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Autore: CrispyGarden    14/02/2020    5 recensioni
Che poi, i dolci non sono “sani”, lo sai, ma avere le mani in pasta è confortante. Ti fa pensare. Ti dà il tempo di rimestare i tuoi pensieri mentre mischi gli ingredienti e imbratti di cacao e uova il piano della cucina. E in più sono per festeggiare san Valentino. E no, non per “la festa degli innamorati gné gné gné”, ma per i tuoi amici.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elucubrazioni su teglia

 
Non fai dolci da secoli. Tra l’università, gli impegni e i lavoretti occasionali; ti sei dimenticato addirittura che ti piace cucinare. Cosa non da poco a dirla tutta. Un tempo almeno avevi un’alimentazione bilanciata, ora la tua dieta è affidata al caso e a una strana combinazione di gola, sensi di colpa e incidenti fortuiti.
Arricci il naso, disponendo gli ingredienti sul tavolo e accertandoti per la quarta volta di non aver dimenticato niente. Che poi, sei abbastanza sicuro di aver mangiato tre varianti diverse di patatine in cinque giorni consecutivi e non pensi che sia qualcosa di cui andare fiero. Almeno ti consoli dicendoti che hai fegato. Letteralmente. Ma per quanto ancora ce l’avrai? Quella è la vera domanda.
 
Tagli a tocchetti il burro e il cioccolato, lanciando uno sguardo veloce alle lancette dell’orologio; hai tempo, ma non troppo. Sai perfettamente di essere stato giusto un pelino borioso con i tuoi coinquilini quando gli hai decantato i tuoi programmi per la giornata. Puoi quasi vedere la tua to do list, con tanto di quadratini belli grossi da spuntare, a pochi centimetri dalla tua faccia. Fluttua lì e ti ripete sempre la stessa cantilena, pregando che tu le dia ascolto. Annaffia le tue piante, prepara i biscotti per san Valentino, aspira via i coniglietti di polvere che si sono annidati sotto il tuo letto, vai a prendere i tuoi amici in stazione, maledici tutti perché non hai ancora studiato per la stramaledetta tesi, corri al pub dove ti aspettano gli altri per la cena e “non sia mai che ti dimentichi i biscotti. Dopo tutta ‘sta fatica!”.
 
Che poi, i dolci non sono “sani”, lo sai, ma avere le mani in pasta è confortante. Ti fa pensare. Ti dà il tempo di rimestare i tuoi pensieri mentre mischi gli ingredienti e imbratti di cacao e uova il piano della cucina. E in più sono per festeggiare san Valentino. E no, non per “la festa degli innamorati gné gné gné”, ma per i tuoi amici. Devi ringraziarli per troppe cose e, a volte, è più facile prenderli per lo stomaco piuttosto che parlargli. A volte parlare non ti riesce così tanto bene. Non come vorresti almeno.
Sibili furente quando una presina decide di tuffarsi nella pentola dell’acqua calda con tanto di frontflip giusto per prenderti per il culo. La ripeschi, strizzandola forte prima di riagganciarla alla parete.
 
Non è la prima volta che festeggi san Valentino in questo modo però.
Lasci fondere il cioccolato, mentre prendi a sbattere il composto per i biscotti. Il braccio ti fa un po’ male per il movimento ripetitivo, ma il silenzio della cucina, scandito solo dallo sbattere delle uova e dai tuoi pensieri ha un che di catartico.
Chissà se William se lo ricorda, quel san Valentino.
Quanti anni sono passati? Cinque? Sei? Nella tua mente è tutto un po’ annebbiato. Vorresti un po’ scrivergli. Ma in fondo sai che se lo ricorda, non ha cancellato tutto. Non ha semplicemente disintegrato ogni ricordo di te. O almeno te lo auguri.
E poi, scrivergli per dirgli cosa?
“Ti ricordi quando abbiamo portato i cioccolatini ai nostri amici per san Valentino? Ma che figata è stata? Ma che persone adorabili siamo state? E dire che quelli manco ci cagavano sul serio.”No. Non aveva senso.
Sarebbe assurdo. Poi le parole ti sfuggirebbero di mano, è un rischio troppo, troppo grosso; non puoi. E poi è
un po’ tardi, no?
Ma ormai sono lì, tutte le parole non dette, sono un fiume che preme insistentemente contro le tue labbra.
 
