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Autore: SSJD    14/02/2020    4 recensioni
Buon anno!
Rieccomi.
Giusto per chi non ne avesse avuto ancora abbastanza...
Tornano le mirabolanti avventure delle neonate famiglie Son e Brief...
Attenzione: La lettura può provocare irritazione, orticaria e qualche forma di allergia purulenta non ancora scoperta, se non sul pianeta Yadrak...
Buona lettura...
Se proprio dovete...
1. Il ritorno
2. Il ritorno 2: Speciale 8 Marzo
3. 2024
4. La Pazienza...
5. La Bastardaggine (speciale Natale)
6. Speciale S. Valentino (di confessioni, salvataggi e nuove supplenze)
7. Mia, tua, sua, nostra, vostra, loro.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goku, Goten, Vegeta | Coppie: Bra/Goten, Pan/Trunks
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Speciale S. Valentino (di confessioni, salvataggi e nuove supplenze)
 
 
Le guance arrossate e le dita delle mani infilate tra i tuoi capelli, la sua lingua che sfiora le tue labbra socchiuse e le accarezza regalandoti un brivido. Le cingi la vita con le tue mani forti ma delicate e le accarezzi la pelle salendo lentamente a sfiorarle i seni sodi, sotto una camicetta bianca fin troppo attillata.
Vi baciate. Il tuo bacino preme desideroso contro il suo.
La vista mi si appanna e l’immagine di voi due che vi spogliate è sempre più sfuocata. Lacrime gelide scendono lungo il mio viso e sento il cuore creparsi nel mio petto, fino ad esplodere. Rimango imbambolata a spiarvi, mentre le sue gambe, vestite di un paio di autoreggenti, abbracciano la tua vita e tu, senza staccare lo sguardo malizioso dai suoi occhi neri, la accarezzi, proprio come fai sempre con me, poco prima di farmi tua.
Sposti le mani sotto le sue natiche e fai aderire la sua schiena al muro alle sue spalle.
Lo stai davvero per fare, amore mio?
La baci e ti posizioni meglio tra le sue gambe infinite.
Pochi istanti e…
“NOOOOO!”
Urlo tutta la mia disperazione mettendomi seduta sul letto.
Sono sudata, appiccicosa e gli occhi sono davvero pieni di lacrime.
“Hey… principessa, vieni qui, calmati…” mi sussurra Trunks svegliatosi di soprassalto e sedutosi a fianco a me.
Mi abbraccia e non riuscendo a trattenere le lacrime, scoppio a piangere sul suo petto.
Mi accarezza i capelli e mi bacia sulla fronte cercando di rassicurarmi.
“Ssshhh, va tutto bene. Respira… capita a volte di fare brutti sogni…”
Cerco di seguire il suo respiro calmo e la sua voce calda che mi inebria il cervello.
Ok, è passato.
Cazzo, che merda di sogno però, ma cosa mi dice il cervello?
Faccio un sospiro e tiro su il moccio nel naso, con una grazia che della principessa non ha proprio nulla.
“Passato? Tieni, bevi un po’ d’acqua,” dice allungandosi verso il comodino per prendere la bottiglietta, che tutte le sere si riempie per la notte.
Ingurgito un paio di sorsi e mi sembra di essere tornata sulla terra.
Mi accarezza la guancia e mi sorride.
“Mi dici chi ti ha fatto incazzare così tanto?” mi chiede sorridendo.
“Ehm… veramente… tu…” confesso abbassando lo sguardo.
Povero, non è di certo colpa sua se la mia mente è fulminata.
“Io?” chiede basito.
“Ehm… sì. Stavi con una. Io vi guardavo da fuori, da questo squallidissimo rating giallo che ‘sto autore ci ha imposto e tu te ne stavi in ufficio con questa moretta, a fare cose a rating rosso… È stato terribile…”
Mi rivolge uno sguardo tristissimo. Ecco, l’ho ferito. Che stronza che sono.
