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Autore: Myra11    29/02/2020    3 recensioni
[SPOILER per l'Ascesa di Skywalker se non avete visto il film-NON LEGGETE]
Rey e il redento Ben hanno vinto.
Insieme, come avrebbe dovuto sempre essere, hanno trionfato sul Lato Oscuro.
Ma mentre le azioni del passato tornano a tormentare Ben, una nuova minaccia incombe sulle galassie, e il richiamo del sangue potrebbe rivelarsi molto difficile da ignorare per Rey.
[Finale alternativo perchè SI, Ben Solo è stato sprecato, e meritava di meglio, meritava un intero film almeno ç_ç e insieme al finale alternativo, se riuscirò a non lasciarla in sospeso xD una storia nuova :) Ho messo OOC tra gli avvertimenti per sicurezza, anche se cercherò di fare del mio meglio per non sforare ^^'']
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Rey
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO XIII
 
Era stato facile dire “tenetemela lontana”, ma la realtà era molto, molto più complicata.
Lui e Rey si attraevano come calamite, e lei era il fuoco in cui lui, falena, si sarebbe estinto volentieri.
Finivano sempre per trovarsi, nel caos dell’accampamento ribelle, e quando succedeva tutta la sua logica svaniva.
Perché lei sembrava una pianura dopo una tempesta, rigogliosa, scompigliata e pericolosamente affascinante, e lui non sapeva cosa dire, cosa fare, e si limitava a superarla e andarsene, lasciandole un piccolo pezzo di cuore ogni volta.
Il momento peggiore era stata la seconda notte dopo il loro ritorno, e Ben l’aveva passata sveglio.
In attesa.
Sapeva che lei non sarebbe venuta, quella notte.
Né quella dopo, e quella dopo ancora.
Non fino a quando non fosse riuscito a farle capire.
Aveva ricominciato a sentirla una settimana dopo.
Era stata una piccola scintilla nel freddo che lei si era lasciata dietro, ma a lui era sembrata la luce del sole; era lì, stava tornando e, anche se lui sapeva di non esserne la causa, era lieto che lei si stesse rilassando abbastanza da non chiuderlo fuori.
Fortunatamente, si teneva impegnato.
Passava le giornate a leggere i volumi Jedi che erano stati di Luke, a imparare, a cercare qualcosa che raccontasse un avvenimento simile.
C’era mai stata un’altra Diade, nella storia millenaria della Forza?
Quella era una domanda alla quale non trovò mai una risposta, eppure inciampò in qualcosa di altrettanto utile.
Cercava di ricordare i passaggi del libro, nella foresta sotto quella pioggia leggera che non aveva mai smesso dal loro ritorno e che gli ricordava ogni secondo che lei non era lì, non del tutto, che non era sua.
Sentì i passi, ma non aprì nemmeno gli occhi, rimanendo inginocchiato a pochi centimetri da terra, cercando di mantenere la concentrazione.
«Fai progressi in fretta.» 
Conosceva quella voce.
Gli si era impressa a fuoco nella mente su Exegol, insieme al sorriso quasi arrogante che accolse il suo sguardo quando aprì gli occhi.
«Nonno.»
Si era aspettato di tutto e chiunque nel sentire il movimento, ma di sicuro non che il fantasma di Anakin Skywalker sembrasse così reale.
«Ciao, Ben.» Sogghignò l’uomo, e Ben si alzò interrompendo la meditazione.
«Che ci fai qui?»
«Mi hai chiamato tu, dimmelo tu.» Fu la tranquilla risposta, mentre il Prescelto si muoveva in cerchio, lo sguardo che vagava sugli alberi. «Cosa cercavi?»
Ben esitò un attimo a quella domanda.
Cosa cercava?
Un modo per sciogliere il cuore di Rey, per farle capire i suoi sbagli.
Consigli.
Pace.
«Tante cose.»
Anakin sorrise, quasi mestamente. «Anch’io avevo tante cose che mi sfuggivano, ma una in particolare, l’unica che volevo salvare, è l’unica che non ho salvato.»
Ben sapeva a cosa – a chi – si riferiva, e gli si strinse il cuore di comprensione.
Era così che si era sentito suo nonno, incapace di salvare la donna che amava?
«Per anni ho pensato di averla uccisa…Luke…tuo zio, anni dopo, fu la prova che non era proprio così, anche se la colpa resta comunque mia. E sai perché?»
Ben scrollò le spalle, incapace di parlare, memore del vuoto che gli aveva lacerato l’anima quando pensava di aver ucciso Rey. Anakin esitò un attimo, lo sguardo tempestoso mentre gli si avvicinava.
«Perché ho inseguito il potere che pensavo l’avrebbe salvata. E con quel potere le ho spezzato il cuore, lasciando i miei figli orfani, e la galassia devastata.»
Il Fantasma gli posò una mano sulla guancia, e gli sembrò quasi di sentirne il calore.
Ecco chi era il Prescelto, chi era stato Darth Vader.
Nient’altro che un uomo il cui unico sbaglio era stato amare troppo.
«Non commettere il mio errore, nipote. Non permettere a niente di mettersi tra voi, tantomeno al Lato Oscuro.»
Com’era arrivato scomparve, e sull’eco di quelle parole Ben si rese conto di non essere più nella foresta.
«Rey?»
 

