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Autore: SuperWhoLock    22/02/2020    0 recensioni
Tutti questi racconti sono stati scritti nei momenti più bui che ho avuto, scritti nell’impeto del momento e usati come ancore che mi hanno impedito di andare alla deriva.
Spero vi piacciano.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono giorni in cui dimentico chi sono, giorni in cui vedo la vita passarmi davanti inarrestabile.
Osservo la gente costruirsi un futuro, la sento mentre entusiasticamente pensa agli obbiettivi che raggiungerà e la osservo quando finalmente realizza il suo ideale di vita.  Non riesco a fare a meno di chiedermi dove trovano l’energia per portare avanti un piano che potrebbe non andare come dicono loro.
Suppongo che le giornate siano uguali per tutti e non mi ha mai sfiorato il pensiero che magari quelle persone non siano mosse solamente dall’ansia di non sapere cosa porterà il domani, dal terrore che impedisce di pensare lucidamente o dalla routine che culla in un senso di stabilità. 
Penso sempre che le persone siano tutte come me e che anche loro quando pensano al futuro non vedano altro che il buio che incombe e che li opprime. 
Poi ci sono giorni, invece, in cui mi odio talmente tanto che cerco di sabotare me stessa e resto in sveglia finché non vedo la città calmarsi e l’unico rumore provenire dai lampioni che ronzano calmi. 
Mi odio talmente tanto che nel momento stesso in cui mi accorgo di averlo fatto ancora, di aver di nuovo ignorato i bisogni del mio corpo, invece che andare subito a dormire mi alzo e mi avvicino alla finestra. Prendo a guardare la strada deserta, consapevole che non è ancora tutto perduto, che posso ancora mettermi a letto e provare a dormire un paio d'ore.
Ma a quel punto la mia mano si protrae verso la maniglia e sblocca la serratura facendo sì che l’aria fredda della notte mi arrivi al viso e inalo, facendo sì che tante piccole pugnalate fredde mi feriscano i polmoni. A quel punto avviene un cambiamento, come se il sortilegio si fosse spezzato e io possa tornare a prendere in mano la mia vita. 
Sono quelle serate in cui mi odio per aver fatto tardi, quando scelgo di osservare la città con una sigaretta tra le labbra mentre l’aria della notte mi accarezza il viso: è quello il momento esatto in cui mi rendo conto di essere viva e che il futuro non è poi così oscuro. 
C’è una luce infondo al tunnel.
  
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