Versi piano il cioccolato fuso nel composto, concentrandoti più sul tenere serrate le labbra che altro.
Ti ricordi quanto eravamo inseparabili? Quando eravamo tu ed io contro tutti? Che poi che cazzo ci facevamo io e te contro tutti? Che cosa pensavamo di fare esattamente? Due ragazzetti iracondi che si chiudevano nel loro mondo e che lo avrebbero difeso con le unghie e con i denti. Eravamo stupidi e forse un po’ troppo soli. E guarda dove siamo andati a finire adesso.
Io contro te.
Io senza di te.
Io e te, nel mondo, distanti.
Il tempo è andato avanti, ma un pezzettino di te l’hai lasciato dietro, bloccato a quasi cinque anni fa, quando c’era solo una persona lì che ti fermava dall’autodistruggerti.
 
Che poi, prova a dirglielo adesso che a volte ti manca. Che ti manca la complicità, l’intesa, quel legame che avevi con lui e nessun altro. Prova a spiegargli che adesso ti saresti comportato diversamente, ma che comunque non ti penti delle tue azioni perché il te stesso di adesso è una diretta conseguenza di quello che eri prima e delle scelte che hai compiuto che fossero con lui o contro di lui.
Rimesti l’impasto dei biscotti, sospirando.
Non puoi. Non puoi dirgli niente.
Il fiume strepita dagli argini, ma serri la mascella ancora di più.
Non puoi scrivergli, non puoi parlargli.
Eri il mio migliore amico.
 
Versi il composto sulla teglia, distanziando bene le palline di impasto.
Adesso di amici stretti con cui parlare ne hai tanti. Non ti piace metterli in scala di importanza, difficile dire chi dovrebbe essere il “migliore”. Migliore in cosa, poi? Sono tutti lì, diversissimi tra loro, ma equamente importanti. Si sono insinuati sotto la tua pelle e dentro il tuo cuore fin troppo in fretta e pensi che anche questo sia un po’ grazie a o per colpa di William. Un tempo non sarebbe stato così facile, ma sei un po’ cambiato da allora. Ci pensi spesso, a come tutto sia cambiato e come tu sei cambiato. Pensi anche a cosa gli diresti se solo avessi l’occasione di parlargli con calma e davvero.
 
Probabilmente gli sbofonchieresti qualcosa tipo: “hey, guarda che sono sempre lo stesso”. Il che è vero. Ti chiedi se la familiarità lo metterebbe a suo agio o no.
Vorresti ribadirgli che se inciampi per strada mentre cammini, poi ti guardi attorno con aria circospetta proprio come facevi un temp o a volte ti esalti troppo per cose stupide e gridi, sempre provando quello stupido bruciore alla faccia e alle spalle e al resto del corpo perché ti senti un coglione subito dopo. Fai ancora fatica a controllare le emozioni e, quando ti arrabbi, vorresti spaccare tutto e a volte non riesci a trattenerti e devi prendere a pugni qualcosa finché le nocche delle mani non sono tutte rosse, gonfie, piene di graffi e le dita non ti tremano. Sei sempre lo stesso: preferisci prendere mezzi di trasporto pubblico sozzi e ripugnanti piuttosto che guidare la macchina da punto A a punto B, e incespichi ancora sulle tue parole quando la fila alle casse va troppo veloce e la cassiera ti chiede se vuoi una busta. E soprattutto, ti ritrovi ancora a parlare in inglese quando ti senti schiacciato sotto il peso dei tuoi sentimenti: è la tua lingua scudo e sempre lo sarà. Chissà se anche per lui è ancora lo stesso.
 
Il timer del forno suona. Tempo scaduto.
Sforni gli stupidissimi biscotti di San Valentino, bestemmiando pure perché porca troia, la presina è bagnata e la teglia è calda, ma col cazzo che li fai cadere i biscotti! E sembrano pure belli. Belli, buoni. Un bel gesto per dire alle persone che ami: “Grazie per essere qui, grazie per essere miei amici e per sopportarmi anche se sono un disastro di uomo”. E ti maledici un pochino mentre passi le dita sotto il getto dell’acqua fredda perché, accidenti, un biscotto vorresti darlo anche a lui.
 
 
Note dell’autrice:
Non pubblicavo su questo sito da nove anni e non pensavo di certo di tornarci così, con una falsa storia di san Valentino. Eppure eccomi qui. Questa storia – Teglia, per gli amici – la dovevo a una persona da fin troppo tempo. Inizialmente doveva essere una fanfiction orrenda e super smielata di Soul Eater, ma i tempi sono cambiati e volevo comunicare qualcos’altro. Tutto qui.
Grazie a chiunque sia capitato qui e abbia letto questo pezzo anche solo per sbaglio.
I biscotti comunque li ho fatti sul serio ;)
  
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