“Scusa. Era meglio dimenticarlo e basta. Lo so che non lo faresti mai…” affermo davvero risentita.
Cala il silenzio. Trunks è pensieroso, lo vedo.
Passano istanti che sembrano minuti e domando:
“Trunks… tutto bene?”
“Com’era?”
“Com’era, cosa?” chiedo non capendo a cosa si stia riferendo.
“La lei del tuo sogno.”
“Boh... Mi assomigliava. Capelli neri, occhi neri… perché? Sai di chi sto parlando? La conosci davvero?” chiedo sentendo nel contempo il mio cuore saltare qualche battito.
“Merda,” commenta Trunks alzandosi velocemente dal letto.
Si infila i pantaloni della tuta e corre al piano di sotto.
Torna poco dopo con in mano una cartellina di cartoncino color carta da zucchero. La apre, gira un paio di fogli contenuti al suo interno, per poi prendere un documento e consultarlo.
“Trunks?” richiamo la sua attenzione.
Mi consegna il foglio e mi chiede:
“È questa?”
Abbasso lo sguardo e osservo la foto graffettata sul pezzo di carta che ho in mano.
Immediatamente gli occhi mi si riempiono di nuovo di lacrime.
“NOOOO!” esclamo rimettendomi a piangere come una deficiente.
“Non è lei quella che hai sognato?” mi chiede un po’ stordito.
“SÌÌÌÌ!” e giù altro litro di lacrime.
“Pan, ascolta. È lei o non è lei? È importante che lo sappia, ti prego!” mi supplica cingendomi il viso tra le mani.
Faccio cenno di sì con la testa, poi mi faccio coraggio e chiedo:
“Chi… chi è? Come la conosci? Voglio dire… non come la conosci nel senso di “a che livello la conosci”, ma come la conosci nel senso di “da dove arriva la sua conoscenza”, ovviamente non su di te…”
Alza un sopracciglio perplesso e mi chiede:
“Hai fumato qualcosa da Goten, ieri sera?”
“Eh eh… un pochino, poco… Ma sul serio, Trunks, mi dici chi è?” insisto.
Sto impazzendo.
“È una della candidate a sostituire Miss Kari, la mia segretaria, che il mese prossimo andrà in maternità,” mormora, per poi proseguire: “Dovrebbe venire domani per un colloquio… si chiama Mai… Epoimai, se non sbaglio. Che razza di nome…”
Abbassa di nuovo lo sguardo pensieroso.
Qualcosa lo turba, lo sento.
“Trunks… devi dirmi qualcosa?” chiedo deglutendo il niente, con il cuore in gola.
“Non voglio stare male di nuovo…” mormora mestamente.
“Di nuovo?” chiedo supplicando una spiegazione.
“Sì, è già capitato… due volte.”
“Capitato cosa?”
Mi sembra di morire, ho bisogno di sapere! Dannazione, scrivi più veloce, benedetto autore!
(NA: ‘Oh! Calmina, Pan! Sto scrivendo più veloce che posso!’)
“Cosa, Trunks!” insisto di fronte al suo silenzio.
“Quando una donna ci prova con me, ecco… non riesco a controllarmi. A una, una volta, ho quasi rotto un braccio e mi sono fermato solo perché siamo in due a gestire questo corpo e una parte di me riesce a essere più razionale, quando ce n’è bisogno… Un'altra volta, non ero ancora unito a Mirai!Trunks, se non ci fosse stato Goten a fermarmi, stavo quasi per uccidere una…”
Spalanco la bocca e gli occhi allucinata. Perché non ho mai saputo nulla di tutto ciò? Gli dono una carezza sul viso e, come rassicurato dalla mia comprensione, prosegue:
“Poi però succede che sto malissimo, perché ovviamente pensare anche solo di far del male a delle terrestri innocenti mi fa accapponare la pelle. Per questo dico che non voglio stare male di nuovo e mi chiedo: se questa Mai ci provasse davvero con me, come faccio a gestire la cosa, senza provocarle seri danni? Senza contare che le due volte precedenti in cui sono stato ‘attaccato’, subito dopo sono dovuto venire da te e… sfogarmi,” confessa abbassando lo sguardo imbarazzato.
