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Autore: littlepink6690    07/03/2020    0 recensioni
Come chi mi legge da sempre, sa che mi piace stravolgere il modo in cui una puntata o la serie si è evoluta secondo il mio punto di vista.
Dalla storia:
“Ehi Doc, mi senti?” – la voltai lentamente sperando non fosse ferita- “Siamo venuti a prenderti, forza” – la sollevai quanto potessi, aprì leggermente gli occhi e sorrise.
“Yaz, la mia Fam” – disse sforzandosi di tenere aprire gli occhi.
“Dobbiamo andare via Doc, forza”- disse Ryan tenando di incorraggiarla.
“Non posso Ryan” – rispose alzandosi di scatto, e barcollò e la tenni per un fianco.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: TARDIS
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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In this body

Le belle parole di Graham dette poco più di un’ora fa, stavano risuonando nella mia mente nel momento in cui davanti al Valico, dovevamo attraversarlo. Fui la prima, indomita come sempre attraversai quella patina, mettendo i piedi sul pianeta che per tanto tempo la Doc ci aveva tenuto nascosto. Adesso la nostra priorità almeno per me e la Fam, come ci chiamava lei, era ritrovarla e andarcene via. Guardare la morte in faccia quando il Cyberman era venuto a cercarci, era stata dura da sopportare, ma perdere lei sarebbe stato anche peggio.

Ryan ci aveva detto chi l’aveva presa, non sopportavo quell’uomo, qualsiasi cosa significasse nella vita della Doc, aveva solo causato dolore!

Percorremmo il più velocemente possibile tutta quella distruzione per trovarla, prenderla e portarla via. Andammo al punto centrale, di pianeti ne avevamo visti, ma quello di gran lunga era il più devastato. Arrivammo in una grande sala e la vidi lì riversa per terra e mi si fermò il cuore. Scesi velocemente le scale e la raggiunsi.

“Ehi Doc, mi senti?” – la voltai lentamente sperando non fosse ferita- “Siamo venuti a prenderti, forza” – la sollevai quanto potessi, aprì leggermente gli occhi e sorrise.

“Yaz, la mia Fam” – disse sforzandosi di tenere aprire gli occhi.

“Dobbiamo andare via Doc, forza”- disse Ryan tenando di incorraggiarla.

“Non posso Ryan” – rispose alzandosi di scatto, e barcollò e la tenni per un fianco.

“Piano Doc”- dissi sostenendola.

“Il Master è qui, devo fermarlo prima che sia troppo tardi” – disse e subito dopo uno dei suoi ragionamenti, ci dividemmo. Dovevamo far saltare la nave che trasportava l’esercito dei Cyberman. Qualcosa però non andò come da piano e arrivati in qualcosa che doveva sembrare un Tardis, capimmo cosa volesse fare la Doc.

 

“Devo usare la Particella della Morte sul mio pianeta, sul Master e sulla nuova razza di Cybeman”

“Morirai anche tu” –disse allarmato Ryan.

“Deve andare così” – sospirò – “Lo faccio per la mia Fam” –disse guardandoci dritti negli occhi uno per uno. Poi si voltò dandoci le spalle ed iniziò a camminare per poter andare via. Le corsi dietro, le presi un braccio e la voltai verso di me.

“Non te lo lasceremo fare” – dissi mentre lei si divincolava.

“Devi lasciarmi andare Yaz” – disse con gli occhi colmi di lacrime, li avevo anch’io. “Per favore” – crollai in quel momento, non fisicamente, ma quello era il peggior momento vissuto con lei. Come poteva, lasciarci? Lasciare me, non le avevo detto neanche cosa provavo per lei, sapevo, sentivo che quel sentimento fosse corrisposto non poteva finire cosi. Feci l’unica cosa che il mio corpo mi spingeva a fare in quell’istante, annullai le distanze tra noi, portai una mano sul suo viso pallido e posai le mie labbra carnose sulle sue sottili. Quando chiusi gli occhi, sentì le sue braccia stringermi e ci abbandonammo a quel bacio pieno di parole non dette. Sentì la sua mano calda sul viso e pian piano le labbra allontanarsi dalle mie. Ci guardammo per un lungo istante, senza proferire parola e poi sciolto l’abbraccio andò via, senza guardarsi più indietro.

Cosa diavolo ti è saltato in mente Yaz, pensavo tra me e me mentre andavo incontro a morte certa. Cavolo che bacio! Questo sarà il mio più grande rimpianto, non averlo fatto prima. Perdonami, Yaz.

Davanti a quel sadico del Master, fui debole, non volevo perdere la mia Fam, non volevo perdere Yaz, non ebbi il coraggio di detonare. Fummo interrotti dal vecchio guardiano del Valico, che strappatomi la bomba dalle mani, mi rivolse queste parole.

