine gliela dava sempre vinta.
«E va bene. Perdonami, amore mio» aggiunse, accarezzando la portiera dell’auto. «Ti sto facendo soffrire, lo so, ma diamogli un altro po’ di fiducia. Okay, piccola?»
«È inquietante il modo in cui parli con un’auto.»
«Zitto tu. È l’ultima occasione che hai, quindi vedi di non sprecarla. Sempre piede destro: destra vai, sinistra ti fermi. Pressione leggera su entrambi. Tutto chiaro?»
«Destra, piano. Ahm... Ci sono, sì.»
Crowley si aggrappò saldamente alla maniglia, prendendo un profondo respiro.
«Bene. Allora parti.»
 
Aziraphael parcheggiò la macchina davanti alla sua libreria. Era un pessimo parcheggio, ma avrebbe avuto tempo di impararlo.
Avevano impiegato meno di cinque minuti per arrivare al parcheggio e una buona mezz’ora per tornare, ma almeno la Bentley era tornata senza nemmeno un graffio. Crowley ne aveva controllato ogni centimetro per assicurarsene.
«Domani facciamo la seconda lezione?» chiese Aziraphael, entusiasta.
«Oh, no. Noi due siamo esausti, abbiamo bisogno di riposo» rispose Crowley, accarezzando la macchina.
«Ahm... Ma non sei tu quello che ha guidato.»
«No, io sono quello che doveva controllare che il guidatore riportasse me e la mia Bentley a casa sani e salvi. È stato molto faticoso, credimi.»
«Ma sono andato bene, no?»
Se non si consideravano i due semafori rossi presi in pieno, gli specchietti di tutte le auto parcheggiate che avevano incontrato intatti per pura fortuna e una vecchietta che aveva rischiato di finire sotto la loro auto, in effetti era andato piuttosto bene.
«Migliorabile» commentò Crowley.
«Naturalmente» Aziraphael batté le mani, euforico. «Non vedo l’ora di fare un’altra lezione.»
Crowley era felice di vederlo così allegro, ma avrebbe preferito che si fosse trovato un altro hobby, preferibilmente uno che non mettesse in pericolo la sua adorata compagna.
«Ahm... Grazie davvero» disse poi Aziraphael.
«Grazie a te per non aver distrutto l’auto.»
Aziraphael si sporse verso di lui, dandogli un bacio sulla guancia. Crowley non si aspettava un gesto simile.
«Ahm... Ti va di andare a cena?» chiese Aziraphael, rosso in volto.
Crowley gli sorrise, mettendogli una mano sulla spalla.
«Certo. Però guido io.»
 
 
 
   
 
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