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Autore: Fujiko91    01/03/2020    1 recensioni
Ho usato due attori famosi come presta volto: Richard Armitage è Adam e Mia Wasikowska è Catherine.
La storia è ambientata negli anni '50.
Un'estate e l'incontro con Adam cambiò ogni cosa nella vita di Catherine.
Non tutto però fu positivo, molti segreti vennero a galla e nulla fu come prima.
Catherine perdonerà Adam?
E Alan quale ruolo avrà in questa storia?
Auguro una piacevole lettura a tutti.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Betato:ringrazio Ciuffettina per la correzione dei piccoli errori! :*


 

Io e Alan eravamo tornati ad abitare nella mia casa.

Per fortuna, i domestici avevano pulito per bene, e avevano eliminato tutte le macchie di sangue.

Eppure, potevo ancora vedere il cadavere di Angus e quello di mia madre, ma ora non potevo pensarci. Stavo aspettando una notizia importante dall'avvocato preso da Alan per difendere mio padre e Adam.

La giornata era fredda, in casa avevo fatto accendere il riscaldamento.

Le cuoche cucinavano, i giardinieri si occupavano delle siepi e delle rose di mia madre, i domestici pulivano la casa per tutti loro era una giornata normale di lavoro. Sospirai ripensando alla mia spensieratezza di molti mesi fa, quando il mio problema più grave era non trovare un nuovo luogo da disegnare; ora quel tempo era finito e davanti a me c'era una realtà che non volevo accettare.

Volevo scappare, ma non l'avrei mai fatto, avrei affrontato gli sguardi e le parole d'odio solo perché Adam e mio padre erano la mia famiglia, però ero felice che Alan mi sarebbe rimasto accanto nonostante tutto.

Venne servita la colazione, scesi pigramente le scale, ancora avvolta nella mia vestaglia di lana.

Mi andai ad accomodare al tavolo, Alan era al telefono.

Bevvi il mio thè e mangiai un pasticcino.

Appena sentii il click della cornetta del telefono gli chiesi: "Allora, che cosa dice l'avvocato?"

"Ci sono buone notizie, ha convinto i lord della Royal Courts of Justice di tenere il processo in una semplice Corte di Contea."

"Ma è una splendida notizia!"

"Sì l'avvocato ha detto che sarà più semplice."

"Speriamo."

Continuai la mia colazione, anche Alan iniziò la sua.

Alan per me stava facendo molto, ed io non me lo meritavo. Lui mi amava, ma io no. La mia mente pensava solo ad Adam, non riuscivo a pensare ad altro. Volevo solo riaverlo qui, accanto a me.

Dopo ogni pasto, Alan si rintanava nello studio di mio padre, invece io andavo nella biblioteca, ma nessuno dei due avrebbe mai avuto la forza di mettere fine a una relazione così insalubre. Quella relazione ci avrebbe logorati per molti altri anni a venire.

 

Il processo iniziò a ottobre. Le foglie gialle e arancioni rendevano il tribunale della nostra Contea un luogo migliore, come se un pittore l'avesse fatto apposta.

Il cuore mi batteva forte, le mani mi sudavano ma alla fine entrai, i giornalisti scattarono varie foto a me, ad Alan e ad altri.

Arrivai alla porta, respirai ed entrai.

Varcata quella porta li vidi: mio padre era dimagrito lo si capiva dalle guance leggermente scavate e ad Adam invece era cresciuta la barba. Non stava male, i suoi occhi verdi erano ancora attenti.

Mi andai ad accomodare appena dietro all'avvocato Mooris, il quale aveva indossato la sua toga e la parrucca bianca.

Si alzò: "Miei cari lord, siamo qui riuniti per due casi ben differenti, il primo vede entrambi i miei assistiti accusati di sodomia, il secondo invece solo il signor Adam accusato di essere un nazista."

Il giudice aveva semplicemente annuito, era vestito con una toga rossa, indossava una particolare parrucca bianca e molto elaborata con vari tipi di boccoli. Indossava dei piccoli occhialini da lettura tondi.

"I suoi assistiti come si proclamano?"

"Innocenti fino a prova contraria."

