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Autore: Vespertilio    10/03/2020    1 recensioni
Si fermò per un attimo ad osservare come le sue ciocche castane non avessero perso un minimo della loro bellezza sotto tutta quella pioggia.
Anzi, erano ancora più lucenti e di quello si era accorto anche quando prima stavano condividendo lo stesso ombrello.
A pensarci bene quella gomma da masticare l'aveva pestata proprio perché si era distratto a fissare i lineamenti del suo viso e non prestava attenzione alla strada.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Chateau Lafite Monteil 
⊱ ──────ஓ๑ capitolo IV ๑ஓ ────── ⊰



Come d'accordo Mathis suonò sotto casa di Daniel alle otto precise.
 
Il corvino scese di fretta le scale, sistemandosi la camicia dentro i pantaloni. Non era abituato a vestirsi in maniera così elegante ma da quando frequentava Mathis ci stava facendo l'abitudine.
 
Si sorprese di vederlo già fuori dall'auto, con la portiera aperta ad aspettarlo. Da vero principe azzurro avrebbe detto qualcuno.
 
« Sei splendido » disse Mathis sporgendosi per baciargli entrambe le guance.
 
« Ti ringrazio » replicò timidamente Daniel accomodandosi sul sedile. Richiusa la portiera, Mathis si sistemò al posto del guidatore, soffermandosi un attimo sul completo del corvino. Quest ultimo se ne accorse tentando di mascherare una risatina nervosa. « Ho la cravatta fuoriposto? » 
 
« No, affatto... stavo pensando che non ti avevo mai visto così elegante » disse il moro distogliendo poi lo sguardo per avviare il motore.
 
« Oh » Daniel si osservò un attimo dallo specchietto retrovisore. « Beh, siccome avevi detto che è un ristorante a cinque stelle ho pensato di indossare l'abito migliore che avessi » 
 
« Hai fatto bene, stai benissimo » replicò Mathis avviandosi per il ristorante.
 
Daniel aveva indossato quello smoking solo una volta durante la sua vita, ovvero durante il matrimonio di una sua vecchia fiamma, Adrien. Pur essendo ex fidanzati erano rimasti in ottimi rapporti ed era stato più che felice di essere invitato all'evento. Al tempo Daniel era fidanzato con Arsène e ancora se lo ricordava quel giorno, mentre gli stringeva innamorato la mano, di come avesse desiderato poter dire anche lui un giorno il suo lo voglio
 
Immerso nei propri pensieri, Daniel si ritrovò a giocare con il proprio polsino, disfacendolo accidentalmente.
 
Mathis gli rivolse uno sguardo distratto prima di tornare con gli occhi sulla strada. « Me lo ricordo quel giorno al bar »
 
« Come? » il corvino scosse la testa, tornando al presente.
 
« Il tuo aggeggiare con le maniche. Lo facevi un sacco durante il nostro primo incontro. Era tornato in mente anche a te? »
 
Daniel nascose istintivamente il polso, imbarazzandosi di essersi fatto beccare durante un atto abitudinario come quello. « Oh, non ti si può proprio nascondere niente » abbozzò a un sorriso distogliendo lo sguardo da lui.
 
Originariamente Mathis e Daniel si erano incontrati in un locale, per mezzo di un drink indirizzato alla persona sbagliata da parte di Mathis. Al ché il moro gli si avvicino per scusarsi del fraintendimento, e tra un "Mi sei proprio familiare" di uno ed un "Ah davvero? Dimmi di più" dell'altro, alla fine quel drink non arrivò mai alla persona giusta.
 
Ma Daniel non stava pensando affatto al loro incontro, mentiva. Si sentì in colpa, ma cos'altro poteva rispondergli? 
 
Tornò con lo sguardo su Mathis, notando un paio di gemelli sul suo polsino. « Anche te sei davvero elegante stasera, sai? Non che tu non sia sempre ben vestito »
 
« Oh, sì. È un completo d' Invidia » 
 
« In che senso? »
 
« Invidia. Il brand »
 
« Ah... » Daniel sprofondò poco contro il sedile, sentendosi un adolescente alle prime armi. Mathis lo notò, abbozzando a una risata. « Scusami, ho espresso male la frase. Grazie per il complimento Daniel » gli sfiorò il braccio continuando a guidare.
 