“E quando sarebbe successo, scusa?” domando incuriosita dal fatto di non essermene mai accorta.
“All’addio al celibato di Goten e… un’altra volta… anche.”
“Quando abbiamo fatto quasi tutto, la prima volta?”
“Ehm… sì…”
Sarò stata anche ubriaca, ma me lo ricordo bene, quel primo incontro. Trunks, nonostante il tasso alcolico probabilmente più alto del mio e l’incazzatura di cui mi ha appena parlato, era stato perfetto e aveva mantenuto un autocontrollo ineccepibile.
Ora sono ancora più curiosa di sapere a quale altra volta si stia riferendo.
“E la seconda?” domando tentando di mostrarmi indifferente.
“Ehm… preferisco non parlarne…”
Spalanco gli occhi, come sarebbe a dire?
Le lettrici sanno qualcosa su Trunks che io non so?
Non è accettabile.
“Alla festa della donna, un paio di anni fa, ho quasi fatto sesso con tuo papà.”
Le parole mi sono rotolare fuori dalla bocca, come se non potessero più essere conservate nella mia memoria.
“Siamo stati entrambi malissimo. Ci ha salvato Goten…”
Mi guarda stranito.
“Cosa è successo?” mi chiede con una voce tremante.
“Niente, era colpa della luna piena. Abbiamo risolto con una scazzottata memorabile. Poi sono tornata a casa e c’eravate voi due… il seguito non lo posso raccontare, sempre a causa del rating… maledetto autore. Ora mi dici quando è stata la seconda volta?”
“Quando abbiamo concepito i gemelli,” risponde.
Cala il silenzio.
Sapevo che quella volta c’era qualcosa di diverso dal solito. Pensavo che fosse a causa dell’episodio di gelosia verso CJ, ora capisco cosa ci fosse effettivamente sotto.
Passa qualche minuto, credo che entrambi stiamo cercando di assimilare quanto appena appreso. Dobbiamo ancora risolvere il problema principale: Miss Epoimai.
“Devi farli per forza tu i colloqui?” chiedo ingenuamente rompendo il silenzio.
“No, ma preferisco sceglierla da me la sostituta di Miss Kari, e non far decidere qualcun altro su chi deve lavorare con me…”
In effetti, non ha tutti i torti.
Rifletto qualche secondo.
Capisco la sua paura, a questo punto che il mio sogno sia premonitore o meno non ha molta importanza, Trunks sarebbe comunque a disagio in presenza di questa donna.
Qualche istante dopo, un flash mi attraversa il cervello.
“Trunks, ho la soluzione, ma ti devi fidare di me, ok?”
“Sì? E sarebbe?” domanda stupito.
“Lo vedrai. Ora non pensare più ai colloqui di domani, e risolviamo la faccenda di cui mi hai parlato.”
“Faccenda?”
“Non esiste voler uccidere chiunque ci provi con te, capisci? E non è nemmeno giusto starci così male!”
“Sì, ma se uno dice no, è no, ti pare?”
“Vero… ma ricordi quando eravamo su quel pianeta? La prima volta che ti ho baciato? Ricordi cos’altro volevo fare? Anche lì era un no, un no e basta… eppure non mi hai disintegrata!”
“Certo, tuo nonno mi avrebbe ucciso! E poi ti amavo, anche se eri una piccola impertinente…”
“OK, allora sfruttiamo questo MERAVIGLIOSO rating giallino per sistemare la tua paura di essere ‘attaccato’ sessualmente da delle indifese terrestri, che nulla possono davanti al tuo indiscutibile fascino…” dico avvicinandomi a lui e parlandogli praticamente attaccata alle labbra.
