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Autore: pampa98    16/02/2020    4 recensioni
[Questa storia è stata scritta per una sfida lanciata sul gruppo Facebook "Il Giardino di EFP"]
Dal testo:
«Dovresti dormire anche tu, Ser Jaime» gli disse ad un tratto.
«Non ho sonno.»
Brienne inclinò la testa verso di lui.
«Davvero?»
«Tu invece? Non hai sonno?»
Lei abbassò lo sguardo, nascondendosi ancora di più dietro il mantello.
«Tanto non riuscirei a dormire» mormorò.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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TOGETHER
 





Alla fine gli Stark avevano ragione. L’inverno era arrivato e aveva ricoperto tutti i Sette Regni con la sua gelida morsa.
Jaime aggiunse altra legna al fuoco, cercando di tenerlo vivo. Si erano riparati dalla bufera dentro una caverna, ma il vento arrivava comunque e se qualcuno non fosse rimasto di guardia per tutta la notte, di certo il fuoco si sarebbe spento e loro avrebbero rischiato di morire di ipotermia.
Brienne andò a sedersi accanto a lui, stringendosi nel suo mantello e avvicinando le mani al fuoco, cercando di scaldarsele.
«Il ragazzo dorme?»
Brienne annuì. Podrick era raggomitolato in fondo alla caverna, coperto da pellicce per tenerlo al caldo. A Jaime faceva tenerezza la premura che Brienne dimostrava nei suoi confronti, simile a quella di una madre.
«Chi sta di guardia stanotte?» chiese Hyle Hunt, sedendosi accanto a loro.
«Faccio io» rispose Brienne. «Ho dormito abbastanza in questi giorni.»
Jaime avrebbe voluto farle notare che svenire a causa di un’infezione e avere sogni tormentati non equivaleva ad una dormita riposante, ma lasciò perdere, consapevole che non gli avrebbe dato retta. Sarebbe rimasto sveglio con lei, così magari Brienne avrebbe accettato di riposare per un paio d’ore.
«Te la senti?» le chiese Hyle, come se fosse preoccupato per lei. «Sei ancora piuttosto debole.»
«Grazie per l’interessamento, Ser, ma ce la faccio.»
«E poi ci sono io a darle il cambio» intervenne Jaime, desiderando che quel cavaliere errante li lasciasse un po’ in pace. «Riposati pure, Ser Hule.»
Hyle storse la bocca per la storpiatura del suo nome, ma obbedì. Si sdraiò vicino a Podrick, dando loro le spalle e per qualche tempo Jaime non avrebbe dovuto sopportare la sua fastidiosa presenza.
«Non riesci proprio a ricordare il suo nome?» gli chiese Brienne.
«Scusa. Non sapevo che fosse così importante conoscere il nome del tuo ragazzo.»
«Non è il mio… Ah, lascia stare!»
Tornò a fissare il fuoco, arrossendo.
Jaime sospirò. Sapeva di star facendo la figura dell’idiota, ma lui non sopportava il modo in cui Hyle girava intorno a Brienne, mentre lei, pur sembrando infastidita, non se ne lamentava.
E lui era geloso. Era sciocco e ingiusto, ma era così. Lo era stato da quando l’aveva vista terrorizzata all’idea che Hyle fosse morto, anche se probabilmente era più in pena per il giovane Pod che per lui. In quel momento, anche di fronte al suo apparente tradimento e al rischio di essere ucciso da ciò che restava di Catelyn Stark, non era riuscito a non chiedersi chi cazzo fosse quell’uomo per cui Brienne si preoccupava tanto.
«Dovresti dormire anche tu, Ser Jaime» gli disse ad un tratto.
«Non ho sonno.»
Brienne inclinò la testa verso di lui.
«Davvero?»
«Tu invece? Non hai sonno?»
Lei abbassò lo sguardo, nascondendosi ancora di più dietro il mantello.
«Tanto non riuscirei a dormire» mormorò.
Jaime non poteva darle tutti i torti. Da quando si erano ritrovati, Brienne si svegliava sempre nel cuore della notte, terrorizzata dai suoi incubi. O dai ricordi, pensò, guardando il suo volto mutilato. L’infezione era passata, ma l’orrenda cicatrice sarebbe rimasta per sempre e lei lo aveva accettato, sebbene a Jaime non fossero sfuggiti i suoi tentativi di nascondergli quella parte di sé.
