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Autore: Graffitisuimuri    18/02/2020    4 recensioni
Kagome Higurashi conosce le regole: non si possono avere interazioni con i demoni.
Nonostante l’abolizione della schiavitù e della segregazione razziale gli antichi padroni della terra continuano a vessare gli umani dimostrando, con prepotenza, la loro superiorità.
Ma questo a Kagome non importa. Ha un unico obbiettivo in mente: la vendetta.
E sarà proprio questo desiderio a spingerla tra le grinfie di uno dei discendenti di una grande famiglia di demoni antichi: Koga Yoro.
 
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Koga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il frutto proibito
Bella
La parola Bella è nata insieme a lei
Col suo corpo e con i piedi nudi, lei
E' un volo che afferrerei e stringerei
Ma sale su l'inferno a stringere me

[…]
Bella
E' il demonio che si è incarnato in lei
Per strapparmi gli occhi via da Dio, lei
Che ha messo la passione e il desiderio in me
La carne sa che paradiso è lei

[…]
Bella
Lei mi porta via con gli occhi e la magia
E non so se sia vergine o non lo sia
c’è sotto Venere e la gonna sua lo sa
Mi fa scoprire il monte e non l'aldilà.


Koga non era il tipo di ragazzo che si scomponeva tanto facilmente.
Nonostante la sua giovane età e il caratteraccio che si ritrovava nove volte su dieci sfoggiava un espressione glaciale, di superiorità, conferitagli dal suo status privilegiato di demone.
Secondo lui, solo gli esseri umani, fragili e inclini al dramma, si lasciavano trascinare dalle emozioni. Un tipo di volgarità alla quale non voleva assolutamente intenzione cedere.
Eppure, non poté evitare di sollevare un sopracciglio sorpreso quando i suoi occhi incontrarono la figura di Kagome Higurashi ferma sull’ uscio di casa sua.
Non aveva la più pallida idea di cosa ci facesse lei li e pur cercando di pensare ad un valido motivo non gli venne in mente nulla che giustificasse la sua presenza.
In fondo, Kagome era un umana e Koga non aveva mai avuto nessun valido motivo per avvicinarla. Nonostante la segregazione razziale e la schiavitù fossero state abolite da molto tempo ormai vigeva una sorta di regolamento non scritto che sconsigliava vivamente la mescolanza tra le razze anche in una scuola mista come la loro.
Cercò di ricordarsi se avessero mai almeno parlato una volta ma, ancora, non gli venne in mente nulla.

<< E tu che ci fai qui? >> per quanto si fosse sforzato di sembrare il più impassibile possibile anche la sua voce tradì un velo di sorpresa.
La ragazza si sporse, guardando oltre la sua spalla. << Posso entrare? >> e senza aspettare alcun tipo di risposta varcò la soglia di casa dirigendosi nel salotto adiacente all’ ingresso.
Colto nuovamente alla sprovvista al giovane demone lupo non rimase che chiudere la porta per lanciarsi all’ inseguimento di quell’ impertinente femmina umana che aveva osato entrare in casa sua senza invito.
Ringraziò mentalmente i Kami che non ci fosse nessun componente della sua famiglia che avrebbe sicuramente tollerato mal volentieri la presenza di un umana in casa.

Kagome si era seduta con le gambe accavallate sul divano del salotto. Non si era nemmeno tolta il cappotto – una palandrana grigia, non proprio di buon gusto – e la gonna che portava le si era arricciata leggermente intorno alle cosce fasciate da un sottile collant nero. Koga indugiò un secondo di troppo con lo sguardo lungo la curva delle sue gambe. E dovette sforzarsi più del consentito per spostare gli occhi in direzione del suo viso leggermente sollevato ad ammirare il soffitto intarsiato: una dei tanti capricci di sua madre.

<< E’ bello qui >> mormorò lei continuando con gli occhi a seguire i disegni della carta da parati e le linee dei lampadari di cristallo.
Koga incrociò le braccia al petto, appoggiando la spalla contro il muro mantenendo sempre una debita di stanza da quella femmina umana che se ne stava sfacciatamente seduta sul suo divano.

<< Higurashi, te lo chiederò di nuovo, cosa ci fai qui? >> .

Kagome distolse lo sguardo dalle pareti e tornò a guardare Koga che in qualche modo cercava di interpretare la sua espressione che gli desse almeno un indizio sul perché di quella sua invasione. Qualcosa nella posizione rigida in cui sedeva gli diceva che non era poi così spavalda come si era dimostrata fino a quel momento.
La ragazza si torse le mani che teneva strette in grembo e si morse leggermente il labbro.

<< Io … >> indugiò << sono venuta a chiederti un favore >>.