“Prendi per il culo? Guarda che sto davvero male per il fatto di non riuscire a controllarmi. Mi manca il respiro e sudo e…
“Ssshhh, lascia fare a me, Brief…” lo interrompo tappandogli la bocca appoggiandogli l’indice sulle labbra.
“Cos’hai in mente?”
“Fidati.di.me.”
“Dimmi solo che non chiamerai Goten, ti prego…” mi supplica.
Per amor del cielo, sarebbe l’ultima persona che interpellerei per risolvere questo problema.
“Non ne ho la minima intenzione,” lo rassicuro.
“Ok, cosa devo fare?” mi domanda più rilassato.
“La domanda giusta è cosa NON devi fare… Vestiti come se stessi andando a lavoro e aspettami nel tuo studio. Dammi un minuto.”
Prendo la cartellina di cartone e mi infilo nel bagno. Mi pettino e mi trucco esattamente come Miss Mai Epoimai. Non è così, difficile, ci assomigliamo molto. Mi infilo una camicetta bianca, simile a quella che le ho vista indossata nel sogno e una gonna che mi fascia i fianchi. Autoreggenti, tacco dodici… Ok, sono pronta.
Azzero la mia aura ed esco dal bagno. Scendo le scale e busso alla porta dello studio.
“Avanti!”
Entro.
Trunks mi guarda.
“Ma cazzo…” il suo unico commento.
“Buongiorno, signor Brief, sono venuta per il colloquio.”
“Scherzi, vero?”
“Per niente, sono Miss Epoimai, vedo che è passato subito a darmi del tu… effettivamente abbiamo la stessa età, per cui non ci vedo nulla di male…”
Dico porgendogli la mano.
Mi guarda perplesso per qualche secondo, ma poi, forse incuriosito dal mio metodo, decide di stare al gioco. Assume un’aria molto professionale e, dopo essersi aggiustato il nodo della cravatta, allunga la mano per stringere la mia.
“Prego, si accomodi, Miss Epoimai.”
Fa un sorriso e si siede a sua volta sulla sua poltrona al di là della scrivania.
“Questo è il mio curriculum,” dico consegnandogli la cartellina di cartone con il fascicolo relativo alla vera Miss Epoimai.
Mi schiarisco la voce e continuo:
“Ho sempre lavorato come segretaria per re Pilaf, fino alla sua misteriosa scomparsa. Sono molto qualificata, so usare il PC, parlo diverse lingue, preparo un ottimo caffè…
Sorride.
E poi si chiede perché gli vogliano saltare tutte addosso. Nemmeno si rende conto di quanto sia affascinante. Mi ricompongo e aspetto un commento che non tarda ad arrivare.
“Con questo curriculum potrebbe trovare un lavoro molto più stabile che una semplice sostituzione di maternità. Cosa l’ha spinta a presentarsi?”
“Penso che arricchire il mio curriculum con un’esperienza lavorativa con lei… voglio dire, alla Capsule C. sarebbe molto importante, per il mio futuro lavorativo,” affermo tenendo gli occhi fissi nei suoi.
“Perfetto, direi che può andare, c’è un contratto di riservatezza da firmare, lo sa? Spero non sia un problema…”
“Affatto, non direi niente comunque, anche senza contratto. Soprattutto su cosa potrebbe succedere qui dentro…”
commento con un tono estremamente sensuale.
Lo vedo irrigidire la mascella e percepisco un leggero incremento della sua aurea. Se dovessi definire il suo stato d’animo direi irritato.
Mi inumidisco le labbra e fisso i miei occhi nei suoi, dallo sguardo molto simile a quello di suo padre.
“Dunque? Le interes…
Alza una mano, per invitarmi a smettere di parlare.
Chiude gli occhi e sospira.
Ignorando l’aumento esponenziale della potenza della sua aurea, mi alzo, giro attorno alla scrivania e vado a sedermi sul bordo a fianco alla sua sedia.