Daniel si sentì un po' più a suo agio con quella carezza. « Sai, di solito non sono così imbranato » rise piano.
 
« Imbranato, tu? Ma se riesci sempre a gestire tutti i tuoi concerti alla perfezione? » 
 
« Oh, beh sì, ma i miei sono solo concerti locali e poi- »
 
« Accetta un complimento di tanto in tanto » una parvenza di durezza venò il tono di Mathis.
 
Per un attimo calò il silenzio, con il corvino che si limitò a guardarlo con sorpresa. Poi Mathis sospirò. « Scusa Daniel, non intendevo- »
 
« No, scusami tu, hai ragione » lo interruppe Daniel. « Grazie Mathis » stavolta fu lui a sfiorargli il braccio.
 
Mathis sorrise compiaciuto.
 
Il resto del viaggio lo passarono in silenzio, solamente con la musica di sottofondo ad accompagnarli.
 
 
***
 
 

« Bene, siamo arrivati » ruppe il silenzio Mathis parcheggiando l'auto. « Ci avviamo? »
 
« Sì » Daniel non fece in tempo a sporgersi per un bacio che lui era già uscito. Il corvino uscì a sua volta mettendosi di fianco a Mathis, il quale lo tenne a braccetto.
 
Della musica classica e un arredamento, a tratti rococò, accolsero i due all'entrata, sotto lo sguardo stupito di Daniel. Non era di certo la prima volta che cenava a un cinque stelle, specialmente se si trattava di collaborazioni con altri artisti e i loro manager, ma non aveva mai visto prima d'ora un ristorante tanto sfarzoso e lussuoso. Già prima di entrare aveva notato due eleganti lucernari lucidi in nero a fianco della porta principale, su entrambi incisi in oro, "Epicure", il nome del ristorante. Ma mai si sarebbe immaginato ciò che lo aspettava all'interno!
 
Sedie imbottite e rivestite in soffice velluto porpora, quadri d'epoca degli anni d'oro della Francia tutt'intorno, tende con ricami floreali anch'essi dai colori caldi, accompagnate da tantissime vetrate che si affacciavano sul cortile interno e infine un enorme, maestoso candelabro d'oro da soffitto, che con le sue decine di fiammelle spiccava al di sopra dei presenti, facendoli sentire in una vera e propria piccola Versailles.
 
Daniel non ebbe tempo di stupirsi che avvertì un delizioso profumo di carne e formaggi  riempire l'aria e risvegliare mille sensi in lui.
 
Un maggiordomo sgusciò da una porta di servizio e fece cenno ai due di seguirlo. Mentre venivano accompagnati ai tavoli Mathis si sporse verso l'orecchio di Daniel. « Ti piace? » sussurrò sfilandogli galantemente la giacca.
 
« Mathis, io... sono senza parole » Daniel continuò a guardarsi attorno stupefatto, suscitando qualche occhiata dai tavoli vicini, probabilmente divertiti dalla reazione del corvino. 
 
« Lo prenderò per un sì » ridacchiò Mathis, mentre gli sistemava la sedia.
 
Daniel si sedette senza riuscire a smettere di girare la testa da tutte le parti, studiando ogni parte della sala. « Mathis, ma... tu davvero ceni qui abitualmente? » non poté fare a meno di chiedere, fissandosi sulla vista, attraverso una delle vetrate, rivolta verso il giardinetto.
 
All'esterno vi era una fontana adornata di splendide rose rosse e rosa e poco più in là, si potevano scorgere una serie di piccoli gazebo, anch'essi dello stesso motivo neoclassico del ristorante. Non c'era che dire, pareva di vivere in una fiaba.
 