"Iniziamo il processo, prima la difesa presenterà i suoi testimoni, poi l'accusa farà lo stesso, a quel punto la corte dei lord deciderà il verdetto!"

A quel punto ebbe inizio il processo.

Il primo a deporre fu Alan.

"Allora signor Campbell, lei è scozzese vero?"

"Sì."

"Ha una relazione con la signorina Catherine vero?"

"Sì."

"Conosce il signor Wood da molto tempo?"

"Sì da molto tempo e vi posso dire che un brav'uomo."

"Si limiti a rispondere sì per ora."

L'avvocato Mooris era bravo, ma io ero preoccupata per il contro interrogatorio.

E infatti dopo che il nostro avvocato ebbe finito, si avvicinò l'avvocato dell'accusa, un uomo non troppo alto, un po' robusto e non più giovane. "Quindi lei sapeva che il signor Wood fosse un nazista?"

Vidi Alan agitarsi, in quel momento intervenne il giudice: "Si ricordi che lo spergiuro le costerà la galera."

"Sì" rispose Alan tenendo lo sguardo sul pavimento.

"E sapeva della sua relazione con il signor Thomas?"

"Sì."

"Ma pur sapendo queste cose, non li ha mai traditi?"

"No."

"Pur sapendo che alla signorina Catherine piace Adam?"

"Sì, perché l'amo."

"Ho finito."

A quel punto il nostro avvocato chiamò me. "Signorina Catherine, lei sapeva che tra suo padre e Adam ci fosse qualcosa?"

"Sì."

"Sapeva del loro matrimonio?"

"No, l'ho saputo dall'ispettore Colin."

"Sapeva che Adam fosse un nazista?"

"Sì."

"L'ha mai detto a qualcuno?"

"No."

"È tutto."

A quel punto mi si avvicinò l'altro avvocato. "Signorina, ha appena mentito, dica la verità, ha detto alla sua amica Annie che il signor Adam fosse nazista?"

"Sì." Alzai lo sguardo e lo puntai su Adam e mio padre. "L'ho fatto perché, in quel momento, penso di averli odiati per la morte di mia madre e del mio amico Angus."

Era vero, quel giorno avevo perso una parte del mio cuore, mi sentivo così priva d'amore quando lo dissi ad Annie.

"E che cosa si aspettava?"

"Che la mia migliore amica avrebbe tenuto il segreto. Adam non è cattivo, durante la guerra non si è reso responsabile di quelle atrocità naziste!"

"Lei lo ama?"

"Sì."

"Lui l’ha mai amata?"

"Sì, una volta ci siamo baciati, ma non era giusto."

"Perché sta con il signor Alan?"

"Perché mi ama, lui sa ma continua a volermi bene. L'amore è un sentimento complicato."

"Per me è tutto."

Tornai a sedermi accanto ad Alan il quale cercava di non lasciar trasparire gli occhi leggermente lacrimosi.

Volevo dirgli qualcosa di dolce, ma non potevo mentire.

A quel punto al banco venne chiamata Annie.

Iniziò a interrogarla l'avvocato dell'accusa. "Signorina Annie, da quanto tempo conosce la signorina Catherine?"

"Da quando avevamo sette anni."

"Conosceva anche Angus?"

"Sì, il nostro gruppo era composto da mio fratello Tom, da Angus, da me e da Catherine."

"Mi dica, suo fratello Tom dov'è?"

"In una clinica a Londra, per farsi curare dalla sindrome del soldato. I nazisti gli hanno tolto la voglia di vivere."

"È tutto, passo la test a lei, collega."

"Signorina Annie, quindi è questo sentimento ad averla condotta a tradire la fiducia della sua migliore amica?"

"Sì."

A quel punto l'avvocato tirò fuori un fascicolo. "Ma, da questa testimonianza presa a suo fratello Tom, emerge che lui sia stato torturato dagli americani, perché ritenuto un traditore, lei lo sapeva signorina?"

"No!"

"E se l'avesse saputo, che cos'avrebbe fatto?"