Prendo la sua cravatta tra le dita e mi metto a giocherellare con i due lembi.
“No!” mi ordina allontanando elegantemente la mia mano dalla sua cravatta.
Alzo un angolo della bocca in un sorrido che non può vedere, visto che ancora tiene gli occhi chiusi.
La mia interpretazione sta funzionando alla grande e quindi anche il mio piano. Non poteva essere altrimenti, visto che l’ho elaborato io e non Goten…
Mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro un molto sensuale:
“Allora? Le piaccio, presidente?”
Ops, forse ho esagerato. In un attimo mi trovo con le spalle al muro e la sua mano a fasciarmi il collo. Due occhi verdi fissi nei miei e lo sguardo truce.
Non mi sta facendo male, e non perché sono una sayan. Con la quantità di forza che sta usando, non farebbe del male nemmeno a una terrestre.
“Ho detto di NO! È chiaro?” chiede con un tono davvero intimidatorio.
Ora, non penso affatto che la signorina Mai Epoimai sarebbe così stupida da insistere, ma voglio che Trunks arrivi al limite e riesca a controllarlo. Alzo un angolo della bocca in un sorriso malizioso e lo provoco di nuovo:
“Uh! Le piace comandare… non si faccia problemi, sono moooolto disponibile…”
Sento quasi lo scricchiolio dei suoi denti. Il suo respiro diventa irregolare.
Controllati, Trunks, so che lo puoi fare!
Allungò una mano e gli accarezzo il petto, in modo molto, molto sensuale.
In tutta risposta, lui si allontana dal mio corpo e, senza nemmeno guardarmi negli occhi, mi dice:
“Se ne vada, per favore. Ho bisogno di una segretaria, non di un’amante.”
Prendo la mia cartellina sulla scrivania ed esco dallo studio.
Sciolgo leggermente la coda perfetta che mi ero acconciata e parte dei capelli mi ricadono sulle spalle. Mi levo le scarpe, riaggiusto l’aura ad un livello molto zen e busso di nuovo alla porta.
“Che c’è?” chiede con una punta di nervosismo.
Entro.
Gli faccio un sorriso, per tentare di calmarlo.
Capisco di esserci riuscita quando vedo i suoi occhi tornare azzurri e la sua aura placarsi improvvisamente.
“Trunks… tutto bene?”
“Sì, credo di essere riuscito a controllarmi, questa volta. Non ti ho fatto male, vero?” domanda come per accertarsi di ricordare tutto a dovere.
“No, sei stato… grande! Come ti senti? Voglio dire… senti di volerti sfogare anche questa volta… su di me?”
Alza lo sguardo e fa un sorriso malizioso.
“Sto bene. Ho capito che l’unico modo per non disintegrarla era allontanarla da me. Ma sbaglio o la tua è più una supplica che un vero interesse a sapere come mi sento? Quante possibilità vuoi che abbiamo con ‘sto schifo di rating?”
Faccio spallucce, a S. Valentino a chi vuoi che freghi dello sforamento del rating?
Mi avvicino.
Lo raggiungo dietro alla scrivania.
Gli accarezzo il viso e poi il braccio fino giù alla mano, che prendo nella mia, invitandolo ad alzarsi.
Mi asseconda e mi appoggio con la schiena al muro. Lo tiro verso di me prendendolo per la cravatta, che poi iniziò a slacciare con molta, molta calma. I miei occhi sono fissi nei suoi e cerco d’intuire cosa abbia in mente.
Gli sfilo la cravatta e la getto a terra.
Gli slaccio la camicia, un bottone per volta.
Mi lascia fare, mantenendo le mani sui miei fianchi e facendomi piccole carezze coi pollici sulla pelle sotto la camicetta che indosso. Finisco di slacciare tutti i bottoni e gli levo la camicia, che lasciò cadere a terra, vicino alla cravatta.