Mathis rise nuovamente. « No, era una scusa per sorprenderti » posò una mano sulla sua per attirare lo sguardo del corvino. « Ti ho visto molto stressato ed ho voluto farti un regalino. Per questo ci tenevo a farti vestire elegante » concluse mentre gli accarezzava la mano.
 
« Wow, Mathis... » Daniel non avrebbe saputo cos'altro dire se non wow. Tutto quel lusso lo stordiva. Era circondato da così tanta bellezza che quasi si sentiva affaticato al pensiero di dover sostenere anche i piatti che avrebbero servito dopo, sicuramente sublimi per le aspettative che il ristorante già stava dando.
 
Daniel avvertì le dita affusolate di Mathis scivolare dal dorso della propria mano alla manica dell'abito. Scese con lo sguardo e notò che il moro gli stava sistemando con nonchalance il polsino disfatto da prima.
 
Ecco che riprovava quella sensazione in petto. Daniel si sentiva sempre un bambino ingenuo e distratto davanti a lui, nonostante fossero coetanei. Mathis invece non doveva neanche sforzarsi di mantenere quella facciata brillante, ogni cosa che faceva o diceva gli usciva impeccabile. 
 
Mathis finì di sistemargli il polsino dandoci sopra due leggere pacche con la mano, come a voler comunicare di aver fatto. Ritirò la mano per aprire il menù e si fissò sui piatti. Daniel, dopo essersi rapidamente controllato il polsino aprì anche lui il menù, stupendosi del numero di pietanze disponibili. Mentre leggeva tutta quella lista di nomi ringraziò il cielo che Mathis non mangiasse abitualmente lì come aveva fatto intendere prima. Se l'avesse fatto avrebbe anche potuto dire addio alla sua linea invidiabile e il suo portafogli pieno.
 
« Che ne pensi di un Côte-Rôtie del 2010? » domandò Mathis sollevando lo sguardo verso Daniel.
 
Il corvino ripassò con lo sguardo nella sezione dei vini.
 
"Côte-Rôtie 2010 (75 €)"
 
Strabuzzò gli occhi. « Mathis, non posso permettermi così tanto! » esclamò Daniel.
 
« Ma figurati, pago io » replicò l'altro come se fosse ovvio.
 
« Che cosa? » 
 
« Pago io » ripeté. « Prendilo come un regalo, non sentirti in imbarazzo »
 
« Mathis... » non fece in tempo di dire altro che il moro aveva già avvicinato un cameriere con il cenno della mano.
 
« Un Côtie-Rôtie 2010, prendiamo l'intera bottiglia »
 
« Arriva subito signore, per il resto? »
 
« Dobbiamo ancora scegliere » e con il cenno di prima, scacciò il cameriere, il quale tornò pochi istanti dopo con una bottiglia pregiata di vino. Daniel assistette silenzioso alla rapida scena.
 
« A noi due » Mathis sollevò il calice. 
 
Un attimo di esitazione attraversò il corvino. Poi sollevò anch'esso il calice, facendolo tintinnare con quello di compagno. « A noi due »
 
Il sorso che bevve subito dopo giunse scoppiettante nella bocca di Daniel e proprio come era accaduto con il Chateau Lafite Monteil di Mathis, avvertì subito i propri sensi inebriarsi di piacere.
 
« Cavolo... è delizioso » commentò.
 
« Ancora più dolce con te al mio fianco » rispose Mathis posando gli occhi sulle labbra del corvino, il quale se le stava umettando per riassaporare quel retrogusto tremendamente ammaliante.
 
« Mathis, tutto questo è davvero splendido. Non so come ringraziarti »
 
Daniel avrebbe voluto veramente potergli dimostrare la gratitudine di quel regalo con un altro altrettanto sorprendente. Ma ciò che gli aveva preparato Mathis era semplicemente indescrivibile, da togliere il fiato, e Daniel non riusciva a fare a meno di sentirsi in difetto per tutte le cose che non aveva fatto per lui. Mathis era l'uomo dei sogni e non riusciva a spiegarsi come qualcuno come lui potesse essere attratto da uno come Daniel. Si sentiva estremamente lusingato, ma al tempo stesso in dovere di eguagliarlo, almeno in minima parte, per tutte le cose che faceva per lui.
 