Desiderio che lui poteva capire meglio di chiunque altro.
«Passerà» cercò di confortarla Jaime.
Anche lui era avvezzo agli incubi: sogni di draghi, fuoco verde e arti amputati gli avevano fatto compagnia per molti anni e di certo avrebbero continuato ancora per molto tempo, ma ormai si era abituato. Almeno non soffriva più quando, svegliandosi, scopriva di avere un’unica mano.
Brienne annuì, anche se non sembrava molto convinta.
Fu percorsa da un brivido e Jaime fece per aggiungere altra legna al fuoco.
«No» lo fermò lei. «Conservala, non ne abbiamo molta.»
«Ma hai freddo.»
«No» mentì lei. «Sta passando.»
Non era vero e lui lo sapeva. Brienne soffriva quel maledetto inverno anche più di loro, dal momento che era ancora debole.
Jaime si avvicinò a lei, lasciando che le loro gambe si toccassero. Prese una delle coperte che fortunatamente aveva portato con sé dall’accampamento e la usò per coprire entrambi, tenendo il braccio buono intorno alle sue spalle.
Brienne spalancò i grandi occhi azzurri, guardandolo interrogativa.
«Così ci scaldiamo meglio, donzella» spiegò semplicemente Jaime.
Lei arrossì, ma non lo allontanò.
«G-Grazie.»
Jaime la strinse di più a sé. «Sono comodo anche per dormire.»
Brienne sbuffò.
«Ti ho detto che non ne ho bisogno.»
«Sì, invece» insistette lui. «Coraggio. Ti prometto che non avrai incubi stanotte.»
Si guardarono negli occhi per un lungo momento, poi Brienne si rilassò contro di lui, appoggiandogli la testa sulla spalla.
«Ti canto una ninna nanna?»
«No!» esclamò Brienne.
«Guarda che ho una bellissima voce.»
«Ne sono sicura.»
Jaime rise, stringendola a sé e posandole il volto sui capelli.
«Grazie» disse Brienne all’improvviso.
«Non ho ancora cantato niente.»
Lei sbuffò. «Per essere rimasto. Avresti avuto il diritto di andartene per ciò che ho fatto, invece sei qui. Ne sono felice» aggiunse, abbassando la voce.
Jaime le sollevò il volto con il moncherino – Brienne non aveva mai respinto quella parte di lui.
«Ti sbagli, non avrei avuto il diritto di andarmene, Brienne. Hai fatto ciò che dovevi per proteggere i tuoi amici, perciò smettila di sentirti in colpa.»
Il labbro di Brienne tremò mentre rispondeva:
«Anche tu sei mio amico, Jaime.»
Jaime sentì uno strano calore espandersi nel petto a quelle parole e il suo sguardo si addolcì.
«Hai protetto anche me infatti.»
Le diede un bacio sulla fronte – non sapeva dove ne avesse trovato il coraggio, ma sentiva che era la cosa giusta da fare in quel momento – e Brienne tornò ad abbracciarlo.
Restarono così per molto tempo, poi Jaime sentì il respiro di Brienne farsi regolare e il corpo pesante contro di lui e capì che si era addormentata.
Le spostò i capelli dal volto, facendo attenzione a non colpire la guancia ferita, e sorrise. Gli era mancata, la sua donzella, ma avrebbe avuto modo di recuperare il tempo perso.
Lo aveva deciso quando l’aveva vista a Delta delle Acque, con il volto stanco e piena di ferite: non l’avrebbe più lasciata da sola.
 

 
 

High in the halls of the kings who are gone
Jenny would dance with her ghosts
The ones she had lost and the ones she had found
And the ones who had loved her the most
 
 



Note: In attesa che Martin decida di pubblicare il nuovo libro (con calma, non c’è mica fretta XD) ho scritto questa piccola shot in cui Brienne&co. sono sopravvissuti allo scontro con Lady Stoneheart e affrontano l’inverno insieme. Dubito che nel canon sopravvivranno sia Hyle che Pod, ma ci spero comunque XD
Grazie a chi ha letto e vorrà lasciarmi un parere, anche piccolino ^^ E grazie soprattutto a Jodie Graham per avermi lanciato questa sfida molto carina e stimolante ❤

 
 
   
 
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