Il futuro leader della tribù Yoro trattenne a stento un ghigno: Kagome Higurashi, “miss so-tutto-io” e presidentessa del club degli umani sfigati veniva a casa sua, sfidando ogni tipo di regola, per chiedergli un favore. Doveva essere il suo giorno fortunato.
Solitamente non perdeva il suo tempo ad umiliare gli esseri umani, quella era un attività che lasciava a demoni di bassa lega, ma se capitava non si lasciava di certo sfuggire l’ occasione. E se lei si trovava li, da lui, doveva essere certamente disperata. L’occasione giusta per giocare al gatto con il topo.

Mosse qualche passo nella sua direzione fermandosi al centro della stanza.

<< E di che piacere si tratterebbe? >>
Koga poteva sentire distintamente l’ odore della sua ansia. Un olezzo acre che si mescolava con l’odore della sua pelle che – doveva ammetterlo – non era del tutto sgradevole. Le altre donne umane solitamente utilizzavano profumi che alteravano chimicamente l’odore della loro epidermide e rendendolo troppo dolciastro per i suoi finissimi sensi.
Kagome, invece, profumava di qualcosa di fresco. Un odore di cui tutta la stanza, in quel momento, era pregna.

La vide mordersi l’interno della guancia prima di rispondere: << voglio venire a letto con te >>. Cacciò quella confessione tra i denti e se lui non fosse stato un demone con un udito sopraffino sicuramente non sarebbe riuscito a sentirla.
Per la terza volta quel giorno Koga non seppe cosa dire: questa umana doveva essere o stupida o completamente pazza per venire li, a casa sua, per chiedergli una cosa del genere.
Era contro tutte le regole sociali e del buon senso.
Eppure, non potè fare a meno di inarcare le labbra in un sorriso da lupo. Quella ragazze si stava dimostrando un tipo interessante, ed era venuto il momento di cominciare a divertirsi un po’ con lei.

<< Il tuo ragazzo non avrebbe qualcosa da dire? >> non gli sfuggì l’ espressione di disgusto che attraversò il suo volto. Se l’ istinto non lo ingannava, quel cane pulcioso con il quale si faceva vedere in giro per scuola doveva avere qualcosa a che fare con quell’assurda richiesta.
La cosa lo intrigava ancora di più.

<< E’ proprio quello che spero >>.

Koga ridacchiò.

<< Deve averla fatta grossa per farti venire addirittura da me. Non sei una fan dei demoni o sbaglio? >>.

Kagome strinse le labbra, contraendo leggermente gli angoli della bocca.

<< Che ti importa? Tu odi Inuyasha no? Questa è l’ occasione perfetta per umiliarlo >>.

Koga si strinse nelle spalle, cercando di mostrare una certa indifferenza. Anche se tutto in quella proposta lo allettava.
Inuyasha era l’ unico essere che umiliava di sua iniziativa e in quei momenti si serviva di tutti i mezzi possibili per rendergli le vita un inferno.
Quel mezzo demone bastardo rappresentava per lui una grossa spina nel fianco. Lo disgustava non solo per il suo sangue impuro – si diceva in giro che sua madre fosse stata l’ amante di un potente demone maggiore che aveva rifiutato di riconoscere il figlio alla nascita – ma anche per quell’aria di superiorità con la quale continuava a sfidalo credendosi migliore di lui.
Non si vergognava nemmeno di mostrarsi per i corridoi mano nella mano con quella femmina umana – la stessa che adesso gli stava offrendo il suo corpo – anche se la parte del suo sangue demoniaco gli avrebbe permesso di stare dalla parte dei demoni, anche se di basso rango.

Il demone lupo mosse ancora qualche passo verso di lei, arrivandole di fronte. Le sue ginocchia sfioravano quelle di lei.
Si chinò in avanti allungando un braccio imprigionandola tra lui e il divano. Potè sentire distintamente il sangue della ragazza invaderle le guance colorendole. Se non fosse che per quell’ unico tradimento da parte del suo corpo avrebbe detto che fosse quasi indifferente.
E questo, in qualche modo, eccitva Koga.

<< Touchè. Però cosa ti fa pensare che io possa voler venire a letto con te? >> le mormorò a pochi centimetri dal viso.

<< Perché ho visto il modo in cui mi guardi >>.

Adesso era lei a sporgersi verso di lui fino ad arrivare al suo orecchio. I’ odore della sua pelle invase le narici di Koga stordendolo per un attimo.

<< Tu mi desideri Koga, ammettilo >> gli sussurrò all’ orecchio. << ora sono qui. Prendimi >>.

Un attimo dopo, con le mani affondate tra i sui lunghi capelli corvini, Koga Yoro stava baciando appassionatamente Kagome Higurashi.




















  
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