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Autore: Fujiko91    08/03/2020    2 recensioni
Ho usato due attori famosi come presta volto: Richard Armitage è Adam e Mia Wasikowska è Catherine.
La storia è ambientata negli anni '50.
Un'estate e l'incontro con Adam cambiò ogni cosa nella vita di Catherine.
Non tutto però fu positivo, molti segreti vennero a galla e nulla fu come prima.
Catherine perdonerà Adam?
E Alan quale ruolo avrà in questa storia?
Auguro una piacevole lettura a tutti.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Betato: ringrazio Ciuffettina per la corezzione dei piccolir errori! :*

 




1957 avevo appena compiuto trentadue anni.

Mio padre e Adam avevano già scontato i loro anni di carcere, ma io non volli, tornare a casa.

Restai a Melrose, in Scozia. 

Un anno dopo essere tornata, mi ero sposata con Alan, non so perché lo feci.

Grazie a quel matrimonio presi la cittadinanza scozzese, il che per me era molto importante per poter continuare la mia carriera di pittrice.

Alan, dal canto suo, continuò la sua di scovare sempre dei nuovi talenti, aveva avuto delle relazioni con delle giovani pittrici.

Mi ricordavo il tempo in cui ero stata gelosa e in cui ridevamo.

Ora invece eravamo due estranei sposati. Non c'era amore, eppure lo dipingevo, ma sotto forma di Adam. Ricevevo le sue lettere, ogni volta mi pregava di tornare da lui, ogni volta gli rispondevo che non potevo perché era sposato con mio padre.

No, il mio amore paterno superava quello per Adam.

A un certo punto, mi trasferii nell'appartamento sopra la mia galleria.

E lì, di tanto in tanto, ricevevo visite di alcuni gentiluomini che volevano vedere la mia arte e, più di volta, ci avevo fatto sesso.

Mi era piaciuto, sapeva di peccato.

Dopo il sesso mi sentivo rinata, e dipingevo. Un giorno dipinsi me stessa nuda avvolta nelle lenzuola, con il viso arrossato per i postumi del sesso e Adam al mio fianco.

Non lo esposi mai, no, lo tenni davanti al mio letto.

Quando lo guardavo, sognavo che lui fosse lì accanto a me.

Tenni dei corsi sulla pittura per giovani fanciulle. Era divertente dipingere di nuovo dei paesaggi. Ero appena tornata da una di quelle passeggiate, quando trovai Alan seduto sul mio letto a fissare, il quadro.

"È bello, perché non mi chiedi il divorzio?"

"Perché non lo voglio. Sto bene così."

"Io no, bevo e fumo oppio. Eppure penso a te e a lui."

"Mi odi?"

"Non posso, ti amo ancora, eppure ci facciamo del male."

"Puoi odiarmi"

"Non ci riesco, anche ora, davanti a questo quadro, io ti amo."

"È solo un dipinto di fantasia. Vuoi fare sesso con me?"

"Sì."

Mi ero spogliata e distesa sul letto.

Alan si stava spogliando, una volta che fu nudo, si mise con il viso premuto tra le mie gambe. "Come quella volta nel bosco."

Mentre arrivavo all'orgasmo guardavo il viso di Adam nel quadro. I suoi occhi verdi, li adoravo.

Alan non andò oltre. Sì alzò e si rivestì, io mi accesi una sigaretta.

"Non sarà più come allora."

Lui uscì. Sapevo di averlo ferito, sapevo di averlo usato.

Il mattino dopo, venni svegliata dal suono del campanello. Indossai la mia vestaglia, e scesi.

Aprii la porta solo per vedere un giovane in uniforme della polizia scozzese.

"Signora Campbell, la devo informare che è stato rinvenuto il cadavere di suo marito Alan Campbell."

"Com'è morto?"

"Impiccato, signora, nella sua abitazione. Accanto al suo cadavere c'era questa lettera per lei."

Il giovane me la porse, io la presi e chiusi la porta.

Piansi, ma non crollai nel dolore.

Rimasi in casa, fino al funerale ci andai vestita di nero.

Per poi tornare a casa. Quella notte pensai, la lettera non la lessi.

Alla fine decisi, di voler partire e andare a Parigi.

Feci incartare tutti i miei quadri e li feci spedire, in un mono locale che avevo affittato a Montmartre.

Il quadro davanti al letto me lo portai dietro.

Ero indecisa su come viaggiare, alla fine decisi in aereo.

Fu un bel viaggio. E fu su un aereo che lessi la lettera del mio defunto marito.

"Cara Cath,

spero che il mio suicidio non ti rovini la vita.

Sono sicuro che non lo farà, non mi hai mai amato, ma io ti ho amato. È per questo, che ho deciso di farlo. Uno di noi doveva, mettere la parola fine alla nostra storia. Ti auguro di trovare ciò che cerchi. Il tuo per sempre Alan"

 

Era il tipico comportamento di Alan, persino all'ultimo mi aveva amato. Ne ero felice.

 

Arrivai dopo due giorni di viaggio a Parigi. Una città stupenda, con i suoi viali, i suoi locali alla moda e di nudi. Per non parlare della Torre Eiffel, che stava lì in mostra, e io la fissavo. 

Presi un taxi e mi feci portare all'indirizzo a Montmartre.

"Signorina, lei è un'artista?"

"Sono vedova e sono una pittrice."

"Condoglianze per suo marito. La collina degli artisti è il luogo adatto."

Mi lasciò al mio piccolo e umile stabile. Un'antica villa trasformata in piccoli appartamenti.

Venni accolta da un uomo. "Lei è la nuova vicina?"

"Mi chiamo Catherine, sono una pittrice e lei?" 

