Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: LoveAlwaysAndForever    17/02/2020    3 recensioni
[Eruri - Attack on Titan]
[Richiesta]
Prendo un grosso respiro e mi alzo, ti copro di nuovo il viso e nascondo quegli occhi velati di nero, per poi spostarmi di qualche passo e fare il saluto, ora e sempre offro il mio cuore alla patria e a te: anche se ora ti odio, anche se ti ho detto quelle cose, anche se non avrei mai dovuto accettare quel patto per potermi risparmiare questo dolore.
Una scelta senza rimpianti, mi dico, ma il mio rimpiato sei tu, il mio rimpiato è stato averti lasciato andare ad un destito che non meritavi.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Erwin Smith, Levi Ackerman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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My heart for you.


[Erwin POV]

Te lo avevo detto mille volte senza neanche proferir parola e te lo avevo detto in quella città sotterranea, in quell'allenamento per entrar a far parte della mia squadra. Te lo avevo detto quando ci siamo ritrovati ubriachi in quel lurido bar in città, provando il fatto che non reggi l'alcool nonostante la tua abilità nel bere una bottiglia dietro l'altra senza pensarci due volta, te lo avevo detto quando un minuto dopo discutevamo su come uccidere i giganti e tu proponevi tattiche al limite del suicidio ed infine te lo avevo detto dopo qualche mese, quando oramai ci eravamo troppo dentro a questa faccenda per non dirlo: sai di cosa sto parlando, lo sapevi dal principio come sarebbe finita, in un modo o nell'altro, però mi sento in dovere di dirtelo di nuovo.
Te lo dico di nuovo mentre ti guardo negli occhi, te lo dico mentre i sassi del Gigante Bestia colpiscono le case alle nostre spalle e noi in silenzio come se il mondo stesse aspettando il via libera per l'autodistruzione, vorrei solo aver più tempo per dirlo davvero: non in quel silenzio, non in quel nostro momento a capire cosa ci passasse per la mente perchè era così che funzionava tra noi.
Noi che non dicevamo una parola, ma restavamo a fissarci per minuti interi capendoci a vicenda.
Noi che ci siamo salvati l'un l'altro.
Noi che giocavamo a chi avesse ucciso di più e che come bambini ridevamo per ogni singola cosa, o per lo meno, io ridevo perchè far ridere te era un impresa colossale.
Noi che ci svegliavamo al mattino e restavamo stretti per qualche minuto.
Noi che ora come ora dovevamo dirci addio, per la prima volta.
Mi mancherai, Levi, e tanto, ma questa è l'unica alternativa a questa barbaria. Dirti addio sarà la cosa più atroce che io possa farti, eppure non ho idea di cosa fare: poche volte mi son sentito così, poche volte mi son messo in questa situazione di totale panico, ciò nonostante se questo serve a salvare te... Bè tanto vale, farlo.
Ti accarezzo il viso - non capisco se sia bagnato dalle lacrime o dal sangue ancora caldo - e faccio scendere le dita sul tuo mento per alzarti il viso, i tuoi occhi sono così lucidi da aver paura di guardarli, come se anche un piccolo sguardo potesse rompere quel velo cristallino che sono diventati. Sei di fronte a me, sei debole come poche volte ti ho visto ed io ti sto di fronte, seduto su questo legno ad assaporare i nostri ultimi momenti insieme che come un codardo non riesco ad allievarti, però faccio quello che forse entrambi abbiamo bisogno di avere: un momento per noi, l'ultimo.
Prendo il tuo braccio e ti trascino poco lontano dagli altri soldati solo per non darti neanche il tempo di parlare, per dirti quando cazzo io ti ami eppure non ce la faccio a dirlo, non ci riesco e le parole mi si bloccano sulle labbra, tu mi guardi aspettandoti una motivazione a quel gesto ed ancora una volta ti prendo il viso con la mano e ti bacio dolcemente, dimostrandoti e forse avvalorando quel sentimento non detto. Sento le tue mani aggrapparsi alla camicia e tirarmi a te per avere più contatto, più di quello che ci sarebbe mancato ad entrambi e poco dopo ci trovammo appiccicati l'un l'altro, abbracciati in quelle lacrime che nessuno dei due voleva far uscire fino a poco prima.
Ed ora che avevamo smesso di piangere, ora che tutto era calmo e persino in Gigante Bestia ci aveva dato un minuto di pausa, ora che tutto sembrava così bello e palifico ti devo dire addio e sarà un addio per ogni cosa che mi mancherà.
Quindi...
Addio al sole del mattino sul mio viso.
Addio alle lenzuola impregnate del tuo odore.
Addio ai nostri risvegli.
Addio alle tue labbra.
Addio al tuo odore.
Addio alle nostre risate.
Addio alla tua fastidiosa mania di pulire.
Addio a te ed il tuo modo di farmi sorridere.
Addio ad ogni cosa che amavo di te.
Addio alle nostre notti di pura passione.
Ed ora che sono su questo cavallo, pronto a morire, addio a te Levi Ackermann.
Ti amo, anche se non lo sai.
Ti guardo di nascosto sistemarti per attaccare i giganti che porteranno al Gigante Bestia e chissà che ti passa per la mente, chissà cosa stai pensando in questo momento, so solo che entrambi tratteniamo quelle lacrime ancora una volta, perchè non sarebbero mai bastate, non sarebbero mai state abbastanza comunque.
Iniziammo a cavalcare verso l'obiettivo e già sento la tua mancanza, ma cerco di non pensarci: i miei occhi sono puntati su di lui ed in lontananza sento il peso dei Giganti che stai uccidendo. Sei e sarai sempre il mio preferito, quello che ho allenato con più voglia. Sento anche i soldati che ora stanno urlando a squarciagola ed io ad incitarli, urlando con loro, sacrificandomi con loro.
"Soldati, infuriatevi. Soldati, gridate. Soldati, combattete." urlo con tutto me stesso, mentre sento i miei compagni cadere a terra come mosche.
Un masso lanciato poco dopo, mi trafigge lo stomaco e cado a terra al fianco di altri. Non sento dolore, solo una strana consapevolezza che la mia vita è giunta al termine, non combatto per una fatidica salvezza: quello che voglio era solo guardarti per l'ultima volta.
Alzo il capo per vederti quasi danzare con quelle lame, li stai facendo fuori uno dopo l'altro e questo non fa che rendermi - ancora una volta - orgoglioso di quello che sei, Levi, avrei solo voluto dirti quanto io...
Mi risveglio - credo di aver perso i sensi - e quello che vedo sei tu, Levi, che tenti di iniettarmi il siero da gigante, ancora una volta non riesco a parlare, ma quello che faccio è immediato e senza strada per il ritorno. Con tutte le mie energie sposto il braccio e quello che succede dopo arriva alla mia mente così confuso da non capirne il minimo senso: sento il mio corpo diventare sempre più leggerlo, quasi come se volasse, ed il mio olfatto sente il tuo profumo al mio fianco, ma anche quello di Hanji.
Mi volto verso il profumo del mio uomo e mi sforzo di aprire gli occhi, ti vedo o forse sto solo sognando, eppure siamo in dormitorio e ti prendo la mano. La stringo e sento la sua pelle, il dolore dei tagli sulla mia mano quindi... è tutto vero?
"Levi, io ti amo." dico con un filo di voce, prima di morire.

