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Autore: Claydine    28/02/2020    1 recensioni
La Foresta è la storia di cinque persone che non si conoscono e non avrebbero mai dovuto incontrarsi.
Cosa li accomuna? Sono sopravvissuti a un incidente aereo nel cuore della foresta amazzonica.
Ma la foresta non dorme mai, saranno veramente al sicuro?
Questo è un racconto di prova scritto da me per un magazine e il numero in cui compare è TOTALMENTE GRATUITO.
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate a grazie a tutti quelli che lo leggeranno!
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando il sergente Taylor aprì gli occhi, tutto ciò che riuscì a vedere fu una macchia verde di alberi e foglie, sentiva le orecchie fischiare e aveva il sapore della terra in bocca.
L’aereo era precipitato così rapidamente che non aveva avuto nemmeno il tempo di rendersene conto.
Davanti a lui c’era un motore solitario che continuava a ronzare, i solchi nel terreno portavano ad una colonna di fumo dove il sergente immaginava avrebbe trovato il corpo dell’aereo.
Si alzò in piedi lentamente, poco distante sentì una voce lamentarsi, si precipitò in quella direzione e aiutò una donna sulla quarantina, con un elegante tailleur strappato e i cappelli arruffati, ad alzarsi da terra.
“Grazie signore, sono il senatore July Anderson.”
“Sergente Taylor.”
“Mio Dio, cosa è successo?”
“Siamo precipitati, signora.”
“Eravamo in venti, possibile che siamo rimasti solo noi?”
A poca distanza, una voce soffocata chiedeva aiuto. I superstiti si avvicinarono per aiutare un ragazzo dai capelli rosso fuoco a liberarsi da due uomini, ormai privi di vita, che lo bloccavano a terra.
Una volta rialzatosi in piedi, si ripulì il sangue da una ferita superficiale alla fronte e tolse la terra dal cartellino appeso alla giacca: il suo nome era James Milligan ed era un biologo.
La donna si strinse nelle spalle: “E ora che facciamo? Siamo soli nel mezzo della foresta amazzonica!”
Il sergente ritrovò a terra la sua sacca, da cui prese la pistola che aggiustò alla cintura: “Venite, magari nell’aereo troveremo qualcosa con cui segnalare la nostra presenza.”


I detriti dell’aereo erano sparsi tra gli alberi abbattuti dallo schianto. Mentre la donna e il biologo frugavano tra i sedili e i bagagli alla ricerca di tutto ciò che potesse risultare utile, il marine li chiamò dalla cabina di pilotaggio: “Venite! Ho trovato il pilota, è vivo!”
Taylor e Milligan estrassero l’uomo, che farfugliava alcune parole in spagnolo.
Gli diedero dell’acqua e lo aiutarono a mettersi a sedere, il marine cercò di parlargli, sperando che l’uomo riuscisse a capirlo: “Signore, sono il sergente Taylor e sono un marine, lui è il dottor Milligan e lei il senatore Miss Anderson. Dobbiamo segnalare la nostra posizione, almeno uno di noi ha possibilità di essere rintracciato e soccorso immediatamente.”
Prima di ricevere risposta, una voce li fece voltare: “Miguel! Miguel dove sei?!”
Un uomo si avvicinò barcollante a loro, portava una camicia a fiori aperta e una pesante collana d’oro al collo, sanguinava dal petto: “Miguel!”
Il pilota tossicchiò e con voce gracchiante rispose all’uomo: “Fernando!”
Fernando indicò la foresta ai superstiti: “Muovetevi, portatelo qui! C’è un ruscello!”