« Tranquillo... avrai più tardi il tempo per ringraziarmi » azzardò Mathis con un occhiolino, prima di tornare con gli occhi sul menù.
 
Daniel sospirò. "Con tutto questo ben di Dio non so nemmeno se avrò le forze per resistere fino a fine serata, figuriamoci per fare del sesso bello tanto quanto questo posto" posò anche lui lo sguardo sul menù.
 
 
***
 
 
 
Tra chiacchiere, risate e qualche altro brindisi, come previsto, i piatti che li aspettarono si rivelarono superlativi e tra dell'oro nero di Sologne, un agnello di Aveyron, un poulet de Bresse e qualche calice di vino di troppo, Daniel si era fatto più sciolto rispetto a quando erano entrati un paio d'ore prima. Ma fu a quel punto che sentì anche che qualcosa, nell'atmosfera era cambiato. Mathis lo guardava in maniera diversa, non avrebbe saputo dire se fosse per bramosia o altro, ma già da un po' il moro si era fatto silenzioso e un sorrisetto solcava le sue labbra.
 
Appena si udirono riecheggiare i rintocchi della mezzanotte, Mathis si alzò dalla sedia, si mise di fronte a Daniel, gli strinse una mano tra le sue e si chinò lentamente su un ginocchio.
 
« Daniel Voisin »
 
Anche gli altri presenti in sala si voltarono verso i due, alcuni che coprivano la bocca dalla sorpresa, altri che non facevano a meno di sorridere, qualche bambino che li indicava incuriosito. 
 
Il corvino si sentì mancare il fiato. Stava veramente...? 
 
« Siamo fidanzati da relativamente poco tempo, eppure sento di conoscerti da sempre... non è una coincidenza se ci siamo incontrati » allungò una mano in tasca, tirandone fuori una scatolina rivestita di velluto blu.
 
Daniel sgranò gli occhi. Quella era la conferma, Mathis gli stava veramente chiedendo di sposarlo. Lì, davanti a tutti, cogliendolo totalmente di sorpresa. Daniel si sentì girare la testa. Tra il vino, quel cibo straordinario, quei profumi invitanti e quell'atmosfera spettacolare che l'avevano deliziato per tutta la serata, ora si sentiva vacillare, incerto se ciò a cui stesse assistendo fosse reale o un sogno lucido. Si tappò la bocca e non perché fosse felice. Tutta quella serie di emozioni gli stava facendo venire da rimettere.
 
Era lo scenario che Daniel aveva sempre sognato, a lungo conservato per un uomo che sapeva fargli vedere le stelle pur stando al chiuso, i cui baci sapevano farlo vorticare, le parole tremare d'emozione, le carezze fargli palpitare il cuore. L'unico testimone della sua più intima vulnerabilità, l'unico uomo a cui avrebbe ripetuto sì sì sì fino allo sfinimento.
 
« ...E sento che il meglio tra noi due deve ancora venire » Mathis aprì la scatolina rivelando un anello di fidanzamento in argento, con chissà quanti carati, al quale i testimoni in sala non poterono fare a meno di trattenere un gasp.
 
Daniel rimase per un istante stordito dal luccichio del gioiello, quando sentì l'otturare di una macchina fotografica. Voltò lo sguardo in direzione del suono e sgranò gli occhi alla realizzazione che si trattava di un paparazzo.
 
Tutti avrebbero saputo della notizia.
 
Riusciva già a immaginarsi la scena. Le strilla del suo manager per non averlo "consultato" prima di venire a sapere di qualcosa d'imprevedibile per Daniel stesso, le domande incessanti dei giornalisti su quando e dove avrebbe avuto luogo la cerimonia, l'espressione di disgusto sul viso dei suoi genitori che avrebbero subito dopo gettato il giornale nell'immondizia, la delusione sul volto del suo migliore amico Stéphane per non essere stato informato della sua relazione con Mathis. Stéphane, come aveva potuto non raccontargli niente? Era davvero tanto vigliacco?
 