[Levi POV]

Sento quelle parole uscire dalla tua bocca prima di percepire quel sospiro che indicava la morte, sento la tua mano allentare violentemente la presa ed il tuo corpo non fare più quei movimenti naturali del respiro: tu sei morto. Tu sei...
"Anche io." ti rispondo.
Lascio la tua mano, quasi spaventato dal pensiero che immediatamente possa diventare fredda e che tu possa diventare più distante di quanto già non lo fossimo in questo momento.
Quello che avvenne dopo non riuscii a capirlo bene, so solo che ora come ora mi trovo seduto qui sul letto con i gomiti posati sulle mie ginocchia e le mani che tremano, tu sei al mio fianco steso, ma non come le altre volte, quando ti stendevi mezzo nudo e mi aspettavi: ora hai la tua giacca sul viso, ora sei freddo come il marmo, ora sei lontano chissà dove, ora non posso sentire il tuo respiro pesante, ora non profumi e ora non posso non pensare che tu non ci sei e non ci sarai mai.
Erwin, mi manchi. Erwin, torna... Dovevi lottare, dovevi aspettare che tornassimo in città e che un medico di curasse, ma hai deciso di andartene e non è giusto perchè ora voglio farlo pure io. Voglio venire da te, ovunque tu sia, voglio prendere il tuo viso e baciarti, voglio solo avere un altra ora, un altro giorno, un altro istante con te poiché ne ho bisogno, mio capitano.
Mi hai portato qui e mi hai fatto capire cosa significa vivere una vita rispettabile, eppure mi hai anche fatto capire cosa significa dolore e cosa sia perdere qualcuno che amo. Prima con i miei amici e poi con i soldati, con la mia squadra e con te.
Non ce la faccio più, Erwin, voglio una pausa da tutto, voglio indietro la felicità che tu mi davi.
Ora cosa dovrei fare senza di te? Cosa potrei fare senza di te? Voglio solo poter dire che ne è valsa la pensa starti affianco fino ad ora, ma sinceramente non so posso dirlo, perchè non ne vale la pena se poi andava a finire così.
Ti tolgo quella giacca dal viso, ti accarezzo la gelida guancia per poi passare alle labbra violacee e screpolate, ti accarezzo i capelli biondi sistemandoli come sempre li portavi e poi intrecciare le dita nella tua mano. La bacio più di una volta, mentre quel leggero pianto si trasforma in singhiozzo e poi disperazione. Poso la fronte contro il tuo petto immobile e non sento il battito del cuore, non sento niente, solo un inverno gelido che si sta impossessando di ogni cellula del mio corpo rendendo anche il mio essere un morto vivente.
"Non avrei mai voluto conoscerti." urlo "Ti odio, Erwin Smith."
Prendo un grosso respiro e mi alzo, ti copro di nuovo il viso e nascondo quegli occhi velati di nero, per poi spostarmi di qualche passo e fare il saluto: ora e sempre offro il mio cuore alla patria e a te, anche se ora ti odio, anche se ti ho detto quelle cose, anche se non avrei mai dovuto accettare quel patto per potermi risparmiare questo dolore.
Una scelta senza rimpianti, mi dico, ma il mio rimpianto sei tu, il mio rimpianto è stato averti lasciato andare ad un destino che non meritavi.
Mi mancherai sempre, mi mancherai ogni secondo della mia vita e non so semmai riuscirò ad andare avanti con questo fardello sulle spalle, so solo che probabilmente l'unica cosa che io possa continuare a fare è bramare la morte di Zeke e pregare il cielo che tu possa vedere quando infilzerò ogni lama a disposizione nel suo corpo.
Erwin, te l'ho promesso.

Note:
  • Ero in crisi di pianto mentre correggevo, capite gli errori :/
  • Prima volta che scrivo in questo stile!
   
 
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