 
Era stato facile dire che non voleva vederlo, ma la realtà era molto, molto più complicata.
Lei e Ben si attraevano come calamite, e i suoi occhi erano il pozzo in cui sentiva che sarebbe annegata volentieri.
Finivano sempre per trovarsi, nel caos dell’accampamento ribelle, e quando succedeva tutta la sua logica svaniva.
Solo non sapeva perché.
Perché si sentiva così?
Ricordava benissimo il bagliore della lama rossa, il dolore cocente e la sensazione del corpo che smetteva di risponderle.
Ma c’era altro, quando pensava a quel momento…
Rey…la mia Rey…
La sensazione di labbra sulle sue.
Mi dispiace.
Il sapore salato di una singola, solitaria lacrima.
Perché il suo assassino avrebbe dovuto piangere la sua morte?
Una settimana dopo il suo ritorno, aveva sentito qualcosa.
Era una scintilla in un angolo freddo del suo cuore, che non riusciva ad identificare e che l’aveva quasi commossa quando aveva fatto la sua comparsa.
Il suono alle sue spalle la fece accigliare.
Era così sovrappensiero da non aver sentito la porta aprirsi?
«Rey?»
Fu la sensazione più strana che avesse mai provato.
Un brivido freddo che le gelò i piedi, seguito da un’ondata di calore che le sciolse il cuore.
Si voltò verso di lui, sentendo la stretta allo stomaco.
Cos’era quella sensazione?
Perché esitava, perché faceva scorrere lo sguardo su di lui senza parlare?
«Rey, mi dispiace, è successo in automatico…»
«Cosa?» Si costrinse a chiedere, deglutendo a fatica.
Perché stava pensando a quanto somigliasse ad un cucciolo spaurito, fradicio e timoroso, quando in realtà era fisicamente tre volte lei?
«Questo. Ci capita, ogni tanto.» Ben accennò un movimento con la mano. «Io non sono davvero qui, Rey. Ma la Diade ci lega a questo punto.»
«La Diade…» Mormorò, ricordando Kylo Ren nella sala di partenza delle astronavi, che pronunciava quelle parole.
Noi siamo una Diade. Siamo due, e uno, e insieme siamo imbattibili.
«Kylo Ren.» Alzò lo sguardo su di lui, e lo vide fare un mezzo sorrisetto mesto.
Fu un fulmine a ciel sereno.
Un altro ricordo, un’altra situazione.
«Non sei sola.»
«Nemmeno tu.»
Aveva avuto il suono di una promessa, sussurrata tra lacrime fragilità.
Rey sapeva di aver sbagliato qualcosa, dopo quella promessa.
Ma cosa?
Lo vide passarsi una mano fra i capelli, in attesa che lei parlasse, lasciandola elaborare e ragionare senza forzarla.
Kylo Ren non l’aveva mai fatto.
Il Leader Supremo aveva sempre cercato di convincerla con le parole, di attirarla dalla sua parte.
Kylo Ren non se ne sarebbe rimasto lì, cercando di farsi il più piccolo possibile, le mani affondate nelle tasche come a trattenere l’impulso di avvicinarsi.
Volevo prendere la tua mano. La mano di Ben.
Quello non era Kylo Ren.
«Ben…»
Vide qualcosa passare nei suoi occhi neri, e le si strinse il cuore.
Si avvicinò di un passo, e lui non si mosse.
La osservava come se dovesse sparire da un momento all’altro.
Di nuovo, le sussurrò la sua mente, insieme ad una fitta di emicrania che le annebbiò la vista per un istante.
Si rese conto che le tremava la mano mentre la allungava lentamente verso di lui.
Non riusciva a staccare gli occhi dal suo viso.
Sembrava che stesse crollando qualcosa dietro quegli occhi tormentati, e in lei si accese il desiderio di aggiustare ciò che le sue azioni avevano danneggiato.
Prima che le loro mani potessero toccarsi, però, il suono dell’allarme esplose intorno a loro.
Fu un battito di ciglia, e così com’era arrivato, Ben Solo svanì dalla sua vista.
E Rey, da sola nella stanza, iniziò a capire perché il suo assassino avesse pianto la sua morte.
  
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