Ora è il turno dei pantaloni. Una volta aperta la cintura e slacciato il bottone e la zip, cadono a terra senza ostacoli.
Abbasso lo sguardo e arrossisco:
“Brief, sei venuto a lavoro senza boxer…”
“Sarebbero stati inutili comunque, visto cosa mi stai facendo.”
“Non gradisci?” domando dipingendomi in faccia un finto broncio.
“Voglio vedere dove vuoi arrivare.”
Gli sorrido.
Mi slaccio la gonna e la lascio scivolare a terra.
Ora è lui ad abbassare lo sguardo, ma senza arrossire.
“Anche tu hai scordato di mettere gli slip, Pan.”
“Non li ho scordati…”affermo maliziosa.
Poi mi avvicino alle sue labbra e gli chiedo: “Posso baciarti, Trunks?”
“Puoi farmi tutto ciò che vuoi, sono solo tuo.”
Sposto le sue mani sotto le mie natiche e avvinghio le mie gambe alla sua vita.
Con la lingua lecco le sue labbra socchiuse e infilo le mie dita nei suoi capelli glicine.
Avvicino il mio bacino al suo e lascio che il resto del mio sogno premonitore venga da sé.
“Ti amo, Trunks.”
“Anche io, ti amo, Pan. Buon S. Valentino.”
Gli sorrido.
“Il mio regalo arriva domani.”
“Grazie, ma ho già avuto il mio regalo… Sono calmissimo e sto davvero bene.”
“Lo so, lo sento. Andiamo a letto a finire questo capolavoro?”
“Sì.”
Così come siamo mi riporta in camera da letto.
Domani andrà tutto bene, ne sono sicura.
 
***
 
“Heylà, ciao Pan! Grazie che mi hai fatto chiamare per questo lavoro! Ne sono entusiasta!”
“Mi scusi, ma io non mi chiamo Pan, sono Mai, Mai Epoimai.”
“Eh? Ma che razza di nome! Ti garantisco che assomigli davvero a Pan, certo più elegante e… donna, ma sembri una sua sosia! Ti hanno mandato da un’agenzia per fare da supplente a Pan per un periodo?”
“Veramente dovrei sostituire una certa Miss Kari, che fra poco prenderà un periodo di pausa per la maternità…”
“Ma dai… io sono qui per lo stesso identico motivo! Allora faremo il colloquio assieme! Che bello! Certo che più ti guardo e più ti vedo uguale e spiaccicata a Pan, sicura di non conoscerla?”
“No, affatto, chi sarebbe?”
“Come chi sarebbe, la moglie di Trunks!”
“Capisco, no, non la conosco.”
“Può entrare, Miss Epoimai, il presidente l’aspetta.” La informa Miss Kari, da dietro la sua scrivania che dà sulla piccola sala d’aspetto.
Mai bussa ed entra.
Non passano nemmeno cinque minuti, che la vedo uscire con la sua cartellina del curriculum tra le braccia e lo sguardo basso e incazzoso.
“Mi sa che tocca già a lei, prego, entri pure.”
“Ok.”
Entro nell’ufficio e trovo Trunks in piedi, davanti alla grande vetrata a guardare fuori.
Mi schiarisco la voce, per richiamare la sua attenzione.
“Prego, si segga pure.” dice senza nemmeno degnarmi di uno sguardo.
Mi accomodo sulla poltroncina davanti alla sua scrivania.
Passa un po’ di tempo, istanti o forse minuti.
“Posso suggerire di bere un bicchiere d’acqua? Fa sempre bene per scacciare il nervosismo…” dico intuendo una sorta di malessere che aleggia nella stanza.
A quelle parole finalmente si volta e mi guarda.
Sul suo volto compare un sorriso raggiante e i lineamenti si rilassano immediatamente.
Mi alzo e vado verso il minibar che ho notato in un angolo sulla mia destra, dietro ad una pianta della felicità che avrebbe decisamente bisogno di cure.