"Uno scrittore, mi chiamo Albert."

Lo salutai, salii le scale ed entrai nella mia nuova casa. Disfai i quadri e li misi dentro in una stanza con un'ampia porta finestra che dava su in un piccolo balcone.

Decisi che sarebbe stata ideale per dipingere.

Invece il quadro di me e Adam lo appesi davanti al mio letto.

Infine c'erano cucina e sala da pranzo insieme e un bagno.

Tutto molto semplice.

Mi ero stancata così mi spogliai e mi coricai e dormii.

Fino al mattino dopo.

 

La mia vita lì partì decisamente bene, misi a frutto tutte le mie esperienze lavorative, soprattutto come insegnante d'arte. Trovai un posto in una piccola scuola di artisti.

Un giorno, lo scrittore Albert mi venne a fare visita.

Gli avevo detto di essere una vedova.

Quindi appena entrò nella camera da letto e vide il quadro. "Lui era tuo marito?"

"No."

"Oh, quindi chi è?"

"Adam, il mio amante. Alan lo vide la sera del suicidio. Perché sei entrato qui?"

"Pensavo che facendo sesso, mi sarebbe passato il blocco che mi impedisce di scrivere."

"Non voglio più fare sesso, vorrei essere amata. Alan mi amava, mi era devoto, tanto da suicidarsi per porre fine a un rapporto a cui non riuscivo a mettere la parola fine io."

"Interessante, penso di aver trovato qualcosa di meglio del sesso, una musa."

La divenni, finché lui non s’innamorò di me. Essere amata di nuovo, mi rese felice. Quindi lo sposai.

Non mi diceva mai nulla del quadro, lo lasciò lì dov'era.

 

Era ottobre, quando mi venne recapitata una lettera.

"Cara Cath,

purtroppo Thomas si è ammalato, ti vuole qui per darti il suo ultimo saluto.

Arrivederci. Adam"

 

Partii, portandomi dietro Albert.

Non avevo ancora avvertito Adam o mio padre, del mio nuovo marito.

Quando arrivai in quella casa, capii che ogni cosa mi mancava e non volevo più tornare a Parigi.

Durante la cena, Adam non scese, accompagnai in camera Albert e io andai in quella di mio padre.E lì c'era Adam.

"Cath, lui sta morendo" piangeva era distrutto dal dolore quello era vero amore. Io cercavo quello. Eppure non lo trovavo, perché ero stata stupida. Ce l'avevo ed era Adam, Alan e ora Albert erano stati degli stupidi capricci.

Uscii dalla stanza, andai da Albert.

"Cara, cos'hai?"

"Tornatene a Parigi, ti manderò le carte del divorzio. Non voglio nulla."

"Non so cosa fai agli uomini, ti dovrei odiare eppure non ci riesco. Sii felice."

Albert si vesti e se ne andò, ma prima mi domandò: "Ti devo rimandare qualcosa?"

"Sì, i miei quadri."

"Va bene."

Non gli dissi che il mio quadro con Adam l'avevo portato con me a casa in Inghilterra.

Andai in camera mia e indossai uno dei miei vecchi abiti, poi tornai in camera da letto e mi sedetti accanto al letto di mio padre.

 

Pioveva, pioveva anche durante il funerale di mia madre e di Angus e anche in quello di Alan.

E ora stava piovendo a quello di mio padre.

Adam piangeva e mi stringeva la mano, anch'io piangevo. Piangevo così tanto, non solo per mio padre, ma anche per Alan le lacrime che non avevo versato quel giorno, caddero in una volta sola.

Mentre eravamo in macchina e percorrevamo la strada di casa mi  sembrava di percorrere la strada della nostra vita.

"Cath, ti sei sposata di nuovo?"

"Da ieri sono divorziata, perché?"

"Pensavo… vuoi vivere con me?"

"Sì lo voglio."

Percorremmo quella strada, finalmente insieme e uniti per sempre.

Continuai la mia carriera d'artista, dipingevo di nuovo la natura , circondata dai ricordi dolci e tristi, ma soprattutto con Adam.

Lui andava sulla tomba di papà, ma poi tornava sempre da me. E io ora non mi sentivo più in colpa per nulla. Ricevetti una lettera di Albert in cui mi diceva che si era sposato di nuovo, ma soprattutto mi voleva mandare il libro che aveva scritto, pensando a me. La protagonista mi assomigliava, mi sentii felice.

Lo dissi ad Adam, finalmente il mio quadro non era più una semplice fantasia.

Ogni giorno ero amata e felice.



Angolo dell'autrice:
ed eccoci qui alla fine della storia! Devo ammettere che mi è piaciuto davvero molto in cimentarmi in questa avventura! Aver scritto un intera storia originale per me è stata un'esperienza davvero molto bella u.u
Mi fa anche piacere che sia piaciuta! *w*

Ringrazio per averla sempre recensita -ThorinOakenshield grazie tesoro! :*

Ringrazio per averla inserita tra le seguite:
-LadyTsuky
E tra le ricordate:
-Narciso_

Grazie! :*
Perché essendo una storia originale non è mai facile ricevere molte recensioni a me meno che non parlino d'amore ecc. la mia invece era anche drammatica e toccava molti temi difficili per l'epoca in cui era ambientata, quindi mi fa piacere che sia piaciuta ad alcuni. Per ora mi dedicherò a continuare la mia raccolta di one shot sopranaturali originali e su una nuova raccolta AU dedicata alla serie tv The Walking Dead e poi penso che tornerò a scrivere qualcosa sullo Hobbit perché mi manca u.u
Si ci vede su altre storie!
Fuji.

 
  
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