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Autore: Gala    22/02/2020    0 recensioni
Steve era diventato strano nell’ultimo periodo.
Dopo quella fatidica sera di novembre del 1984, tra l’essere stato pestato dal fratello alpha e stronzo di Max, Billy, e aver quasi rischiato la sua vita e quella dei bambini che gli erano stati affidati per combattere le creature del sottosopra, nulla era più stato come prima.
Harringrove!omegaverse
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Billy Hargrove, Steve Harrington
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Titolo: Children, Behave!

-Autore: Gala

-Fandom: Stranger Things

-Genere: Commedia

-Personaggi: Billy Hargrove/Steve Harrington, 

-Raiting: arancione

 -Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà dei rispettivi autori. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.

-Note dell'autore: Questa storia partecipa al COW-T 2020 con il prompt “Luna Nuova” (ovvero inserire un bambino o un cucciolo di sorta nella storia)






Steve era diventato strano nell’ultimo periodo. 

Dopo quella fatidica sera di novembre del 1984, tra l’essere stato pestato dal fratello alpha e stronzo di Max, Billy, e aver quasi rischiato la sua vita e quella dei bambini che gli erano stati affidati per combattere le creature del sottosopra, nulla era più stato come prima. Aveva cominciato a frequentare meno la scuola, fino a non venire più, tanto che si diplomò a stento e non venne accettato in nessun college.

Liquidava i suoi piccoli amici con scuse vaghe, evitando in tutti i modi di incontrarli.

Lo rividero solo verso luglio dell’anno dopo, a lavorare alla gelateria del nuovo centro commerciale di Hawkins.

Era diverso, ma non appena rivide i suoi piccoli amici li salutò con affetto, come se non fosse passato nemmeno un giorno, dicendo che aveva avuto problemi a casa, cambiando poi argomento quando gli chiedevano cosa fosse successo in tutti quei mesi.

Il suo comportamento era talmente insolito, che insospettì i giovani adolescenti.

Avrebbero dovuto indagare.

El e gli altri conobbero anche Robin, la collega di Steve, omega come lo era anche l’ex re di Hawkins, trovandola carina, sebbene fosse un ammasso di sarcasmo e commenti caustici. Servì loro del gelato senza nessun genere di entusiasmo o interesse, augurandogli poi buona giornata con un sorriso d’ottone.



I giorni passarono e, dopo il ritorno di Dustin dal campo estivo, il gruppo di amici decise di pedinare Steve per scoprire cosa nascondesse, dato che le domande dirette non erano servite a niente.

Così, un pomeriggio come un altro, lo aspettarono nascosti vicino all’ingresso dei dipendenti del centro commerciale, pronti a seguirlo con le loro bici appena fosse montato in macchina.

Quello che non si aspettavano, fu di vedere una macchina a loro molto nota parcheggiare davanti alla porta di servizio cinque minuti prima che uscisse Steve.

L’omega montò velocemente sulla camaro di Billy Hargrove, sfrecciando poi via a tutta velocità.

El, Mike, Dustin, Lucas e Will si voltarono tutti verso Max, come se lei potesse spiegare quello che avevano appena visto.

«Smettetela di fissarmi! Sono sconvolta quanto voi», disse la ragazza dai capelli rosso fuoco, un po’ a disagio. Che cazzo faceva sua fratello con Steve?

«Che cazzo ho appena visto?», sbottò Dustin, alzandosi subito in piedi per poi prendere la bici e partire all’inseguimento dell’auto.

Non avrebbe mai potuto raggiungerla, ma avrebbe potuto provare a fare delle supposizioni di dove fossero andati.

Hawkins non era poi così grande!

Quello che era sconvolgente era che nessuno si fosse accorto prima della cosa.

Tutti insieme si recarono a guardare a casa di Steve. 

A detta di Max non sarebbero mai andati insieme a casa sua, con il rischio di incontrare Neil, il padre di Billy.

Inizialmente pensarono di non aver avuto fortuna, ma poi notarono dei segni di pneumatici freschi nella terra umida del boschetto vicino casa di Steve e decisero di seguirli.

Si ritrovarono, dopo pochi minuti, davanti una piccola casetta di legno, simile a quella del padre di Hopper, ma sicuramente più nuova.

La camaro di Billy era parcheggiata lì davanti.

«Che cazzo?», articolò Dustin, ancora a bocca aperta. Gli sembrava di star facendo un qualche strano sogno vivido da cui non riusciva a svegliarsi.

Decisi a pretendere spiegazioni, i ragazzi andarono alla porta, bussando forte. Erano in cinque e tra loro c’era El. Non temevano ripercussioni da parte di Billy quella volta.

Tutto si sarebbero aspettati, tranne di sentire il pianto di un neonato in risposta al loro battere sulla porta.

Ad aprire fu Steve che, sebbene fosse sorpreso, sembava aspettarsi prima o poi una loro visita. 

Erano ragazzi troppo svegli e perspicaci per ingannarli a lungo. 

Si fece da parte senza dire niente, lasciandoli entrare.

Una volta all’interno, videro il neonato piangente tra le braccia di Billy che lo cullavano dolcemente. Il biondo californiano non aveva alzato gli occhi sui nuovi arrivati, concentrandosi a cercare di calmare il bambino come prima cosa.

«É tuo?», chiese dolcemente Eleven, avvicinandosi a Billy solo dopo che il piccolo si fu calmato.

Steve annuì e basta, divertito dal fatto che i suoi piccoli amici fossero rimasti ammutoliti e immobili da quando avevano visto il suo bambino.

«É mio e di Steve», disse Billy con delicatezza, come se temesse che il bambino potesse scoppiare a piangere da un momento all’altro.

Quelle parole scatenarono il putiferio, tanto che il neonato riprese a piangere, facendo alzare la voce anche a Billy.

«Per favore bambini, comportatevi bene!», sospirò esasperato Steve.

Era per quello che voleva mantenere il segreto!

   
 
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