Taylor e Milligan sollevarono l’uomo e lo aiutarono a dirigersi al ruscello. Quando il pilota si fu ripreso, i cinque capirono di essere gli unici sopravvissuti allo schianto.
Taylor riprovò a parlare con Miguel: “Senta, abbiamo bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa per segnalare la nostra presenza.”
“Temo che eso non sia possibile.”
“Cosa significa?”
Il pilota sospirò: “Che quello non è il mio aereo, lo abbiamo rubato per portare la… merce en Guatemala. Los pasegeros sarebbero morti comunque e avremmo chiesto un riscatto por miss Anderson.”
Seguì un istante di profondo silenzio, anche la foresta non si muoveva, poi il marine scattò in avanti e colpì Miguel in volto con un pugno. 
Milligan e Fernando fermarono a fatica il sergente, mentre July Anderson arretrò di qualche passo.
“Basta così! Non è il momento di picchiarsi! Quindi nessuno sa che siamo qui e non abbiamo modo di contattare i soccorsi, ho capito bene?”
Fernando rispose per il suo collega: “Esatto.”
“Troviamo un modo per andarcene il prima possibile e vedrò di non denunciarvi.”
La unica esperanza è arrivare al Rio e fermare una barca.”
“E allora vamonos, figli di puttana.”
Milligan annuì e si avvicinò alla donna: “Miss Anderson ha ragione, raccogliamo quello che possiamo e andiamo in direzione ovest, ho visto il fiume poco prima dello schianto, siamo a meno di un giorno di distanza.”
Tutti annuirono dopo aver raccolto il minimo indispensabile e con una borsa a testa si diressero nella foresta.


Mentre camminavano, il biologo li informava sulle piante che li circondavano, su quali potessero toccare e quali evitare.  A breve distanza, Miguel e Fernando tra le lamentele chiesero di fermarsi a riposare, ma nel silenzio qualcosa fece voltare i superstiti: un rumore si espandeva tra le piante, sembrava un suono di maracas. 
I cinque si guardarono con aria sospettosa, ma all’improvviso si udì uno schiocco di frusta e qualcosa afferrò alla gola Miguel per poi scagliarlo a terra e trascinarlo nella foresta.
Fernando tentò di correre per recuperare il compagno che veniva ingoiato dalle fronde, ma una freccia caduta a pochi passi dai suoi piedi lo intimò a tornare indietro.
I quattro corsero a perdifiato seguendo il ruscello, finche il rumore di maracas cessò completamente. Solo allora, dopo una lunga corsa si fermarono a prendere fiato.
Il sergente Taylor si voltò a controllare i superstiti: “State tutti bene?”
I tre annuirono.
“Dottore, cosa diavolo era?”
Milligan si chinò con le mani sulle ginocchia per riprendere fiato: “Forse siamo nel territorio di qualche popolazione indigena, di quelle a cui non piacciono gli estranei.”
“Magnifico. Dobbiamo muoverci.” Il sergente tolse la sicura dalla sua pistola e controllò il caricatore.
July Anderson si guardò intorno con aria preoccupata: “Dite che ora siamo abbastanza al sicuro?”
Il dottore rispose: “Per il momento dovrebbero lasciarci in pace.”
“Io dovrei… sapete, cose da donne.”
Il sergente annuì: “La aspettiamo qui.”
July Anderson si era allontanata solo di pochi metri nel fitto della foresta. Pensava alla sua famiglia e a quanto suo marito avesse insistito per non farla andare a quel convegno a Manaus. Chi l’avrebbe mai detto, suo marito aveva ragione. July stava per levarsi la giacca lacerata quando sentì in lontananza il suono di maracas diffondersi nella foresta.
No no no, Dio ti prego no.