“Loro hanno ancora bisogno di te. Io sono vecchio e  questa è la mia ultima missione” – mi guardò negli occhi – “Corri, Doc”

Così feci, mi guardai indietro, volevo scappare da tutto, dal Master, dai Cyberman, da Gallifrey, che avevano reso un cumolo di macerie e detriti. Raggiunsi un altro Tardis e decisi di scappare prima che la Particella della Morte cancellasse anche me e il sacrificio di quell’uomo fosse stato vano. Inserì le cordinate della mia fedele amica e raggiunsi il mio vero Tardis. Come se mi stesse leggendo nella mente, la nostra destinazione era lo Yorkshire. Quando ormai arrivati, constatai che non fossi pronta ad affrontare Yaz, sarebbe stata certamente furiosa con me, ebbi l’istinto di scappare, come avevo fatto per l’ennesima volta da Gallifrey. Poi non so cosa mi spinse ad aprire timidamente la porta della cabina e affacciarmi fuori e lei era lì, con il suo benedetto sorriso.

“Sei qui” – disse guardandomi era sola- “Ti va una tazza di te?” – chiese e non sembrava avercela con me. Annuì e la raggiunsi, lei mi porse la mano e intrecciai le mie dita alle sue e sorrisi timidamente. Era un gesto che avevo dimenticato, come era morbida la sua mano.

Arrivammo a casa sua, deserta e mi lasciò la mano solo per andare a scaldare l’acqua per il te. La guardai stando seduta sul divano, non ero a disagio, beh forse si avremmo dovuto parlare di quel bacio, di tutto quello che aveva significato e significava. E poi mi fu accanto con la tazza fumante di te.

“Bevi piano o ti scotterai” – sorrise porgendomi la tazza.

“Yaz” – la guardai.

“Allora parli, pensavo avessi perso la parola, dopo” – la interruppi.

“Yaz, ho bisogno di sapere cosa ha significato quel bacio per te, cioè” – mi prese le mani e mi guardò

“Vuoi sapere se era semplicemente un bacio d’addio o se era ora?” – chiese non togliendomi gli occhi di dosso. Annuì come una stupida. “Mi piaci Doc ed era l’unico modo per fartelo capire, per sperare che tu tornassi, da me!” – disse stringendomi le mani. “Se per te non è lo stesso, allora era un addio” – disse sciogliendo le nostre mani e alzandosi di scatto. Rimasi per un attimo interdetta.

“Yaz sono qui! – dissi mettendomi in piedi – Significherà qualcosa no? Non ho fatto altro che pensare al nostro bacio, a quanto sono stata stupida a non farlo prima, a quanto sono stata egoista, a – e nulla non finì la frase, che sentì il suo peso addosso e la parete dietro la mia schiena, e le sue benedette labbra sulle mie, mi facevano impazzire. Presi il suo viso tra le mani e intensificammo presto il bacio, la sua lingua intrecciata alla mia, le sue mani che vagavano sul mio corpo e le mie sul suo. Mi tolse l’impermeabile, lasciandolo cadere per terra, e indietreggiando verso quella che doveva essere la sua camera da letto, entrammo chiudendoci la porta alle spalle. Le tolsi la giacca di pelle, e presi a baciare il suo collo, mentre l’abbracciavo da dietro. Dio se mi sentivo accaldata, poi la sua camera era così accogliente. Si voltò verso di me e fece scendere le bretelle, abbassò la lampo del mio pantalone e mi sfilò il maglioncino. Tolsi la sua camicietta e sfilammo i nostri pantaloni. Si strinse a me e potei sentire il suo cuore battere all’impazzata contro il mio seno, poi mi spinse sul letto e cademmo una sull’altra.

“Non l’ho mai fatto” – dissi e lei mi guardò dolcemente – “In questo corpo” – spiegai.

“Lascia fare a me” – sorrise e mi accarezzò il viso prima di ricominciare a baciarmi, con più passione, iniziammo ad ansimare appena e lei iniziò a scendere attraverso il mio collo, il mio seno, toccandolo con le mani e sfiorando il mio addome con la punta del naso e poi le sue mani afferrarono l’elastico dei miei slip, facendolo scorrere dal mio sedere, giù attraverso le mie gambe e poi via chissà sul pavimento. Sussultai quando i nostri sguardi si incrociarono, mentre lei con dei baci risaliva le mie gambe per poi immergersi tra di esse. Inarcai la schiena e chiusi gli occhi sibilando il suo nome. Cavolo se era brava con la lingua, persi subito il controllo, era nuovo per me, ma molto piacevole. Quando risalì a baciarmi le guance, sorrisi con l’affanno ma finsi solo per ribaltare le posizioni e sentire lei sulle mie labbra e la lingua la penetrò. Un gusto dolcissimo, che portai poi alle sue labbra, quando una di fronte all’altra, baciandoci, iniziammo a darci piacere simultaneo, scambiando solo quale parole e sguardo eccitato ed intenso.

“Ti amo Doc” –disse poco prima di un ultima spinta e il suo rilassamente sotto le mie.

“Yaz, ti amo anch’io”- sorrisi lasciandomi andare a lei, ancora una volta.

 

E nulla dopo tanto tempo sono tornata a scrivere, una cosuccia piccola, ma della quale sono molto soddisfatta! Fatemi sapere cosa ne pensate! xoxo
  
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