Ma più di tutte, l'immagine di Arsène, che da dietro delle fredde sbarre, veniva a sapere della proposta di matrimonio, che il suo ex ragazzo, aveva ricevuto dall'uomo con cui l'aveva tradito in primo luogo. Non ce la faceva, non ce la faceva a sostenere anche l'immagine delle sue lacrime. Gli avrebbero logorato l'anima esattamente come le grida di Arsène in risposta alla loro rottura lo tormentavano la notte, infilandosi nei propri sogni.
 
« Ti chiedo di trascorrere la vita al mio fianco » proseguì Mathis sfilando l'anello dalla scatolina e tenendo l'anulare del corvino.
 
Daniel sapeva che non sarebbe mai riuscito a sostenere la vita mondana e lussuriosa di Mathis, che gli avrebbe mentito spudoratamente se gli avesse detto di voler rivivere una serata come quella mille e altre volte ancora. Sapeva che non sarebbe riuscito a resistere in apnea per così a lungo, che prima o poi, sarebbe finito con l'annegare.
 
Arsène, Mathis, Stéphane. Troppi pensieri, tutti che facevano a gara per sovrastarsi l'un l'altro, e quel Côtie-Rôtie non aiutava per niente. I sensi di colpa e i rimorsi di Daniel, proprio come la fiamma di una miccia, si propagavano sempre più velocemente e non c'era più modo di estinguere quello che si era ormai trasformato in un incendio. 
 
« Daniel Voisin. Vuoi spos- »
 
« ...basta, basta così! » Daniel scosse la testa, con aria sofferente, prima di alzarsi dalla sedia e uscire rapidamente da quel bellissimo ristorante, sotto lo sguardo sconvolto dei presenti.
 
Con una mano tra i capelli, e un altra poggiata alla parete, il corvino inspirò ed espirò profondamente in un tentativo di prendere fiato. Ansimava, rendendosi a malapena conto di quanto era appena successo. Si sentiva lo stomaco attorcigliato, assieme ai polmoni, e il cuore gli si era ristretto in gola, impedendogli di respirare regolarmente. Aveva lo sguardo rivolto sulle proprie scarpe e non ci volle molto prima che delle piccole lacrime s'infransero sul lucido della vernice.
 
« Daniel! Che ti è preso? » 
 
Avvertendo la voce del moro alle spalle, Daniel si apprestò ad asciugarsi le lacrime che gli avevano rigato il viso, prima di voltarsi verso di lui. Mathis teneva ancora la scatolina in mano e aveva un'espressione di dispiacere mista a confusione dipinta sul volto. 
 
« A me? Semmai a te! » 
 
« Che vuoi dire? »
 
« Non... non puoi chiedermi qualcosa del genere come se nulla fosse! » replicò il corvino con una certa irritazione. « Mi avrai detto "ti amo", quando, una settimana fa?! È... è troppo presto! »
 
« È di questo che si tratta, quindi? Ti serve ancora un po' di tempo? »
 
Daniel serrò i pugni frustrato. Non era solo la tempistica a infastidirlo, andava molto oltre. Ma nemmeno lui avrebbe saputo dire con precisione quantooltre. Non riusciva a trovare le parole per giustificarsi e questo lo fece arrabbiare. Ed il fatto che si sentisse in dovere di dargli una giustificazione lo fece arrabbiare ancora di più. Ma dopotutto non ce l'aveva neppure con Mathis quanto con sé stesso. Se era finito in quella situazione era solamente colpa propria.
 
« Io... Dio Mathis, da quant'è che volevi chiedermelo?! Se non ti avessi risposto a quel messaggio oggi, cos'avresti fatto?! E se non mi fossi presentato stasera invece?! O... o peggio, se ti avessi lasciato! » 
 
« Lasciarmi? »
 
« È... è per dire! » Daniel gemette frustrato dandogli le spalle. Non sapeva neppure lui perché stesse reagendo così male. Mathis gli aveva fatto passare una serata da sogno e anzi, era addirittura riuscito a fargli dimenticare di Arsène per un po'.
 
