Gli eserciti erano schierati, gli stendardi garrivano nel vento caldo e le lance splendevano nella luce del sole di mezzogiorno.

Da una parte c'era l'Impero del Quadrato, il regno più anziano e vasto. La loro bandiera era formata da quattro triangoli, due neri, uno rosso e uno verde, con al centro il simbolo di un ombrello aperto. L'Impero era formato da quattro grandi nazioni che avevano trovato un punto di accordo: i MariChat, i LadyNoir, i Ladrien e gli Adrinette.

Cambiava la combinazione, ma la coppia era sempre quella.

Opposti a loro si trovava il regno della Lukanette, il cui simbolo era una coccinella in campo verde e un cobra in campo rosso. Erano un regno estremamente recente ma aggressivo, che in pochissimo tempo aveva conquistato buona parte delle terre di Fandomia con una politica di guerra spietata. Le sue spie avevano sovvertito le città dall'interno, insinuando il dubbio con foto, video musicali, canzoni e le peggiori di tutte, le fanfiction.

I generali di entrambe le fazioni alzarono le armi e qualcuno suonò un corno, e la battaglia cominciò. Le truppe caricarono nella pianura, gridando, mentre le linee si avvicinavano sempre di più. Si scontrarono gli uni contro gli altri con la potenza di una tempesta, mentre arcieri e catapulte facevano piovere morte dal cielo da entrambe le parti.

L'esercito del Quadrato era più vasto, contando decine di migliaia di soldati, ma la Lukanette era molto più aggressiva e violenta, armata fino ai denti. La prima linea si trasformò rapidamente in un bagno di sangue, mentre i soldati del serpente e della coccinella si spingevano nei ranghi nemici.

L'Impero però non si arrese così facilmente. Avrebbe lottato con le unghie e coi denti, e serrando gli scudi bloccarono gli avversari, mentre gli alti preti del culto elencavano tutti gli episodi dove il Quadrato aveva luogo. Tuttavia pochi soldati Lukanette subirono l'influsso di quella magia corruttrice, e solo una manciata si trasformò, rivoltandosi contro i propri ex compagni.

A loro volta gli assalitori inviarono decine di droni aerei con delle tv a schermo piatto, mostrando gli episodi più significativi della Lukanette, e appena li videro molti soldati della Legione strillarono e piansero, gettandosi a terra e cominciando a dimenarsi, implorando la morte. Alcuni però vennero convertiti e si unirono all'esercito nemico.

La situazione si stava scaldando, ma lo scontro era ancora agli inizi.


 

La battaglia durava ormai da diverse ore. Le forze di entrambe si erano ridotte, ma erano ancora abbastanza numerose da durare per tutta la notte, mentre il sole si abbassava all'orizzonte.

L'assalto dei Lukanettiani penetrò a fondo nelle linee imperiali, tanto che i generali furono costretti a suonare il corno e richiamare l'aiuto del loro recente alleato.

Un portale temporale si aprì di fianco agli eserciti, e una nuova armata entrò in campo. Erano cavalieri in groppa a enormi felini dal pelo color neve, con armature e stendardi bianchi e azzurri, rappresentanti un campanello bianco. Erano relativamente pochi, solo 1/10 delle truppe Lukanettiane, ma la loro follia e le loro cavalcature li rendevano avversari letali.

L'Impero guardava con occhio critico quella strana armata, e alcuni li consideravano persino dei nemici da combattere piuttosto che degli alleati. Tuttavia la coppia era la stessa, e dopo alcune tribolazioni era stato siglato un contratto di alleanza.

I cavalieri si schiantarono sul fianco dell'esercito Lukanettiano, penetrando come un coltello nel burro. Gli enormi felini bianchi azzannavano i nemici, strappandoli in più parti, mentre i cavalieri impalavano con le lunghe lance o decapitavano con le spade curve, ridendo come folli e urlando frasi senza senso che fecero venire i brividi a entrambe le fazioni.

Ma l'esercito della Lukanette non si arrese. Scatenarono le loro macchine da guerra, colossi dalle molte corde a cui bastava una strimpellata per scatenare un'ondata sonora così potente da distruggere gli organi, mentre in alto una flotta di navi volanti da pirata scagliò un torrente di palle di cannone sui nemici di sotto.

Ma anche l'Impero aveva le sue truppe aeree. Uno stormo di elicotteri con pale dalla forma di ombrello scesero dalle nuvole scure e cominciarono lasciar cadere massi, bombe, spazzatura e pony sul nemico, prima di abbordare le navi nemiche, combattendo contro ciurme mascherate. 


 

Intanto da lontano qualcun'altro osservava la scena. Dietro una collina sopra la valle in cui i due schieramenti si massacravano, un terzo gruppo era in attesa per attaccare.

Erano l'Alleanza delle Ship Complementari, chiamata anche la ASC. Era un gruppo formato da varie ship che potevano coesistere tra loro in pace, alleatasi per sopravvivere ai continui attacchi dell'Impero. Erano guidati dai NinAlya, ma comprendevano tra loro anche JuRose, Lukloè, NathaMarc e persino qualche membro della Starco, oltre a molte altre.

Erano riusciti a sopravvivere adattandosi, sfuggendo alle truppe imperiali e nascondendosi nelle profondità oscure di Fandomia, assieme ai mostri degenerati che shippavano Adrien e Gabriel e simili.

Ma ora basta! Ora che qualcuno aveva sfidato il Quadrato, potevano uscire e combattere! Potevano sconfiggere il loro nemico e creare un regno proprio, in pace e in armonia! I comandanti alzarono le spade e il variegato esercito si riversò nella vallata, per unirsi alla lotta e distruggere il loro nemico di sempre.
 

E intanto, ben lontano dalla strage in atto, i membri della Nathiel si riposavano dentro alla loro fortezza appena conquistata, mentre seppellivano i resti dei loro nemici di sempre, gli Gabrilie. Sorseggiarono vino per celebrare la vittoria, ascoltando una canzone sull'amore malvagio.




 

Le ship usate in questa storia sono rispettivamente
-Il Quadrato: Marichat, Adrinette, Ladrien e Ladynoir
-Lukanette.
-MariBlanc: Marinette/Ladybug x Chat Blanc.
-NinAlya: Nino x Alya.
-Lukloè: Luka x Chloé.
-NathaMarc: Nathaniel x Marc.
-Nathiel: Nathalie x Gabriel.
-Gabrilie: Gabriel x Emilie.
Prima che qualcuno si arrabbi e diventi una Daenerys col ciclo perenne, più del solito, questa è una storia nata per ridere e non intesa come offensiva. Fatevi una risata e via.

-La Follia mi scorre nelle vene.