L’urlo fu così agghiacciante che colse i tre uomini di sorpresa. Il sergente Taylor corse in quella direzione: “Miss Anderson! Miss Anderson!”
Ma non ottenne risposta, solo le urla che si allontanavano sempre più, fino ad affievolirsi. Solo i sibili nell’aria delle frecce lo intimarono a ritirarsi.
Quando raggiunse i due uomini, Milligan indicò con il dito tra il fitto della foresta: “Di qua, presto!”
Ma Fernando era di ben altro avviso: “No dottore, ti abbiamo ascoltato fino ad ora e due persone sono morte! Andiamo di qua!”
Entrambi guardavano il sergente, ma Taylor avrebbe seguito il biologo.
“Molto bene!” Fernando si avventò contro il sergente e nella lotta riuscì a sfilargli la pistola dalla cintura e allontanarsi di qualche passo.
“Ora state indietro, o giuro che vi ammazzo prima dell’arrivo di quei selvaggi!”
Il sergente alzò le mani e si avvicinò lentamente: “Calmo ora, Fernando. Ridammi la pistola e ce ne andremo tutti da qui.”
Di tutta risposta, Fernando sparò alla gamba del marine e raccolta da terra la sua sacca, si diede alla fuga.
Milligan si avvicinò e aiutò Taylor ad alzarsi: “Forza sergente, non siamo lontani, possiamo ancora farcela!”

Fernando correva come un ossesso, inseguito dai suoni della foresta, si voltava ad ogni passo alla ricerca di pericoli invisibili. Quando finalmente fu al sicuro, riuscì ad aprire la sacca ed estrarre la ricetrasmittente che teneva nascosta. Riuscì ad attivarla e cercò di contattare i suoi compagni narcotrafficanti.
“Sono Fernando! Miguel è morto! Mi sentite? Passo”, “Sono Fernando! Passo”
Dopo vari tentativi, qualcuno finalmente rispose.
“Fernando? Dove sei? Passo”
Finalmente aveva ricevuto un segnale! Forse lo stavano cercando nella foresta.
Fu in quel momento che sentì il sibilo, delle maracas che si agitavano tra gli alberi.
“Fernando?”
Santa Marìa, madre de Dios…


Milligan cercò di accelerare il passo quando nel fitto della foresta sentì i colpi di pistola. Ormai poteva sentire anche il rumore dell’acqua: “Coraggio, sergente!”
Taylor annuì e si spinsero verso il fiume, ma qualcosa li fece fermare: il suono delle maracas, li aveva trovati!
Corsero il più velocemente possibile, per quanto la ferita del sergente poteva concedere, le frecce si piantavano nel terreno attorno a loro, fischiavano a pochi centimetri dalle orecchie.
Li stavano braccando, potevano sentire il le urla, più animalesche che umane, richiamare i loro compagni e unirsi alla caccia, ma nella cacofonia prodotta dagli inseguitori, Taylor aveva riconosciuto un altro suono: il motore di una barca.
La speranza gli diede nuova energia e insieme accelerarono il passo, gli alberi finalmente si diradavano, riuscirono a intravedere il fiume!
Poco distante una piccola barca con tre uomini attraversava le acque. 
Insieme urlarono “Para! Para!” 
Gli uomini li sentirono, invertirono la rotta e si avvicinarono ai due uomini che riuscirono a saltare nella barca. 
Tutti si abbassarono per evitare le frecce mentre la barca si allontanava a tutta velocità. 
Finalmente il marine e il biologo tirarono un sospiro di sollievo. Milligan si mise a sedere e si voltò: dietro di loro, sulla sponda del fiume vedeva una decina di uomini, coperti di terra nera e collane e bracciali di ossa. Li stavano guardando in silenzio, dovevano aver abbandonato il loro territorio. Il biologo si prese il volto tra le mani: “Dio grazie. Grazie, grazie, grazie.”
L’uomo alla guida si voltò sorridendo: “Ma cosa vi è successo?”
“Una lunga storia. Il mio amico è ferito, abbiamo bisogno di un medico il prima possibile.”
L’uomo con un cenno del capo chiamò a sé uno degli altri due uomini in sua compagnia.
Noticias de Miguel y Fernando?”
“Muertos.”
“Uhm, necesitamos dinero.”
Entrambi si voltarono verso i due sopravvissuti e sorrisero.
“Non preoccupatevi. Ora siete al sicuro, andrà tutto bene.”
   
 
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