"Tranquillo... avrai più tardi il tempo per ringraziarmi"
 
Era a questo che si riferiva Mathis prima? Se prima Daniel si sentiva un fuoco adesso la sua mente era in tempesta.
 
 Se si fossero sposati, se Daniel avesse deciso veramente di trascorrere la vita al fianco di Mathis, sarebbe stato sempre così? Avrebbe passato innumerevoli serate come quelle, con la mente offuscata dalle attenzioni di Mathis, fino a dimenticarsi completamente di Arsène e di tutta la loro storia insieme? 
 
« Daniel, tu vuoi lasciarmi? Per questo te ne sei andato così furiosamente? » Mathis fece scivolare una mano sulla spalla del corvino, facendo un giro per andargli davanti.
 
« Certo che non voglio lasciarti! » Daniel strinse gli occhi, lasciando andare un paio di lacrime. Lo gridò più per convincere sé stesso che Mathis.
 
L'espressione di Mathis si fece più rilassata. Tese una mano verso il corvino, che, dopo una piccola pausa in cui si perse nei suoi occhi verdi, gliela porse.
 
Mathis se la portò al petto, nella zona dove stava il cuore. Il polso di Daniel era come vetro tra le sue mani. « Vedi, questo anello l'ho comprato circa un mese fa. Non avevo intenzione di dartelo subito, ho preferito aspettare fino ad essere assolutamente certo dei miei sentimenti per te » ripose la scatolina nella tasca della propria giacca. « E quel "ti amo", beh... non sono parole che mi sono ritrovato a ripetere spesso durante la mia vita. Anzi, diciamo, mai » 
 
Daniel sussultò. « Vuoi dire...? »
 
« Sei il primo a cui mi sia mai dichiarato così apertamente... per questo mi sono fatto tanto serio al riguardo. Ho pensato che sposandoci, forse, avrei potuto portare un po' di pace nella tua vita » fece un passo verso il corvino. « E forse un po' di pace anche nella mia » 
 
« Mathis... » Daniel alzò il viso verso il moro, sentendosi riaffiorare agli occhi le lacrime.
 
« Non voglio più stare da solo. Ti amo » mormorò Mathis, posando la fronte contro quella del corvino. Poi chiuse gli occhi, restando fermo in quella posizione, quasi come se il tempo stesso si fosse fermato.
 
Ora che le sue iridi color smeraldo non potevano più penetrare il suo sguardo, da così vicino, Mathis era proprio identico ad Arsène. Daniel non poté fare a meno di mordersi dolorosamente il labbro inferiore, trattenendo tutte quelle lacrime che si rifiutavano di mollare la presa.
 
Poi sbatté le ciglia lasciando che le proprie scarpe si bagnassero ulteriormente e socchiuse le labbra, lasciando andare ciò che, più che un sussurro, tanto era flebile, parve un sospiro del vento.
 
« Anch'io... » 
 
 
 
 
 
Sì. Sì, sono tornata. Incredibile ma vero. E questo lo devo soprattutto a Golden Locks, le cui storie e il cui entusiasmo nelle sue recensioni mi hanno dato l'ispirazione e la carica per tornare a scrivere. Avevo dimenticato ormai da tempo questo di lato di EFP, un sito che non invecchia mai e si prende il suo tempo, senza sovraccaricarti d'informazioni come fanno i social a cui siamo abituati oggi. È stata una boccata d'aria fresca prendermi del tempo per scrivere e discutere di ciò che mi appassiona senza dover tenere sempre il passo di tutto ciò che accade nel mondo e dover essere aggiornata sulle ultime notizie della giornata. È stata occasione anche per me di sfogare tutto lo stress generale protagonista di questo folle 2020, e invito tutti coloro che mi stanno leggendo a fare lo stesso. Leggete, recensite, scrivete! E soprattutto, godetevi ogni istante mentre lo fate. Un grazie a chi è arrivato fin qui e spero abbiate apprezzato il capitolo, a presto!

Bribribrio
   
 
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