Prendo una bottiglietta d’acqua dal frigorifero e gliela porto, accompagnata da un bicchiere.
“Grazie. Gradisci qualcosa anche tu?”
“No, sto bene, la signorina qui fuori mi ha offerto un tè, poco fa. Non ho fatto in tempo a finirlo perché la candidata prima di me ci ha messo pochissimo tempo per il colloquio…” dico leggermente curiosa di sapere cosa sia successo.
“Sì… ehm… diciamo che cercava un altro tipo di lavoro… vieni, sediamoci nel salottino, staremo più comodi.”
Mi siedo su una poltroncina con di fronte un tavolino in legno.
Trunks va alla porta e chiede alla sua segretaria di portarmi un tè, dopodiché richiude la porta e viene a sedersi sulla poltroncina a fianco alla mia.
“Ti prego, dimmi come hai saputo di questo posto! Sono molto curioso. È stata Pan, vero?” mi domanda sorridente.
“Credo di sì. Stamattina prestissimo mi ha telefonato Goten, ha detto che anche io avevo diritto di fare da supplente a qualcuno. Pan lo aveva chiamato per chiedere se poteva venire lui qui, ma ha detto che gli sarebbe piaciuto, ma fra poco c’è la raccolta, non può cambiare di nuovo i turni con gli allenamenti con Vegeta, poi c’è il calcetto e Bra… Insomma, ha detto a Pan che non aveva tempo, ma che avrebbe trovato una soluzione. Mi ha chiesto di venire a vedere se posso sostituire la tua segretaria per qualche mese… ne sarei estremamente felice. Spero di esserne all’altezza, anche se Goten ha aggiunto che, essendo di altezza inferiore a Miss Kari, non era sicuro che potessi andare bene… Tutto a posto? Mi sembri… non so… emozionato?” chiedo cercando d’intuire il suo stato d’animo indecifrabile.
Mi guarda per qualche secondo e poi con un tono speranzoso mi domanda:
“Oh, tu non puoi immaginare quanto io sia felice di averti qui. Sarebbe la cosa più bella del mondo se potessi prendere il posto di Miss Kari per qualche mese. Se il carico di lavoro fosse troppo, non devi fare altro che dirmelo, sono il presidente e posso decidere di ridurre gli orari a chi voglio, senza nessun problema. Te la senti di cominciare già da oggi? Potresti fare un periodo assieme a Miss Kari che può darti qualche dritta su come ottimizzare il lavoro e renderlo meno pesante. Cosa ne pensi? Mio dio, sono così felice che ho voglia di abbracciarti, posso?”
Gli sorrido e faccio cenno di sì con la testa.
Mi fa alzare e mi abbraccia forte.
Troppo forte.
“T-Trunks… non re-spiro…” riesco a dire per farmi liberare dalla sua presa.
“Scusa… è che non posso credere di aver trovato un supplente perfetto per Miss Kari!”
“Allora è confermato? Posso lavorare qui per qualche mese?” chiedo per avere conferma che tutto sia sistemato.
“Ma certo! Come ti ho detto, se vuoi, puoi iniziare già da oggi!”
“Ehm… se non ti dispiace, inizierei più volentieri settimana prossima. Oggi è S. Valentino e Goku mi ha promesso che, dopo gli allenamenti con tuo papà, mi porterà fuori a cena…”
 
 
***



N.A.: Buon S. Valentino a tutti!
Perdonate la lunghezza, ma quando ci sono di mezzo Pan e Trunks(i), non riesco ad accorciare, nemmeno volendo. Mi spiace per Mai Epoimai, che non ha avuto un S. Valentino felice. Ma è giusto che finisca in qualche rating rosso con qualcuno che sa davvero apprezzarla. Qui non c’è proprio trippa per gatte (morte).
Auguri a tutti gli innamorati e a tutte le persone che si vogliono bene! Peace and love!
Alla prox!
SSJD

 
   
 
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