Annie mi guardò, i suoi occhi chiedevano scusa. "Cath mi ha detto che Adam era nazista, ma non aveva ucciso nessuno, era solo uno dei tanti soldati. Che poi si era innamorato e aveva deciso di abbandonare un qualcosa in cui non credeva, ma io ero troppo accecata dall'odio, per ascoltare la verità."

"Quindi lei signorina, ora cosa pensa di Adam?"

"Che è un brav'uomo e spero che la corte dei lord lo capisca." Annie si alzò e non disse nulla, uscì semplicemente dall'aula.

A quel punto a parlare fu il giudice. "My lord, potete ritirarvi e deliberare."

Ci fecero uscire, mi andai ad accomodare su una panchina ricoperta di foglie.

"Una volta finita, tornerai con me in Scozia?"

Non c'era bisogno che alzassi lo sguardo, per sapere che era Alan.

"Tornerò." Guardai due foglie portate via dal vento, che si ricorrevano, senza mai raggiungersi. Proprio come me e Adam, i nostri erano stati attimi fuggenti. 

Alan si era acceso la pipa, non potevo vederlo, ma ne sentivo il profumo.

Forse erano passate ore. Comunque finalmente la corte dei lord aveva deliberato.

Camminai lentamente. Mi accomodai di nuovo dietro all'avvocato Mooris.

In quel momento, un lord aveva consegnato una pergamena al giudice.

"Alzatevi signor Adam e signor Thomas. Per il reato di sodomia, siete stati ritenuti colpevoli. Invece lei, signor Adam, per il reato di nazismo è stato ritenuto innocente. La corte di Contea ha così deciso."

"Quanti anni passeranno in prigione per il reato di sodomia?"

"Due anni di carcere."

Poteva andare peggio, ma non lo trovavo giusto.

Fuori dall'edificio c'era l'auto dell'ispettore Colin che li avrebbe condotti al penitenziario situato vicino a Londra.

Mi avvicinai all'auto trattenendo le lacrime. "Oh papà! Io non so cosa fare."

"Ti starà accanto Alan, io e Adam ce la caveremo."

"Mi perdonate?"

"Catherine, ti abbiamo creato del dolore. Ci dispiace" mi disse Adam era così dispiaciuto che non sapevo cosa fare, ma decisi di non abbracciarlo perché c'era Alan e poi mi sarei sentita in colpa.

Un bobby mi allontanò dalla vettura, che partì.

In quel momento crollai a terra e piansi, Alan si chinò accanto a me e mi strinse a lui.

 

Tornammo a casa, mi sentivo persa. Ma volli partire per tornare in Scozia.

Diedi istruzioni varie ai domestici di prendersi cura della casa.

Il mio non era un vero addio, ma solo un arrivederci.

Con l'auto, Alan ripercorse tutti i luoghi della mia infanzia, della mia adolescenza e giovinezza.

Per poi giungere alla stazione. Mi ricordai Adam che mi venne a prendere, mi ricordai la mia felicità del mio primo viaggio in Scozia.

Salimmo sul treno, e ci accomodammo uno di fronte all'altro. Non eravamo più gli stessi, lui si mise a leggere un libro, io mi appisolai e sognai di essere felice. 

Mi sentivo così vuota, quando arrivammo a Melrose era tutto uguale. In fondo erano passati solo pochi mesi.

Prendemmo un taxi che ci riportò nella nostra piccola villetta. Appena vi entrai mi sentii sbagliata e venni assalita dai sensi di colpa.

Eppure finsi che tutto andava bene. Ma Alan se ne andò nella sua stanza e io nella mia.




Angolo dell'autrice:
lo so è passato un anno dal mio ultimo aggiornamento e anche qualche mese... mi dispiace ç.ç

Non è stato un bel periodo per me e la voglia di scrivere mi era passata, poi da un mese mi è tornata e ora ho scritto questo nuovo capitolo e poi l'epilogo, perché non me la sento di proseguire la storia, e allungarla , perché secondo me si rovinerebbe... ti ringrazio tesoro e fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo e del fatto che poi dopo questo ci sarà già l'epilogo, grazie! :*
Al prossimo capitolo che uscirà la prossima settimana! :*
Fuji.
  
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